lunedì 25 novembre 2013

ETT sostiene le donne


 
 
LUIGI: Ciao, ETT, bentornato! Come mai giungi così improvvisamente?
ETT: Curiosando fra le notizie che circolano sui vostri mezzi di comunicazione, ho sentito che oggi è una giornata particolare per le donne, vero?

LUIGI: Sì! Dedichiamo questa giornata alle donne sfortunate, vittime di uomini senza anima. Mi vergogno nel raccontarti di quali cattiverie alcuni rappresentanti del sesso maschile sono in grado di esercitare su donne sole ed indifese.

ETT: Hai una tua spiegazione?

LUIGI: Credendo che l’animo umano fosse fondamentalmente buono, ho vissuto per buona parte della mia vita con la convinzione che la cattiveria non esistesse. Purtroppo, è giunto il momento in cui ho dovuto cambiare idea; troppe volte si verificano situazioni assurde che non avrei potuto nemmeno immaginare.
Riportare la mente a quegli eventi mi infonde tanta tristezza e un forte senso di impotenza.
Cercare una spiegazione dentro di me, significa scandagliare un fondo che non mi potrà offrire niente di veramente plausibile.
Sono costretto a pensare che l’origine della cattiveria si annida nella dittatura di un corpo che non dialoga più serenamente con l’anima.
Nei casi più terribili, si crea una rigida separazione che annichilisce ogni virtù, facendo assumere all’essere umano un comportamento bestiale.

ETT: Quali pensieri si muovono in te quando incroci lo sguardo di una persona cattiva?

LUIGI: Ti confesso che ho paura! Mi rendo conto di non avere nessun modo di toccare la sua anima e tantomeno la sua razionalità.
Il cattivo è un robot; agisce per impulsi e tende a sfogare la grande quantità di energia repressa mediante atti violenti. La fonte è quasi sempre un dolore oscuro alla sua coscienza, originato nell’infanzia difficile. La sofferenza della vittima sembra dissetarlo e alimenta la fiamma interiore di dominatore del mondo.

ETT: Per quanto capisco dalle tue parole, chi infierisce sulle donne non è consapevole delle sue azioni e né esiste un modo per fermarlo.

LUIGI: Credo che sia proprio così! Noi umani abbiamo una organizzazione sociale che prevede l’arresto e la pena per chi commette atti violenti ai danni di altre persone, ma questa non appare funzionale. Cerchiamo di intervenire sui sintomi anziché sulle cause della malattia e contemporaneamente curiamo l’impersonalità delle azioni d'intervento.

ETT: Questa tua risposta mi porta ad affermare che dedicare una giornata di riflessione alle donne vittime di violenza, diventa praticamente un fatto formale, rilegato soltanto alla consapevolezza di coloro che condannano la cattiveria.

LUIGI: Sebbene ciò che hai intuito sia un rischio che si corre, il mio animo spera nell’onda buona dell’amore che conquisti la consapevolezza di tutti gli uomini e che conduca ad un modo di intendere la vita rivoluzionario, facendo partire l’era dell’anima.

ETT: Non aggiungo altro, ti lascio nella tua dolce visione spargendo briciole di dorato ottimismo sul futuro della tua umanità. 

LUIGI: Ciao, ETT, torna presto.
 


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