domenica 15 ottobre 2023

Handshake (stretta di mano)

HandShake, dall’inglese, significa stretta di mano. Esso è un termine usatissimo nella comunicazione tra sistemi automatici.

Solitamente quando ci stringiamo la mano, quasi involontariamente compiamo delle oscillazioni. I due amici si alternano nel far forza. In questo modo si dichiarano complici e si assicurano vicendevolmente di essere vivi e pronti allo scambio psicologico.

Una stretta di mano senza oscillazione è formale e inutile. 

Potrebbe essere sostituita con la frase: “Ti saluto, ma non interessi più di tanto!”.
La stretta di mano potrebbe essere: molliccia (fai finta che non ci sono), a grilletto (ho fatto il mio dovere), a mezza mano (non ti conosco, scusami), alta rispetto al corpo (per ora non ti conosco, stai alla larga), bassa rispetto al corpo (non sembri cattivo).
Coloro che si stringono la mano, si dichiarano apertamente e manifestano le loro qualità o paure interiori. 

In altre parole, preparano uno scenario indispensabile per far partire un colloquio. Diciamo che si apre una fase di sincronizzazione. Il più debole si adegua al più forte, come il discepolo al maestro. Il seguace si adegua al suo leader, come il condotto al conduttore.
Non c’è ex equo poiché siamo diversi per nascita.

Se ci pensate bene, troverete sempre qualcuno migliore e qualcun altro peggiore di noi (per fortuna!).
La differenza tendente a zero rende elettrizzante, interessante il colloquio.
La differenza tendente all’infinito, indirizza il nascente dialogo all'aborto.

Quando un colloquio interessante parte, si assiste allo spettacolo della natura umana. Il conduttore dichiarato diventa condotto dall’interesse dell’ascoltatore. L’ascoltatore attento, impone i ritmi a chi parla. Chi parla mediante le pause, capisce di essere seguito. Segnali di sincronizzazione arrivano da cenni del capo, consensi verbali o intercalati, posture corporali. 
Tutti questi segnali indicano a chi parla, come sta procedendo il dialogo. Da questi, si capisce se deve accelerare, perché sta dicendo cose banali o se deve rallentare, perché richiede riflessione.
La durata delle pause è una modulazione della trasmissione. 
Si stabiliscono i momenti precisi per lo scambio dei ruoli. 
L’alternarsi nel parlare e nell’ascoltare avviene con una fluidità incredibile.

I due sistemi comunicanti si dicono efficienti.
Consumano nel migliore dei modi il tempo vita.
 

sabato 14 ottobre 2023

Serotonina: ormone del buon umore e macchina di verità

 

Un meccanismo simpatico utilizzabile per sapere in che modo siamo considerati o in quale misura siamo apprezzati, è quello di considerare il tipo di reazione emotiva che si scatena nel momento in cui incontriamo gli amici. 

Qualora fossimo considerati simpatici, piacenti e quindi apprezzati, l’amico si mostrerebbe sorridente e gioioso alla nostra apparizione. L’intero suo corpo si predisporrebbe per manifestare il responso emotivo, coinvolgendo particolari posture ed espressioni verbali. Sorrisi, baci, abbracci e fiumi di parole farebbero parte di un quadro generale di spontanea allegria.

Contrariamente, una persona che ci reputerebbe antipatici o degni di scarsa stima, si mostrerebbe quantomeno indifferente, se non addirittura ostile. Brevi e formali frasi legati al saluto o alla routine del lavoro, si renderebbero necessarie per attenersi alle regole della buona educazione e convivenza civile, non conflittuale.

Tale processo, non siamo in grado di comandarlo poiché è frutto di una naturale reazione creata da una produzione si serotonina nel cervello, determinata dalla storia relazionale avuta con il nostro amico.

Si tratta di una macchina della verità che scatta a nostra insaputa e che crea quel feeling di simpatia o di astio di cui si parla tanto.
 

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