sabato 28 novembre 2015

Gita a Verona




Avevo giurato a me stesso di non accompagnare nessun’altra classe a una gita d’istruzione.

Purtroppo, ci ricasco!

I miei giuramenti si trasformano in patetiche promesse, utili soltanto per sfogare i postumi nevrotici di lunghe giornate trascorse con poco riposo notturno. 

Ovviamente, non tiro in ballo la questione della responsabilità oggettiva che a cuor leggero si prende.

Probabilmente, se continuo ad andarci, deve esserci qualcosa che bilancia moralmente ciò che razionalmente è fortemente controindicato.

Pensandoci bene, in realtà, è proprio così!

Quanto vale lo sguardo di una persona che fiduciosamente si rivolge a te con la certezza di ottenere un supporto o un incoraggiamento?

Quanto vale un “grazie” ricolmo di sincero sentimento?

Quando vale la speranza che si possa influire positivamente sulle gioie, sulle prospettive, sugli entusiasmi di giovani in crescita? 

Credo che misurare l’impatto del proprio modo di esistere sui giovani sia la gratificazione maggiore. 

Un famoso psicoanalista affermava che aiutare un giovane a formare un buon rapporto nel sociale, significa creargli le premesse per essere in pace con se stesso e felice nella vita.

I docenti accompagnatori alle gite d’istruzione fanno anche questo. 

Non sono visti soltanto come “professori” con programmi da svolgere, compiti da assegnare e interrogazioni da imporre.

In gita, strano a dirlo, gli alunni “vedono” i prof con una lente diversa. 

Mangiano, dormono, scherzano con loro. 

Addirittura, provano fame e si addormentano nel pullman come loro!

In gita, piccole deroghe al formalismo istituzionale fanno intendere meglio perché in classe bisogna essere seri; perché bisogna studiare con regolarità; perché è necessario attenersi alle regole della buona educazione.

Socrate ricordava che prendere consapevolezza sull’assenza del dolore, rende gioioso ciò che solitamente si mostra come normalità. 

Platone racconta  di Lui in una scena nel carcere, prima di essere giustiziato. 

Il filosofo mentre veniva liberato dalle pesanti catene che portava alle caviglie, strofinandosi piacevolmente la parte superiore del piede, ringraziò il suo carceriere per l’inatteso benessere procuratogli. 

Nonostante fosse in procinto di morire, trovò motivo ed occasione per essere felice. 

Ecco il senso ultimo del mio persistere nel partecipare a queste gite d’istruzione.

Alzarsi alle tre del mattino per trascorrere interminabili ore in un carrozzone che si sposta a 90/100 km/h, dimenticandosi di essere un lavoratore, di lasciare a casa una famiglia nel sonno, di essere cosciente delle responsabilità che gratuitamente si assumono e infine, di dover rendicontare accadimenti fortuiti/sfortunati alla dirigenza e genitori, è difficilmente comprensibile da chiunque applichi un minimo di razionalità nella cura dei propri interessi.  

In ogni caso, se tutta la vita fosse impostata su un bilancio egoistico, non sarebbe proprio il caso di nascere.

Può succedere di sorprendere alunni minorenni nel prepararsi a trascorrere una notte in compagnia della birra e sperimentare come il rimprovero o la punizione conseguente possa prevenire guai ben più grandi nell’età adulta.

Si può assistere all’assalto indisciplinato a un povero tavolo imbandito con cibo per 46 persone, e cogliere l’occasione per indurre alla riflessione comportamentale ragazzi coccolati e sempre sotto l’attenzione di genitori premurosi. 

I ragazzi in gita si ritrovano in una dimensione inusuale.

Non sveliamo i segreti di una notte in albergo; come si dorme con i compagni di classe; quale eccitazione si prova nel muoversi lungo corridoi felpati ed entrare in stanze a soqquadro senza la preoccupazione che la mamma stia lì a rimproverli per ogni cosa. 

E’ chiaro che in gita molti giovanotti sanno di essere studenti con la licenza breve, a decidere liberamente per se stessi.  

lunedì 23 novembre 2015

Un sogno


 
Il sogno è lo strumento del desiderio non appagato, secondo Freud.

Adler confermava e aggiungeva che tutto ciò che succede nel sogno produce un utile nella vita vigile.

Mi trovavo su una lunga grande strada, non ricordo come ci ero arrivato, sicuramente l’istinto mi spingeva a percorrerla. 

Vedevo tanta gente intorno a me e come me, tutti erano presi dalla foga di avanzare. 

La voglia di andare avanti occupava la mente, oscurava la razionalità e costringeva lo sguardo all’orizzonte.

Senza sentire fatica e con l’ansia di chi immagina un premio, percorrevo la lunga strada. 

Improvvisamente un bivio si prospettò davanti. 

“Che devo fare?” – mi chiedevo –“Io sono uno e le strade ora diventavano due! Non posso percorrerle entrambe!”.

Mi fermai e guardai attentamente il percorso delle due diramazioni.

Scrutai il più lontano possibile. 

Volevo trovare un motivo che potesse influenzare la mia scelta. 

Purtroppo entrambe, dopo un largo giro, sprofondavano in una foresta.

Tentai di osservare che cosa facessero i miei amici di viaggio.

Osservai anche chi non conoscevo era pronto a rubare qualche idea.

Non ci misi molto per capire che tutte quelle persone erano nelle mie stesse condizioni.

Dovevo decidere per quello che ero e per quanto sapevo.

Mi sedetti su un sasso che era lì per caso sulla strada e pensai:

“Se fossi una rondine, l’istinto mi avrebbe guidato e saprei dove andare; se potessi guardare nel futuro piangerei o gioirei per la scelta che farò. 

Io conosco le mie debolezze e le mie paure, esse sono dietro le mie spalle e se mi lasciassi guidare da loro, mi direbbero di andare nella direzione della maggioranza cosicché se dovesse andar male, ci sarebbe qualcuno che potrebbe aiutarmi”.

Mi alzai e presi la strada meno frequentata!

lunedì 16 novembre 2015

La mente è piatta



La nostra mente è un sistema complesso.

Funziona in modo molto strano e inimmaginabile

La mente umana è piatta

Cosa significa?

Ci sono particolari proprietà del cervello che raramente vengono considerate e spesso ci portano ad azioni istintuali.

In primo luogo, la nostra mente non è profonda come supponiamo che sia.

Pertanto, tende a mostrarci una superficialità imbarazzante, anche quando cerchiamo di analizzare in dettaglio qualsiasi problema.

Ogni pensiero è cotto nello stesso momento in cui lo pensiamo.

Il senso completo della frase si forma in tempo reale, utilizzando vecchie situazioni testate e nuove informazioni raccolte dall'ambiente, nello stesso tempo della elaborazione.

In secondo luogo, la nostra mente è molto dispersiva, più di quanto ci piace pensare

E' impossibile che riesca a valorizzare tutti i dati con precisione.  

Quindi, fa una compressione e / o miscelazione di tanti concetti diversi, in modo semplice e naturale.

Tutto ciò si tradurrà in qualcosa chiamato "opinione", che non fa differenza tra percezione e realtà.


====================================in_engish=================================



Our Mind is a complex system.
It works in very strange and unimaginable way. Human mind is flat. What does it means?

There are particular properties of the brain which rarely are considered and often lead us in instinctual actions.

Firstly, our mind isn’t as depth as we presume to be. 

Therefore, it tends to show us an embarrassing superficiality, even when we try  to analyze in detail whichever problem. Each thought is cooked at the same moment we think about.  

The complete sense of the sentence is formed in real time, using old tested situations and new information collected from the environment at the same time of elaboration.

Secondly, our mind is much leakier than we like think. It is impossible for it to value every data precisely. So,  it makes a compression and/or a mixing of different concepts, in easily and naturally way.

All that will result in something called “opinion” whit doesn’t make difference between perception and realty.

domenica 15 novembre 2015

Life for Rent




I haven't ever really found a place that I call home

I never stick around quite long enough to make it

I apologize that once again I'm not in love

But it's not as if I mind that your heart ain't exactly breaking

It's just a thought, only a thought

But if my life is for rent and I don't learn to buy

Well I deserve nothing more than I get

'cause nothing I have is truly mine

I've always thought that I would love to live by the sea

To travel the world alone and live more simply

I have no idea what's happened to that dream

'cause there's really nothing left here to stop me

It's just a thought, only a thought

But if my life is for rent and I don't learn to buy

Well I deserve nothing more than I get

'cause nothing I have is truly mine

While my heart is a shield and I won't let it down

While I am so afraid to fail so I won't even try

Well how can I say I'm alive

But if my life is for rent and I don't love to buy

Well I deserve nothing more than I get

'cause nothing I have is truly mine.

venerdì 13 novembre 2015

La burla di essere giudiziosi


 
Il pregiudizio sembrerebbe venire prima del giudizio.
Sarebbe un’anticipazione del giudizio.
In realtà, esso è un giudizio ricavato nel passato con le informazioni di oggi.

Supponete di conoscere una nuova persona.
Nessun giudizio è possibile formulare prima di iniziare la relazione.
In seguito, la persona vi delude.

Se qualcuno volesse ora il vostro giudizio su quella persona, ovviamente sarebbe negativo.
Se invece, vi fosse chiesto di raccontare le prime impressioni relative all’inizio della relazione, quale sarebbe il vostro giudizio? 
Come dipingereste quella persona? 
Con quale tono e sentimento si svilupperebbe il vostro racconto?
Non potreste mai dire che allora non avevate nessun elemento per giudicare, tantomeno mostrereste entusiasmo e piacere di parlarne.
Vi inventereste sensazioni e presentimenti negativi tali da giustificare ciò che sapete soltanto ora!

Tutto questo è falso! 
Questo è il pregiudizio!

Con il pregiudizio si inventano motivazioni e si tessono storie fantasiose con il senno del dopo!
Il pregiudizio non va tanto per il sottile.
Per scatenarsi non ha bisogno dell’esperienza diretta, gli basta anche quella “sentita” da altre fonti.
 

giovedì 12 novembre 2015

Siamo bugiardi per natura




Mentire è una attività che il nostro cervello regolarmente conduce.
Inconsapevolmente siamo mentitori professionisti per natura.
Questa è una caratteristica del nostro cervello ed è connaturata con il suo modo di lavorare.
Qualsiasi elaborazione che esso esegue, avviene revisionando un passato in cui cercare una esperienza simile e dalla quale “copiare” il metodo e la soluzione.

Il grado della genuinità della risposta individuata, è determinato dal volume del bagaglio delle conoscenze riferite ai soggetti di elaborazione.

L’insieme delle nozioni e delle relazioni tra di esse, sperimentate in passato, si veste con il nome di cultura.

In mancanza di una esperienza mirata, il cervello sfrutta le sensazioni di bello o brutto, di buono o cattivo, che giungono dal reparto sensoriale.

La giustificazione alla risposta menzoniera che la mente cosciente offre non riguarderà mai la vera fonte del pensiero ma una improvvisata sceneggiatura verosimile mascherata da opinione.
 

venerdì 23 ottobre 2015

Colloquio???

 
Vi è capitato di partecipare a un colloquio passivo?

Forse è una delle forme di colloqui più usuali.

Nel colloquio passivo si parla di se stessi continuamente. 

L’unica variazione che si nota, sta nello scambio dei ruoli tra chi ascolta (in pausa meditativa) e chi parla (in sindrome di egocentrismo).

Lo scambio avviene spesso sfruttando le pause accidentali o le difficoltà espositive di chi detiene il testimone del colloquio. 

Spesso, lo scambio è difficoltoso. Ci sono dei momenti in cui il ruolo di “parlatore” è duplicato. 

Vince (continuando a parlare) chi riesce ad assumere un tono di voce più alto e deciso. 

Sono commoventi i momenti in cui la voce perdente continua nei suoi tentativi di imporsi.

Alla fine del colloquio i duellanti si allontanano chiedendosi: 
“Ma di che cosa abbiamo parlato?”.

È stata un’inutile perdita di tempo che ha lasciato come effetti positivi lo sfogo verbale e una decisa voglia di bere (specialmente in estate!).

Il colloquio dovrebbe essere un momento magico in cui due esperienze diverse s’incontrano e colgono l’opportunità di arricchirsi e deliziarsi della vita.

L’elettronica dà un meraviglioso esempio. 

Due punti a potenziale diverso non vedono l’ora che un filo di rame possa connetterli.

Se dovesse succedere, si scatenerebbe una corsa di elettroni, forsennata. 

Tutti correrebbero verso i fratelli protoni, pronti a unirsi a loro per riversare e ricevere la quantità di carica di cui hanno fortemente bisogno. 

La loro corsa è tanto più forte, quanto più alta è la differenza di tensione che esiste tra di loro. 

È facile intuire che se uno dei due è una fonte inesauribile di energia, il traffico di elettroni continuerà in modo indefinito. Diciamo che tra i due punti c’è corrente continua!

Un colloquio interessante si sviluppa tra persone che possono dare qualcosa in termini d’idee, poiché entrambe si arricchiscono dell’esperienza dell’altro.

Ognuno è capace di tirar fuori il meglio dell’altro.

L’interesse e l’attenzione sono elementi sempre presenti nel colloquio.

La fine del colloquio porta la consapevolezza di aver trascorso un “bel” tempo.

I due si lasciano con una stima reciproca accresciuta.

La voglia di bere verrà per brindare alla bellezza della vita!

Post più letti in assoluto

Per chi ama leggere in spagnolo