
Piero e Serena erano fidanzati
già da molto tempo. Si attendeva che i due ragazzi avessero un lavoro sicuro e
una casa dove abitare per compiere il grande passo del matrimonio.
Quando ormai erano giunti a
compiere i trent’anni, si presentarono le condizioni che da tanto tempo avevano
inseguito. Fu organizzata la cerimonia della loro unione e dopo
una festa all’insegna della gioia, i due giovani iniziarono la loro vita
da coniugi. Entrambi desideravano avere subito un figlio e nonostante che si
volessero bene e non avessero nessun problema di fertilità, il figlio non
arrivava.
Trascorsero alcuni anni quando una malattia colpì gli organi genitali di Serena e cancellò ogni speranza di avere il
figlio tanto desiderato. La donna amava
moltissimo suo marito e sapendo di non potergli dare il figlio entrò in uno
stato di forte depressione.
Piero cercò in ogni modo di
consolare sua moglie, ma non ottenne il risultato cercato. Voleva vederla
felice come ai tempi del loro fidanzamento. Ormai, non riusciva più a rubargli
un sorriso.
Un giorno decise di proporgli un’adozione.
Loro economicamente stavano bene e non ci sarebbe stato nessun problema che
avrebbe ostacolato il proposito.
Una sera in cui vide la moglie un
po’ meno triste del solito, disse: “Cara, cosa ne pensi se adottassimo una
bambina?”
Serena, sentì una freccia
trapassargli il cuore, ma non voleva far trasparire questo dolore. Forzando
un’apparente indifferenza, rispose: “Non posso oppormi a questo tuo desiderio”.
“Cara, questa è una decisione che
dovremmo prendere in due e non soltanto perché sia frutto di un mio desiderio.
D’altronde avremmo una compagnia, sapremmo a chi rivolgere tutto il nostro
amore. E poi … (ci fu una pausa)
migliorerebbe anche il tuo stato. Ti vedo raramente con il sorriso.”
Serena voleva piangere. Si
trattenne con grande sforzo, poi sorrise e disse: “Hai ragione caro. Sarò
felice anch’io di misurarmi come mamma.”
“Sono contento che tu sia
convinta dell’opportunità di questa nuova avventura. Una bimba in casa ci
porterà senz’altro allegria e tante soddisfazioni per farla crescere e
prepararle un futuro degno dei suoi genitori adottivi. In fondo, non hanno
nessuna importanza le origini biologiche, ciò che conta nel essere genitori è
l’amore con cui si educa un figlio.”
In seguito a questo discorso del
marito, Serena si sentì un po’ più sollevata moralmente. Mentre la pratica di
adozione procedeva lei appariva più viva, più stimolata dalla prospettiva di
diventare comunque mamma.
Il grande giorno giunse, Rosy una
bimba di due anni, faceva parte integrante della famigliola. Piero e Serena
festeggiarono l’evento convocando tutti i parenti e amici in un ricevimento in
cui la principessina Rosy fu al centro delle attenzioni di tutti.
Con il tempo Serena dimenticò il
suo cruccio … era troppo occupata ad amare la sua piccola. Rosy, crescendo, si
rivelò una bimba affettuosissima. Cercava la sua mamma per ogni cosa e non le
faceva mancare i suoi baci ad abbracci dopo ogni rientro in casa.
L’amore di Rosy non fu esclusivo
per i suoi genitori. Le era stato insegnato che l’amore era un essere
dell’anima. Amando i suoi genitori, lei amava tutto il mondo. Si inteneriva per il suo gattino;
mostrava attenta e generosa per le amiche che contavano sul suo aiuto;
rifletteva sugli altri l’animo buono dei suoi genitori.
Piero e Serena invecchiarono con
la luce dell’amore della loro dolce Rosy.