lunedì 29 settembre 2014

La più grande marcia per il clima della storia



Cari, incredibili, avaaziani,

Mesi fa assieme abbiamo deciso di tentare un obiettivo folle: organizzare la mobilitazione mondiale contro il cambiamento climatico più grande della storia. Il 21 settembre abbiamo superato ogni aspettativa, con una Marcia Globale per il Clima *6 volte* più grande di qualsiasi iniziativa simile vista in passato!!! Questi erano 80 isolati del centro di New York:

Marcia Globale per il Clima

E queste erano Londra, Berlino, Bogota, Parigi, Delhi e Melbourne...




Oltre 675mila persone in tutto il mondo sono scese in piazza. È stata una magnifica espressione del nostro amore per tutto ciò che è in pericolo a causa del cambiamento climatico, e della nostra speranza di salvare il pianeta e costruire una società alimentata da energie pulite e rinnovabili al 100%. Cliccate qui per vedere tante altre foto della giornata:

https://secure.avaaz.org/it/climate_march_reportback/?bglFhdb&v=47129

Assieme abbiamo fatto la storia, ma questo è solo l'inizio. Il fondamentale vertice di Parigi per il Clima si terrà tra 15 mesi: per allora avremo bisogno di un accordo globale. Entro marzo, i singoli stati dovranno presentare i propri impegni nazionali: per questo il nostro movimento si concentrerà su questi obiettivi nazionali. Ma fino ad allora, continueremo a ritrovarci insieme, a intervalli regolari, sempre più numerosi, per far sentire il nostro appello per un cambiamento pulito e rinnovabile al 100%, che i potenti del mondo potranno solo seguire e assecondare. Il movimento che abbiamo a lungo aspettato ha preso vita.

Con enorme gratitudine,

Ricken, Emma, Alice, Iain, Nataliya, Patri, Oliver, Diego, Rewan e tutto il team di Avaaz

P.S. Abbiamo collaborato con migliaia di organizzazioni per rendere possibile questo giorno, e in particolare grazie ai nostri amici di 350. Ma la nostra comunità merita di celebrare questo passo in avanti che abbiamo fatto. Il team e la comunità di Avaaz hanno avuto un ruolo centrale nella stragrande maggioranza delle marce e degli eventi che si sono tenuti. Il Guardian l'ha definito "trionfo organizzativo" e la BBC ha detto che "le marce hanno portato più gente che mai per le strade, grazie alla forza organizzativa della comunità online di Avaaz." Abbiamo messo sul campo centinaia di organizzatori e migliaia di volontari, e le donazioni della nostra comunità hanno fornito milioni a questa impresa. Le sfide del nostro tempo ci richiedono di essere sempre migliori, ed è quello che abbiamo fatto tutti assieme, crescendo e diventando un movimento nuovo e ancora più efficace, un movimento che è ora dentro e fuori da internet. Grazie di cuore a chiunque ha partecipato e ha reso possibile tutto questo.

domenica 28 settembre 2014

Quanto oro vale l'amore?

 
Si racconta di un uomo che aveva trascorso la sua vita raccogliendo oggetti di poco valore e di cui tutti si liberavano facilmente.

Un mattino svegliatosi all’alba, come al solito, decise di mettere in ordine il vecchio deposito dove immagazzinava la sua inutile collezione.

Una sorpresa era lì ad attenderlo!

Aprendo con difficoltà la decadente porta del deposito, e scardinata la finestrella incastrata nell’unico punto luce, vide con indicibile meraviglia, una montagna di oggetti in oro.

Forse, la sua quasi centenaria modestia, gli aveva giocato un brutto scherzo!

Fatto sta, che appena egli si strofinò gli occhi, prese in mano uno degli oggetti e lo osservò attentamente.

Era veramente oro!

L’iniziale commistione tra gioia e stupore, cominciò a sostituirsi a una leggera amarezza, poiché si chiedeva che cosa avrebbe potuto fare con quell’oro e quali altri piaceri avrebbe voluto dalla sua vita, ora che era ad un passo dalla morte.

L’uomo era rimasto solo, non poteva donare né a figli né a moglie.

Pensò allora di caricarne una parte in un sacco e visitare alcune famiglie per poterlo donare e aiutarle, qualora fossero in condizioni di necessità.

Il mattino seguente, s’incamminò con il suo prezioso carico verso la città e giunto nelle prime zone abitate, bussò alla prima porta che capitò.

Un occhio diffidente, attraverso lo spioncino notò il povero uomo con il sacco sulle spalle e senza dargli la possibilità di parlare, lo scacciò via a parole, gridando:

“Vai via, straccione, non abbiamo nulla da darti!”.

Queste urla avevano allarmato tutto il vicinato, così l’uomo decise che sarebbe stato meglio allontanarsi da quella zona e provare in un posto più modesto.

Vide una casa di campagna, si fermò e provò a bussare.

Nonostante continui tentativi, nessuno rispondeva.
“Le prime ore del mattino sono difficili per chi va a letto tardi!”, pensò il buon uomo e continuò il suo giro.

Passando davanti ad un’altra casa, sentì voci concitate:
“Forse, il mio oro potrebbe aiutarli a calmare gli animi e favorire un clima di serenità nella famiglia!”.
Bussò con mano incerta, indossando l’agitazione che presumeva esistere in quella famiglia.

La porta si aprì e prima che Egli potesse dire qualcosa, una faccia minacciosa domandò:
“Chi sei? Chi ti manda? Che cosa vuoi?”.

L’uomo, davanti a tanta irruenza, si fece così piccolo e a tono basso disse: ”Scusatemi se sono inopportuno, vorrei donarvi … …”.

Non finì la frase, che la porta si chiuse davanti a sé, intenzionalmente sbattuta.

Tristemente e un po’ impaurito, si diresse verso qualche altra casa.

Giunse nei pressi di un’abitazione poco curata e, fiducioso di poter compiere un gesto nobile, fece squillare il campanello.

Si sentì il cigolio di ruote che si muovano con irregolarità, infatti, all’apertura della porta, si trovò di fronte ad una donna seduta su una sedia a rotelle che, aspettando una visita, aveva dimenticato di anticipare l’apertura della porta con il classico “chi è?”.

L’uomo, si affrettò a tranquillizzarla e successivamente, ebbe modo di spiegare le sue intenzioni.

La donna, dopo averlo attentamente ascoltato, disse: “Buon uomo, il tuo cuore è così grande che non potrebbe entrare in questa casa.

Come vedi, stando seduta su questa sedia, non mi servirebbe tutto l’oro del mondo per riempirmi di gioia. Ti prego, non prenderla a male se t’invito a non lasciami il tuo oro, perché potrebbe procurarmi più guai che benefici. 

Chi mi accudisce, non verrebbe più con il sorriso e il piacere di farmi compagnia, ma con l’idea rubarmi più oro possibile”.

Il vecchio capì e dopo averla cordialmente salutata, si avviò in cerca di altri beneficiari del suo oro.
Poco più avanti si vedeva un casolare che forse, in tempi non molto lontani, doveva aver conosciuto un periodo di splendore. L’occhio esperto del vecchio, gli faceva notare la cura dei servizi connessi al casolare. 

Grandi scale di accesso ornate con figure scolpite su pietra; finestre con balconcini che un tempo, forse ospitavano piante ornamentali; lunghi corridoi invasi da erba incolta, che giravano intorno a ciò che era rimasto di panchine e cenacoli; una piccola casetta, cuccia di qualche cane non più ospite, erano testimoni di un periodo felice e concluso.

L’ometto pensò: “Chissà se il mio oro potrà far tornare l’armonia perduta!”.

Si avvicinò all’ingresso principale e non vedendo nulla che potesse far pensare a un campanello, batté con il pugno sulla porta.

Non passò molto tempo, che si udì una vocina: “Chi è?”.

Vecchio: “Sono un amico, vorrei parlare con il tuo papà”.

Bambino: “Papà è andato in cielo! Io sono con la mia sorellina e attendiamo la mamma. Non posso aprire agli sconosciuti”.

Vecchio: “Dov’è la mamma, ora? Vorrei attenderla qui fuori!”.

Bambino: “È dal signor Dantona, a servizio e torna per l’ora di pranzo. Dimmi, che vuoi dalla mamma?”.

Vecchio: “Spero di offrirle un dono, se vorrà!”.

Bambino: “Hai doni anche per noi?”.

Vecchio: “Il dono che farò a vostra madre, potrà esserlo anche per voi”.

Bambino: “Spero che il dono che le farai, non la faccia piangere più. Da quando papà è andato via, è sempre triste e si nasconde quando vuole piangere”.

Vecchio: “Come ti chiami piccolo, e la tua sorellina è molto più piccola di te?”.

Bambino: “Il mio nome è Marco, mamma mi ha chiesto di badare a Serena, che ha solo 6 anni, quattro meno di me. Conosci anche tu la mamma, per questo porti doni?”.

Vecchio: “Ho conosciuto molte brave persone, e a queste, avrei voluto regalare anche il mondo. Purtroppo, allora, non vedevo e non avevo nulla da donare. 

Ora, grazie al cielo, posso donare tantissimo, fino a compiere il miracolo di far tornare il sorriso in qualche famiglia”.

Bambino: “Tu puoi far tornare nostro padre dal paradiso? Che bello!”.

Vecchio: “Sacrificherei tutto me stesso, per poterti rispondere Sì, ma sono costretto a dirti che per me questo è impossibile.

Potrei donare la possibilità alla vostra mamma di stare sempre con voi e di poter presto ritornare insieme a giocare nel cortile di questa bella casa. Un giorno la vostra allegria farà tornare il sorriso alla mamma, e da cielo, vostro padre non smetterà di ascoltare il vostro cuore ed esserne orgoglioso.

Bambino: “Ti prego signore, siedi sulle scale e attendi con noi il ritorno della mamma; non manca molto all’ora di pranzo”.

Vecchio: “Farò così!”.

L’anziano uomo era visibilmente emozionato per la grande aspettativa che aveva creato nei bambini. 

Temendo che non avrebbe retto a tanta emozione e di non poter essere sufficientemente convincente nel dare un’adeguata spiegazione del suo gesto, alla mamma dei piccoli, abbandonò il suo carico prezioso sulla rampa d’accesso alla casa e con il cuore in gola, silenziosamente scomparve dall’orizzonte.

Prima che le api scompaiano





Le api stanno morendo in tutto il mondo e la nostra catena alimentare è a rischio. Gli scienziati accusano i pesticidi tossici, che sono stati messi al bando dall'UE grazie ad una mega campagna di Avaaz. Tra cinque giorni, gli USA potrebbero aderire al divieto, dando l'esempio ai governi di tutto il mondo. Questa è la nostra più grande opportunità di salvare le api dall'estinzione. Firmate la petizione e condividete questo appello urgente:

Senza che ce ne accorgiamo, miliardi di api stanno morendo e la nostra catena alimentare è a rischio. Le api non si limitano a fare il miele: sono una forza lavoro immensa e umile, che impollina il 75% delle piante che coltiviamo. Tra cinque giorni gli USA potrebbero decidere di vietare i pesticidi tossici che le stanno sterminando.

Arrivare a quel divieto è possibile e noi lo sappiamo bene: dopo una mega campagna Avaaz dell'anno scorso, l'Unione Europea ha proibito quel gruppo di veleni che numerosi scienziati accusano per la morte delle api. Proprio ora le società dell'industria chimica stanno facendo pressione senza tregua sulle autorità statunitensi per impedirlo. I nostri alleati interni, però, ci fanno sapere che l'opinione pubblica potrebbe rovesciare la situazione in favore del divieto. Facciamoci sentire, allora! Se gli USA si muovono, daranno il via ad una reazione a catena nel resto del mondo.

Non abbiamo tempo da perdere
: la task force della Casa Bianca per le api presenterà le sue proposte martedì. Non si tratta solo di salvare le api, si tratta della nostra stessa sopravvivenza. Firmate ora questa petizione urgente, facciamo arrivare il nostro appello agli USA affinché mettano al bando quei pesticidi assassini, prima che le api si estinguano:


Le api sono cruciali per la vita sulla Terra: ogni anno impollinano piante e raccolti per un valore stimato di 40 miliardi di dollari. Se non verrà fatto nulla per salvaguardarle, molta della frutta e verdura che amiamo rischia di scomparire e un terzo delle scorte di cibo andrà perduto.

Negli ultimi anni stiamo assistendo al rapido declino nella popolazione delle api: alcune specie si sono già estintee proprio in California -- dove si produce la maggior parte del cibo negli USA -- ogni anno gli apicoltori perdono un terzo delle api. Gli scienziati sono alla disperata ricerca di risposte. Mentre alcuni studi, spesso finanziati dalle industrie chimiche, affermano che la causa potrebbe essere una combinazione di fattori, tra cui malattie, perdita dell'habitat e sostanze chimiche tossiche, altri studi, indipendenti e autorevoli, sono giunti alla conclusione che i colpevoli siano i pesticidi neonicotinoidi.

Grazie a queste prove schiaccianti e ad una campagna super efficace di Avaaz e dei suoi partner, l'UE li ha messi al bando. L'Agenzia statunitense per la protezione dell'ambiente (EPA) è incaricata dal Congresso di regolamentare le tossine, ma per anni ha aggirato la legge, sottostando alle pressioni dell'industria chimica. Ora, la task force della Casa Bianca per la salute delle api potrebbe convincere l'EPA a cancellare la registrazione dei pesticidi, così non potranno più essere venduti negli USA. Ecco la nostra opportunità!

La task force pubblicherà il suo rapporto tra pochi giorni. Già milioni di noi, in tutto il mondo, sostengono questa campagna. Diamole una forza senza precedenti: 3 milioni di firme per salvare le api e consegnare la petizione in modo strategico e con l'attenzione dei media. Fermiamo un accordo buono solo per le grandi industrie. Firma ora questa petizione urgente:

https://secure.avaaz.org/it/save_the_bees_us_pet_loc/?bglFhdb&v=47048

Non possiamo più lasciare la nostra delicata catena alimentare nelle mani delle aziende chimiche e dei legislatori sul loro libro paga. Il bando di questi pesticidi ci avvicinerà ad un mondo più sicuro per noi e per le altre specie che ci stanno a cuore e dalle quali dipendiamo.

Con speranza,

Terra, Alex, Alice, Ari, Nick, Laila, Marigona, Ricken e il resto del team Avaaz.

venerdì 26 settembre 2014

Goccia di sangue


 
Silenziosa tra elastiche parentesi, la goccia di sangue umana corre furiosa per alimentare cellule viventi di un corpo che imprigiona l’anima. 

Egregio meccanismo inventato da Colui che è costruttore di tutte le macchine e che ha voluto regalarsi un giocattolo per il quale la perfezione non si addiceva. 

L’uomo perfetto sarebbe stato monotono, un prodotto inutile della grandezza dell’Ente supremo.  

Nell’automatismo di questo giocattolo ha voluto sintetizzare e meravigliosamente approssimare, concetti come scienza, fede, intuito, amore.

Goccia di sangue continua a girare negli incavi stretti tra muscoli ed ossa. 

Consentimi di credere di essere speciale.
 

giovedì 25 settembre 2014

Amore




Romantico dolor codardo.
Dolce fatata nostalgia.
Vibranti incontrollati ricordi.

Nei mari tempestosi dell’anima
l’essenza della vita si manifesta.
Sono testimone attonito di una nuova primavera.

Ospite nello spazio indifeso,
sono spettatore inerme della vita fugace.

Sono scolaro invecchiato 
davanti alle nevi perenni delle emozioni giovanili.

Strugge il cuor tenero per il breve orizzonte.

Tendere le ali vorrebbe.

La fredda nebbia avvinghia al suolo.
Basso è il cielo.
Lento è il procedere.
Mesto è il sentimento.

Nel correre delle intenzioni malferme,
irride la mente per decisioni incaute.

Tempo fu galeotto per amor effimero.
 Spazza i cuor leggeri. 
Striglia l’animo impaziente
per l’età che si consuma.

Angusto è rimaner solitari.
Per emozioni soffocate.
Per promesse audaci.

Il sole è alto
L’amor non attende.

lunedì 15 settembre 2014

Aiutaci a consegnare la petizione di Avaaz più importante di sempre



Cari amici,

la mobilitazione per il clima di questo settembre sta diventando enorme. In pochi giorni sono stati organizzati centinaia di nuovi eventi in tutto il mondo! E più saremo, più forte sarà il nostro impatto.

Clicca ora per confermare la partecipazione a un evento nella tua città o per crearne uno tu stesso:

https://secure.avaaz.org/it/event/climate/?source=blast&cl=5832002736&v=45206

Già a 2174 eventi, a quanti arriveremo?

Clicca e cerca un evento vicino a te

Tra pochi giorni, quando i principali leader mondiali si riuniranno all'ONU per il vertice urgente sul clima, tutti assieme potremo mandare un messaggio chiaro: è il momento di fermare questa corsa verso la catastrofe climatica, e di fare qualcosa di concreto e forte per alimentare le nostre economie con il 100% di energia verde e pulita. Se parteciperemo tutti, il 21 settembre sarà un giorno che il mondo non dimenticherà mai: la giornata della mobilitazione più grande di sempre contro il cambiamento climatico.

https://secure.avaaz.org/it/event/climate/?source=blast&cl=5832002736&v=45206

Con speranza,

Oli, Allison, Luca, Ricken, Nataliya, Uilleam, Alaphia e l'intero team di Avaaz

domenica 14 settembre 2014

Il lungo serpentone


 
 
ETT: Caro Luigi, è da molto tempo ormai che osservo gli umani e credo di non sbagliare definendo primario il vostro bisogno di vivere continuamente scossi dalle emozioni. 

Il vostro “piacere”, motore di tutte le attività, riesco a leggerlo nei sorrisi, negli abbracci, negli applausi e in tutte le manifestazioni d’affetto che vi vede protagonisti. 

In questa tua avventura londinese, allegria, segni di amicizia e gesti affettuosi, sono stati sparsi ovunque e con regolarità.

LUIGI: E’ vero ciò che dici. 
I ragazzi alla loro età non hanno quelle responsabilità che fanno procedere gli adulti a muso duro.

Ho ancora negli occhi e nelle orecchie le canzoni ritmate con i battiti di mano nelle lunghe e affollate gallerie della metropolitana.

Che dire dei balli improvvisati nei giardini o dei commenti ad alta voce, seguiti da rumorose risate? 

Il serpentone di 43 persone che si snodava per le strade ricche di Londra era l’immagine di una Italia bella, giovane e vivace.

Nel tempo di percorrenza, molte amicizie si sono rinsaldate, molti compagni si sono conosciuti a fondo, molte parole si sono dette.

Tutto questo fa parte della vita umana, Ett.

ETT: Stai tentando di innescare la mia invidia?

LUIGI: No, sto tentando di non parlare sempre in negativo.
Sono convinto che, pensando e agendo con spirito buono, qualsiasi contrarietà si scioglie nel sorriso. 

Con questo non intendo dire che noi umani non abbiamo problemi; con l’animo sereno le avversità perdono sostanza e si favorisce la mente a cercare nuove soluzioni. 

A tal proposito ricordo una famosa perla di saggezza che mi piace scriverla: 

Il pessimista trova difficoltà in ogni nuova esperienza o cambiamento mentre l’ottimista vede soltanto opportunità e sfida”.

Conosco persone che perdono molto tempo nel lamentarsi e qualsiasi contrarietà sostiene e giustifica il loro pianto. 

Quando il sole dirada la nebbia del mattino umido, si scopre di aver trascorso inutilmente l’alba.    

ETT: Luigi, come al solito ti allontani dal racconto per finire nel tuo inseparabile romanticismo.

LUIGI: Se non fossi romantico, credo che potrei partire con te e lasciare per sempre questa Terra.

ETT: Non pensare che un giorno tu non possa farlo!

LUIGI: Per ora, afferro strettamente il mio pianeta blu.
Ho ancora molto da chiedergli e i miei affetti anelano emozioni.   

.
.
(continua) 

venerdì 12 settembre 2014

Pon a Londra

 
(continuazione art. precedente)


Inizia così una permanenza in terra straniera che durerà 20 giorni.

Concluse le prime fasi logistiche legate alla sistemazione negli appartamenti, la compagnia era pronta per l’assalto alle bellezze inglesi.

ETT: Scusami Luigi, ma non eravate lì per motivi di studio?

LUIGI: Non hai ancora imparato, mio caro extraterrestre, che noi umani siamo in grado di fare più cose contemporaneamente?

ETT: Come al solito! 
Siete multi - operanti nella sequenza che più vi conviene cercando di attenervi a disposizioni generali partorite da altre menti.

LUIGI: Sì, infatti! 
Pensa un po’ che per riferirci a tali regolamenti usiamo anche acronimi: PON, POF, IFTS.

Comunque, è vero, i 36 ragazzi avevano un obiettivo ben preciso: IMPARARE a leggere, scrivere e parlare la lingua di Shakespeare e a tal scopo, i quattro docenti tutor dovevano vigilare affinché l’obiettivo non si smarrisse.

ETT: Suppongo che vivendo nel luogo dove si parla la lingua da imparare si studia senza la penitenza dello sforzo.

LUIGI: Esattamente! 
In supporto del piacere come motore dello studio, i miei ragazzi hanno seguito le lezioni classiche soltanto per mezza giornata, destinando il resto del tempo alle attività ludiche.

ETT: Si tratta, quindi di una immersione totale nel respiro inglese?

LUIGI: La speranza è questa! 
Purtroppo Londra pullula di italiani e allora capita di entrare in un bar e chiedere la consumazione nella lingua più facile, saltando così, il confine nazionale.

Nulla da fare, invece, per le indicazioni di viaggio, la pubblicità, i giornali gratuiti distribuiti nei punti di accesso alla metropolitana; per questi era tutto riportato in perfetta lingua inglese. 

In fondo, credo che il divertimento sia un ottimo pennello che bagnato con i colori delle bellezze naturali di Londra, dipinge di gioia anche il tempo dello studio.

Poiché, sono sicuro che qualcuno dei miei ragazzi leggerà questo nostro dialogo, continuo per un tratto il racconto in inglese. 

Tu, da extraterrestre, non avrai problemi per capirmi, vero?

ETT: Certo, continua!

( per chi ha problemi con l'inglese, salti all'ultima frase di questo articolo)

 
LUIGI: A researcher called Roy Baumeister conducted an evil experiment. 

He made a room smell like freshly baked cookies. 

Then he put on the table two plates. One contained the cookies themselves.

Freshly baked. Dripping with chocolate chips. 

In the other plate he put some radishes.

Students were called to the room one by one.

To half, he said "Please eat the cookies. Don't touch the radishes." 

To the other half, he said "Eat the radishes. Don't touch the cookies." 
Then Baumeister left the room.

The radish group weren't happy. They really wanted to eat the cookies. 

Later the researcher came back and asked the students to do a paper-puzzle.

 He said: "This is unrelated. But please do this while you wait. You can just quit any time you like". 

What do you think happened? 

The puzzle looked easy but was actually quite difficult, and needed a lot of willpower to finish.
The people who had eaten the cookies did it OK but the people who had eaten the radishes? Completely different. 

They got irritated and angry. The called the researcher "an idiot for making us do this stupid test". Most quit before they finished. 

Some just left the room, annoyed. 

You see, willpower is NOT something we "have" or "don't have". 

Will power is a muscle that gets tired through overuse.
The people who ate the cookies didn't need to resist the radiche so they didn't use their willpower.

But the people who were forced to resist the delicious smelling cookies used all of their willpower.
So they were unable to complete the puzzle. What this means for you, is this. 

If you try to FORCE yourself to study English your willpower will fail and you won't be able to do it. You'll feel bad about yourself.

 Get frustrated and maybe even quit. 

The solution? 

Making English a fanny habit. Habits don't need willpower. Because they happen automatically.   

La gioia e l'amore per ciò che si fa sono come l'olio e la benzina per un motore di un'automobile. 

(continua nel prossimo articolo)

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