Colgo l’occasione per raccontarti delle
vicende legate alla mia esperienza di Commissario agli esami di maturità nel
2013, dove una miscela di debolezze umane inventa l’imprevedibile.
ETT: Ci risiamo? Avanti, hai solleticato la
mia curiosità, inizia la tua cronistoria.
LUIGI: Nominato per acclamazione
commissario, mi preparavo a vivere una nuova avventura nel mondo misterioso
della scuola secondaria.
ETT: Dopo quasi trent’anni da docente, la
scuola è ancora un mistero per te?
LUIGI: La scuola è fatta da persone che,
come ben sai, sono sempre imprevedibili.
La novità di quest’anno mi consegnava un
commissario ex-alunno e una classe di maturandi ottima dal punto di vista umano
ma spensierata da quello puramente didattico.
ETT: Un commissario ex-alunno che ti avrà
fatto pesare i tuoi 58 anni!
LUIGI: Infatti! Ti devo confessare che ho
visto in lui qualcosa di mio.
ETT: Che cosa intendi, dicendo “di mio”?
LUIGI: Sedici anni orsono avevo la sua
carica, la sua voglia di cambiare il mondo a colpi d’ariete.
ETT: L’esperienza ti ha spento o il mondo è
cambiato?
LUIGI: Nessuna delle due motivazioni mi riguarda.
L’esperienza mi ha insegnato a usare occhiali speciali attraverso i quali vedo
ogni problema connesso con altri e quindi, dovendo riflettere, mi concedo
tempo.
ETT: Sei diventato saggio?
LUIGI: Magari lo fossi! La saggezza la
potrei paragonare alle frecce direzionali delle automobili: quando si cambia
direzione occorre accenderle in modo che si sappia della volontà di non voler
più seguire la corrente corsia di
marcia.
ETT: A furia di cambiare continuamente corsia
potresti rischiare di girare a vuoto o di ritrovarti nello stesso punto di
partenza.
LUIGI: Questo è uno dei tanti problemi
della natura umana.
Ricollegandomi alla mia esperienza di
commissario, ti presento i miei colleghi, fortunati o sfortunati compagni di
viaggio a seconda come vorrebbero definirsi.
Inizio, per Lex Iulia maiestatis, con la presidente,
una donna leggiadra nelle movenze, gentile nei modi e imperturbabile alle minacce
ambientali.
A dispetto del suo cognome che richiama gli orchi delle favole, ha
mostrato lo stile del rispetto e quello dell’equilibrio in ogni fase del suo
primo mandato.
Queste qualità, come succede sempre, hanno i loro controvalori e
cioè la necessità di impiegare tempi d’azione molto lunghi; non ricordo una
precedente esperienza che mi avesse fatto tornare a casa così tardi regolarmente.
Il tono della sua voce, tra il confessionale e il sussurro, influiva
efficacemente nel demotivare discussioni animate tra i componenti della
commissione.
Tra le sue qualità negative è da includere il vizio del fumo. La
boccata periodica di pura nicotina era la pausa obbligata della sua attività.
Mi sono chiesto come sia possibile che anche una donna così apparentemente
serena potesse dipendere dal tabacco!
ETT: Una seconda occasione che ti permette
di denunciare il mistero della razza umana, vero?
LUIGI: Per una persona che non ha mai
fumato e che per giunta ama le donne, non può far passare inosservato questo
particolare.
Proseguendo, ti posso riferire della
seconda donna della commissione; insegna matematica da anni ed è l’immagine della
forma fisica, dello slancio e del cuore. Se fosse nata nei tempi dei romanzi
cavallereschi, sarebbe una figura simile a Don Chisciotte della Mancia.
A
disprezzo del pericolo, è sempre pronta a combattere i soprusi valutativi;
inflessibile con gli studenti sordi ai suoi incoraggiamenti, è strenua
combattente in difesa di quelli diligenti.
Attacca il nemico con sguardi
supplichevoli tentando sortite, prima esplorative e poi impositive. Nei momenti
migliori non dà tregua al nemico reclamando il suo scalpo.
Allo stesso modo si
espone a una sonora sconfitta, le cui conseguenze riescono a chiuderla in sé.
In tali occasioni, osservando l’umido dei suoi occhi, si comprende benissimo il
dolore soffocato da quella foga inesplosa.
Esaurite le donne in commissione,
focalizziamo l’attenzione sugli uomini. Occorre dare la precedenza al
commissario d’italiano che ha rappresentato l’istituzione silenziosa, il vigile
distaccato e attento al soppesare dei giusti valori degli esaminandi.
La
burbera figura che si aggirava tra gli spazi di aule rumorose, solo al
distratto osservatore nasconde un cuore grande, incastonato nella rigida formalità
delle regole di grammatica. Per richiamare un sorriso sulle sue labbra servono
le campane a festa.
La parte della commissione riservata ai
commissari esterni, annovera tre uomini molto diversi tra loro ma con un
fattore comune: giudici imparziali delle umane miserie.
ETT: Dovrebbe corrispondere a una qualità
che discende dal ruolo che ricoprono.
LUIGI: Immaginando un sistema scolastico congruente
con la realtà in cui si opera, dovrei convenire. Purtroppo, applicare la
normativa è sempre un’attività che rischia di essere soggettiva e se non ci
fosse il buon senso di chi veste il ruolo, tutto risulterebbe fantasioso,
creando premesse all'esercizio di una funzione in balia delle debolezze umane.
ETT: Voi umani siete bravi a giustificare
le vostre inefficienze nascondendovi dietro il mantello delle imperfezioni.
LUIGI: Tenendo conto che nonostante si
operi con tanta buona volontà, non si riesce mai ad ottenere risultati perfetti
o almeno soddisfacenti rispetto a situazioni che cambiano continuamente.
ETT: Senza voler sminuire la vostra
autostima, vorrei ricordare che voi umani vi comportate come i vostri
pesciolini rossi nell’acquario. Non immaginate nessun altro mondo che non sia
un acquario.
Credete di essere liberi, originali e vi arrogate di presunte
qualità superiori mentre nel contempo pretendente di giustificarvi con
argomentazioni banali le vostre debolezze.
Comunque, non voglio aprire un nuovo
fronte di discussione, ti prego di continuare con il tuo racconto.
LUIGI: Rimandando questa questione in altri
momenti, riprendo la trama dai tre commissari esterni che hanno tentato di
essere esattamente come il loro ruolo prevede.
Il risultato ottenuto è stato di
assistere a lunghe discussioni improduttive condite da tanti personalismi.
Ho
vissuto lunghe mattinate dibattuto tra la noia di assistere a interrogazioni
inutili e la rassegnazione di dover partecipare alla commovente sceneggiatura postuma
per l’attribuzione del voto giusto al maturando.
Se non fossi frenato dal segreto d’ufficio
e dal rispetto che ho dei miei colleghi, avrei descritto ogni particolare. In
ogni caso, è facile immaginare quanto animo si sia mosso.
ETT: Riconosco che in quanto a foga e
passione, voi insegnanti non lesinate tempo quando intraprendete guerre di principio.
LUIGI: Hai proprio ragione! La categoria degli
insegnanti è tra le più rappresentative per questa qualità.
Ci sono stati momenti in cui l’esame si
sarebbe potuto interrompere, mandando al diavolo il mio programmato viaggio in
Inghilterra.
Per fortuna che il furore umano non è una
funzione costante ma sale come la gittata parabolica per poi ristabilirsi sul
livello della consueta serenità.
ETT: Sembrerebbe che la saggezza umana sia
una funziona aleatoria?
LUIGI: Fondamentalmente dovrei convenire.
Gli umani sono obbligati dalla fisiologia ad alimentarsi e per questo, la
chimica interna del corpo è responsabile delle diverse risposte alle stesse
sollecitazioni esterne.
ETT: Vorresti farmi intendere che una
persona reagisce a una provocazione in modo diverso a seconda se ha fame o
meno?
LUIGI: Proprio Così! Sapendo questo, ho
sempre tentato di non far mancare caffè cornetti ed espressini in tutte le
mattinate d’esame.
ETT: Una forma di corruzione implicita!
LUIGI: La chiamerei una dolce
predisposizione alla pazienza.
In conclusione, anche quest’anno gli esami
di maturità si sono svolti con le stesse perplessità degli anni precedenti: gli
attori cambiano, la trama del film è sempre la stessa mentre un anno di vita è
trascorso.
Il 6 luglio, uscendo da scuola, ho pensato
ai miei 18 ragazzi. Tutti si sono maturati. Molti con merito, qualcuno a
fatica. Ognuno porterà con sé le facce dei professori, a volte severe, altre ironiche
ma tutte tese a fissarsi nella memoria dell’età più bella e spensierata della
vita.
ETT: Caro Luigi, ti si accende il cuore
quando senti di doverti separare da qualcuno con cui hai condiviso tratti di
vita.
LUIGI: E’ vero, ETT! Confermo di soffrire di romanticismo.
Per fortuna che appena si chiude una
parentesi di vita ecco un’altra che si apre.
ETT: Allora continua il tuo narrare così si
aggiungeranno altri elementi al mio studio sugli umani.
(continua nel prossimo post)