Era una notte insolita e tempestosa.
Una di quelle che ti avvolge e ti scorre dentro. E ti rimane impressa nella memoria per sempre…..
Il vento fuori fischiava e ululava senza alcuna interruzione e, se avessi avuto voglia di uscire, dal terrazzo avrei sicuramente potuto vedere le onde infrangersi sugli scogli e incattivire il paesaggio, rendendo il mare uno spettacolo pauroso.
Erano circa le due ed io ero ancora sveglia, lì nel mio comodo letto dove ogni sera riuscivo a sentirmi protetta come in un guscio sicuro, lontana dalle negatività della società attuale.
Non avevo mai avuto problemi ad addormentarmi, ma quella era una notte diversa……
Oltre al vento a farmi compagnia, c’erano i miei pensieri.
Non quelli di sempre, che mi conciliavano il sonno promettendomi riposo: quella volta i pensieri scalpitavano tra loro e, quasi con violenza, mi chiedevano di prendere la parola nella mente, come tanti cuccioletti appena nati che fanno a gara per arrivare alle mammelle della propria mamma.
Insieme ad altri, primeggiava quello del mio compagno-amante-amico-di-sempre, con il quale avevo parlato poche ore prima.
“Non hai l’età per diventare mamma”, mi aveva detto un po’ corrucciato, “non è semplice, lo sai.
A me piacerebbe molto avere un figlio e crescerlo insieme…ma questo comporterebbe tanti cambiamenti alle nostre esistenze….e poi, io preferirei aspettare il risultato dell’amniocentesi prima di decidere il da farsi….”
Poche ore prima avevo scoperto inaspettatamente di aspettare un bambino…..all’insolita età di 42 anni….
“Ne riparliamo domani”, aveva detto salutandomi, il futuro e svogliato padre. Ma con le sue precedenti parole mi aveva gettato nello sconforto.
Così, da sola in quella fredda notte, ero distesa sul mio fianco sinistro, con gli occhi semichiusi e chiedevo inconsciamente al tempo di fermarsi per darmi la possibilità di prendere la decisione giusta.
Ascoltavo attenta il vento che, come per incantesimo, mi avvolgeva e, quasi proteggendomi, parlava con me raccontandomi emozioni di vita non ancora vissuta e mi diceva:
“ … Ti sveglierai ogni mattina prima di lui, per guardarlo dormire e svegliarlo con la dolce carezza del tuo respiro e sarai felice di nutrirlo fin da piccolo con il tuo calore materno.
… Non guarderai il colore dei suoi occhi, o i suoi lineamenti per capire a chi somiglia o somiglierà da grande: quello che conterà più di ogni altra cosa al mondo è che lui sarà unico e porterà il tuo amore nel suo cuore.
….Giocherai con lui, dovunque vorrà, e ti fingerai portiere di calcio se lui dovrà allenarsi a segnare un calcio di rigore….
…….ti fingerai triste per farti abbracciare e starai in silenzio ad ascoltare le sue storie fantasiose di bambino o quelle delicate di adolescente con i suoi primi innamoramenti….
…..Ti trasformerai in dottore quando sarà ammalato senza mostrargli paure e preoccupazioni e sarai per lui come una trapunta tenendolo al caldo senza soffocarlo…
…..Gli insegnerai a difendersi dalle ingiustizie del mondo e a pensare positivo anche quando tutto l’universo sembrerà crollargli addosso….
…e lui non si stancherà mai di cercarti… e quando sarà grande abbastanza da non voler più essere condotto per mano, il tuo amore sarà il vento sotto le sue ali ...”
Le domande che una donna si fa costantemente quando decide di mettere al mondo un figlio possono anche far paura, così ognuna di noi cerca di pensare sempre all’evento più immediato, la nascita, vista come dono supremo e miracolo della natura.
Io, invece, non pensai al momento della nascita.
Pensai a quanto poteva essere disumano eludere le emozioni che sentivo già appartenermi e che stavano già alimentando la mie energie sopite per tanto tempo.
Pensai a quanto avevo da dare alla mia vita che stava generando vita.
Pensai che è assolutamente inaccettabile rifiutare il dono di un figlio.
E quel vento burrascoso…. mi aveva davvero parlato in quel modo oppure io cercavo un sostegno irreale per una decisione che sapevo già di voler prendere?
Guardai l’orologio, strinsi in una mano lo stick del test di gravidanza, presi il mio smarthphone e, mentre già sentivo il miracolo della vita dentro di me, scrissi decisa un messaggio al mio compagno….” Il mio bambino nascerà.
…. Senza amniocentesi…..”
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