Discutere della vita con le
persone che la consumano, è come parlare della loro testa staccata dal corpo!
Qualunque significato che non sia
riferito ai momenti in cui la stessa testa è attaccata al corpo, rimane sospeso
nell’aria delle possibilità, vagamente imbevuto di consapevolezza. Purtroppo,
in quei momenti ci si dimentica di averla.
Questa parte del corpo posta più in
alto di tutte, contiene il cervello: fiore all’occhiello della specie umana. La
perfetta biologia nasconde la sua importanza e invita il suo possessore a
trattarla come una suppellettile funzionale da mostrare come oggetto corporeo
di contemplazione.
Le giovani ragazze perdono tempo e denaro per fornirle tutte
le cure estetiche. Capelli impagliati in forme
stravaganti, labbra rosse richiamanti desideri liberamente immaginabili,
polvere paradisiaca nascondente antipatiche imperfezioni della pelle e infine,
i contorni occhi disegnanti albe boreali o tramonti romantici, delineano un
viso scolpito sulla testa contenitore dell’unico oggetto impossibile da truccare.
Il centro direzionale del nostro
corpo mostra e dispone durante la giovane età, recalcitra a delegare il suo
potere, recalcitra a formarsi attraversa la disciplina dello studio; gode nel
compiacere di se stesso, annegando nella presunzione.
La funzionalità è
strettamente legata a un automatismo stabilito per immagini riflesse che alcuni
chiamano intuito, ma che corrisponde, in maniera meno nobile, all’imitazione
per istinto degli animali.
Con il passare del tempo, insieme
al bussare della biologia non più perfetta, l’uso del pilota automatico per
governare le attività della vita diventa sempre meno pratico e poco piacevole.
I mal di testa, i vuoti di
memoria, le distrazioni, i capelli bianchi (per quelli che rimangono), ti costringono
a “pensare”.
Si procede come l’operato di un
ragioniere facendo conti con le risorse accumulate durante il corso della vita
e come per miracolo, siamo sempre più attenti a ciò che ci succede intorno.
Ci rendiamo conto che la testa ha
un altro funzionamento e che essa non è l’unico centro servizi. Scopriamo il
“cuore”, la saggezza, i piaceri della consapevolezza.
Infine, ci sentiamo traditi
quando, potendo offrire tanto, rivediamo nei nuovi giovani gli stessi peccati
commessi da noi in un tempo lontano.
Ci scopriamo passivi ma con un
cuore pieno di energia che vuole volare lontano dal nostro corpo.
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