domenica 13 aprile 2014

Eternità come rimedio al malessere

Testo tratto dal "Il mio caro ETT" in prossima pubblicazione.




ETT: Considera di poter vivere senza invecchiare e di poter prescindere dalle necessità del tuo corpo; in che modo cambierebbe il tuo atteggiamento verso la vita e verso il tuo prossimo?

LUIGI: Cambierebbe di moltissimo!

ETT: Cerca di ripercorrere idealmente la tua vita nell’età giovanile, quell'età in cui il concetto di vecchiaia si capisce soltanto leggendolo da una pagina del vocabolario. 
Quali erano i tuoi problemi? 
Quali erano i tuoi modi di agire e reagire con il tuo prossimo?

LUIGI: Sicuramente allora, i miei problemi erano di natura filosofica, molto lontani dalla materia e svincolati dal fattore tempo. Il mio esistere era un presente con un passato non ben compreso e un futuro senza limiti. Le relazioni con il mio prossimo implicavano conquiste, riconoscimenti, accettazioni e tanta voglia trovare un posto al sole.

ETT: Si potrebbe dire che eri concentrato su te stesso per misurarti e inserirti piacevolmente nel meccanismo globale dell’esistenza. In questo compito, sperimentavi gioie, dolori, delusioni e speranze.

Inoltre, il tuo carattere mite ti ha fatto propendere per l’utilizzo di scelte logiche e tecniche operative abbastanza concilianti e forse anche al limite della timidezza e della rinuncia.

LUIGI: Mi conosci molto bene, Ett!

ETT: Altri tuoi amici o semplicemente persone della tua età, avranno avuto reazioni diverse, o anche ambizioni più marcate delle tue?

LUIGI: Sicuramente sì!

ETT: In questi casi, lo spirito di competizione e la possibile conseguente aggressività, sono voci di spesa da considerare nel bilancio delle relazioni sociali.

LUIGI: Ebbene?

ETT: Il vostro mondo si presenta al mio giudizio come una grande famiglia composta da unità litigiose tutte tese a combattersi reciprocamente per affermare la proprie limitate e approssimate idee, dimenticando il luogo, il tempo e lo spazio intorno. 

Vi capita spesso abbandonare la consapevolezza di essere piccoli, teneri fragili esseri occupanti un’insignificante parte dell’universo. Non vi rendete conto che, in una realtà infinitamente più grande di voi, siete schegge di energia che si manifestano nel segno di un insieme imperscrutabile.

In quest’ottica, la tecnologia è il classico fumo negli occhi; una specie di droga per l’orgoglio; un antidolorifico contro la consapevolezza di non valere nulla.

Inoltre, immagina che cosa succederebbe se all’essere umano fosse risparmiata la vecchiaia!

LUIGI: Credo che si porrebbero le basi per giustificare guerre stellari e conflitti tra mondi lontani.

ETT: La vostra vecchiaia, quindi, considerala come un ritorno alla saggezza originale; Il colpo sulla testa dello stupido; la celebrazione dello spirito umano che attraversa per un breve tratto di tempo la nuda materia.

LUIGI: Ett, questa tua considerazione mi induce a riflettere sul senso da dare alla nostra breve apparizione sulla terra.

In forma quasi egoistica, gli umani dovrebbero trarre il massimo del piacere attraverso una solida, consapevole socializzazione mirante al bene comune. 

Aiutandoci e sostenendoci reciprocamente conseguiamo un doppio obiettivo: essere felici, godere della vita e diffondere lo stato di gioia nell’onda lunga delle generazioni umane del futuro.

ETT: Esatto! Il vostro tempo appartiene al vostro mondo e va consumato nell’unico modo che vi è concesso e cioè quello in cui si riflettono e hanno senso le emozioni.

Voi umani siete abituati sin dalla nascita a combattere guerre personali molto complicate e che spiegate a voi stessi tramite le scienze della psicologia, psichiatria, ma raramente riuscite a ricavare da queste reali benefici personali.

Mi capita spesso osservare molti dei vostri luminari che completano rovinosamente le loro vite con suicidi o assurdi isolamenti.

LUIGI: Infatti, l’idea comune associata a chi si inoltra nelle questioni psicologiche o filosofiche, è quella della stranezza o estraneità dalla vita ordinaria.

ETT: Lo sforzo dei vostri pensatori dovrebbe diffondere positivismo. La forza delle idee dovrebbe essere usata per convogliare energia vitale da spendere nella propria vita e costituire base di diffusione per le generazioni successive.

LUIGI: Probabilmente, il nostro stato di perdurante insoddisfazione per ciò che abbiamo o siamo e la conseguente ricerca continua di qualcosa da aggiungere, ci impedisce di celebrare come si dovrebbe l’istante che viviamo.

Rimandando questa consapevolezza i tempi  successivi, crediamo di poterlo fare sempre dopo.

E’ questo il motivo per cui quando ci scopriamo vecchi, restiamo fortemente delusi per ciò che non siamo riusciti a fare e di conseguenza, esterniamo un continuo rammarico sotto forma di romantica nostalgia.

In definitiva, ci leghiamo all’unica possibilità che ci darebbe tempo illimitato e cioè, una vita senza della morte o, in una sola parola, l’eternità.    

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