Nel raccontar a me stesso della vita,
attenderei una notte serena di luna nuova.
In groppa al cavallo indomito della fantasia
salirei in alto nel cielo stellato.
Accolto da miliardi di occhi lucenti
mi riconoscerei pensiero.
Soltanto allora, con lo sguardo rivolto indietro,
capirei che non si può cancellare il cielo,
non si possono temere le emozioni,
non si può inseguire una gioia imprigionata.
Siamo così piccoli
che pretendiamo di racchiudere l’universo in una sfera.
Siamo così limitati
da voler raccogliere il mistero nella logica.
Siamo così egoisti
da considerare la vita un fatto privato.
Siamo così presuntuosi
da poter mettere un inizio e una fine
alla storia dell’uomo.
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