mercoledì 31 luglio 2013

Cuore grande



 

Al riposar del pensier vago,
lo spirito s’adagia.

Nuova linfa scorre tra gli ameni orizzonti della natura amica.

A così tanto splendore,
un’anima nuova s’accosta.

Riecheggia ancora
quella chiara e cortese voce.

Un cuore grande s’affaccia.

Alla silente anima ch’ella confina,
non sfugge l’ardor dell’onesto sentire.

Soffuso sentimento aleggia
al praticar l’amor prossimo.

Sfortunati bimbi son merce sua.

Dall’alba al tramonto,
tutto il mondo stringe.

Al brillar delle stelle
la timida luna argenta il suo volto.

Incauta,
 osa sfiorar carezza a sì bassa quota.

Esploratore d'anime


Di narrar non indugio,
perché penna riposar non sa.

Materia morde e spirito inonda.

Correre tanto, all’io poco importa,
‘sì che al piacer non v’è limite.

Agitar ricordi frena l’anima libera,
dimenar sentimento è opera sua.

Nuovi visi sono barriere da superare,
sono montagne da scalare,
sono frontiere aperte allo straniero dal cuor fragile.

Sorrisi e abbracci sono bastoni,
per spianar alture e frenar discese.

D’esplorare anime, non sono mai pago,
poiché di questa fame nessun cibo sazia.

Alla fine del viaggio sono meno nano.

Di quell’altezza soltanto il Dio grande è misura.

lunedì 29 luglio 2013

La presentazione a Sanremo

Una serata bellissima.........
Grazie alla conduttrice Donatella, all'amico Antonio, alla grande ospitalità dell'Hotel Miramare di Sanremo e, non ultimo, agli amici, agli ospiti dell'albergo e tutto il pubblico che ha assistito con interesse all'evento.

Luigi Squeo.

*un grazie particolare anche al regista Antonio e alla registratrice di questo evento.

Gustatevi la registrazione di una parte della magica serata.



giovedì 25 luglio 2013

Il disastro a pochi passi dalle nostre coste





Dopo aver devastato ecosistemi in tutto il mondo, le multinazionali del petrolio stanno prendendo di mira l'Italia. L'unica nostra possibilità per impedire che si vada verso un disastro ambientale è far ripristinare subito le tutele ambientali spazzate via con un condono l'anno scorso. La maggioranza dei senatori dice di essere pronta a farlo, ma con la pausa estiva alle porte abbiamo pochi giorni per farne un caso nei media. Firma ora e condividi con tutti:

Dopo aver devastato ecosistemi in tutto il mondo, le multinazionali del petrolio stanno prendendo di mira l'Italia. Ma c'è un modo per impedire che distruggano anche l'Adriatico e il Mediterraneo.

Medoilgas, un'enorme multinazionale, ha dichiarato di voler iniziare a trivellare presto a pochi passi dalla costa rifiutandosi persino di fare una valutazione di impatto ambientale. E se la faranno franca potremmo ritrovarci in poco tempo con oltre 70 piattaforme a occupare l'intero Adriatico e mari in tutta Italia: una una perdita di petrolio devastante sarebbe solo una questione di tempo. Ma c'è una soluzione: rafforzare subito la legge.

Abbiamo pochi giorni. Senatori di tutti i partiti sono pronti a sostenere una modifica urgente ma il problema è che stanno per andare tutti in vacanza. Firma la petizione per convincerli a proteggere l'Italia dalle multinazionali del petrolio prima che sia troppo tardi, e poi condividi con tutti: se raggiungeremo le 100mila firme, attireremo l'attenzione dei media con un'azione nel centro di Roma:


La cosa incredibile è che un divieto totale a queste pericolosissime trivellazioni a poca distanza dalla costa esisteva, ma Monti lo ha abolito l'anno scorso. Ora, le aziende petrolifere possono trivellare vicino alla costa senza neppure l'obbligo dei normali controlli necessari a proteggere l'ambiente. Medoilgas è solo la prima e la più aggressiva tra le multinazionali a sfruttare questo condono. Ma c'è una proposta che sta raccogliendo il sostegno dei parlamentari proprio in questi giorni, che chiuderebbe la porta a pericolose trivellazioni in mare richiedendo severi controlli ambientali prima di qualsiasi nuova operazione di questo tipo.

Tutta questa corsa incontrollata al petrolio nei nostri mari è senza senso. I suoi sostenitori dicono che più trivellazioni siano necessarie a rilanciare l'economia, ma se avvenisse una perdita di petrolio a causa di comportamenti senza scrupoli, la nostra costa potrebbe esserne devastata irreparabilmente, assieme alla nostra economia basata sul turismo e a migliaia di posti di lavoro in luoghi bellissimi. E perfino se andassimo avanti con le trivellazioni, gli esperti stimano che tutto il petrolio estratto sarebbe appena sufficiente per darci energia per un paio di mesi. Semplicemente correre il rischio non ha senso.

Ma le multinazionali del petrolio gestiscono quantità di denaro enormi che possono usare per influenzare i senatori e far fare loro la cosa sbagliata. E' questo il motivo per cui ora dobbiamo agire. I senatori sono dalla nostra parte, e se ci facciamo sentire con forza e chiaramente, potremo proteggere le nostre preziose aree naturali dalle disastrose melme nere che incombono su di noi:

La comunità di Avaaz ha sempre spinto le grandi aziende ad agire eticamente, e spesso abbiamo vinto, come quando abbiamo costretto H&M a firmare uno storico accordo per la sicurezza dei lavoratori pochi giorni dopo aver lanciato la nostra campagna! E' arrivato il momento di proteggere i mari italiani dall'azione distruttiva delle multinazionali del petrolio.

Con speranza e determinazione,

mercoledì 24 luglio 2013

Il vento




Opera Pittorica di Silvia Senna

Quando il vento vuol farsi notare ti spira contro, ti ostacola. 

Allora, sei consapevole che tu debba curvarti leggermente in avanti e forzare il passo. 

Contemporaneamente sorridi, accetti lo sforzo e apprezzi la vita.

Quando, invece, il vento ti accompagna, non sai della sua presenza, anzi, credi che le tue energie si siano moltiplicate.

E' molto probabile che ti affidi all'inerzia e ti distrai. 

Potresti iniziare a fantasticare, a progettare scenari passati o futuri, lasciando al corpo la responsabilità di occuparsi del moto secondo routine.

Giunti a destinazione, non si ricorda il tragitto seguito e ci si chiede come sia stato possibile arrivarci con la mente occupata.

Durante la nostra esistenza il vento cambia continuamente direzione! 

lunedì 22 luglio 2013

Enjoy your meal





ETT: Stranamente, Luigi, non hai fatto nessun riferimento al cibo inglese!
Non ti sarai forse abituato?

LUIGI: Certamente le stranezze alimentari dei britannici non mi hanno sorpreso! Conoscevo ciò che mi attendeva per cui ho fatto buon viso a cattivo gioco.

ETT: Quindi, non hai faticato molto a ignorare le delizie del palato?

LUIGI: Ett, queste non sono domande da porre a un professore che si astrae dalla materialità.

ETT: Allora perché brontolavi mentre assistevi ai tuffi dell’ananas nel sugo di pomodoro oppure mentre pensavi di bere il caffè che di espresso aveva soltanto il desiderio?

LUIGI: Infatti, non brontolavo … … conferivo con me stesso!

Riflettevo ad alta voce. Notavo la coerenza degli inglesi quando mangiano le jacket potatoes mentre noi le chiamiamo volgarmente patate non sbucciate. 

Inoltre, la loro fantasia è tale da superare antichi stereotipi alimentari per cui dolce e salato possono coesistere.

Per forzare la cultura alimentare tradizionalista mediterranea, cercavo di provar piacere a mangiare le patatine fritte dopo aver assaltato comicamente una pannocchia di mais finita rovinosamente fuori dal piatto.

Ti racconto l’avventura alimentare avuta il giorno d’arrivo. 

Dopo un’intera giornata trascorsa in tre aeroporti (Bari, Stoccarda e Heathrow), avevo una fame da lupo. 

Da perfetto gentleman, chiesi gentilmente alla mia host family un posto dove poter cenare (non volevo creare problemi a causa della tarda ora d’arrivo). 

Per mia fortuna, la gentile ospitante mi assicurò di aver già pronta la mia cena.

Vorrei che immaginaste la mia faccia nel vedere pochi fagioli galleggiare in una brodaglia saporosa.   

La fame spingeva il cucchiaio a raccogliere quanti più fagioli possibili con un colpo solo. 

Dopo poche cucchiaiate, rimase solo la brodaglia che non sapevo come smaltire per non apparire “viziato” alla mia ospitante. 

Cercai di limitare la brutta figura avventurando internamente probabili fette biscottate.

Purtroppo, esiste il limite a tutto e così allontanai lentamente la portata verso il centro del tavolo.

Quest’atto fu interpretato come “ho finito, voglio il secondo” e allora, la solerte inglese si precipitò verso il forno a microonde, da dove estrasse delle linguine annegate nella besciamella.

Mi venne da piangere!

Tirai fuori tutta la mia ipocrisia intrecciata con la signorilità per esclamare: wonderful!

Cercai di arrotolare quelle sfuggenti strisce di pasta con una pigra forchetta ma dopo soltanto pochi balzi e sconfinamenti, dichiarai tutta la mia sazietà e impossibilità di terminare quella cena luculliana.

La bassa probabilità di trovare pane sulla tavola inglese fu mitigata dalla sicurezza matematica di avere il dessert.

Chiedo la vostra clemenza nell’esprimere il giudizio sulle mie aspirazioni alimentari, ma come potevo mangiare un semifreddo alla menta quando ancora lo stomaco brontolava per la presenza d’aria.

Da navigato diplomatico, chiesi alla padrona di casa di uscire per una passeggiata digestiva, invece, come un cane randagio cominciai a cercare un locale che avesse qualcosa di solido e verosimile al mio cibo immaginario.

Qualche giorno dopo conobbi i nomi di quelle pietanze che ora, per motivi freudiani, sono stati rimossi.

ETT: Credo almeno che ti sia rifatto con la colazione inglese; è famosa per essere sostanziosa.

LUIGI: Un bicchiere di latte freddo, un’anfora con acqua color caffè, marmellata, burro, yogurt e due fette biscottate erano i protagonisti delle mie mattine, prima di correre verso la fermata del bus ed essere presente alle nove in punto in aula per la lezione.

Per fortuna che la mia passione per la lingua inglese ha reso corollario il mangiare.

domenica 21 luglio 2013

Accusar l'immenso


opera di Silla Campanini

Vola basso timido passero.

Sentir vorrei l'umil fruscio d'ali allegre.

Cuor mi prende 
a così dolce attimo che natura dona.

Messaggero d'amor, 
l'anima tutta incanta.

Allor, flesso nel pensar,
attendo.

Mirar perduti orizzonti,
in cerca d'arcobaleni, 
curvi dalla speranza d'accusar l'immenso.  


CLIL - experience


LUIGI: Può capitare che un professore, per motivi di auto-aggiornamento, debba trascorrere all'estero due settimane. In questo periodo, completamente avulso dalla routine della vita, egli sperimenta la novità dell’uso della lingua straniera e il confronto con una cultura di un popolo differente.

ETT: Sapendo della tua passione per la lingua inglese, suppongo che tu sia ritornato in Inghilterra.

LUIGI: Esattamente! In questa occasione però non ho avuto studenti cui badare poiché ero io stesso alunno.
La classe a cui ero iscritto la definirei europea; composta in massima parte da italiani e spagnoli, con unità sparse provenienti dall'Austria, Francia e Ungheria.

ETT: Una bella compagnia e soprattutto una novità assolutamente interessante per la tua esperienza.

LUIGI: Sì! Effettivamente ho ricevuto uno scossone da questa matta iniziativa.

ETT: Perché matta?

LUIGI: Se ti raccontassi di avere abbandonato la famiglia per quindici giorni e per giunta, di averlo fatto mentre erano in corso i lavori di strutturazione della casa dove vivo, saresti costretto a considerarmi perlomeno irresponsabile.

ETT: Tranquillo perché io ascolto e non giudico.

LUIGI: Allora, confermi la tua identità di extraterrestre e per tale, di essere superiore!

ETT: Avanti, non scherzare, continua a raccontare.

LUIGI: Ho trascorso quindici giorni sereni, attento soltanto ai piaceri umani; ho conosciuto persone dolci e disponibili; ho rivisto silenziosamente le mie stesse debolezze, timori e speranze in quei colleghi con cui ho condiviso intere giornate. Ognuno di loro, indipendentemente della nazionalità, ha nascosto i fardelli della vita ordinaria respirando l’aria di giovani spensierati studenti.

Gli italiani (i più malmessi con la lingua inglese) istintivamente si cercavano e tendevano a formare gruppo separato mentre gli spagnoli, numerosi come gli italiani, si mostravano molto ciarlieri, aperti alla varietà della comunità. 

Per molti miei colleghi (me compreso), la difficoltà dell’ascolto, legata ad improbabili pronunce o alla povertà di termini specifici in lingua, operava come la forza di gravità: dopo brevi tentativi nell'argomentare in inglese, si finiva per parlare nuovamente in lingua madre.

Nel corso dei quindici giorni una strisciante graduatoria di merito relativa ai migliori speaker ha preso forma. 

Tutti i partecipanti a questo divertente concorso hanno accettato con il sorriso il posto occupato e hanno gioito anche per i piccoli miglioramenti involontariamente ottenuti.

ETT: Qualcuno di loro ti ha impressionato in particolare?

LUIGI: Ovviamente, sì! Ho ancora in mente affabilità di Renato, la forza d’animo di Carmela, il brio di Margherita, la delicatezza di Enzo, l'eleganza d'animo di Luisa, la tenerezza di Concetta, la simpatia di Guido, lo stile riguardoso di Alfredo, l’allegria di Alejandro, il perenne sorriso di Irma, l’humor di Eladio, la socievolezza di Soledad, lo spirito gioioso di Istvan e Agnes.

A questi nomi si aggiungono molti altri che anche per poche parole scambiate, rimarranno nella mia memoria nostalgica.

ETT: L’esperienza in Inghilterra ha confermato le tue aspettative per ciò che riguardava la lingua e l’aggiornamento didattico?

LUIGI: Rispondendoti immediatamente con un sì, ti direi una mezza bugia. Come succede a tutti gli umani, ciò che ci raffiguriamo nella mente prima di iniziare un’avventura è sempre diverso da ciò che viviamo. 

Solo in seguito, dopo cioè aver miscelato l’accettazione della realtà con il ridimensionamento degli obbiettivi creati, si riconosce la soddisfazione per l’esperienza ormai trascorsa.

In ogni caso, i quindici giorni di permanenza in terra straniera hanno consentito l’innesto di piccoli automatismi mentali per cui la lingua parlata appare meno incerta. 

Inoltre, il vocabolario si arricchisce di termini che in Italia non sogneremo mai di usarli per via della bassa probabilità di richiamarli.

Per quanto riguarda l’aspetto didattico, il corso seguito in Colcheter ha offerto una panoramica sulla metodologia CLIL e una visione generale dell’ordinamento scolastico inglese. 

Ovviamente, la sospensione del giudizio relativo al confronto tra la nostra istituzione scolastica e quella inglese è obbligata per via dei termini di confronto non omogenei.

ETT: Ripeteresti questa esperienza?

LUIGI: Da inguaribile romantico, non posso negarlo. Amo vivere tra la gente sincera, “sentire” il sentimento, ascoltare chi ha bisogno dell’attenzione, vedere il mondo per allargare l’orizzonte della mente.

Siamo isole lontane che emergono dal mare per ammirare il sole. 

In fondo al mare, ogni isola appartiene alla stessa piattaforma che, fuori dall'acqua, si dimentica di considerarla.


Parlando di esami di stato 2013 con ETT.

Foto: Contro gli abbandoni degli animali KISS <3

Colgo l’occasione per raccontarti delle vicende legate alla mia esperienza di Commissario agli esami di maturità nel 2013, dove una miscela di debolezze umane inventa l’imprevedibile.

ETT: Ci risiamo? Avanti, hai solleticato la mia curiosità, inizia la tua cronistoria.

LUIGI: Nominato per acclamazione commissario, mi preparavo a vivere una nuova avventura nel mondo misterioso della scuola secondaria.

ETT: Dopo quasi trent’anni da docente, la scuola è ancora un mistero per te?

LUIGI: La scuola è fatta da persone che, come ben sai, sono sempre imprevedibili.
La novità di quest’anno mi consegnava un commissario ex-alunno e una classe di maturandi ottima dal punto di vista umano ma spensierata da quello puramente didattico.

ETT: Un commissario ex-alunno che ti avrà fatto pesare i tuoi 58 anni!

LUIGI: Infatti! Ti devo confessare che ho visto in lui qualcosa di mio.

ETT: Che cosa intendi, dicendo “di mio”?

LUIGI: Sedici anni orsono avevo la sua carica, la sua voglia di cambiare il mondo a colpi d’ariete.

ETT: L’esperienza ti ha spento o il mondo è cambiato?

LUIGI: Nessuna delle due motivazioni mi riguarda. L’esperienza mi ha insegnato a usare occhiali speciali attraverso i quali vedo ogni problema connesso con altri e quindi, dovendo riflettere, mi concedo tempo.

ETT: Sei diventato saggio?

LUIGI: Magari lo fossi! La saggezza la potrei paragonare alle frecce direzionali delle automobili: quando si cambia direzione occorre accenderle in modo che si sappia della volontà di non voler più seguire  la corrente corsia di marcia.

ETT: A furia di cambiare continuamente corsia potresti rischiare di girare a vuoto o di ritrovarti nello stesso punto di partenza.

LUIGI: Questo è uno dei tanti problemi della natura umana.

Ricollegandomi alla mia esperienza di commissario, ti presento i miei colleghi, fortunati o sfortunati compagni di viaggio a seconda come vorrebbero definirsi.

Inizio, per Lex Iulia maiestatis, con la presidente, una donna leggiadra nelle movenze, gentile nei modi e imperturbabile alle minacce ambientali. 

A dispetto del suo cognome che richiama gli orchi delle favole, ha mostrato lo stile del rispetto e quello dell’equilibrio in ogni fase del suo primo mandato. 

Queste qualità, come succede sempre, hanno i loro controvalori e cioè la necessità di impiegare tempi d’azione molto lunghi; non ricordo una precedente esperienza che mi avesse fatto tornare a casa così tardi regolarmente. 

Il tono della sua voce, tra il confessionale e il sussurro, influiva efficacemente nel demotivare discussioni animate tra i componenti della commissione. 

Tra le sue qualità negative è da includere il vizio del fumo. La boccata periodica di pura nicotina era la pausa obbligata della sua attività. 

Mi sono chiesto come sia possibile che anche una donna così apparentemente serena potesse dipendere dal tabacco!  

ETT: Una seconda occasione che ti permette di denunciare il mistero della razza umana, vero?

LUIGI: Per una persona che non ha mai fumato e che per giunta ama le donne, non può far passare inosservato questo particolare.

Proseguendo, ti posso riferire della seconda donna della commissione; insegna matematica da anni ed è l’immagine della forma fisica, dello slancio e del cuore. Se fosse nata nei tempi dei romanzi cavallereschi, sarebbe una figura simile a Don Chisciotte della Mancia. 

A disprezzo del pericolo, è sempre pronta a combattere i soprusi valutativi; inflessibile con gli studenti sordi ai suoi incoraggiamenti, è strenua combattente in difesa di quelli diligenti. 

Attacca il nemico con sguardi supplichevoli tentando sortite, prima esplorative e poi impositive. Nei momenti migliori non dà tregua al nemico reclamando il suo scalpo. 

Allo stesso modo si espone a una sonora sconfitta, le cui conseguenze riescono a chiuderla in sé. In tali occasioni, osservando l’umido dei suoi occhi, si comprende benissimo il dolore soffocato da quella foga inesplosa.

Esaurite le donne in commissione, focalizziamo l’attenzione sugli uomini. Occorre dare la precedenza al commissario d’italiano che ha rappresentato l’istituzione silenziosa, il vigile distaccato e attento al soppesare dei giusti valori degli esaminandi. 

La burbera figura che si aggirava tra gli spazi di aule rumorose, solo al distratto osservatore nasconde un cuore grande, incastonato nella rigida formalità delle regole di grammatica. Per richiamare un sorriso sulle sue labbra servono le campane a festa.

La parte della commissione riservata ai commissari esterni, annovera tre uomini molto diversi tra loro ma con un fattore comune: giudici imparziali delle umane miserie.

ETT: Dovrebbe corrispondere a una qualità che discende dal ruolo che ricoprono.

LUIGI: Immaginando un sistema scolastico congruente con la realtà in cui si opera, dovrei convenire. Purtroppo, applicare la normativa è sempre un’attività che rischia di essere soggettiva e se non ci fosse il buon senso di chi veste il ruolo, tutto risulterebbe fantasioso, creando premesse all'esercizio di una funzione in balia delle debolezze umane.

ETT: Voi umani siete bravi a giustificare le vostre inefficienze nascondendovi dietro il mantello delle imperfezioni.  

LUIGI: Tenendo conto che nonostante si operi con tanta buona volontà, non si riesce mai ad ottenere risultati perfetti o almeno soddisfacenti rispetto a situazioni che cambiano continuamente.

ETT: Senza voler sminuire la vostra autostima, vorrei ricordare che voi umani vi comportate come i vostri pesciolini rossi nell’acquario. Non immaginate nessun altro mondo che non sia un acquario. 

Credete di essere liberi, originali e vi arrogate di presunte qualità superiori mentre nel contempo pretendente di giustificarvi con argomentazioni banali le vostre debolezze. 

Comunque, non voglio aprire un nuovo fronte di discussione, ti prego di continuare con il tuo racconto.

LUIGI: Rimandando questa questione in altri momenti, riprendo la trama dai tre commissari esterni che hanno tentato di essere esattamente come il loro ruolo prevede. 

Il risultato ottenuto è stato di assistere a lunghe discussioni improduttive condite da tanti personalismi. 

Ho vissuto lunghe mattinate dibattuto tra la noia di assistere a interrogazioni inutili e la rassegnazione di dover partecipare alla commovente sceneggiatura postuma per l’attribuzione del voto giusto al maturando.

Se non fossi frenato dal segreto d’ufficio e dal rispetto che ho dei miei colleghi, avrei descritto ogni particolare. In ogni caso, è facile immaginare quanto animo si sia mosso.

ETT: Riconosco che in quanto a foga e passione, voi insegnanti non lesinate tempo quando intraprendete guerre di principio.

LUIGI: Hai proprio ragione! La categoria degli insegnanti è tra le più rappresentative per questa qualità.

Ci sono stati momenti in cui l’esame si sarebbe potuto interrompere, mandando al diavolo il mio programmato viaggio in Inghilterra.

Per fortuna che il furore umano non è una funzione costante ma sale come la gittata parabolica per poi ristabilirsi sul livello della consueta serenità.

ETT: Sembrerebbe che la saggezza umana sia una funziona aleatoria?

LUIGI: Fondamentalmente dovrei convenire. Gli umani sono obbligati dalla fisiologia ad alimentarsi e per questo, la chimica interna del corpo è responsabile delle diverse risposte alle stesse sollecitazioni esterne.   

ETT: Vorresti farmi intendere che una persona reagisce a una provocazione in modo diverso a seconda se ha fame o meno?    

LUIGI: Proprio Così! Sapendo questo, ho sempre tentato di non far mancare caffè cornetti ed espressini in tutte le mattinate d’esame.

ETT: Una forma di corruzione implicita!

LUIGI: La chiamerei una dolce predisposizione alla pazienza.

In conclusione, anche quest’anno gli esami di maturità si sono svolti con le stesse perplessità degli anni precedenti: gli attori cambiano, la trama del film è sempre la stessa mentre un anno di vita è trascorso.

Il 6 luglio, uscendo da scuola, ho pensato ai miei 18 ragazzi. Tutti si sono maturati. Molti con merito, qualcuno a fatica. Ognuno porterà con sé le facce dei professori, a volte severe, altre ironiche ma tutte tese a fissarsi nella memoria dell’età più bella e spensierata della vita.

ETT: Caro Luigi, ti si accende il cuore quando senti di doverti separare da qualcuno con cui hai condiviso tratti di vita.

LUIGI: E’ vero, ETT!  Confermo di soffrire di romanticismo.
Per fortuna che appena si chiude una parentesi di vita ecco un’altra che si apre.


ETT: Allora continua il tuo narrare così si aggiungeranno altri elementi al mio studio sugli umani.

(continua nel prossimo post)

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