venerdì 3 gennaio 2014

Fermiamo il massacro dei delfini





Quasi 15mila delfini vengono uccisi ogni anno nelle acque del Perù per poi essere usati come esche per catturare squali in pericolo di estinzione. Una nuova inchiesta ha costretto il governo ad esprimersi contro il massacro ma non stanno ancora facendo nulla di concreto e nel frattempo i delfini e gli squali continuano a essere uccisi. Possiamo fermare questo massacro se diventiamo una minaccia per la reputazione internazionale del Perù come meta turistica. Firma ora e condividi:

FIRMA LA PETIZIONE
Ho appena visto un filmato scioccante girato in Perù in cui si mostra come i pescatori stiano massacrando circa 15mila delfini ogni anno per usarli come esche per catturare squali in pericolo d'estinzione. Questa storia assurda mi ha fatto stare malissimo e ora sto lottando per mettere fine a questo incubo. Ti unisci a me?

Il governo del Perù si sta svegliando ora, ma non sta facendo abbastanza. La caccia ai delfini è già illegale e punibile con diversi anni di prigione, ma le autorità si girano dall'altra parte per non vedere, lasciando massacrare migliaia di delfini e squali. Quello che però importa, e molto, al governo è la reputazione del Perù nel mondo, specialmente per il turismo e se riusciremo a metterli sotto pressione con una campagna globale e di massa, sono sicura che cominceranno a fare veramente qualcosa per mettere fine al massacro

Non appena avremo raccolto un milione di firme da tutto il mondo rivolte al governo del Perù, Avaaz comprerà delle pagine a pagamento su riviste turistiche dei paesi da cui provengono il maggior numero dei turisti e il governo non potrà più ignorarci! Aiutami a fermare questa brutale mattanza firmando ora


Quando sono venuta a sapere di questa terrificante caccia al delfino ho capito di dover fare qualcosa prima che per delfini e squali sia troppo tardi. Allora ho deciso di far partire una petizione, condividendola con i miei amici e in meno di 24 ore l'hanno firmata più di 10mila persone!

I nostri oceani sono sotto attacco. Squali e delfini sono già minacciati da inquinamento, cambiamento climatico e dal rischio di finire intrappolati nelle reti da pesca. Giocano un ruolo importante come predatori dell'oceano e devono essere protetti, non sterminati. Molti ecosistemi marini rischiano un collasso dal quale non si potranno riprendere e non aspetteranno che i nostri politici smettano di fare dichiarazioni a cui non danno seguito.

Il turismo è la terza industria del Perù, e cresce molto più velocemente che in qualsiasi altro paese del Sud America. I visitatori vengono ad ammirare la nostra natura incontaminata e l'eco-turismo è sempre più importante. E se pubblicheremo le nostre dure accuse su giornali e riviste dei paesi chiave da cui provengono la maggior parte dei visitatori, faremo capire che il turismo è a rischio. Il nostro governo capirà che le persone non solo amano il nostro paese per il Machu Picchu e la cucina locale ma anche per i nostri oceani e la nostra fauna. Firma ora e condividi con tutti.

Con speranza ed emozione,

Zoe assieme al team delle Petizioni della Comunità di Avaaz

mercoledì 1 gennaio 2014

Il capodanno con ETT

Ett mentre saluta

(continuazione articolo precedente)


LUIGI: Ett, ti chiedo una eccezione, dammi una prova che dimostri di essere veramente un extra.

ETT: Quale prova vuoi?

LUIGI: Attraverso le mie parole fai giungere un segnale alla mia amica che la missione, di cui mi ha parlato, le ha tolto la gioia proprio il giorno di Natale.

ETT: Rispetto tantissimo il dolore della tua amica e sarei meno extra se abusassi dei miei poteri per giocare con i suoi sentimenti.
Voglio semplicemente correggere una tua parola: la missione non “toglie” la gioia ma la trasforma ad un livello superiore che soltanto la tua amica sperimenta.

LUIGI: Probabilmente hai ragione, però il dolore che si prova è immenso.

ETT: Luigi, sappi, fintantoché si ragiona sulla base di un paradigma di pensiero, consolidato da un’antica accettazione, non si possono scrutare nuovi orizzonti e ogni segnale promettente una rivoluzione di vedute viene deriso o nel caso migliore, ignorato. Tutto questo significa che, nonostante tutte le mie spiegazioni, fino a quando resti umano non potrai fare altro se non affidarti ai tuoi strumenti che, come ben sai, sono limitati e fortemente approssimati.

LUIGI: Le tue argomentazioni sono convincenti e personalmente credo l’esperienza umana, quantunque trasmissibile rimane sempre una realtà individuale. Il dolore o la gioia, marcano l’esistenza degli uomini agendo come onde sullo scafo fragile di leggere barche. Ognuna di queste barche si aiuta come può, sfruttando i modesti mezzi a disposizione per galleggiare sull’acqua solitamente agitata.

ETT: Per quanto credo di capire, hai ammesso che voi uomini avete grandi problemi da superare per giungere ad una reciproca completa comprensione e quindi, come pretendete di leggere nel futuro o intercettare intelligenze superiori?

LUIGI: Stranamente, pur conoscendo i nostri limiti, dimentichiamo di tenerli in considerazione. Forse questo è uno dei motivi per cui tentiamo di evolverci senza cadere nel dramma dell’autocommiserazione.

ETT: Infatti, siete in grado di dimenticare facilmente il vostro passato.

LUIGI: Si tratta di un dono della nostra biologia che, pur essendo molto sensibile alle esperienze traumatiche, si affretta a dimenticarle.

In occasione del giorno di capodanno si svolge un rituale che conferma questa inconsapevole predisposizione del nostro corpo.

Il primo giorno dell’anno, dimenticando ciò che normalmente siamo o facciamo, ci ripromettiamo grandi cambiamenti comportamentali, svolte decisive sulla conduzione della vita ed il tutto lo immergiamo nelle nostre buone intenzioni e in una speranza amichevole di un destino benevolo.

ETT: Vivere nella dimensione del tempo comporta l’esperienza del prima e del dopo per misurare il vostro punto d’esistenza.

Nel momento in cui si guarda nel passato, annebbiato dall’oblio, tutto quello che si potrebbe fare o pensare, trova i suoi strumenti o stimoli nel futuro. 

Si finisce, così, di perdere la consapevolezza di vivere nel presente.

Quando siete giovani il passato è ristretto mentre il futuro è illimitato per cui il presente si contamina del senso di eternità.

Nell’età matura succede il contrario; un limitato e in continuo assottigliamento del futuro, contrapposto ad un altare del passato che processa l’anima. 

Il futuro tenta di spostarsi nel presente e il modo di “vedere” la vita si impregna di saggezza.

LUIGI: Hai perfettamente ragione, Ett! 
Il nostro guaio è proprio il tempo che pensiamo di averne abbondante all’inizio della vita e pochissimo mentre questa si conclude.

Fa rabbia pensare che nella fase della vita in cui il tempo si potrebbe utilizzare propriamente, non abbiamo al meglio le risorse fisiche per farlo. A dispetto della consapevolezza raggiunta, l’anzianità rende difficile la comunicazione con giovani poiché gli strumenti comunicativi nel frattempo sono cambiati.    

ETT: Luigi, i giovani sono nel vostro tempo ma non vi appartengono, né potete entrare in quello loro, poiché essi appartengono al futuro che per gli anziani non esiste in quanto presente.

LUIGI: Quindi, mio caro amico, l’uomo non è solo soltanto a causa dell’incomunicabilità con l’universo e con il suo simile, ma anche per l’effetto del tempo che lo separa all’interno del periodo generazionale di esistenza.  

ETT: Purtroppo, sì! 
Consolati, però, pensando al dono che lo stesso tempo vi fa, e cioè, la capacità di dimenticare il dolore.

LUIGI: Questa tua rivelazione mi rattrista. 
Mi fa sembrare ingenuo anche lo scambio di auguri che con gioia ogni anno in occasione di capodanno rinnoviamo tra allegri festeggiamenti.

ETT: Non devi essere triste Luigi, il sole sorge anche se troverà le nuvole interposte tra sé e la terra. 

La condizione umana è quella che conosci con le sue bellezze e le sue limitazioni.

Consuma il tuo tempo nel migliore dei modi possibili e avrai risposto alla legge per la quale sei nato. 

Avrai tempo nella dimensione “senza-tempo” per capire compiutamente ciò che all’umanità sta succedendo.

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