In
che modo l’antivirus indaga e come riesce a riconoscere il virus?
L’antivirus lavora un po’ come un ispettore
di polizia. Appena nota un movimento insolito durante l’attività del computer
oppure un programma richiede particolari diritti attraverso cui assume
pericolosi poteri, apre un caso d’indagine. Identifica e blocca momentaneamente
la procedura sospetta. Estrae una parte significativa del suo codice e la
ricerca all’interno del registro dei virus schedati. Nel caso in cui la ricerca
produce un risultato positivo, l’antivirus chiede l’autorizzazione all’utente
per procedere con l’eliminazione. In caso negativo, invece, l’allarme rientra e
al programma sospettato sono forniti i diritti reclamati per il ritorno allo
stato di esecuzione.
Si
potrebbe verificare anche il caso in cui il programma sospettato, pur essendo
un virus, non sia riconosciuto tra quelli schedati?
Certamente, sì! Questo è il motivo
importante per cui le tabelle dei virus devono essere sempre tenute aggiornate.
Ho
capito, ora, il motivo per cui ti sottoponi, tuo malgrado, alle estenuanti
attese dopo l’accensione del computer.
Sì, esattamente per questo motivo! Inoltre,
la mia prudenza mi ha spinto fino al punto di impostare l’antivirus con
l’opzione di aggiornamento automatico dell’archivio dei virus e di attivare il
controllo del settore d’avvio del PC dopo ogni partenza. Questa scelta m’impone
un’attesa un po’ più lunga rispetto a quella necessaria al sistema operativo
(Windows) per approntarsi ai miei comandi ed è quindi, il prezzo che pago per
godere di una sicurezza maggiore sull’incolumità dei miei dati e dei miei programmi.
Comprendo
i tuoi timori, però, in una casella postale non ci sono programmi o sbaglio?
Ovviamente la posta elettronica è formata
da documenti, ma ciò non toglie il pericolo per cui insieme al messaggio
giungono allegati (attach, parola inglese,
usata per riferirsi a ulteriori documenti, programmi, immagini o in generale,
qualunque raccoglitore di dati aggiunti al testo principale del messaggio) che
potrebbero rivelarsi virus o loro portatori.
Nella maggior parte dei casi, l'utente apre
la posta elettronica per leggere i messaggi in arrivo ma, notando l’allegato e
cliccandoci sopra, lancia l’applicazione necessaria per visionarne il contenuto
(ad esempio, ©Microsoft Word per i documenti); il computer quindi entra in
contatto con il virus e s’infetta.
Per questo motivo, l’ISP assicura un
controllo sommario precauzionale prima di trasferire tutto sul computer
dell’utente finale.
Brano tratto dal mio libro "Viaggio tra i bit di una email" edito Cinquemarzo.
per acquistarlo ecco il link
Nessun commento:
Posta un commento
Esprimi il tuo pensiero