Vi capita di rimanere senza soldi in tasca?
Domanda retorica! Non è vero?
Chi ha la fortuna che gli consente di preoccuparsi soltanto di cercare un punto ATM (bancomat) è cautelato dall’incubo dell’impotenza economica.
La sua tranquillità è ancora più blindata se, dopo aver digitato il codice segreto, appare il seguente messaggio:
“La nostra banca è lieta di porgerle i più sentiti auguri di buon compleanno!”.
Nel giorno del compimento dei miei anni, questo messaggio mi deprime.
Ho due buoni motivi per giustificarmi.
Il primo è che non mi spiego come una banca possa esprimere un sentimento che implica tanta intimità.
L’altro motivo è legato al consumismo e all’apparire.
La banca è così presuntuosa (o pretestuosa!) da credere che io possa sentirmi gratificato da un anonimo e formale augurio!
Vi è capitato di ascoltare una bella canzone data in pasto alla pubblicità per cibo ai cani o prodotti per il dimagrimento o lassativi efficaci? Il mondo dei ricordi, il fascino delle emozioni, legato a quella canzone finisce in un vespasiano (scusatemi l’uso improprio della parola).
Non credo di volere l’impossibile sperando di ricevere
auguri sinceri!
Sarei felice ricevendoli da chi non guarda nel mio portafoglio; da chi, ogni giorno ha il piacere di vedermi; da chi sa come il mio cuore si contrae al suo sorriso; da chi ha capito come vivere il proprio tempo in compagnia delle persone.
Se l’indifferenza è padrona del vostro stato d’animo, se non mi ritenete una persona gradita (ohibò!) o a causa delle mie indolenze o dei miei limiti e per questi motivi, non riuscite ad accettarmi, rinviate gli auguri al momento in cui potrò farvi ricredere.
Se risulterà troppo tardi, non vi preoccupate, perché avremo modo di chiarirci nel mondo dove le anime non usano portare occhiali.
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