Il viso scarnito, il passo misurato e il bianco dominante
tra i capelli, afferma l’età non più giovane.
Quel lontano futuro gli è ora davanti.
Si è presentato discretamente in punta di piedi e come
un alone magico lo circonda, vorrebbe esaltarlo, quasi a farsi perdonare per la
sua invasiva pretesa di essere presente.
Le parole sono meno frequenti, poiché il silenzio
alleandosi con la saggezza, le rende inutili e le fa cadere come foglie in
autunno.
Verrà il momento in cui gli occhi rimpiccioliti si
perderanno nelle orbite sempre più incavate e nascoste da precari occhiali.
La pelle rugosa, come la corteccia degli alberi
secolari, conteggerà gli anni passati che vedranno all’orizzonte le tre cifre.
La poltrona sarà una sua amica che lo sorprenderà in
quel falso sonno inopportuno.
La sua mente, con eroica resistenza, combatterà fino
all’ultimo respiro affinché la ragione e il ricordo non lo abbandonino.
Il suo cuore tornerà a essere quello del bambino di un
tempo, forse per rinascere più forte nel mondo della gioia infinita.
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