lunedì 10 settembre 2018

Discutere

Discutere della vita con le persone che la consumano, è come parlare della loro testa staccata dal corpo!

Qualunque significato che non sia riferito ai momenti in cui la stessa testa è attaccata al corpo, rimane sospeso nell’aria delle possibilità, vagamente imbevuto di consapevolezza. Purtroppo, in quei momenti ci si dimentica di averla. 

Questa parte del corpo posta più in alto di tutte, contiene il cervello: fiore all’occhiello della specie umana. La perfetta biologia nasconde la sua importanza e invita il suo possessore a trattarla come una suppellettile funzionale da mostrare come oggetto corporeo di contemplazione. 

Le giovani ragazze perdono tempo e denaro per fornirle tutte le cure estetiche. Capelli impagliati in forme stravaganti, labbra rosse richiamanti desideri liberamente immaginabili, polvere paradisiaca nascondente antipatiche imperfezioni della pelle e infine, i contorni occhi disegnanti albe boreali o tramonti romantici, delineano un viso scolpito sulla testa contenitore dell’unico oggetto impossibile da truccare.

Il centro direzionale del nostro corpo mostra e dispone durante la giovane età, recalcitra a delegare il suo potere, recalcitra a formarsi attraversa la disciplina dello studio; gode nel compiacere di se stesso, annegando nella presunzione. 

La funzionalità è strettamente legata a un automatismo stabilito per immagini riflesse che alcuni chiamano intuito, ma che corrisponde, in maniera meno nobile, all’imitazione per istinto degli animali. 

Con il passare del tempo, insieme al bussare della biologia non più perfetta, l’uso del pilota automatico per governare le attività della vita diventa sempre meno pratico e poco piacevole. 

I mal di testa, i vuoti di memoria, le distrazioni, i capelli bianchi (per quelli che rimangono), ti costringono a “pensare”.

Si procede come l’operato di un ragioniere facendo conti con le risorse accumulate durante il corso della vita e come per miracolo, siamo sempre più attenti a ciò che ci succede intorno. 

Ci rendiamo conto che la testa ha un altro funzionamento e che essa non è l’unico centro servizi. Scopriamo il “cuore”, la saggezza, i piaceri della consapevolezza.

Infine, ci sentiamo traditi quando, potendo offrire tanto, rivediamo nei nuovi giovani gli stessi peccati commessi da noi in un tempo lontano.

Ci scopriamo passivi ma con un cuore pieno di energia che vuole volare lontano dal nostro corpo.

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