giovedì 24 luglio 2014

Il paradigma mentale


(tratto dal "Il mio caro ETT")





ETT: Il pensiero è tale quando lo esprimi. 

Un attimo dopo, quando la mente si occupa d’altro, quello stesso pensiero non c’è più; ma non per questo puoi dire che non esiste.
Pertanto, tutto ciò che non si lega alla materia, non puoi dire che non esiste.

LUIGI: Infatti, la materia (il corpo) è la prova tangibile del nostro esistere. Se gli umani possono pensare, lo devono al proprio cervello. 

I pensieri esistono fino a quando il cervello ha facoltà di generarli o richiamarli, in alternativa abbiamo la scrittura che consente al pensiero di continuare ad esistere in altri cervelli.

ETT: Allora, Luigi, se tu sei frutto del tuo cervello, allora non avrei più bisogno di parlare con te; mi basterebbe trafugare la tua massa cerebrale e stimolarla a generare pensieri.

LUIGI: La fonte dei nostri pensieri si trova nel nostro cervello che comunque è materia. 
Altro, non riesco a immaginarlo.

ETT: In realtà, oltre la materia c’è di più!

Ogni pensiero, come il rumore, è una frequenza, un’armonia, un messaggero di un esistere in sé.

LUIGI: Siamo in grado di esistere esprimendoci con il pensiero ma senza la materia(corpo)?

Mi è difficile accettare un pensiero che non sia stato originato da un cervello. 

Inoltre, io sono nel mio pensiero e se questo non avesse un posto dove risiedere, come e dove potrei collocarmi?

ETT: Le tue domande rispondono all’esigenza di omologazione ad un paradigma mentale proprio dell’essere umano. 

In altre parole, l’essere umano, in qualità di prodotto spirito-materia, ha bisogno della dimensione spazio-tempo per formare e giustificare il pensiero.

Superando questo limite, il pensiero, nella forma più semplice, puoi riportalo ad un’onda sonora che si propaga nell’aria.

L’onda sonora per esistere ha bisogno dell’aria attraverso cui si diffonde. Senza dell’aria è difficile ammettere la presenza del suono. 

Allo stesso modo, senza della materia, ti è difficile credere in un pensiero e dunque, in uno spirito indipendente dal corpo.

Potenzialmente, tutto può esistere. 
Poiché, ciò che crediamo non esistere è una forma di realtà che nel momento in cui riflettiamo non trova le condizioni di esistenza.

LUIGI: Modificando lo stato di una realtà, potremmo dar vita a ciò che nello stato precedente era considerato irreale?

ETT: Sì.

LUIGI: Quindi anch’io, per esempio, potrei entrare nel tuo mondo se riuscissi a cambiare qualcosa nel mio paradigma mentale.

ETT: Certo! Soltanto che ti risulterebbe troppo difficile farlo, considerando il tuo stato di omologazione all’attuale paradigma che usi dalla nascita. 

Anche se tu riuscissi a farlo, verresti isolato dai tuoi simili e probabilmente finiresti in un manicomio.

LUIGI: Non ci sono speranze, dunque?

ETT: No, per adesso. I cambiamenti verranno con il tempo. 
L’evoluzione della società umana porterà in crisi l’attuale paradigma e il vostro mondo comincerà ad essere più vicino al mio.
     

domenica 20 luglio 2014

Professori seri?

 
 (continuazione)



LUIGI: Quest’anno la squadra di commissari è stata orfana del docente di inglese e capirai quanto mi sia nascostamente annoiato nell’adempiere al formale compito.

ETT: Conosco la tua passione per la lingua straniera.

LUIGI: Eravamo in otto, tutti abbastanza gentili, disponibili. 
Ovviamente, ognuno interpretava l’evento con i propri pregi e difetti.

ETT: La natura umana è interessante, appunto perché è varia; non è così?

LUIGI: Sì, è vero! 

Saprai certamente che a me non dispiace relazionarmi con tutti in mondo spontaneo, trasparente e allegro.

Non mi piace rimanere insieme ad altri e non scambiarsi qualche battuta comica che faccia dimenticare i problemi e a maggior ragione, a concepire nella dimensione umana qualsiasi accadimento.

ETT: Qualcuno della commissione ti appariva riservato?

LUIGI: Per noi docenti, la riservatezza o l’apparire pragmatici, è un segno della propria autorevolezza.

Pensiero comune vuole che l’allegria, visibilmente espressa, è un segno che depone sfavorevolmente allo spessore della cultura del professore.

La seriosità è la qualità irrinunciabile dello scienziato o dell’eminente professore universitario.

I ragazzi misurano il livello del sapere dei loro professori dai modi compassati, freddi, rigidi e distaccati, mostrati nella vita dell’aula.

ETT: Probabilmente, il peso del sapere influisce sulla forma fisica umana!

LUIGI: Credo che sia proprio così! 
I ragazzi traducono questo modo di essere come carattere inavvicinabile, spinoso ed infine, cattivo.

ETT: Quindi, per un insegnante mostrare spirito allegro e confidenzialità nei rapporti con i propri alunni, sarebbe come portare una macchia sull’abito della propria professionalità?  

LUIGI: Questa idea non viene affermata chiaramente, ma nascosta sotto forma di mezzi sorrisi ed imbarazzanti silenzi, molti professori di antica istituzione la fanno intendere.

ETT: Allora, Luigi, in questo senso tu sei messo male!

LUIGI: Purtroppo, sì! 
In compenso, però, godo del piacere di sentirmi vivo ed umano anche quando la formalità aggredisce.  

ETT: Non c’è il rischio che gli alunni non rispondano ai loro doveri di studenti con la necessaria responsabilità?

LUIGI: Questo è il rischio che si corre! 

Comunque, nella nostra vita esiste sempre il rovescio di ogni medaglia. 

L’importante è rendersi conto della direzione che la nave prende quando questa è in alto mare e occhio alla bussola, mantenere saldo il timone tra le mani.

ETT: I professori di commissione erano seriosi?

LUIGI: Alcuni di loro dovrebbero esserlo per forza, a causa del peso di difficoltà della materia.

Per esempio, a pensiero di popolo, la matematica, l’elettronica, l’informatica, la chimica e la fisica, dovrebbero imporre tanta seriosità.

Per altre materie, la durezza è opzionale; essa è lasciata al carattere più o meno tranquillo del docente. 

Per finire, Educazione fisica (scienze motorie) e Religione, dovrebbero essere, per definizione, insegnate da docenti sempre allegri e disponibili.

ETT: Allora, attendo che mi disegni il quadro di giovialità all’interno della tua commissione.   

(continua)

Post più letti nell'ultimo anno