lunedì 9 giugno 2025

Una tenera amicizia

 

Nella mia lunga esperienza di insegnante in un istituto tecnico del triennio di specializzazione in informatica, giunse l’anno in cui per la prima volta mi fu affidata una prima classe. Quello era l’anno che precedeva il mio pensionamento. Non ero abituato a rapportarmi con allievi così piccoli, provenienti dalle scuole medie inferiori. Sentivo un senso di inadeguatezza considerando bambini coloro a cui dovevo trasferire i primi elementi del tecnicismo.

Il primo giorno mi presentai in aula, ci fu un silenzio tombale. Ventisei visi rivolti verso di me erano in attesa delle mie parole: ero il loro professore di informatica! Probabilmente, vedevano in me l’universo dei computer.

Ormai i telefonini e i personal computer presenti nelle loro case avevano già anticipato l’idea di ciò che dovevano imparare.

Ero curioso di sapere che cosa si aspettavano di studiare. Rivolsi la domanda alla classe, orientandomi verso quelli che più di tutti mostravano interesse alle mie parole. 

In particolare, scelsi un ragazzo che si sollevava dalla sedia dando la sensazione di voler intervenire prima degli altri.

“Dimmi, che cosa è per te l’informatica?”

“Credo che sia la materia che ci permetterà di imparare come usare il computer.” Rispose, Enrico, dando quasi per scontata la risposta.

Subito dopo si alzarono molte mani in segno di voler intervenire per dare il loro contributo.

Il più vivace, Paolo, intervenne senza autorizzazione per chiarire che Enrico era un esperto; aveva già avuto modo di riparare un computer e di conoscere parecchi trucchi sul suo funzionamento. Tra gli amici provenienti dalla stessa scuola media, Enrico era noto come “genio del computer” ed era questo il motivo che lo aveva condotto in questa scuola.

Mi complimentai con lui e subito dopo diedi parola ad un bimbo dall’età apparente molto più bassa dei quattordici anni.

“Professore – mi chiese – studieremo i robot, i droni?  Impareremo a farli muovere?” Sorrisi a questo intervento e per non deludere l’alunno perspicace. Lo invitai alla cautela per i grandi propositi, facendogli capire che lo studio ha bisogno dei suoi tempi per affrontare problematiche complesse.

Sulla mia sinistra, sedeva silenziosa un’esile ragazza che occupava un banco affiancato a quello di una sua compagna. Capii che le due ragazze erano molto amiche e che volutamente avevano scelto di stare vicino. Le vedevo spesso parlarsi sottovoce.

Qualche mese dopo ebbi modo di conoscerle meglio. Laura era intelligentissima, educatissima e aveva a cuore la condizione di Rosanna che non aveva le grandi doti di predisposizione allo studio. Però, confidava nel sostegno della sua amica Laura per superare le eventuali difficoltà.

Durante le mie lezioni ero solito svolgere lentamente esercizi molto simili tra loro e a difficoltà crescente. Il mio intento era di cercare di essere anticipato nella risoluzione da allievi che avevano già intuito il metodo risolutivo. 

Appena capitava che uno di loro completava l’esercizio prima di me, lo chiamavo alla lavagna per proseguire lo sviluppo. Il mio compenso consisteva in un immediato riconoscimento di buon profitto attraverso un buon voto registrato sulla piattaforma scolastica con cui il dato giungeva in tempo reale alla famiglia.

Laura più volte ebbe questo riconoscimento. In una occasione, però, restai stupefatto per il fatto che Rosanna avesse per la prima volta finito l’esercizio prima di tutti i compagni di classe. 

Nonostante non avessi creduto fino ad allora alle buone potenzialità della ragazza, registrai con piacere il bel voto sulla sua scheda di profitto. Avevo comunque il sospetto che qualcosa di insolito fosse successo. 

Al termine dell’ora di lezione visionai il quaderno di informatica di Laura: erano riportati tutti gli esercizi svolti durante la lezione … tranne uno: quello che Rosanna aveva finito prima di tutti gli altri. 

Mi resi conto dell’atto di generosità della ragazza nei confronti dell’amica e feci finta di nulla. Consegnai il quaderno a Laura e la elogiai per la puntuale attenzione mostrata durante la lezione. Nei mesi successivi Rosanna mostrò un interesse crescente durante le mie lezioni e il suo profitto migliorò notevolmente. 

Quello fu l'ultimo miracolo che mi giunse prima del pensionamento. 

Nessun commento:

Posta un commento

Esprimi il tuo pensiero

Post più letti nell'ultimo anno