domenica 17 gennaio 2016

Processi concorrenti




Pirandello affermava che ognuno di noi porta una maschera per cui siamo diversi a seconda dell’interlocutore.

Siamo, forse, buoni con i docili e cattivi con i combattivi, aperti con i famigliari e diffidenti con gli sconosciuti, accoglienti con gli amici e ostici con i nemici.

Concordo con Pirandello, però aggiungerei un aspetto.
Per ogni maschera che indossiamo siamo bifronti come Giano.

Un buon osservatore è capace di rilevare le pause che si creano quando le due facce interagiscono nell’interiorità del bifronte.

Essere bifronte è comune nei rapporti tra chi comanda e chi obbedisce.

In generale, lo notiamo in tutti quei rapporti dove è difficile far lavorare da sola la maschera.

Per esempio, se qualcuno tenta di colpirvi fisicamente e sviluppa davanti a voi la traiettoria dell’oggetto contundente che termina sul vostro corpo, sicuramente opporrete una reazione cercando di spostare l’obiettivo.

 La reazione è diversa se l’obiettivo non siete voi.

Nel bifronte, due processi sono in esecuzione contemporanea e concorrente.

 Uno passa attraverso la maschera, l’altro è trasparente all’interlocutore e prende molto tempo “cervello”.
Il processo maschera è formale, è attento alle regole e ai convenevoli. 

La sua parametrizzazione è statica e viene mantenuta per tutta la durata della sua evoluzione.
Il processo interno è vivo, mutevole e spesso collide con il processo maschera.

La legge della sovrapposizione di processi in esecuzione contemporanea recita:
“Due processi possono procedere contemporaneamente, solo se, nessuno dei due può modificare i valori che entrambi usano”. 

A ogni tentativo di violazione di questa legge corrisponde una manifestazione inspiegabile per l’osservatore esterno. 

Le due facce di Giano si notano.

Vi propongo un esempio di un cattivo educatore.

Un professore rimprovera un alunno perché arriva in ritardo a scuola. 

L’alunno è costretto a subire il rimprovero, anche se il professore spesso anch’egli ritarda. 
Il colloquio si sviluppa così (tra parentesi appare il colloquio interno):

Rossi, anche oggi in ritardo!
(Purtroppo devo rimproverarlo, sono tenuto a farlo).

Professore non ho sentito la sveglia ed ho fatto tardi. 
 (Spesso sei in ritardo anche Tu, anzi, a volte non vieni proprio!Ma tu sei il professore e tu le disponi per le regole).

Se continuerai a ritardare, sarò costretto a comunicarlo ai tuoi genitori.
(Lo affermo però non lo farò - Non voglio scocciature!)

Scusatemi non succederà più.
(Non mi importa nulla di Te, né di ciò che farai.)

Tutta la scena si svolge con il professore che rimprovera senza rivolgere lo sguardo all’interessato, mentre l’alunno sembra accettare il rimprovero con il capo chino e gli occhi rivolti fugacemente verso il professore.

La formalità e il regolamento sono salvi. 

La realtà che si vede è diversa da quella che è!

Un giorno quell’alunno sarà adulto, occuperà un posto nella società ed essere bifronte sarà abitudine o se volete, carattere operativo.

Ci stupiamo poi, quando commette atti inspiegabili. 

La sua storia interna si è evoluta al punto che i suoi processi concorrenti sono diventati automatismi che non collidono più.

giovedì 14 gennaio 2016

Imitatori per natura

 
Esiste uno spettacolare meccanismo biologico umano dal quale ricavare deduzioni argute e ottenere quelle prove inconfutabili sulla stupidità della natura.

Alcuni ricercatori italiani (guarda il caso!), studiando l’attività cerebrale di un macaco, hanno scoperto i neuroni specchio

Questi hanno la responsabilità di far assumere comportamenti imitanti e in particolar modo, quelli che con la sopravvivenza hanno una connessione più stretta.

Vi è capitato di vedere qualcuno mangiare un gustoso gelato?

Bene!

Se vi concentrate sul movimento che permette al fortunato, di portare il gelato alla bocca e poi vedere la sua lingua indugiare sulla dolce superficie del gelato, certamente e istintivamente, il vostro braccio accuserà qualche contrazione e il vostro palato preparerà l’ambiente operativo per accogliere la gustosa poltiglia che non arriverà mai.

Vi giustificherete con la solita acquolina in bocca e, con mano al portafoglio, correreste subito dal gelataio.
In questo caso siete stati abbindolati dai neuroni specchio.

Questi neuroni conservano un imperativo genetico:
Alimentati, se non vuoi morire!

È ancora più incredibile pensare che essi estendano la loro politica anche nell’ambito sociale.

Forse sanno anche loro che non si vive di solo pane!

Puoi sperimentare su tè stesso il lavoro dei neuroni specchio.

Se la tua anima non si è troppo indurita, al punto di ignorare i neuroni, vedendo accarezzare o baciare un bambino proverai lo stimolo a imitare il protagonista dell’azione.

I furbetti dei ragazzi già conoscono l’esperienza dello stimolo all’imitazione quando vanno in giro per discoteche o per cinema che creano certe atmosfere … (cinema-terapia). 

Avrete capito subito che la sopravvivenza e la riproduzione sono le bandiere sventolate dai neuroni specchio.

Bastano solo queste considerazioni per comprendere la dimensione e l’importanza della problematica.

La storia dell’uomo “libero” potrebbe apparire risibile.

La storia dell’umanità diventerebbe quella delle relazioni.

La storia dell’universo sarebbe il solco di un divenire frutto della volontà di potenza, magicamente e crudelmente, espressa dal sovrumano Nietzsche. 

Volendo essere fieri e ottimisti a tutti i costi, vorrei soffermarmi su un particolare aspetto di questa questione.

L'osservazione diretta dei neuroni specchio è più difficile nell'uomo che non nelle scimmie. 

Mentre in quest’ultime si possono osservare i singoli neuroni, nell'uomo si possono osservare le attivazioni solo attraverso variazioni nel flusso sanguigno dovute ad esse.

Ho l’impressione che la natura voglia nascondersi agli occhi dell’uomo, quasi come nel codice genetico di questi neuroni, ci fosse un nascosto dettame:

“Attenzione, non sminuire il senso di grandezza dell’uomo, poiché anche questo è vitale alla salute fisico-mentale e quindi, alla sua sopravvivenza e riproduzione!”.

Chi non crede ancora a una sublime regia dovrà aspettare molto per avere un’altra prova.

Da domani vi consiglierò di portare con voi la neuro immagine preferita, pronta per far scattare questi neuroni a nostro comando.

Vi assicuro che questa può essere considerata come una vendetta trasversale sulla natura, come forma di rivalsa a una libertà dell’uomo trasfigurata.

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