ETT: Caro Luigi, è da molto tempo ormai che
osservo gli umani e credo di non sbagliare definendo primario il vostro bisogno
di vivere continuamente scossi dalle emozioni.
Il vostro “piacere”, motore di
tutte le attività, riesco a leggerlo nei sorrisi, negli abbracci, negli applausi
e in tutte le manifestazioni d’affetto che vi vede protagonisti.
In questa tua
avventura londinese, allegria, segni di amicizia e gesti affettuosi, sono stati
sparsi ovunque e con regolarità.
LUIGI: E’ vero ciò che dici.
I ragazzi alla
loro età non hanno quelle responsabilità che fanno procedere gli adulti a muso
duro.
Ho ancora negli occhi e nelle orecchie le
canzoni ritmate con i battiti di mano nelle lunghe e affollate gallerie della
metropolitana.
Che dire dei balli improvvisati nei giardini
o dei commenti ad alta voce, seguiti da rumorose risate?
Il serpentone di 43 persone che si snodava
per le strade ricche di Londra era l’immagine di una Italia bella, giovane e vivace.
Nel tempo di percorrenza, molte amicizie si
sono rinsaldate, molti compagni si sono conosciuti a fondo, molte parole si
sono dette.
Tutto questo fa parte della vita umana,
Ett.
ETT: Stai tentando di innescare la mia
invidia?
LUIGI: No, sto tentando di non parlare
sempre in negativo.
Sono convinto che, pensando e agendo con
spirito buono, qualsiasi contrarietà si scioglie nel sorriso.
Con questo non
intendo dire che noi umani non abbiamo problemi; con l’animo sereno le
avversità perdono sostanza e si favorisce la mente a cercare nuove soluzioni.
A
tal proposito ricordo una famosa perla di saggezza che mi piace scriverla:
“Il
pessimista trova difficoltà in ogni nuova esperienza o cambiamento mentre l’ottimista vede soltanto opportunità e sfida”.
Conosco persone che perdono molto tempo nel
lamentarsi e qualsiasi contrarietà sostiene e giustifica il loro pianto.
Quando
il sole dirada la nebbia del mattino umido, si scopre di aver trascorso inutilmente
l’alba.
ETT: Luigi, come al solito ti allontani dal
racconto per finire nel tuo inseparabile romanticismo.
LUIGI: Se non fossi romantico, credo che
potrei partire con te e lasciare per sempre questa Terra.
ETT: Non pensare che un giorno tu non possa
farlo!
LUIGI: Per ora, afferro strettamente il mio
pianeta blu.
Ho ancora molto da chiedergli e i miei
affetti anelano emozioni.
.
.
(continua)
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