Testo tratto dal "Il mio caro ETT" in prossima pubblicazione.
Rimandando questa consapevolezza i tempi successivi, crediamo di poterlo fare sempre dopo.
E’ questo il motivo per cui quando ci scopriamo vecchi, restiamo fortemente delusi per ciò che non siamo riusciti a fare e di conseguenza, esterniamo un continuo rammarico sotto forma di romantica nostalgia.
ETT: Considera di poter vivere senza
invecchiare e di poter prescindere dalle necessità del tuo corpo; in che modo
cambierebbe il tuo atteggiamento verso la vita e verso il tuo prossimo?
LUIGI: Cambierebbe di moltissimo!
ETT: Cerca di ripercorrere idealmente la
tua vita nell’età giovanile, quell'età in cui il concetto di vecchiaia si
capisce soltanto leggendolo da una pagina del vocabolario.
Quali erano i tuoi problemi?
Quali erano i tuoi modi di agire e reagire
con il tuo prossimo?
LUIGI: Sicuramente allora, i miei problemi
erano di natura filosofica, molto lontani dalla materia e svincolati dal
fattore tempo. Il mio esistere era un presente con un passato non ben
compreso e un futuro senza limiti. Le relazioni con il mio prossimo implicavano
conquiste, riconoscimenti, accettazioni e tanta voglia trovare un posto al
sole.
ETT: Si potrebbe dire che eri concentrato
su te stesso per misurarti e inserirti piacevolmente nel meccanismo globale
dell’esistenza. In questo compito, sperimentavi gioie, dolori, delusioni e
speranze.
Inoltre, il tuo carattere mite ti ha fatto
propendere per l’utilizzo di scelte logiche e tecniche operative abbastanza
concilianti e forse anche al limite della timidezza e della rinuncia.
LUIGI: Mi conosci molto bene, Ett!
ETT: Altri tuoi amici o semplicemente
persone della tua età, avranno avuto reazioni diverse, o anche ambizioni più
marcate delle tue?
LUIGI: Sicuramente sì!
ETT: In questi casi, lo spirito di
competizione e la possibile conseguente aggressività, sono voci di spesa da
considerare nel bilancio delle relazioni sociali.
LUIGI: Ebbene?
ETT: Il vostro mondo si presenta al mio
giudizio come una grande famiglia composta da unità litigiose tutte tese a
combattersi reciprocamente per affermare la proprie limitate e approssimate
idee, dimenticando il luogo, il tempo e lo spazio intorno.
Vi capita spesso abbandonare la
consapevolezza di essere piccoli, teneri fragili esseri occupanti
un’insignificante parte dell’universo. Non vi rendete conto che, in una
realtà infinitamente più grande di voi, siete schegge di energia che si
manifestano nel segno di un insieme imperscrutabile.
In quest’ottica, la tecnologia è il
classico fumo negli occhi; una specie di droga per l’orgoglio; un
antidolorifico contro la consapevolezza di non valere nulla.
Inoltre, immagina che cosa succederebbe se
all’essere umano fosse risparmiata la vecchiaia!
LUIGI: Credo che si porrebbero le basi per
giustificare guerre stellari e conflitti tra mondi lontani.
ETT: La vostra vecchiaia, quindi, considerala
come un ritorno alla saggezza originale; Il colpo sulla testa dello stupido; la
celebrazione dello spirito umano che attraversa per un breve tratto di tempo la
nuda materia.
LUIGI: Ett, questa tua considerazione mi
induce a riflettere sul senso da dare alla nostra breve apparizione sulla terra.
In forma quasi egoistica, gli umani
dovrebbero trarre il massimo del piacere attraverso una solida, consapevole socializzazione
mirante al bene comune.
Aiutandoci e sostenendoci reciprocamente conseguiamo un
doppio obiettivo: essere felici, godere della vita e diffondere lo stato di
gioia nell’onda lunga delle generazioni umane del futuro.
ETT: Esatto! Il vostro tempo appartiene al
vostro mondo e va consumato nell’unico modo che vi è concesso e cioè quello in
cui si riflettono e hanno senso le emozioni.
Voi umani siete abituati sin dalla nascita
a combattere guerre personali molto complicate e che spiegate a voi stessi
tramite le scienze della psicologia, psichiatria, ma raramente riuscite a ricavare
da queste reali benefici personali.
Mi capita spesso osservare molti dei vostri
luminari che completano rovinosamente le loro vite con suicidi o assurdi
isolamenti.
LUIGI: Infatti, l’idea comune associata a
chi si inoltra nelle questioni psicologiche o filosofiche, è quella della
stranezza o estraneità dalla vita ordinaria.
ETT: Lo sforzo dei vostri pensatori
dovrebbe diffondere positivismo. La forza delle idee dovrebbe essere usata per
convogliare energia vitale da spendere nella propria vita e costituire base di diffusione
per le generazioni successive.
LUIGI: Probabilmente, il nostro stato di perdurante
insoddisfazione per ciò che abbiamo o siamo e la conseguente ricerca continua di qualcosa da aggiungere,
ci impedisce di celebrare come si dovrebbe l’istante che viviamo.
Rimandando questa consapevolezza i tempi successivi, crediamo di poterlo fare sempre dopo.
E’ questo il motivo per cui quando ci scopriamo vecchi, restiamo fortemente delusi per ciò che non siamo riusciti a fare e di conseguenza, esterniamo un continuo rammarico sotto forma di romantica nostalgia.
In definitiva, ci leghiamo all’unica
possibilità che ci darebbe tempo illimitato e cioè, una vita senza della morte
o, in una sola parola, l’eternità.
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