La parola “Amore” è una delle più usate nella lingua parlata.
Produce un bel suono, concilia con il prossimo e infonde bontà. Sembrerebbe che
dietro la sua pronuncia si nascondi una magia che produce effetti benefici sul
feeling umano.
La ritroviamo nei libri sacri, nei romanzi da retrobottega,
nelle scienze occulte, in tutte le storie di passione e sesso, ma raramente
nelle riviste scientifiche.
“Amore” è un sostantivo, identifica qualcosa di poco
tangibile ma che tutti hanno l’impressione di conoscere bene.
L’agire secondo quanto indicato da “amore” è “Amare”.
Ciò
significa che amare deve essere attività, egoisticamente tradotta in passività
o, al contrario, in una generosa intraprendenza.
Tutti sappiamo che l’agire umano, se non è accompagnato da
razionalità; assume forme di stupidità o almeno, di ordinaria abitudine.
Sappiamo inoltre, che la razionalità è una dote che si acquisisce con la
crescita culturale. In altre parole, il “sapere” è il solido mattone che
pavimenta la razionalità e su cui si costruisce il castello dell’amore.
La prima regola appare evidente: per amare bisogna raggiungere
la maturità di spirito.
Le strade da percorrere per giungere a questa nobile destinazione
possono essere diverse: lo studio, l’osservazione o il classico “colpo sulla
testa”.
Purtroppo, quando non si è consapevoli di amare, si abbracciano
illusioni, conseguenze di errate concezioni o presunte certezze.
La confusione più grande che si fa è quella di accreditare
amore al trasporto sentimentale, spesso legato alle nostre mancanze o ai
bisogni determinati dai difetti di crescita.
Amare non è cercare qualcosa che mi fa star bene come, per
esempio, una pillola per il mal di testa, o qualcuno/qualcosa che cacci la mia
solitudine o, ancor peggio, qualcuno/qualcosa che mi procuri piacere.
Amare non è un lasciarsi trasportare dalla passione come una
barca alla deriva (bello e comodo, vero?).
Amare una donna/uomo non è il piacere nel tempo dello
spupazzare. Se l’amore fosse solo questo, avremmo avuto uno strano,
inutile e stupido regalo dal Creatore.
L’amore contiene qualche ingrediente scomodo: lavoro, sacrificio,
responsabilità, pazienza, tolleranza, libertà, sensibilità ... e tante altre qualità
che possederle in blocco significherebbe essere santi subito.
Appare evidente, quindi, che all’amore ci si avvicina crescendo,
imparando …. Amando. Ogni passo vuole impegno, promesse e dedizione costante.
Il premio è altissimo. Consiste nel conoscere il sapore del
vivere, nella conquista della propria autostima.
Amando nel modo corretto svuota le parole di ambiguità. Si
riempie la propria vita di una gioia interiore che va oltre l’esultanza e lo
stordimento.
Si diventa calamite di soddisfazioni e diffusori di serenità.