Non capisco la convinzione diffusa che fa
intendere la presenza di un’entità esterna che, sapendo dell’ingresso del nuovo
anno, ci predispone un futuro che vorremmo fosse migliore del presente.
Questa entità per molti è un Dio, per altri
il destino, per altri ancora un capriccioso caso.
In tutti i casi si percepisce
una figura che, in relazione al nostro modo di agire, è quasi predisposta a
spianarci la via del futuro.
L’entità può influenzare la nostra salute, il
nostro successo negli affari e nell’amore; siamo convinti che questa può
disporre dello sviluppo della nostra vita.
Implicitamente, sentiamo di essere
passivi, impotenti ai suoi capricci per cui anche le disgrazie che ci piovono
addosso, non dipendendono da noi, non ne siamo responsabili e quindi, siamo
sempre degni di comprensione o di una benevola assoluzione.
Qualcuno di noi, ha la sensazione che, nel
ruolo di costruttore del proprio futuro, un posto nella scala decisionale
comunque lo abbiamo e per questo, enuncia un piano di buoni propositi che
rimarranno scritti nell’aria del primo gennaio.
Credo, invece, che dovremmo prendere atto
che siamo noi i costruttori della vita e che ciò che siamo è il risultato di
quello che abbiamo fatto, delle decisioni prese, delle rinunce e degli
investimenti operati.
Il quadro economico, sentimentale,
professionale che ci incornicerà il primo gennaio del prossimo anno, sarà
quello che inizieremo a costruire ora.
Se siamo attivi da subito, faremo
incontrare l’opportunità con la preparazione pronta a coglierla.
Per molti,
questo modo di approcciarsi con la vita e chiedere a essa il meglio, si chiama
FORTUNA.
Chi disponendo delle stesse opportunità e
non le ha saputo sfruttare, attribuisce staticamente il merito alla fortuna.
Nasce così, quel sentimento di sconfitta chiamato INVIDIA, con il quale lo
sfortunato utilizza le armi del discredito per nascondere i propri peccati e
quella serie d’insufficienze determinate dalla pigrizia.
Presumo che qualcuno obietti facendo notare
che per qualunque attività servono gli attrezzi, le condizioni, gli
investimenti, gli stimoli, che spesso non dipendono della volontà di chi vuole
modellare il proprio futuro.
Ovviamente, non potrei dissentire, ma
ribalto la questione ponendovi un interrogativo:
Quando vorremmo iniziare un’attività, facciamo sempre tutto quello che serve per intraprenderla?
Quando vorremmo iniziare un’attività, facciamo sempre tutto quello che serve per intraprenderla?
Capita spesso che una leggerissima
contrarietà diventi un ostacolo insormontabile; per esempio: una brutta
giornata piovosa, un piccolo mal di testa, un giorno prefestivo, un
appuntamento irrinunciabile, eccetera.
In questi casi basta il più piccolo dei
pretesti che offre alla pigrizia la possibilità di ingigantire la contrarietà,
giustificando così la rinuncia.
In generale, sono sempre pochissimi i casi in
cui veramente incontriamo alberi spiantati che impediscono il transito sulla
nostra strada.
Alcuni, chiamateli maghi, riescono pure a tradurre l’ostacolo in
un’opportunità aggiuntiva o alternativa.
In tutti casi la qualifica di ostacolo
“insormontabile” è sempre attribuita dal nostro giudizio che palesemente è
quasi sempre condizionato dai suoi limiti.
Augurandovi un meraviglioso 2016,
ricordatevi, con un segno su tutti i mesi del calendario, che voi siete il
direttore dei lavori della vostra vita.
Decidendo di aumentare il numero delle
Domeniche, amplificherete la dose della fortuna necessaria per conseguire il
vostro successo.
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