giovedì 20 agosto 2015

Onnipotenza dell'essere





Sono pochi i momenti in cui lasciamo libero il pensiero. Si parte per un viaggio senza meta e i nostri sensi smettono lentamente di funzionare. La ragione va in pausa. 
Sono banditi i “perché”, i “come”, i “quando”, i “dove”.
Gli occhi si chiudono, le orecchie non odono e il corpo non esiste.Tutto si predispone per dormire.
La vita segue un’altra trama. Una trama di un film semplice e senza spettatori giudicanti. Anche le comparse sono modeste. 
Troviamo attori importati vicino ad altri sconosciuti, ma comunque, indispensabili per il film. 
Niente è impossibile raggiungere o ottenere, tutto è a immediata portata di mano.
Se vogliamo volare, umiliando la fisica, allarghiamo le braccia e siamo subito in volo. 
Se vogliamo scambiare qualche parola con chi è dall’altra parte, eccolo lì davanti a noi pronto ad ascoltarci.
Non ci dobbiamo nemmeno preoccupare delle distanze o dei protocolli. 
Infatti, possiamo senza fare attenzione allo spazio e al tempo, conferire sia col più umile dei nostri conoscenti, sia col più prestigioso personaggio di tutti i tempi. Perfino, senza timori di sorta, col nostro Padre eterno. 
Siamo, insomma, onnipotenti, e poiché in queste condizioni siamo anche senza problemi, dovremmo ammettere di essere in paradiso.
Si capisce, quindi, come nello stato vigile tutto è maledettamente complicato.
Immaginate per un attimo di trovarvi chiusi in una stanza e di non avere la consapevolezza di potervi muovere, sentire e vedere.
Improvvisamente, giungono dall’esterno sensazioni di una vita allegra, dinamica, razionale e densa di emozioni, piaceri, soddisfazioni e quant’altro desiderabile da un essere umano.
Similmente a un toro infuriato in un recinto, prendereste a cornate tutto ciò che vi capita. 
L’unico sentimento che ci anima è uscire dalla stanza e intraprendere il miglior percorso possibile per giungere alla meta della piena realizzazione dell’essere, quale padrone del mondo materiale e depositario delle verità dell’universo.
Purtroppo, la segnaletica presente sui possibili percorsi è molto approssimata, anzi, spesso contraddittoria. 
È facile decidere su una verità che in breve sbiadisce e poi scompare, per cui, come la tela di Penelope, si lavora tutto il giorno per buttar via tutto durante la notte.
Alcuni grandi uomini ci hanno dato valenti suggerimenti, hanno consumato la loro vita ad arrovellarsi su teorie che rimangono tali.
Platone ha fantasticato con il “mondo delle idee”. 
Cristo si è immolato per l’idea dell’amore. 
Kant ha scolarizzato il pensiero. 
Nietzsche è impazzito incaponendosi sul superuomo e sulla volontà di potenza. 
Freud ha dato le sue motivazioni ai nostri problemi interiori.
Altri si sono occupati di matematica, fisica e politica, si sono prodigati per trovare motivazioni e spiegare il funzionamento della natura di questo granellino detto Terra e quale é il miglior modo possibile per viverci sopra.
Ognuno di loro, però, ci ha regalato un raggio rifratto nel mezzo opaco dell’umanità, rubato all’onda di luce dell’universo.
 

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