lunedì 12 novembre 2012

Livelli di consapevolezza



Da bambino sognavo di volare, dimenticavo i problemi quotidiani e di notte mi trasformavo nella persona che in quel momento volevo essere. 

Avevo bisogno di sollevarmi dal suolo e godere della panoramica del paese con tutti i suoi abitanti affannati a risolvere i “grandi” problemi dell’esistenza.

Mi piaceva ridere di colui che si mostrava “importante”, perché lo rivedevo piccolo, lontano da me e la cosa più importante, incapace di poter volare come facevo io.

Ridevo di lui! 

Urlando, sapendo benissimo che non poteva ascoltarmi, gli rimandavo le stesse parole che usava per auto proclamarsi importante.

Il fatto che non mi potesse sentire, non era una condizione che favoriva la mia vigliaccheria, ma era la certezza che anche se mi avesse sentito non avrebbe potuto capire il mio sfogo.

Dentro di me, sottoforma di rivalsa, riecheggiavano frasi come:

“Guardami, sono capace di volare!”

“Riesco a fare il tuo impossibile!”

“Senza nessuna difficoltà!”

“Gli uccelli sono miei amici!”

“Posso fare ciò che voglio, anche giocare con il tuo stupore!”

Questo mio sogno, allora sempre ricorrente, è quello del classico brutto anatroccolo che si sente diverso e poco apprezzato nel gruppo. 

La scarsa autostima, sancita dagli psicologi, si denotava nella forma di una protesta rivolta alla società e verso quale nutrivo paura.

Disegni e presentazioni incomprensibili, legati alla durezza della vita e alle battaglie per affermarsi, mi avevano tranciato le ali dell’ottimismo, della motivazione, della gioia di scoprire tutti gli aspetti dell’imminente età adulta.

Ora, volo veramente, ma con il cuore!

La consapevolezza del “dopo” mi è come miele. 

Comprendo profondamente la famosa frase di Einstein:

L’importanza dei problemi che siamo chiamati a risolvere non è possibile comprenderla fino a quando rimaniamo nello stesso stato emotivo in cui gli stessi problemi si sono posti”.

(continua)

sabato 10 novembre 2012

Onde di emozioni




Basta un battito di ciglia
per disperdere nel silenzio
il muto dolore ricamato sulla pelle.

Con voce rauca accenno a un sorriso
che si stringe sulle labbra
senza chiedere nulla
stritolando sommessi pensieri
trapuntati d’amore che si dissolvono
nei riflessi della sera
per disciogliersi in un bacio teneramente.

Piovono emozioni leggere e colorate
tracimano sull’onda degli attimi
fuggendo dalle nostre mani senza ritorno.

by Regina Resta



Ammutolir d’incanto l’amor comanda.

Servo, il silenzio racconta del dolore.
Accarezzo il tuo viso.

Vorrebbe fermare quella lacrima.

Vorrebbe soffiare felicità sui tuoi pensieri.

Vorrebbe cancellare il tempo 
per consegnarti la gioia eterna.

Custodisco un bacio per guarire le tue ferite.

Confuso tra le paure 
cavalcherei le onde delle emozioni 
per donarti serenità.

by Luigi Squeo 

Post più letti nell'ultimo anno