lunedì 24 settembre 2018

Domani sarò diverso.


 
 
 
 
 
Domani sarò diverso.

Oggi sono come ieri.

Raccolgo piccoli pezzi del passato
per far il mio presente.

Domani sarò diverso ...
perché avrò dimenticato.

Oggi mi accontento dell’illusione.

Domani sarò diverso ...
perché la speranza mi blandirà.

Oggi resto con me stesso.
Unica persona a cui ho dato fiducia.

lunedì 10 settembre 2018

Discutere

Discutere della vita con le persone che la consumano, è come parlare della loro testa staccata dal corpo!

Qualunque significato che non sia riferito ai momenti in cui la stessa testa è attaccata al corpo, rimane sospeso nell’aria delle possibilità, vagamente imbevuto di consapevolezza. Purtroppo, in quei momenti ci si dimentica di averla. 

Questa parte del corpo posta più in alto di tutte, contiene il cervello: fiore all’occhiello della specie umana. La perfetta biologia nasconde la sua importanza e invita il suo possessore a trattarla come una suppellettile funzionale da mostrare come oggetto corporeo di contemplazione. 

Le giovani ragazze perdono tempo e denaro per fornirle tutte le cure estetiche. Capelli impagliati in forme stravaganti, labbra rosse richiamanti desideri liberamente immaginabili, polvere paradisiaca nascondente antipatiche imperfezioni della pelle e infine, i contorni occhi disegnanti albe boreali o tramonti romantici, delineano un viso scolpito sulla testa contenitore dell’unico oggetto impossibile da truccare.

Il centro direzionale del nostro corpo mostra e dispone durante la giovane età, recalcitra a delegare il suo potere, recalcitra a formarsi attraversa la disciplina dello studio; gode nel compiacere di se stesso, annegando nella presunzione. 

La funzionalità è strettamente legata a un automatismo stabilito per immagini riflesse che alcuni chiamano intuito, ma che corrisponde, in maniera meno nobile, all’imitazione per istinto degli animali. 

Con il passare del tempo, insieme al bussare della biologia non più perfetta, l’uso del pilota automatico per governare le attività della vita diventa sempre meno pratico e poco piacevole. 

I mal di testa, i vuoti di memoria, le distrazioni, i capelli bianchi (per quelli che rimangono), ti costringono a “pensare”.

Si procede come l’operato di un ragioniere facendo conti con le risorse accumulate durante il corso della vita e come per miracolo, siamo sempre più attenti a ciò che ci succede intorno. 

Ci rendiamo conto che la testa ha un altro funzionamento e che essa non è l’unico centro servizi. Scopriamo il “cuore”, la saggezza, i piaceri della consapevolezza.

Infine, ci sentiamo traditi quando, potendo offrire tanto, rivediamo nei nuovi giovani gli stessi peccati commessi da noi in un tempo lontano.

Ci scopriamo passivi ma con un cuore pieno di energia che vuole volare lontano dal nostro corpo.

mercoledì 25 luglio 2018

Bontà falsa

Nella vita quotidiana tutti sperimentiamo un tipo di bontà che con l’essere buono non ha nessuna relazione.

Si tratta di una bontà confezionata su un modo particolare di vivere le relazioni sociali, utili per lenire un dolore psicologico derivante da un’infanzia carente di vero amore.

Coloro che sono colpiti da questa malattia dell’anima vivono un dissidio interiore che spesso non si spiegano e adducono motivazioni legate a condizionamenti subiti dall’esterno. 

Questi sfortunati vivono strettamente dipendenti da come si comportano gli altri e di conseguenza, giustificano così le loro reazioni.

Alcune volte si rendono conto dei modi scorretti che assumono ma si riparano sotto la coltre del diritto a reagire.

Potete individuarli molto facilmente perché appaiono molto disponibili, quasi ubbidenti ai vostri consigli o desideri.

L’analisi più profonda della situazione conduce sempre a scoprire un loro rendiconto nascosto, un privilegio ottenibile, una “vendita” dell’immagine della bontà. 

Le vittime dei falsi buoni scoprono a posteriori gli effetti negativi delle azioni fraudolenti per cui normalmente, i poveri malcapitati si sentono traditi, ingannati, delusi, debilitati anche a rivalersi. 

Potreste chiedere conto a questi personaggi delle loro azioni, ma otterreste risposte puerili, inconsistenti, quasi che tutto derivasse da equivoci, frutto di scelte non intenzionali.

Vi consiglio di sorridere davanti alle piccole vendette orchestrate da loro; riflettendo scoprireste quanto impegno, tempo ed energia consumano per conseguire bassi risultati.

I falsi buoni sono costretti a vendere la loro serietà e a rimanere bloccati a un’età infantile che giornalmente si scontra con quella del loro aspetto fisico.  

I falsi buoni non dimenticano un presunto torto subito, lo erigono ad onta da lavare, a vendetta da consumare.

Incontrando un falso buono, offrite la possibilità di uscire dal circolo vizioso che non gli consente di esprimere la sua tenerezza interiore. 

Uno dei modi per aiutarlo consiste nel manifestare un’amicizia diversa da quella a cui è stato abituato dalle sue debolezze; noterete molto impaccio e avrete disinnescato una trappola tesa non soltanto alla vostra persona.


giovedì 28 giugno 2018

Essere umani

 Immagine correlata
 
 
 
 
 
 
Se incanti nel fissare la luna piena …

Se ti perdi nella meraviglia del cielo stellato ...

Se ti parte un respiro profondo davanti alla maestosità del mare …

Sicuramente ….  tremi al rombo di un tuono.

Non riesci a trattenere lacrime mentre vedi un film d’amore.

Ti commuove la grazia di un bambino.

Ti nasce spontaneo lo slancio per aiutare chi è in difficoltà.


Sii felice per questo.

Perché hai il dono di emozionarti…  
e ….. stai dando senso al tuo vivere.

Il tempo non ti potrà mai invecchiare dentro.
 
Sai che cos’è l’amore senza averlo appreso dai libri.

lunedì 11 giugno 2018

le favole


Leggere le favole ha molteplici implicazioni, tutte importanti per la crescita intellettuale. 
Accompagna dolcemente al sonno quando la vita diventa turbinosa. 
Sollecita la fantasia. 
Stimola il positivismo. 
I momenti di lettura appaiono sublimi. 
Si confonde l'immaginario con il reale. 
Si avvicina quello che è considerato impossibile al possibile. 
Si dà sapore allo spazio di vita. 
Inoltre, favorisce la  passione per la lettura e stimola l'intelligenza e la curiosità.
Tutti sanno poi che le favole hanno sempre una morale e insegnano qualcosa, comunicando con la sfera emotiva più che con la sua parte razionale. 
Ecco perché le favole sono  consigliate dagli psicologi nell'età dello sviluppo del bambino. 
Aiutano a superare eventuali disturbi della personalità.
Identificandosi nei personaggi delle fiabe, il lettore trova una similitudine con il suo stato d'animo e la risoluzione di eventuali conflitti. 
Ti sei mai chiesto perché certe favole classiche sono così paurose
Non vogliono certo spaventare, anzi aiutano ad esorcizzare la paura.
Ti sei mai chiesto perché certe favole classiche sono così irreali
Non vogliono certo illudere, anzi aiutano ad essere decisi e ottimisti.
Ti sei mai chiesto perché chi non ha letto favole tende a isolarsi e appare poco emotivo
Non vogliono certo la durezza dei cuori, anzi aiutano a far crescere in sensibilità, comprensione e disponibilità per il prossimo.
Leggendo si vive la vita di chi scrive .... nelle sue vicende ma soprattutto nel suo sentir dentro.


giovedì 7 giugno 2018

Vecchi dentro

È facile ritrovarsi soli con i propri pensieri ancora legati a un mondo antico.

Ti soffermi su idee a cui sei ancora fedele ma che richiamano un passato lontano.

Poi esamini quel passato e non ti convinci che sia veramente lontano.

Ti sovviene in mente la frase  fatta “i tempi cambiano” ed è allora che pensi di essere tu a essere rimasto immutato.

Tenti di scoprire quale sia la tua inadeguatezza, ma ciò ti sembra innaturale.

Sorridi quando focalizzi l’immagine di chi porta pantaloni strappati per moda!

Invece, ti assale un senso sconforto quando sei costretto ad accettare come “vecchie” le buone maniere. 

Sei antico ed è imbarazzante mostrarlo, se accusi fastidio quando ascolti parolacce usate come rafforzativi in un discorso che non ha nulla di serio.

Sì, è proprio così! Perché sei vecchio!

Le canzoni con parolacce sono simpatiche e accattivanti. I dialoghi con insulti sono interessanti! Chiamarsi "amò" è una abitudine o riempitivo verbale, ma non una dichiarazione di affetto.

Considerare il far sesso come premessa per iniziare una qualunque relazione tra uomo e donna, è un fatto scontato. Le riprese fatte con il telefonino di suicidi, di incidenti, di stranezze varie…. sono virali!!

Essere in linea con il tempo, quindi, significa rinnegare il mondo in cui sei cresciuto. Quel mondo in cui si dava del “voi” ai genitori e agli anziani.

Quel mondo in cui gli amici si dividevano ciò che avevano; si aiutavano senza pensarci due volte. Quel mondo in cui stare senza soldi in tasca non era una tragedia. Quel mondo in cui i ragazzi conquistavano le ragazze con la gentilezza e la simpatia.

Non esistevano i telefonini, ma i genitori sapevano dove e come trovarci.

Non esisteva Internet, ma sapevamo a chi chiedere quando avevamo dubbi.

Eravamo consapevoli che occorreva studiare se volevamo raggiungere qualche traguardo importante nella vita.

Per questo motivo avevamo rispetto e considerazione dei professori.

Nessuno si sognava di parlar male dei professori a casa, perché eravamo certi di non essere creduti.

Nessun genitore reclamava diritti legali per il proprio figlio, perché sapevano di affidarli a persone serie e responsabili.

Nella scuola esistevano poche ed efficaci regole suggerite dal buon senso e sana educazione.

Se il cambiamento mi vuole diverso da quello che sono….. mi arrendo, resto vecchio!!
 

giovedì 29 marzo 2018

La parola "Amore"

La parola “Amore” è una delle più usate nella lingua parlata. 

Produce un bel suono, concilia con il prossimo e infonde bontà. Sembrerebbe che dietro la sua pronuncia si nascondi una magia che produce effetti benefici sul feeling umano. 

La ritroviamo nei libri sacri, nei romanzi da retrobottega, nelle scienze occulte, in tutte le storie di passione e sesso, ma raramente nelle riviste scientifiche.
“Amore” è un sostantivo, identifica qualcosa di poco tangibile ma che tutti hanno l’impressione di conoscere bene.
L’agire secondo quanto indicato da “amore” è “Amare”. 

Ciò significa che amare deve essere attività, egoisticamente tradotta in passività o, al contrario, in una generosa intraprendenza.
Tutti sappiamo che l’agire umano, se non è accompagnato da razionalità; assume forme di stupidità o almeno, di ordinaria abitudine. 
Sappiamo inoltre, che la razionalità è una dote che si acquisisce con la crescita culturale. In altre parole, il “sapere” è il solido mattone che pavimenta la razionalità e su cui si costruisce il castello dell’amore.

La prima regola appare evidente: per amare bisogna raggiungere la maturità di spirito. 
Le strade da percorrere per giungere a questa nobile destinazione possono essere diverse: lo studio, l’osservazione o il classico “colpo sulla testa”.  

Purtroppo, quando non si è consapevoli di amare, si abbracciano illusioni, conseguenze di errate concezioni o presunte certezze.

La confusione più grande che si fa è quella di accreditare amore al trasporto sentimentale, spesso legato alle nostre mancanze o ai bisogni determinati dai difetti di crescita.

Amare non è cercare qualcosa che mi fa star bene come, per esempio, una pillola per il mal di testa, o qualcuno/qualcosa che cacci la mia solitudine o, ancor peggio, qualcuno/qualcosa che mi procuri piacere.

Amare non è un lasciarsi trasportare dalla passione come una barca alla deriva (bello e comodo, vero?).

Amare una donna/uomo non è il piacere nel tempo dello spupazzare. Se l’amore fosse solo questo, avremmo avuto uno strano, inutile e stupido regalo dal Creatore.

L’amore contiene qualche ingrediente scomodo: lavoro, sacrificio, responsabilità, pazienza, tolleranza, libertà, sensibilità ... e tante altre qualità che possederle in blocco significherebbe essere santi subito.

Appare evidente, quindi, che all’amore ci si avvicina crescendo, imparando …. Amando. Ogni passo vuole impegno, promesse e dedizione costante. 

Il premio è altissimo. Consiste nel conoscere il sapore del vivere, nella conquista della propria autostima.

Amando nel modo corretto svuota le parole di ambiguità. Si riempie la propria vita di una gioia interiore che va oltre l’esultanza e lo stordimento. 

Si diventa calamite di soddisfazioni e diffusori di serenità. 
 

mercoledì 21 marzo 2018

Gli anziani

 Risultati immagini per nonno

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Ricordo quell’età breve
dove tutto era grande.

Legato al pensiero in alto
attendevo il mio futuro.

Comparse di quell’antico presente erano gli anziani.

Visi incavati,
passi lenti,
spalle curve, 
portavano la pesante storia tra i nuovi germogli.

Ero convinto che l’esperienza non poteva sbagliare, 
loro vestivano  saggezza.

Coloravo di bontà il peso degli anni vissuti.

La cattiveria non poteva essersi fermata nei loro cuori.
Raccontavano di lontani dolori, ignobili privazioni e …. tanto lavoro.

Rispetto era l’unico modo per omaggiarli.
E al tirare di quel mezzo sorriso, l’aria brillava di umanità.

Or è tutto diverso.
Non c’è tempo per loro.
Sono ingombranti.
Si sopportano per quel centesimo della pensione.

Non era il futuro che immaginavo per loro.


Post più letti in assoluto

Per chi ama leggere in spagnolo