LUIGI: Ciao, ETT, bentornato! Come mai giungi così improvvisamente?
ETT: Curiosando fra le notizie che circolano sui vostri mezzi di
comunicazione, ho sentito che oggi è una giornata particolare per le donne, vero?
LUIGI: Sì!
Dedichiamo questa giornata alle donne sfortunate, vittime di uomini senza anima.
Mi vergogno nel raccontarti di quali cattiverie alcuni rappresentanti del sesso
maschile sono in grado di esercitare su donne sole ed indifese.
ETT: Hai una tua
spiegazione?
LUIGI: Credendo che
l’animo umano fosse fondamentalmente buono, ho vissuto per buona parte della
mia vita con la convinzione che la cattiveria non esistesse. Purtroppo, è
giunto il momento in cui ho dovuto cambiare idea; troppe volte si verificano
situazioni assurde che non avrei potuto nemmeno immaginare.
Riportare la mente
a quegli eventi mi infonde tanta tristezza e un forte senso di impotenza.
Cercare una
spiegazione dentro di me, significa scandagliare un fondo che non mi potrà
offrire niente di veramente plausibile.
Sono costretto a
pensare che l’origine della cattiveria si annida nella dittatura di un corpo
che non dialoga più serenamente con l’anima.
Nei casi più
terribili, si crea una rigida separazione che annichilisce ogni virtù, facendo
assumere all’essere umano un comportamento bestiale.
ETT: Quali pensieri
si muovono in te quando incroci lo sguardo di una persona cattiva?
LUIGI: Ti confesso
che ho paura! Mi rendo conto di non avere nessun modo di toccare la sua anima e
tantomeno la sua razionalità.
Il cattivo è un
robot; agisce per impulsi e tende a sfogare la grande quantità di energia
repressa mediante atti violenti. La fonte è quasi sempre un dolore oscuro alla
sua coscienza, originato nell’infanzia difficile. La sofferenza della vittima sembra
dissetarlo e alimenta la fiamma interiore di dominatore del mondo.
ETT: Per quanto
capisco dalle tue parole, chi infierisce sulle donne non è consapevole delle
sue azioni e né esiste un modo per fermarlo.
LUIGI: Credo che
sia proprio così! Noi umani abbiamo una organizzazione sociale che prevede l’arresto
e la pena per chi commette atti violenti ai danni di altre persone, ma questa non
appare funzionale. Cerchiamo di intervenire sui sintomi anziché sulle cause
della malattia e contemporaneamente curiamo l’impersonalità delle azioni d'intervento.
ETT: Questa tua
risposta mi porta ad affermare che dedicare una giornata di riflessione alle
donne vittime di violenza, diventa praticamente un fatto formale, rilegato soltanto
alla consapevolezza di coloro che condannano la cattiveria.
LUIGI: Sebbene ciò
che hai intuito sia un rischio che si corre, il mio animo spera nell’onda buona
dell’amore che conquisti la consapevolezza di tutti gli uomini e che conduca ad
un modo di intendere la vita rivoluzionario, facendo partire l’era dell’anima.
ETT: Non aggiungo
altro, ti lascio nella tua dolce visione spargendo briciole di dorato ottimismo
sul futuro della tua umanità.
LUIGI: Ciao, ETT, torna presto.
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