mercoledì 18 giugno 2014

I virus informatici.



In che modo l’antivirus indaga e come riesce a riconoscere il virus?

L’antivirus lavora un po’ come un ispettore di polizia. Appena nota un movimento insolito durante l’attività del computer oppure un programma richiede particolari diritti attraverso cui assume pericolosi poteri, apre un caso d’indagine. Identifica e blocca momentaneamente la procedura sospetta. Estrae una parte significativa del suo codice e la ricerca all’interno del registro dei virus schedati. Nel caso in cui la ricerca produce un risultato positivo, l’antivirus chiede l’autorizzazione all’utente per procedere con l’eliminazione. In caso negativo, invece, l’allarme rientra e al programma sospettato sono forniti i diritti reclamati per il ritorno allo stato di esecuzione.



Si potrebbe verificare anche il caso in cui il programma sospettato, pur essendo un virus, non sia riconosciuto tra quelli schedati?

Certamente, sì! Questo è il motivo importante per cui le tabelle dei virus devono essere sempre tenute aggiornate.

Ho capito, ora, il motivo per cui ti sottoponi, tuo malgrado, alle estenuanti attese dopo l’accensione del computer.

Sì, esattamente per questo motivo! Inoltre, la mia prudenza mi ha spinto fino al punto di impostare l’antivirus con l’opzione di aggiornamento automatico dell’archivio dei virus e di attivare il controllo del settore d’avvio del PC dopo ogni partenza. Questa scelta m’impone un’attesa un po’ più lunga rispetto a quella necessaria al sistema operativo (Windows) per approntarsi ai miei comandi ed è quindi, il prezzo che pago per godere di una sicurezza maggiore sull’incolumità dei miei dati e dei miei programmi. 

Comprendo i tuoi timori, però, in una casella postale non ci sono programmi o sbaglio?

Ovviamente la posta elettronica è formata da documenti, ma ciò non toglie il pericolo per cui insieme al messaggio giungono allegati (attach, parola inglese, usata per riferirsi a ulteriori documenti, programmi, immagini o in generale, qualunque raccoglitore di dati aggiunti al testo principale del messaggio) che potrebbero rivelarsi virus o loro portatori.  

Nella maggior parte dei casi, l'utente apre la posta elettronica per leggere i messaggi in arrivo ma, notando l’allegato e cliccandoci sopra, lancia l’applicazione necessaria per visionarne il contenuto (ad esempio, ©Microsoft Word per i documenti); il computer quindi entra in contatto con il virus e s’infetta.
Per questo motivo, l’ISP assicura un controllo sommario precauzionale prima di trasferire tutto sul computer dell’utente finale.
 

Brano tratto dal mio libro "Viaggio tra i bit di una email" edito Cinquemarzo.
per acquistarlo ecco il link


martedì 17 giugno 2014

I 100 giorni in cui deve cambiare tutto





La biosfera, che consente la vita sulla Terra, è talmente vicina al collasso che per alcuni scienziati questo è il momento Siamo Fottuti. Per questo i leader di tutto il mondo si riuniranno all'ONU tra soli 100 giorni. Giorni che noi, in tutto il mondo, dobbiamo usare per organizzare la più grande mobilitazione per il clima e il pianeta di sempre. Dobbiamo fare tutti la nostra parte, firma per unirti:


VOGLIO ESSERCI!
L'ultima era glaciale? È avvenuta in 6 mesi, ricoprendo l'Europa e gli Stati Uniti con blocchi di ghiaccio grandi quanto enormi condomini. È solo un esempio di cosa succede quando si raggiunge un punto di svolta che sconvolge irrimediabilmente il clima e in questo momento sono addirittura tre i punti di svolta, della stessa portata devastante, che stiamo per raggiungere.

Uno scienziato NASA l'ha definito, senza mezzi termini, il momento "siamo fottuti" del cambiamento climatico. La nostra unica possibilità è una manifestazione senza precedenti, che per un giorno mobiliti l'intero pianeta.

Perché possiamo salvarci se si troverà un accordo su obiettivi ragionevoli che ci facciano uscire dall'era del petrolio e del carbone. L'ONU sta organizzando un vertice d'emergenza che tra poco più di 100 giorni riunirà tutti i più importanti leader del mondo: il 21 settembre vogliamo accoglierli con la più grande mobilitazione della storia in difesa del clima e del pianeta, per tagliare i fili che li rendono dei burattini nelle mani dei grandi del petrolio e del carbone.

Organizzare un'azione del genere è difficilissimo, ma tutto parte da noi, dalle nostre azioni individuali che tutte assieme diventano un movimento di milioni di persone e possono spingere i politici a liberarsi dalle lobby e aiutarci costruire un futuro pulito, verde e soprattutto di speranza.

I punti di svolta si verificano per colpa di circoli viziosi in cui cambiamento climatico genera altro cambiamento climatico, con conseguenze catastrofiche. Un esempio è il metano, un gas 25 volte più inquinante della CO2, per ora intrappolato sotto le grandi distese di ghiaccio: con lo scioglimento del ghiaccio ha cominciato a fuoriuscire, facendo sciogliere ancora più ghiaccio e così via. Inoltre questo consuma il ghiaccio riflettente che consente al pianeta di non surriscaldarsi, facendo andare tutto fuori controllo. Un esempio, ma aiuta a capire perché gli scienziati continuino a lanciare appelli disperati affinché si agisca subito.

Ma abbiamo gli strumenti e un piano per evitare questa autodistruzione! Ci vorrà una collaborazione storica a livello mondiale, e la nostra comunità di 36 milioni di persone ha già la forza per spingere i leader mondiali nella giusta direzione. È notizia di questi giorni che Stati Uniti e Cina hanno annunciato dei piani finalmente concreti per ridurre l'inquinamento: è il momento che aspettavamo per assicurarci che al vertice di Parigi 2015 si firmi l'accordo globale che serve al pianeta.

Inondare le strade, dimostrando di essere moltissimi e determinati, è uno dei modi più forti per ottenere il cambiamento: è successo per il movimento contro l'Apartheid in Sudafrica o per i diritti civili negli USA, spesso è stato l'unico modo. È la nostra occasione per fare in modo che lo stesso succeda per la battaglia più importante del nostro tempo per dare un futuro alla nostra generazione e a quelle che verranno. 

Possiamo farcela, e lo sappiamo. Quando questa comunità era di solo 3 milioni di persone siamo riusciti a organizzare 3mila azioni nello stesso giorno per proteggere il pianeta. Ora siamo 36 milioni, dieci volte tanto, riuscite a immaginarvi cosa possiamo fare ora?

Con speranza e determinazione, per il futuro di tutti noi.

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