giovedì 27 febbraio 2025

Che tipo sei, geniale o eccentrico?

Salvador Dalì
 

Alcune convinzioni appaiono personali. Nel senso che queste possono essere certezze per qualcuno mentre, banalità, stupide credenze per qualcun altro.

Molte volte, essendo personali, abbiamo timore di sottoporle al giudizio del nostro vicino per cui le teniamo strette nella nostra sfera privata.

Tutto ciò che lo standard (il pensiero comune) riconosce, assume l’aggettivazione di “normalità”; diversamente, nel migliore di casi, si etichetta con “stranezza”. In situazioni di intransigenza, il termine più appropriato diventa “pazzia”.

Il genere umano ha bisogno di famigliarizzare con certi concetti; ha bisogno di tempo per stabilire l’etichetta da assegnare ad una idea nuova. Affermare in modo ripetuto una stessa idea è la maniera più usata è più affine alla psicologia umana affinché la novità venga accettata e poi etichettata come “normale”.

Un esempio possiamo coglierlo dall’antica Grecia. Allora, esisteva una istituzione giuridica chiamata ostracismo che intendeva punire con un esilio temporaneo di dieci anni coloro che avrebbero potuto rappresentare un pericolo per la città. La valutazione del pericolo avveniva per votazione popolare di almeno 6000 cittadini. La comunità, quindi, decideva in base agli “standard” convenzionali del tempo. Non c’era bisogno di tanta scientificità per stabilire il giudizio.

In caso di condanna, Il nome dell'individuo da ostracizzare doveva essere scritto su dei cocci di terracotta ed esposto in pubblico così da genere infamia per il povero malcapitato ed escluderlo dalla socialità.

Oggigiorno, gli elementi di indesiderabilità sociale possono nascere dall'aspetto fisico di una persona, considerato sgradevole o non conforme alle attese e ai modelli estetici imperanti (ad esempio, essere snelli e di bell'aspetto) o dal fatto di non essere dotati di abilità considerate importanti. In tal caso, è l'aspetto esteriore non gradevole che diventa il veicolo semantico che svelerebbe una presunta scadente qualità delle doti interiori del soggetto. La "complessità delle dinamiche interpersonali" sottese a questi fenomeni, in modo paradossale, ammette anche il contrario e cioè che a volte è proprio la gradevolezza esteriore che scatena la mancata accettazione.

Riprendendo il concetto inziale sulla “normalità” di un’idea, qualcuno potrebbe iscrivermi all’ostracismo se affermassi con convinzione che qualunque oggetto (specialmente se vivente) investito dalla nostra Anima, ne rimane impregnato!

In altre parole, qualunque oggetto ha memoria di ciò che accade e come una staffetta, conserva il ricordo fino a quando l’opportunità non produca la finalità.

Ovviamente, è facile e scientifico credere alla forza di gravità, per cui io sono attirato e influenzato dalla terra mentre è difficile e paranormale accettare l’idea che qualunque oggetto possa rimanere impregnato della mia energia.

Quando riusciamo a intercettare “qualcosa” che NON arriva dai normali canali di comunicazione (i cinque sensi), siamo di fronte a una particolare e sconosciuta sensibilità. Qualora questa mia credenza fosse avvalorata altri miei simili e riproposta frequentemente. 

Questa stessa idea subirebbe il processo di trasformazione che parte da “idea pazza”, progredisce verso “idea strana”, si perfeziona come “idea originale”, si trasforma in “idea geniale” e infine, completa il percorso (quando è accettata da tutti) diventando “idea normale”. 

Nel frattempo, il poveretto che ha avuto l’idea ha subito l’ostracismo.

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