LUIGI: Ancora una nuova esperienza, amico mio.
Venti giorni nel regno della regina Elisabetta!
ETT: Si è realizzato ciò che volevi!
LUIGI: Certo. Non proprio come avevo immaginato ma, tutto
sommato, sono soddisfatto.
ETT: Avrai respirato “inglese” a sazietà, spero!
LUIGI: Intanto devo dirti che dimorando in terra inglese per
tanto tempo, ho subito una piccola rivoluzione nelle mie abitudini quotidiane;
in più, ho scosso la coscienza a causa delle grandi differenze ambientali notate.
ETT: Sono contento per te! Coraggio, inizia a raccontarmi
tutto.
LUIGI: Raccontando a te la terra della regina Elisabetta
II, continuo a vivere quei magici momenti.
Il 20 di agosto una comitiva di trentadue alunni e quattro
insegnanti rispondono alla chiamata europea: “Get a move on” e “English
plus” .
Caricati dall’onere di far tesoro della vita inglese, i
prodi discenti salgono su un aereo che in due tappe li porterà nella terra di
Shakespeare.
L’eccitazione per l’avvio della nuova avventura, fa
dimenticare la notte insonne appena trascorsa.
Facce nuove per visi conosciuti!
Ogni giovane esploratore riflette nei modi e nelle parole
quell’ansia tipica di chi parte per un’esperienza meravigliosamente prefigurata
nella mente.
In questo immaginario, esiste spazio soltanto per le luci;
le ombre e le fatiche sono trasparenti.
Anche i genitori partecipano a questo scenario suggestivo.
Essi cercano di vedere con gli occhi dei loro figli e tentano di condividere
quella gioia che fu per qualcuno e assente per altri.
Per tutti, questa esperienza all’estero è un dono con il
quale gratificano il loro figli e se stessi.
Grazie al loro cuore, i ragazzi
sono i più bravi.
Dall’aereo in decollo fino alla UEL Docklands di Londra,
si estende quel sottilissimo cordone ombelicale che permette tramite il
telefonino di continuare a far risuonare le parole di “Mamma” e “Papà”.
Ai quattro insegnanti, consci delle attese dei genitori,
non resta che accettare il patto di adozione di 32 minori per 20 giorni.
I professori in questo contesto hanno un abito diverso per
i ragazzi.
Non sono quegli antipatici distillatori di voti; sono figure sicure,
presenze morali a cui far domande e a cui ricorrere per qualunque problema.
La varietà caratteriale del corpo accompagnatore è tale da
assicurare sempre dolcezza, equilibrio, fermezza, controllo e disponibilità.
Il primo problema da affrontare si presenta subito: la
paura del primo volo per qualcuno dei neo-espatrianti.
E’ incredibile, però,
come una paura possa trasformarsi in occasione di brio studentesco quando
l’atterraggio si conclude con uno scrosciante applauso ai piloti.
Il fresco clima inglese ci accoglie in una mattinata
inoltrata che ci fa dimenticare il caldo opprimente di agosto lasciato in
Italia.
(continua nei prossimi articoli)
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