mercoledì 9 dicembre 2015

Un mondo nascosto




Si racconta che Dio tolse allo struzzo la sapienza e non gli diede nessuna intelligenza, in compenso gli riconobbe un elevato grado di prudenza e di circospezione. 

Forse sbagliò la dose; resta di fatto che qualsiasi evento nuovo, qualsiasi presenza estranea, produce l’effetto di atterrirlo nella stessa misura, indipendentemente dal reale grado di pericolosità che essi comportano. 

Lo struzzo non sa valutare, né distinguere le minacce serie dagli avvenimenti strani, ma del tutto inoffensivi, e si lascia atterrire dagli animali più innocui.

La cultura popolare lo vede, in queste occasioni, infilare la testa sotto il terreno per nascondersi dal pericolo.

La verità, invece, dice che si china con il collo disteso e con il corpo appoggiato a terra cercando di imitare un cespuglio o una grossa roccia, e se il predatore si avvicina troppo, scappa a grandi falcate che possono raggiungere i 70 km/h.

Dio con l’uomo è stato un alchimista. Lo ha fatto nascere e vivere in due realtà contemporaneamente. 

Il mondo dei cinque sensi: illusorio, limitato, transitorio; il mondo dell’anima: misterioso e affascinante.

Il mondo dei sensi è così approssimato che per sperimentare l’esistenza, il nostro creatore ha ridotto al massimo la dimensione delle finestre sensoriali.

In altre parole, vediamo, sentiamo, tocchiamo, odoriamo e gustiamo, solo entro limitate bande di variazione.

Certi animali mostrano alcune finestre più ampie, ma la differenza con quelle dell’uomo è, comunque, trascurabile.

Il mondo dell’anima è, invece, infinito, nonostante abbia a disposizione quel pochissimo materiale offerto dal mondo dei sensi per manifestare il suo potere.

Immaginate che qualcuno di noi, per caso o fortuna, abbia una finestra visiva un poco più ampia rispetto alla dimensione comune.

Che cosa succederebbe?

Vedrebbe cose escluse a tutti gli altri!

La psicologia della persona straordinaria costruirebbe una sua realtà completamente diversa e inimmaginabile da quella degli altri.

Se siamo allineati al pensar comune e facili giudici, automaticamente tacciamo di stranezza o pazzia, la persona con l’anomalia visiva.

Nel caso dello struzzo che mette la testa sotto terra per nascondersi al pericolo, siamo più comprensivi poiché si tratta di un animale.

Estendendo il discorso fatto sulla vista a tutti i cinque sensi, capirete benissimo come la realtà che viviamo è convenzionale, limitata alla banda sensoriale assegnatoci. 

Basta una frazione di banda in più, anche instabile o momentanea, per far diventare uno di noi, una persona con poteri paranormali.

Forzando l’idea delle finestre sensoriali espandibili, saremmo giustificati nel pensare che possa esistere un modo che ci faccia percepire il tempo in anticipo (vivremmo nel futuro) o in ritardo (ritorno al passato).

Sarebbe anche bellissimo poter andare oltre le frequenze udibili!

Con evoluti decoder saremmo in grado di sentire e vedere tutto ciò che entra nel nostro raggio d’azione (spettro di frequenze), compreso le vibrazioni emesse attraverso le emozioni.

Parleremmo senza muovere la bocca, ci sposteremmo nel vuoto come onde elettromagnetiche, beffeggiandoci degli ostacoli e giungendo alla velocità della luce in ogni luogo dell’universo.

Saremmo l’energia dell’universo!

Non siate dispiaciuti per non poter sperimentare tutto questo, poiché dopo la morte, ci sarà tutto il tempo che ci serve.

lunedì 7 dicembre 2015

Un colloquio a quattro


 
In un ristorante dell’ultraterreno, una comitiva di amici sta celebrando la fine di una grande opera mai realizzata prima. Questa opera era stata commissionata dalla più grande figura di sempre e doveva completarsi nei tempi necessari per ottenere il miglior risultato in assoluto. 
Il committente era anch’egli in grado di produrre l’opera ma per un motivo che non conosciamo, ha affidato i lavori alla comitiva.
La comitiva ha lavorato come si fa in un’azienda, senza però, finalità di lucro, ma semplicemente per la gloria di loro stessi. La squadra è formata da quattro responsabili: Ragione, Emozione, Amore e Sostanza.I quattro personaggi, costretti a lavorare insieme, non sempre sono stati solidali nelle decisioni di gruppo e ora, ognuno di loro reclama la sua parte di gloria per il successo finale dell’opera.

La discussione viene aperta da Sostanza, che come al solito, va al sodo della questione dicendo:
“Cari Colleghi, il risultato del nostro lavoro è sotto gli occhi di tutti, per cui possiamo essere fieri di noi stessi. Il committente, sicuramente sarà contento, visto la qualità del materiale che ci ha fornito e, cosa di non poco conto, la sua capacità di eclissarsi nei momenti difficili”.

Emozione interviene subito per smorzare il tentativo di polemica, che Sostanza stava sollevando.
“Lasciamo andare le difficoltà che abbiamo incontrato! Ora è acqua passata, godiamoci i risultati ottenuti”.

Come se fosse stato punto da uno spillo, Sostanza replica:
“Emozione, se avessimo dato ascolto ai tuoi suggerimenti, quella povera Umanità starebbe, ancora ora, ad arrovellarsi negli spasimi dei sentimenti”.

Il colloquio comincia ad assumere toni recriminatori, per cui Ragione è costretta a intervenire:
“Signori, non riprendiamo gli stessi modi che faticosamente abbiamo estirpato dall’Umanità. Manteniamoci su un dato certo. Ognuno di noi ha dato il massimo e senza il proprio contributo, ora noi non staremmo qui a discutere. Perciò calmiamoci e confrontiamoci da ultraterreni”.

Per accompagnare il nuovo clima che Ragione voleva favorire, Amore entrò anche Lei nella discussione.
“Come si fa a non essere d’accordo con Ragione? Vorrei ricordarvi che l’eccezionalità del lavoro che abbiamo condotto sta proprio nella magia con cui siamo riusciti a creare i presupposti per far convivere aspetti tanto diversi tra loro, in una dimensione così limitata e imperfetta. Ragione, tu dimoravi nel cervello degli uomini, mentre Emozione nell’anima, Sostanza nel corpo ed io nel cuore. Come non potevamo incontrare incomprensioni? 
Stavamo in posti così diversi e con funzioni, così nettamente separate, che tutto quello che abbiamo fatto, senza l’aiuto del vento e del miracolo, non potevamo raggiungere questo risultato”.

Sostanza, a questo punto, è costretta ad allinearsi al nuovo clima.
“Amore, come al solito, tu riesci sempre a mettere d’accordo il diavolo e l’acqua santa! Mi rendo conto che ognuno di noi, per forza d’amore verso l’Umanità, spesso ha voluto strafare e ciò, ci ha fatto apparire vicendevolmente invadenti. Vi voglio confessare che, comunque, ho apprezzato il vostro slancio, le vostre qualità, fino al punto di memorizzarle nelle cellule viventi. Nel mio piccolo, vi ho copiato!”.

Ragione interviene.
“Sostanza consolati perché anch’io, ti ho osservato e quasi copiato, quando la logica non mi convinceva”.

Emozione aggiunge.
“Amici, sarebbe stato ancora più crudele il destino dell’umanità se un pizzico di zizzania non fosse caduto ripetutamente e casualmente nel corso della storia. I momenti di trambusto sono serviti per riconoscerci e rinsaldare il patto fatto con il committente. Pensate a quello che succede quando un gruppo di persone che di fronte ad un pericolo incombente, si tengono per mano, solidali e pronti per offrire la resistenza comune”.
 
Amore continua e conclude.
Emozione ed io, abbiamo spesso collaborato e in alcuni casi, abbiamo ignorato i consigli di Ragione e Sostanza, per cui questa è l’occasione per assicurarvi che lo facevamo per dar vibrazioni alla Sostanza e qualche dubbio alla Ragione. Sono stato delegato, a vostra insaputa dal Committente, per redigere un resoconto del nostro operato e sul valore dell’opera che abbiamo costruito. 
La mia relazione terminerà così:
Mio Signore, ci hai chiesto di contenere le acque della Terra in un secchio tenuto dalle deboli braccia di un uomo. Abbiamo fatto di più! Abbiamo svuotato l’intero universo nel cuore dell’umanità per riportarlo a Te”.

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