venerdì 26 giugno 2015

Utile o inutile?

 
 
La mente umana non riesce proprio a distaccarsi dall’idea dell’utile. 
Tutto ciò che esiste o tutto ciò che si rivela attraverso fenomeni, deve avere un utile. 
Cerchiamo spiegazioni e formuliamo teorie create con l’alibi di cercare verità e invece queste ripiegano sulla loro utilità per l’uomo. 
L’idea che senza un utile una realtà non possa avere una funzione nel mondo del sapere, sembra costituire un assioma. 
L’impronta mentale la rileviamo in ogni atto della nostra vita. 
Siamo stati abituati a sentire: “Si mangia per vivere”, “ si lavora per guadagnare”, ”si studia per sapere sempre di più”, eccetera.  
Quando si fa qualcosa e manca l’utilità riconosciuta, lo sforzo perde valore e il pensiero comune tende a dar significato di “hobby”, “passatempo”, ”pazzia”. 
Basterebbe alzare lo sguardo al cielo per mettere in crisi il senso dell’utilità. 
Che ci fanno lì, miliardi di stelle, stupidi pianeti dimenticati nel cosmo? 
Sono utili per chi o per cosa?
Ripieghiamo la testa verso il basso e nascondiamo il problema nelle vesti della filosofia. 
Già! La filosofia è proprio una scienza riconosciuta pubblicamente come inutile. 

Non è ancora riuscita a fornirci la spiegazione assoluta su tutti i nostri dubbi. 
Non è buona nemmeno per darci un lavoro!
Si narra che Socrate, filosofo greco, rimanesse per giornate intere a pensare. 
Quali vantaggi ricavava dalle sue sublimi teorie? 
Egli ha ricevuto solo danni, giacché i suoi concittadini l’hanno condannato a morte. 
Pensate anche a Nietzsche, ha scavato nella sua mente cercando l’utilità delle sue teorie fino a essere dichiarato pazzo. 
Quanta gente ha consumato la propria vita nel tirare la coda all’utile e alla fine si è resa conto di averla ancora tra le mani.

L’utile è un dare meno un avere il cui risultato è l’incremento del dare per effetto negativo dell’avere il quale s’incrementa spontaneamente all’aumentare del dare. 

Strana legge matematica, vero?
Dichiarabile senza senso, fantasiosa o meglio, inutile.
Questa legge funziona nell’ambito dell’amore che, come sapete non è scienza, non è filosofia, non è misticismo.
Sappiamo soltanto ciò che non è!
Sappiamo che per molti è inutile. 

Eppure, ci prende.       

giovedì 25 giugno 2015

Conoscersi

 
 
 
Sono passati oltre 2000 anni e gli insegnamenti semplici e ricchi di stimoli alla vita psicologica dell’uomo, non sono serviti per innescare un processo di maturazione che dovrebbe erigere l’essenza umana a livelli impensabili rispetto a quelli attuali.

Socrate, filosofo dell’antica Grecia, non fondò mai una scuola, ma tenne il suo insegnamento nei luoghi pubblici, come una sorta di predicatore laico, educatore delle coscienze, attraverso un metodo dialettico, si portava ad un esame dell’anima o di coscienza e rendersi conto in seconda analisi della propria vita, ossia un esame morale

Egli è stato un precorritore della politica per l’uomo e al servizio dell’uomo.

La scoperta dell’essenza dell’uomo come Psichè, tendeva in maniera perfettamente consapevole a spogliare l’anima dall’illusione del sapere e in questo modo a curarla, così da renderla idonea ad accogliere la verità. 

L’Anima (la natura stessa dell’uomo) ci ordina di conoscere chi ci ammonisce: “conosci te stesso”.

Socrate, con il suo insegnamento, ci invita a sottoporre al dominio della ragione la vita umana e i suoi valori.  Soltanto in questo modo, ogni azione assume una direzione inequivocabile e cioè il bene di ognuno di noi inteso come elemento di un’organizzazione composita detta “Società”.
 

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