Protestare
è una dichiarazione indiretta di debolezza; uno sfogo al dolore per ciò che ci
appare un diritto elementare violato; l’uscita di sicurezza per l’incendio
scoppiato nella nostra intimità.
Io
non faccio alcun mistero sul fatto che non sono un gladiatore nella vita,
neanche perché sento tristezza per quello che vedo in giro, partendo dall’intero pianeta e finendo nel
mio stretto giro di conoscenti.
Prepotenza, arroganza, egoismo e superficialità,
sono qualità che si mimetizzano in atti formali di terribili predatori.
Concedetemi,
quindi, di formulare una protesta istituzionale a Colui che ci ha fornito
l’autorizzazione a esistere.
“Caro
Signore,
mi
rivolgo a te senza specificare un nome, considerando che a te poco importi di
questa mania umana di riferirsi.
Assegnandoti
un nome, spargerei zizzania e si imporrebbero distinzioni, precisazioni per le
parole da usare.
Ti
preciso subito che questa mia lettera è una meditata protesta per il tuo modo
di operare.
Tu sei grande in tutto e suppongo anche in termini di democrazia ma
quest’ultima qualità non mi appare così grande.
In
primo luogo, mi ha fatto nascere piangendo e senza del mio consenso; mi hai
fornito di un corpo approssimato che misteriosamente prima cresce e poi
deperisce; mi hai fornito di una consapevolezza di ciò che mi succede e come se
non bastasse, hai condito tutto con il dolore.
Non
ti sembra un po’ esagerato e irrispettoso nei miei confronti questo tuo modo di
fare?
Mi
fa rabbia perché sei stato più attento per il sole, il cielo, il mare e
l’universo tutto; mi hai fornito di infinite bellezze che non posso godere come
vorrei.
Hai
permesso che molti dei miei simili ti travisassero.
Questi hanno fondato
potenti istituzioni a tuo nome, dimenticando di onorarti per quello che tu
chiedi maldestramente (mi scuso per il termine) a noi stessi e cioè il volersi
bene reciprocamente andando oltre le nostre debolezze.
Padre
mio, ci lasci litigare e spesso uccidere tra di noi mentre ti nascondi dietro
le nuvole.
Sono tanti coloro che ti cercano nei segni o in un libro e tutto ciò sembra divertirti.
Spesso
qualcuno di noi ha delle intuizioni e si sforza con la logica a dichiararle
verità; quando non ci riesce chiede il benevolo e cieco aiuto alla fede
altrimenti non gli rimane altro che il mistico o il miracolo.
Devo
dirti con molta franchezza, anche se poi mi manderai all’inferno, che mi sembra
impossibile che tu non capisca queste cose e che non abbia trovato un sistema
migliore.
Sotto
alcuni aspetti sei veramente eccezionale!
Hai
inventato l’Amore e per questo dono devo ammettere che sei proprio un Dio!
Sei
riuscito a darci un’anteprima del paradiso mentre arranchiamo nel pantano
umano.
Per
conto mio, ti assicuro che sei il mio idolo perché ti intravedo nel sorriso e
nella gioia di ogni bambino, amico o donna.
Sono
diventato un ladro di sorrisi per continuare a vederti.
Io
non chiedo nulla per me, ti chiedo solo di non lasciarci soli."
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