venerdì 11 luglio 2025

Il peso delle scelte

 

Si dice che ogni moneta abbia due facce: testa e croce. È un concetto semplice, ma profondamente simbolico. Queste facce opposte della stessa moneta non riguardano solo la valuta, ma rappresentano l'eterna dualità che permea il tessuto della vita.

Proprio come la notte segue il giorno, la verità coesiste con la menzogna. Se c'è amore, l'odio si annida silenziosamente. Se qualcosa è dolce, l'amarezza esiste per definirne il sapore. Il paradiso, come lo immaginiamo, perderebbe il suo significato senza il contrasto dell'inferno. Il bene esiste perché riconosciamo anche il male. Il giusto ha senso solo quando abbiamo visto l’erroneo. Anche il perdono acquista forza solo perché la vendetta è una scelta possibile.

E così è per noi esseri umani che navighiamo in un oceano di dualità infinite, costantemente sballottati tra sponde opposte.

Non c'è luce senza ombra, né integrità psichica senza imperfezione.” - Carl Jung

Viviamo in un mondo di contrasti, un universo di bianco e nero, giusto e sbagliato, gioia e dolore, vita e morte. Questa costante dicotomia non è solo esterna, ma esiste anche dentro di noi, intessuta nei nostri pensieri, sentimenti e scelte.

Il paradosso del processo decisionale umano

Gli studi suggeriscono che un adulto medio prende circa 70 decisioni al giorno, da quelle banali (“Cosa mangio a colazione?”) a quelle importanti (“Devo accettare questa offerta di lavoro?”). Prese singolarmente, queste decisioni possono sembrare piccole o fugaci. Ma collettivamente, plasmano il nostro percorso, il nostro destino. Ogni strada che prendiamo e ogni strada che evitiamo contribuisce alla storia della nostra vita.

A volte scegliamo sotto pressione, a volte in fretta, a volte perché vogliamo fuggire o appartenere. Ma indipendentemente dal motivo, le conseguenze ci seguono, spesso silenziosamente, fino a quando non arrivano alla nostra porta come realtà.

Alla fine, siamo le nostre scelte.” - Jeff Bezos

Spesso ci troviamo intrappolati tra due estremi: tra ciò che proviamo e ciò che ci viene detto di provare, tra logica ed emozione, tra chi siamo e chi ci si aspetta che siamo. Questo tiro alla fune è estenuante. 

Ma se esistesse una terza via, che non appartiene a nessuna delle due parti?

Lo spazio silenzioso nel mezzo

A volte vorrei che esistesse un modo, una strada non appesantita dalla dualità, uno spazio non toccato dagli estremi. Una via di mezzo dove luce e oscurità potrebbero coesistere, non in conflitto, ma in equilibrio. Non un compromesso, ma un'armonia.

Spesso vediamo il mondo in termini binari: questo o quello, sì o no, buono o cattivo. Ma la vita raramente è così semplice. A volte la risposta più onesta è entrambe le cose. A volte la pace non deriva dalla scelta, ma dalla comprensione di entrambe le parti.

Al di là delle idee di giusto e sbagliato, c'è un campo. Ci vediamo lì.” - Rumi

Quel campo, quello spazio, è dove ci è permesso di essere completi. Non divisi tra scelte buone e cattive, ma semplicemente consapevoli della verità che entrambe possono esistere dentro di noi allo stesso tempo.

Le scelte e le loro conseguenze

Ogni decisione è come un domino. Una piccola inclinazione può cambiare il corso di tutto ciò che segue.

Ci sono giorni in cui prendiamo decisioni dettate dalla disperazione, forse perché ci sentiamo soli, ansiosi o spaventati. Altre volte scegliamo con speranza, coraggio o fede cieca. Ma indipendentemente dall'emozione che la alimenta, una decisione presa è una strada intrapresa.

A volte ci pentiamo. A volte impariamo. E ogni tanto troviamo chiarezza.

Sono le nostre scelte a mostrare chi siamo veramente, molto più delle nostre capacità.” - J.K. Rowling

Perché facciamo tanta fatica a scegliere?

Forse perché scegliere una cosa spesso significa rinunciare a un'altra. E lasciar andare è difficile, specialmente quando entrambe le scelte sembrano avere un significato.

Scegliere l'amore potrebbe significare rischiare di soffrire. Scegliere il lavoro dei propri sogni potrebbe significare lasciarsi alle spalle il comfort.

Scegliere l'onestà potrebbe costarti delle relazioni. Scegliere te stesso potrebbe farti sentire egoista.

Quindi esitiamo. Dubitiamo. Giochiamo su entrambi i fronti nella nostra mente fino a quando non siamo esausti. Ma anche l'indecisione è una scelta, che spesso porta al rimpianto.

Il ruolo della pressione e della fretta

Nel nostro mondo frenetico, molte scelte vengono fatte sotto pressione: scadenze, aspettative, paure. Siamo spinti a prendere decisioni rapide, soprattutto in gioventù, quando stiamo ancora scoprendo chi siamo. La società spesso esige chiarezza prima ancora che troviamo conforto nelle nostre domande. A volte scegliamo ciò che gli altri si aspettano da noi, non ciò che desideriamo. Altre volte, fuggiamo da qualcosa piuttosto che correre verso di essa.

Ma qualunque sia la ragione, finiamo per convivere con gli effetti a catena. E quelle ripercussioni, delicate o dure, plasmano ciò che diventiamo. 

giovedì 10 luglio 2025

Intervista a Fabio Squeo su "Molfetta Free"

 
 
Risiede e lavora in Olanda ma è di origini molfettesi, il saggista e poeta Fabio Squeo che si appresta a presentare il suo ultimo libro. Laureato in Filosofia, negli ultimi anni ha pubblicato libri di saggistica e di poesie, ottenendo importanti riconoscimenti.   

 

 

Ma come nasce questa passione per la scrittura?

La passione per la scrittura è nata quasi per gioco, o forse per necessita', a 14 anni, con le prime poesie” - esordisce Fabio Squeo - “Erano versi ingenui, certo, ma autentici, pieni di emozioni che non riuscivo a recitare ad alta voce. Scrivevo per sentirmi, per liberarmi, per capire qualcosa di me e di quello che mi stava attorno. Poi, col tempo, quella scrittura si e' incontrata con la filosofia. Non e' stato un ingresso clamoroso, ma un avvicinamento silenzioso. Leggevo, ascoltavo, pensavo. E piu' pensavo, più sentivo che le parole potevano farsi profonde, diventare strumenti per scavare, per andare oltre la superficie. Molti amici, ascoltandomi parlare o ragionare, mi dicevano “Tu sei nato filosofo … perche' non ti iscrivi a filosofia?”

All’inizio sorridevo, ma dentro di me quella frase iniziava a fare eco. Perche' in fondo lo sentivo, me lo immaginavo: la scrittura e la riflessione filosofica stavano diventando la mia forma di respiro. Col tempo, la scrittura e' diventata qualcosa di piu' profondo: un ponte tra pensiero e vita, tra riflessione ed esperienze. Dopo la laurea in Filosofia e la partecipazione a diversi simposi internazionali in Polonia, ho capito che la scrittura non era solo un mezzo per esprimermi, ma anche per condividere. Scrivevo appunti, saggi, poesie, riflessioni sparse ecc, ma ad un certo punto scrivere era diventato non piu' un esercizio creativo, ma un bisogno esistenziale. Scrivere era, ed è tuttora, un modo per cercare un senso, anche laddove il senso sembra mancare
”.

Lo scorso anno, nel 2024, sei stato selezionato per meriti letterari per il premio letterario “Il Canto del Mare”. Che esperienza e' stata?

Quasi non ci credevo. Non tanto per il riconoscimento in se' - che ovviamente mi ha onorato - ma perche' ho percepito che qualcosa di mio, di personale, è stato realmente ascoltato” - prosegue Fabio Squeo - “Quel progetto, infatti, non era solo una rassegna di scritti, ma un invito a portare in superficie cio' che il mare, simbolicamente, tiene sommerso: memorie, desideri, inquietudini e bellezza. Ho dato valore al premio non tanto come punto di arrivo, ma come punto di rilancio. L’ho vissuto come un segnale, un riconoscimento. Ho tradotto quel premio come uno stimolo a migliorarmi, ad affinare la mia voce e ad andare ancora piu' a fondo con le parole”.

E' uscito in queste ultime ore il tuo ultimo lavoro che si intitola “Lo sguardo nel tempo della filosofia”, un libro che mette al centro delle attenzioni del lettore la filosofia...

Sguardo nel tempo della filosofia” e' un’opera particolare, nata dal desiderio di raccogliere e far dialogare voci diverse, spesso in contrasto con le filosofie ufficiali, ma tutte accomunate da uno sguardo profondo e personale sul senso dell’esistenza” - sottolinea Fabio Squeo - “Nel libro ho scelto di includere una settantina di figure - filosofi, mistici, santi, poeti, sacerdoti carismatici, scienziati e medici indipendenti - che, ognuno a modo proprio, hanno offerto visioni alternative, controcorrente, talvolta profetiche. Non ho voluto seguire un ordine cronologico: li ho messi a caso, o meglio, secondo un ordine interiore, quasi musicale, lasciando che le voci si rincorressero, si contraddicessero, si illuminassero a vicenda. Cio' che e' emerso non è un trattato sistematico, ma un percorso di ascolto. Un viaggio dentro l’inquietudine, la ricerca, l’intuizione. Un mosaico di sguardi che attraversa i secoli ma che rimane sospeso nel presente, come un filo teso tra il tempo e l’eterno. E' un libro che ha come scopo non quello di spiegare accademicamente, ma di interrogare e di affascinare chi legge, aprire spiragli di vita. In fondo, la filosofia non chiude, ma apre. E questo libro intende fare proprio questo: aprire, sorprendere, far incontrare lettori e pensatori fuori da ogni recinto ideologico e cronologico. Perché la filosofia, quando viene praticata bene, con passione e conoscenza, parla sempre al presente e ci interroga ora”.

Per concludere, tu sei un grande appassionato di Filosofia, ma come si concilia questa disciplina incentrata sul ragionamento e la riflessione critica con le nuove generazioni?

La filosofia, piu' che conciliarsi con le nuove generazioni, è proprio cio' di cui i giovani hanno bisogno” - spiega Fabio Squeo - “Viviamo in un’epoca in cui tutto si consuma alla velocità di un gesto, di un like dato senza pensarci. È il tempo dell’istante, dove ciò che non è considerato immediatamente utile viene scartato “subito”. Quando dico “subito” non intendo dire solo “in fretta”. Intendo senza profondita', senza attesa, senza ascolto. E' il tempo dell’azione che precede la comprensione, della risposta prima ancora che ci sia un vera domanda. In questo tempo del “subito”, tutto cio' che non da' un risultato immediato è inutile. Se una frase non e' virale, se un’idea non e' monetizzabile, se un’emozione non e' spettacolarizzabile, viene scartata. Ma la filosofia non è mai “subito” . E' il lento farsi della comprensione, e' ascolto della complessita'. La filosofia ha bisogno, oggi, di onestà, semplicita' e coraggio. Non deve nascondersi dietro un linguaggio difficile o accademico. La filosofia deve essere una voce amica, che non impone, ma deve saper parlare, interrogare e condividere”.

Ricordiamo che il libro “Lo sguardo nel tempo della filosofia” é già disponibile per l'acquisto sulla piattaforma Amazon. 

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