giovedì 26 dicembre 2024

Donne: tempeste e mistero (Nietzsche)


 

Per Nietzsche, le donne erano tempeste, misteri e talvolta nemiche. Ma soprattutto, erano caos, e il caos, secondo lui, era essenziale per la creazione. La sua famosa frase, "Quando vai dalle donne, prendi la tua frusta!" da Così parlò Zarathustra ha ispirato un'ira e una controversia indicibili. Tuttavia, Nietzsche ammirava anche le donne che andavano controcorrente, lodandone la forza e l'intelletto. Queste contraddizioni sollevano una domanda: cosa pensava veramente Nietzsche delle donne?

Le donne nella Germania del XIX secolo erano in gran parte rinchiuse in casa, impegnate nei lavori domestici, e raramente trovavano opportunità intellettuali. La filosofia di Nietzsche parla dei limiti del suo tempo, così come della sua incapacità di andare oltre tali limiti. Nel frattempo, i suoi rapporti con le donne (sua madre, sua sorella, Lou Andreas-Salomé) davano autorevolezza ai suoi pensieri incongrui.

La madre di Nietzsche, Franziska, ebbe un ruolo dominante nella sua prima infanzia, in particolare dopo la morte del padre, quando Nietzsche aveva cinque anni. Gestiva la casa e allevava i figli con una rigorosa aderenza ai valori cristiani. In seguito Nietzsche rifiutò queste convinzioni, associando il cristianesimo alla debolezza e al conformismo, ma mantenne i contatti con Franziska per tutta la vita, affidandosi persino a lei per le cure durante gli anni della malattia. Mentre i suoi scritti raramente parlano di lei direttamente, le sue critiche alla moralità convenzionale possono riflettere le sue lotte con l'ambiente rigido che lei sosteneva.

Sua sorella, Elisabeth Förster-Nietzsche, ebbe con lui un rapporto molto più controverso e in definitiva dannoso. Ambiziosa e autoritaria, Elisabeth si scontrò spesso con gli ideali di Nietzsche, in particolare con il suo rifiuto del nazionalismo e dell'antisemitismo. Dopo il crollo mentale di Nietzsche nel 1889, Elisabeth manipolò le sue opere inedite per allinearle alle sue ideologie. Nietzsche, tuttavia, denunciò apertamente l'antisemitismo in Ecce Homo, affermando: "Non permetto a nessuno di attribuirmi i propri rozzi pregiudizi nazionalisti". Sembrava intenzionato a resistere alle semplificazioni, anche quando coloro che lo circondavano cercavano di imporle.

Lou Andreas-Salomé, forse la donna più affascinante nella vita di Nietzsche, ispirò sia ammirazione che dolore. Nietzsche era innamorato della sua intelligenza e indipendenza, e le propose di sposarlo più volte, anche se lei lo rifiutò. Una volta le scrisse: "Sei come una tempesta meravigliosa: è difficile sopportarti, ma è ancora più difficile vivere senza di te". La loro breve collaborazione rifletteva l'ideale di Nietzsche di un partner forte e autonomo, ma il loro litigio lasciò delle cicatrici. Salomé, da parte sua, mantenne un rispetto duraturo per Nietzsche, descrivendolo come un uomo guidato sia dalla passione intellettuale che da un profondo isolamento.

Le affermazioni più dure di Nietzsche sulle donne rivelano la sua frustrazione, non solo nei confronti degli individui ma anche delle tendenze culturali più ampie. In Al di là del bene e del male, affermò: "La donna vuole essere indipendente... e quindi cessa di essere una donna". Sebbene questa osservazione possa sembrare sprezzante, si adatta alla sua critica di coloro che cercavano l'indipendenza attraverso l'imitazione delle strutture di potere esistenti. Secondo Nietzsche, la vera libertà richiedeva una reinvenzione dei valori, non una ripetizione di norme stabilite. Il suo disprezzo per le forme superficiali di indipendenza si estendeva anche agli uomini, che paragonava ad animali da branco privi di originalità.

Le donne hanno anche svolto un ruolo simbolico nella filosofia di Nietzsche. Descriveva la verità come una donna che "ha ragioni per non farci vedere le sue ragioni" in Al di là del bene e del male, paragonandola a qualcosa di seducente ma sfuggente. Questa metafora si collega al più ampio rifiuto di Nietzsche delle verità assolute, suggerendo che la ricerca della conoscenza richiede di abbracciare ambiguità e flusso. Allo stesso modo, associava la femminilità alla vitalità e al caos, lodando queste forze per la loro energia creativa anche se ne criticava l'imprevedibilità.

Quindi, come possiamo conciliare gli scritti di Nietzsche sulle donne? I suoi commenti più duri spesso riflettono le sue disillusioni personali o i pregiudizi della sua epoca, eppure si affiancano a momenti di genuina ammirazione per le donne che sfidano le convenzioni. La filosofia di Nietzsche rifiuta una categorizzazione diretta, poiché preferiva contraddizione e tensione come fonti di forza. Come scrisse in Così parlò Zarathustra: "Devi avere caos dentro di te per dare alla luce una stella danzante". I suoi scritti sulle donne riflettono quel caos.

Le contraddizioni di Nietzsche riflettono sia i limiti che le possibilità del suo tempo. Esaminando le sue relazioni con Franziska, Elisabeth e Salomé, vediamo le radici personali delle sue idee. Esplorando la sua durezza, la sua ammirazione e il suo uso simbolico delle donne, otteniamo un quadro più completo del suo pensiero. Sebbene le sue affermazioni spesso provochino disagio, incitano anche a un riesame del potere, dell'identità e della tradizione.

mercoledì 25 dicembre 2024

Corre la penna


Sono ormai anni che la penna scivola sui fogli bianchi tentando di esternare sentimenti che recalcitrano ad abbandonare quel luogo intimo custodito gelosamente nell’anima.

È bello pensare che in noi esista un mondo unico per eccezionalità ma comune nella casa dell’umanità. Esso ha bisogno di manifestarsi, come la primavera dopo l’inverno o come la lava incandescente dopo l’eruzione e se ciò venisse impedito, allora ci sarebbe lo spazio per la sofferenza.

La penna corre sul foglio per catturare con parole il mondo che non vediamo, ma che è straordinariamente inebriante, ripagante anche per una vita che si perde tra mille ostacoli.

La penna corre perché è il sentimento a spingerla, che come la stessa lava combatte contro il tempo per non raffreddarsi e disegnare forme insignificanti, dure, deturpanti, così essa corre per evitare il rischio di perdersi nell’inconsistenza e nella banalità.

La penna corre per te che stai leggendo, affinché risuoni nel tuo cuore ciò che la spinge.

Mi consola l’idea che nel mondo che non vedi, non ci sono solo io.

martedì 24 dicembre 2024

Sei in anticipo o in ritardo con il tuo tempo?


 

Stiamo viaggiando tutti insieme nel tempo, ogni giorno della nostra vita. Tutto ciò che possiamo fare è impegnarci nel tirar fuori il nostro meglio per assaporare questo straordinario viaggio.

Non sembrano mai esserci abbastanza ore in un giorno e questa sensazione è ricorrente nella testa di molti. Ci si sveglia, si trascorrono intere giornate in un vortice di passeggiate, cibo e schemi, rituali e ci si ritrova ad aspettare con ansia di avere la testa cullata da un cuscino mentre arriva un altro mattino.

Mancano quei giorni in cui il tempo si estendeva come in una strada aperta, piena di ansiose aspettative. Quando l'età era ancora a singola cifra e sembrava che il sole pomeridiano non smettesse mai di filtrare attraverso i finestrini.

Ora sembra che il sole abbia fretta di vedere l'altro lato del mondo. La comprensione del tempo cambia con l'avanzare dell'età, la durata dei ​​giorni è influenzata dall'età. 

Quando si è giovani, pochi anni in più di un amico, lo faceva diventare saggio. Appena si giunge all'età matura, tutto cambia ed diventa sempre più difficile attribuire a qualcuno una saggezza più profonda della tua.

Si accusa costantemente un senso di conflitto tra il sentirsi giovani o vecchi. 

Una contraddizione irrisolvibile tra avere così tanto tempo da vivere e averne così poco. 

E tu sei in anticipo o in ritardo con il tuo tempo?

 

lunedì 23 dicembre 2024

Lettera a babbo Natale


 

Caro Babbo Natale,

Davanti a miei cospicui anni, sono qui a scrivere questa lettera.

È inutile ricordarti della grande fiducia che nutrivo sulla tua generosità di portar doni ad un timido ed insignificante bimbo di altri tempi. I miei genitori erano troppo presi dai loro problemi per destinare soldi al più piccolo della famiglia.

Per questo motivo, contavo su di te per avere qualche giocattolo.

Allora, non capivo perché i tuoi giocattoli erano quasi sempre raschiati, come se fossero stati già usati. Non capivo, anche, perché abbondavi in calzini, maglie, penne e quaderni, mentre trascuravi trenini, biciclette e palloni.

Sembrava che tu fossi quasi prevenuto nei miei confronti, perché portavi grandi e nuovissimi giocattoli ai miei amici, mentre riservavi a me soltanto mandarini, antipatiche caramelle e sgangherati poveri giocatoli.

Beh, ora so tutto, caro Babbo. E aggiungo che mi è dispiaciuto conoscere la verità sul tuo conto.

Ora capisco perché non poteva essere diversamente. Comunque, è passato tanto tempo, sono diventato grandicello e non mi sento deluso e neanche arrabbiato. Ovviamente capirai che i miei desideri sono cambiati. Ciò che ambisco non sono più oggetti materiali e tantomeno regali stravaganti.

Per la verità, non voglio più doni per me, perché mi piace più farli piuttosto che riceverli. Voglio soltanto continuare a credere che il mondo sia bello, esattamente come lo immaginavo in quei pochi anni.

Se vuoi rendermi felice, allontanami dai cattivi d’animo, dai duri di cuore. Non farmi dimenticare l’aria natalizia d’un tempo; voglio continuare a sentire quello spirito di fratellanza che oggi appare sempre più raro. Non importa se dovessi apparire ridicolo o infantile … sono giustificato dalla senilità in arrivo.

Aiutami a mantenere accesa la voglia di sapere e di conoscere.

Mantienimi aperto ai sorrisi sinceri, appassionato agli abbracci.

Soprattutto, aiutami a non farmi perdere l’abitudine di emozionarmi.

Rafforza il mio credo nell'Amore come la vera luce dell’umanità.

Per il resto, con un po’ di sforzo, sopporterò tutto.

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