È vero che i rischi legati agli incendi sono fisiologici in questa regione semi arida a macchia mediterranea, occorrerebbe però fare una riflessione proiettata nel futuro per cercare di capire che cosa sta succedendo.
L'11 gennaio 2025, è stato pubblicato un articolo intitolato: "Davanti al fuoco, tutti sono uguali".
È veramente così?
Indubbiamente, il fuoco non fa distinzioni tra ricchi e poveri, famosi e sconosciuti, giovani e anziani. Di fronte alla forza distruttiva della natura, tutti gli esseri umani sembrano ugualmente vulnerabili. Eppure questa uguaglianza superficiale nasconde le vere disparità che le catastrofi mettono a nudo.
Le perdite che le persone subiscono non sono solo materiali; sono esistenziali, emotive e spesso irreparabili, e queste perdite colpiscono le persone in modo diseguale.
Un ricco residente di una lussuosa villa di Malibu può soffrire per la perdita di una casa tanto quanto un lavoratore la cui modesta dimora nella periferia di Los Angeles è stata ridotta in cenere. Ma le conseguenze di queste perdite sono fondamentalmente diverse. Il primo può fare affidamento su assicurazioni, riserve finanziarie e reti sociali; l'altro affronta la miseria, senza mezzi per riprendersi dalla propria perdita.
La disuguaglianza prima del disastro è letteralmente inscritta nella struttura delle città. A Los Angeles, questo diventa particolarmente evidente: mentre i quartieri più ricchi hanno sistemi di irrigazione all'avanguardia e ampie strade di accesso per i camion dei pompieri, le aree più povere lottano con infrastrutture obsolete e strade strette. Queste differenze non sono una coincidenza, ma il risultato di decenni di svantaggio sistematico.
La linea rossa degli anni '30 ha giocato un ruolo chiave in quel disastro: banche e agenzie governative hanno contrassegnato in rosso sulle loro mappe alcuni distretti, spesso quelli con un'elevata popolazione di minoranze. Queste aree "rosse" sono state sistematicamente escluse dagli investimenti. Nessun prestito per le ristrutturazioni delle case, nessun fondo per le infrastrutture, nessuna modernizzazione del patrimonio edilizio. Ciò che è iniziato quasi cento anni fa come una pratica discriminatoria determina ancora oggi le possibilità di sopravvivenza in caso di disastro.
L'ironia è amara: le aree storicamente svantaggiate che hanno più urgente bisogno di investimenti in moderni sistemi di sicurezza rimangono poco servite fino ad oggi. Nelle aree periferiche densamente popolate di Los Angeles, dove questi modelli storici sono più evidenti, le infrastrutture obsolete non solo comportano un rischio di incendio più elevato, ma ostacolano anche le operazioni di soccorso in caso di emergenza. Quindi quando parliamo di uguaglianza prima dell'incendio, ignoriamo questa storia di disuguaglianza concretizzata.
Ci imbattiamo quotidianamente in verità apparentemente ovvie. Per esempio, appaiono in affermazioni come "Ognuno è padrone del proprio destino" o "C'è abbastanza per tutti se lavori sodo".
È facile rendersi conto quanto si può essere ciechi ai privilegi durante una discussione sulla nutrizione sostenibile. Per esempio, si giustifica senza nessuna esitazione il prezzo più alto pagato per il cibo buono, prodotto eticamente, ma ciò si trasforma in privilegio per chi è costretto ad adeguarsi ai propri guadagni. Per molte famiglie, scegliere cibo più economico non è una scelta ma una necessità economica.
La nostra percezione non è mai neutrale, è plasmata dalle nostre esperienze, dalla nostra posizione sociale e dalla nostra comprensione del mondo. Quando filosofi come Maurice Merleau-Ponty sottolineano questo punto, non stanno solo facendo un'osservazione accademica. Stanno evidenziando qualcosa che tutti noi sperimentiamo: quanto diversamente vediamo il mondo a seconda di dove ci troviamo. Per alcuni, un incendio domestico rappresenta una perdita assicurata, un inconveniente da gestire. Per altri, significa la perdita del loro intero mondo: la loro casa, la loro sicurezza, il loro senso di appartenenza.
Non si tratta solo di prospettive diverse, si tratta di realtà diverse. Quando diciamo che "L’incendio colpisce tutti ugualmente", non stiamo solo semplificando eccessivamente; stiamo inconsciamente partecipando a un sistema che maschera vere disuguaglianze.
È comodo credere in questa uguaglianza perché ci assolve dalla responsabilità di guardare più a fondo al problema; ci evita di mettere in discussione le strutture che creano queste diverse realtà.
La diseguaglianza si manifesta in innumerevoli piccoli modi: la capacità di evacuare rapidamente, l'accesso alle informazioni sui rischi di incendio, la qualità dei servizi di emergenza locali, le risorse disponibili per il recupero. Questi non sono solo dettagli; sono i mattoni della disuguaglianza sociale.
E mentre potrebbe essere spiacevole riconoscere queste disparità, questo disagio è esattamente ciò che dobbiamo provare per iniziare ad affrontarle.
Siamo disposti a guardare attentamente e riconoscere le ingiustizie che rivelano? O ci ritiriamo nel comfort di affermazioni semplicistiche che ci consentono di chiudere un occhio?
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