(tratto dal "Il mio caro ETT")
ETT: Il pensiero è tale quando lo esprimi.
Un attimo dopo, quando la mente si occupa d’altro, quello stesso pensiero non
c’è più; ma non per questo puoi dire che non esiste.
Pertanto, tutto ciò che non si lega alla materia,
non puoi dire che non esiste.
LUIGI: Infatti, la materia (il corpo) è la
prova tangibile del nostro esistere. Se gli umani possono pensare, lo devono al
proprio cervello.
I pensieri esistono fino a quando il cervello ha facoltà di
generarli o richiamarli, in alternativa abbiamo la scrittura che consente al
pensiero di continuare ad esistere in altri cervelli.
ETT: Allora, Luigi, se tu sei frutto del tuo
cervello, allora non avrei più bisogno di parlare con te; mi basterebbe
trafugare la tua massa cerebrale e stimolarla a generare pensieri.
LUIGI: La fonte dei nostri pensieri si
trova nel nostro cervello che comunque è materia.
Altro, non riesco a
immaginarlo.
ETT: In realtà, oltre la materia c’è di
più!
Ogni pensiero, come il rumore, è una
frequenza, un’armonia, un messaggero di un esistere in sé.
LUIGI: Siamo in grado di esistere esprimendoci con il pensiero ma senza la materia(corpo)?
Mi è difficile accettare un pensiero che
non sia stato originato da un cervello.
Inoltre, io sono nel mio pensiero e se
questo non avesse un posto dove risiedere, come e dove potrei collocarmi?
ETT: Le tue domande rispondono all’esigenza
di omologazione ad un paradigma mentale proprio dell’essere umano.
In altre parole, l’essere umano, in qualità
di prodotto spirito-materia, ha bisogno della dimensione spazio-tempo per
formare e giustificare il pensiero.
Superando questo limite, il pensiero, nella
forma più semplice, puoi riportalo ad un’onda sonora che si propaga nell’aria.
L’onda sonora per esistere ha bisogno dell’aria
attraverso cui si diffonde. Senza dell’aria è difficile ammettere la presenza
del suono.
Allo stesso modo, senza della materia, ti è difficile credere in un
pensiero e dunque, in uno spirito indipendente dal corpo.
Potenzialmente, tutto può esistere.
Poiché, ciò che crediamo non esistere è una forma di realtà che nel momento in cui riflettiamo non trova le condizioni di esistenza.
Poiché, ciò che crediamo non esistere è una forma di realtà che nel momento in cui riflettiamo non trova le condizioni di esistenza.
LUIGI: Modificando lo stato di una realtà,
potremmo dar vita a ciò che nello stato precedente era considerato irreale?
ETT: Sì.
LUIGI: Quindi anch’io, per esempio, potrei entrare
nel tuo mondo se riuscissi a cambiare qualcosa nel mio paradigma mentale.
ETT: Certo! Soltanto che ti risulterebbe
troppo difficile farlo, considerando il tuo stato di omologazione all’attuale paradigma
che usi dalla nascita.
Anche se tu riuscissi a farlo, verresti
isolato dai tuoi simili e probabilmente finiresti in un manicomio.
LUIGI: Non ci sono speranze, dunque?
ETT: No, per adesso. I cambiamenti verranno
con il tempo.
L’evoluzione della società umana porterà in crisi l’attuale paradigma e il vostro mondo comincerà ad essere più vicino al mio.
L’evoluzione della società umana porterà in crisi l’attuale paradigma e il vostro mondo comincerà ad essere più vicino al mio.
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