(continuazione art. precedente)
LUIGI: Esauriti i commissari esterni, resta da comporre
la figura del presidente della commissione.
Il carattere di una commissione si forma
sullo stile del suo presidente.
Brutto o bello che sia, non si può far altro se
non adeguarsi, per evitare di terminare l’anno scolastico con una buona dose di
acidità gastrica.
ETT: già! Voi umani avete doti eccezionali nel
costruire scenari frutto di individuali frustrazioni.
LUIGI: Io tendo a dividere le persone che
conosco in due categorie: quelle che vanno direttamente sull’ostacolo, decise
ad abbatterlo e quelle che lo aggirano, sperando di evitarlo per sempre.
Sapendo che non si può muovere una montagna
per far scorrere il fiume davanti al proprio giardino, cerco giardini vicino ai
fiumi.
ETT: Questa metafora che cosa vuole
intendere?
LUIGI: Il presidente di commissione viene
nominato e, comunque difettoso possa essere, al massimo lo si congeda dopo una
ventina di giorni (la durata della sessione d’esame).
ETT: Hai avuto problemi con lui?
LUIGI: Assolutamente, no!
Anch’egli, come
tutti gli esseri umani, ha i suoi pregi e difetti.
ETT: Sorvola sui difetti (ho imparto tantissimo
su questi) e accenna a qualche pregio.
LUIGI: Un presidente ingegnere non può non
avere pregi.
Alcuni dei suoi punti migliori avevano
attinenza con la sua formazione culturale: organizzazione, ponderatezza,
concretezza.
Il decisionismo mostrato, fattore molto
importante per ottimizzare i tempi di lavoro, a volte può confondersi con l’autoritarismo
ma, nel nostro caso, questo pregio non può trasformarsi in difetto.
Mostrare di
voler “comandare” rende piccola la figura del comandante di un piccolo plotone
e senza terre di conquista.
Il difetto più “grave” del nostro
presidente era la calma inutile.
ETT: Calma inutile?
LUIGI: Sì! Questa è la facoltà di alcuni
umani che hanno bisogno di vedere decantate le proprie azioni prima di
giudicarle corrette.
ETT: Non capisco.
LUIGI: La mente umana agisce anche in
funzione di una memoria storica.
Le gratificazioni che discendono dagli
apprezzamenti ricevuti nelle interazioni con la propria sfera di conoscenze,
necessitano di un tempo di latenza affinché possano essere assimilate e
produrre quell’energia volitiva propulsiva di ogni altra successiva azione.
In altre parole, alcuni umani hanno bisogno
di “vedersi” nell’agire per giudicarsi attraverso i consensi o i dinieghi
ricevuti dai propri simili.
In questo modo, i tempi delle azioni sono dilatati.
Questo
tempo non strettamente necessario per il completamento di un lavoro ma che si
inserisce per una sorta di ossigeno alla propria respirazione psicologica, io
definisco come “calma inutile”.
Questa qualità del nostro presidente ha
determinato un allungamento della
durata degli esami di qualche giorno.
Per nostra fortuna, i pregi e i difetti,
come il caldo e il freddo, tendono ad armonizzarsi in una sorta di stato d’equilibrio
che ci riappacifica con la vita.