(continuazione)
LUIGI: Quest’anno la squadra di commissari
è stata orfana del docente di inglese e capirai quanto mi sia nascostamente
annoiato nell’adempiere al formale compito.
ETT: Conosco la tua passione per la lingua
straniera.
LUIGI: Eravamo in otto, tutti abbastanza
gentili, disponibili.
Ovviamente, ognuno interpretava l’evento con i propri
pregi e difetti.
ETT: La natura umana è interessante,
appunto perché è varia; non è così?
LUIGI: Sì, è vero!
Saprai certamente che a
me non dispiace relazionarmi con tutti in mondo spontaneo, trasparente e
allegro.
Non mi piace rimanere insieme ad altri e
non scambiarsi qualche battuta comica che faccia dimenticare i problemi e a
maggior ragione, a concepire nella dimensione umana qualsiasi accadimento.
ETT: Qualcuno della commissione ti appariva
riservato?
LUIGI: Per noi docenti, la riservatezza o l’apparire
pragmatici, è un segno della propria autorevolezza.
Pensiero comune vuole che l’allegria,
visibilmente espressa, è un segno che depone sfavorevolmente allo spessore
della cultura del professore.
La seriosità è la qualità irrinunciabile
dello scienziato o dell’eminente professore universitario.
I ragazzi misurano il livello del sapere dei
loro professori dai modi compassati, freddi, rigidi e distaccati, mostrati nella
vita dell’aula.
ETT: Probabilmente, il peso del sapere influisce
sulla forma fisica umana!
LUIGI: Credo che sia proprio così!
I
ragazzi traducono questo modo di essere come carattere inavvicinabile, spinoso
ed infine, cattivo.
ETT: Quindi, per un insegnante mostrare
spirito allegro e confidenzialità nei rapporti con i propri alunni, sarebbe come
portare una macchia sull’abito della propria professionalità?
LUIGI: Questa idea non viene affermata
chiaramente, ma nascosta sotto forma di mezzi sorrisi ed imbarazzanti silenzi,
molti professori di antica istituzione la fanno intendere.
ETT: Allora, Luigi, in questo senso tu sei
messo male!
LUIGI: Purtroppo, sì!
In compenso, però, godo
del piacere di sentirmi vivo ed umano anche quando la formalità aggredisce.
ETT: Non c’è il rischio che gli alunni non
rispondano ai loro doveri di studenti con la necessaria responsabilità?
LUIGI: Questo è il rischio che si corre!
Comunque,
nella nostra vita esiste sempre il rovescio di ogni medaglia.
L’importante è
rendersi conto della direzione che la nave prende quando questa è in alto mare e
occhio alla bussola, mantenere saldo il timone tra le mani.
ETT: I professori di commissione erano
seriosi?
LUIGI: Alcuni di loro dovrebbero esserlo
per forza, a causa del peso di difficoltà della materia.
Per esempio, a pensiero di popolo, la
matematica, l’elettronica, l’informatica, la chimica e la fisica, dovrebbero
imporre tanta seriosità.
Per altre materie, la durezza è opzionale; essa
è lasciata al carattere più o meno tranquillo del docente.
Per finire, Educazione fisica (scienze motorie)
e Religione, dovrebbero essere, per definizione, insegnate da docenti sempre allegri e
disponibili.
ETT: Allora, attendo che mi disegni il
quadro di giovialità all’interno della tua commissione.
(continua)
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