giovedì 2 gennaio 2025

Musica: potente strumento in aiuto alle facoltà umane


La musica è da tempo riconosciuta come un potente strumento per avere un effetto potente sulla mente e sul corpo umano. La ricerca ha dimostrato che la musica può avere una serie di effetti benefici sulla salute fisica e mentale, tra cui:

Riduzione di stress e ansia: è stato dimostrato che la musica ha un effetto calmante e può aiutare a ridurre stress e ansia. Induce alla calma e rilassamento e ciò è utile per ridurre la tensione muscolare.

Miglioramento dell'umore: Quando sono triste mi aiuta a dimenticare il motivo della tristezza per cui la musica ha un impatto positivo sull'umore. Si rivela come chiave di svolta per gli individui che lottano contro la depressione o l’instabilità dell'umore.

Miglioramento del sonno: Quando ascoltate musica distesi in poltrona o a letto, diventa inevitabile addormentarsi e ciò si riflette sulla qualità del sonno.

Riduzione del dolore: è stato dimostrato che la musica ha un effetto antidolorifico e può essere utile per gestire il dolore cronico o ridurre la necessità di farmaci antidolorifici.

Miglioramento delle funzioni cognitive: La musica ha un effetto positivo sulle funzioni cognitive, tra cui memoria e attenzione, e può essere molto utile per le persone con disabilità cognitive.

Miglioramento delle prestazioni fisiche: è stato provato che la musica ha un effetto positivo sulle prestazioni fisiche e può essere utile per aumentare la resistenza e la motivazione durante l'esercizio.

Miglioramento delle abilità sociali: La musicoterapia è efficace nel migliorare le abilità sociali e la comunicazione nelle persone con autismo e altri disturbi dello sviluppo.

Promozione dello sviluppo del linguaggio: è ormai riconosciuto che ascoltare musica migliora lo sviluppo del linguaggio nei bambini piccoli e può essere utile per migliorare il vocabolario e le capacità linguistiche. Nel mio caso, attraverso la musica la comprensione della lingua straniera ha avuto un netto miglioramento sia in ascolto, sia in scioltezza espressiva.  

Miglioramento della creatività: La musica stimola il cervello e può essere utile per migliorare la creatività e le capacità di risoluzione dei problemi. Infatti, chissà quante volte, dopo il riposo pomeridiano, mi è capitato di risolvere problemi che mi avevano impegnato nella mattinata senza concludere nulla.

Fornire un senso di comunità: la musica può essere un modo potente per unire le persone e creare un senso di comunità, ed è spesso utilizzata in eventi e raduni sociali e culturali.

Esprimere emozioni: la musica è spesso utilizzata come mezzo per esprimere emozioni e comunicare sentimenti che possono essere difficili da esprimere a parole. Dopo avere ascoltato musica, ho scritto le mie migliori poesie.

mercoledì 1 gennaio 2025

Tra mondo pensato e vissuto (Ortega Y Gasset )

Ortega Y Gasset (1883-1955)

 

C'è un dato necessario nella mia esistenza: e cioè che co-esisto. Una frase, questa, che apre sin da subito le porte della dimora ortegassiana. In verità, co-esisto senza il bisogno che Altri me lo ricordano. 

Esisto dunque co-esisto, pur prevaricandomi con un io che vuole solo se stesso. L'io è sempre con sé stesso. Non posso fuoriuscire da me stesso per gli altri. Eppure gli altri me lo impongono, insieme alla vita, assieme all'esistenza. 

Ma ad avviso di Ortega "per incontrare il mondo diverso non ho bisogno di uscire da me stesso, il mondo è sempre congiunto a me". 

Secondo il pensatore spagnolo, parlare di mondo e/o parlare di un io, significa parlare della stessa cosa. In altre parole, io sono quel luogo o quella dimensione di fatto (che ortega piace chiamare circostanziale) dove il mondo è sempre unito a me. Pertanto, il dato necessario di cui parlavo suddettamente, è oltretutto costitutivo, radicale. Il punto di partenza di questa riflessione filosofica non è semplicemente che l'io va auto-delineandosi, come voleva la dialettica Fichtiana o addirittura, per essere più precisi, come voleva quella hegeliana. 

Ortega libera persino l'io di Cartesio dalla prigionia della soggettività. Egli propone un progetto esclusivo: cioè quello di rompere con forza quella prigione riportando la coscienza di ogni uomo nel mezzo del vociare del mondo: in quel luogo tanto bello quanto ostile dove l’io sperimenta la vita. L'io che pensa, in sostanza, è anche il mondo pensato e vissuto.

Infatti Ortega lo rammenta: "[entrambi] esistono insieme, senza separazione". Se non ci fossero cosa da ammirare, da contemplare, o banalmente da vedere, l'io non vedrebbe, stop. A tale proposito, si potrebbe pensare anche a una intimità del mondo? Certo. Perché l'intimità del mondo rientra in quel tutto, omnicomprendente che l'Io di Ortega è: vale a dire la sua circostanza. Io, in quanto esistente, divento intimamente conservato con la realtà relata del mondo, smetto di essere prigioniero e persino parte della mia sola intimità; la mia apertura al mondo è espositiva. 

Una esposizione (sul mondo, sulle cose) che non va pensata come una dualità, ma come una coesistenza. Le cose sono, per così dire, imparentate con noi. Non ci sono cose che vivono nell' in-se, come voleva Sartre. Ortega scriverà  che "non serve a nulla parlare delle cose ponendosi dinanzi ad esse, senza entrarvi".  

Il primo compito della filosofia è proprio quello di definire assolutamente questo dato radicale. Proprio come il biologo, (come lui scriverà), che incontra la vita organica dentro la sua vita, come un dettaglio di essa. 

 

articolo scritto da Fabio Squeo

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