martedì 17 febbraio 2015

Noi saremmo già in carcere per una cosa così!





Sono migliaia solo in Italia i mega-ricchi che la banca HSBC ha aiutato a evadere le tasse! Noi saremmo già in carcere per una cosa così, ma per loro i governi non faranno nulla se non lo esigiamo subito. Ci sono due persone che possono cambiare le cose, firma subito e fagli capire che nessuno è troppo importante per finire in manette:


firma la petizione
La banca HSBC aiutava a evadere le tasse migliaia delle persone più ricche del mondo, tra cui tantissimi italiani! Al posto loro noi saremmo già in carcere, ma i governi trattano questi potenti come se fossero troppo importanti per finire in manette. Dimostriamo che non è così!
Ogni anno solo in Italia l'evasione fiscale ci ruba 180 miliardi di euro, siamo i peggiori in Europa. Nel mondo si arriva a 3mila miliardi di dollari: per sconfiggere la povertà estrema ne basterebbero molti meno! "SwissLeaks" è il più grande scandalo bancario di sempre: abbiamo un'occasione unica per fare giustizia, ma dobbiamo agire subito.
Due persone possono cambiare le cose: il ministro delle finanze inglese che si sta preparando alle elezioni e la candidata come prossimo Procuratore Generale USA che è in attesa della nomina. Entrambi sono al centro dell'opinione pubblica e la nostra campagna può spingerli ad aprire un'inchiesta e colpire l'élite dei grandi evasori, mandando un messaggio chiaro: nessuno è troppo importante per finire in manette!


La HSBC è una banca inglese, inoltre migliaia di questi evasori rispondono alle leggi di USA e Gran Bretagna. Se spingiamo questi due paesi ad avviare azioni legali, possiamo innescare una reazione a catena globale.    Questi mega-ricchi e le loro speculazioni incontrollate sono spesso la causa di gravi crisi finanziarie. Poi però vengono salvati con i soldi dei contribuenti, e hanno anche il coraggio di dire che bisogna tagliare i fondi alla scuola e alla sanità per coprire i debiti. Il tutto mentre molti di loro sono i primi a evadere le tasse! Questo circolo vizioso sta facendo aumentare rapidamente le diseguaglianze in tutto il mondo.
Al giorno d'oggi, 85 miliardari possiedono più ricchezze della metà più povera della popolazione mondiale. Soldi che poi troppo spesso sono usati per comprare politici e manipolare le nostre democrazie a loro vantaggio. È il momento di fermare questa deriva ed è fondamentale costringere i più ricchi a pagare le tasse dovute. Agiamo ora:

https://secure.avaaz.org/it/hsbc_tax_dodge_loc/?bglFhdb&v=53940

Avaaz è proprio questo: unirsi per avere la forza di tenere testa ai potenti. La legge ci vincola tutti allo stesso modo, ma migliaia di mega-ricchi al mondo pensano di essere immuni. Difendiamo la democrazia e la nostra società, dimostriamo che non è così.
Con speranza e determinazione,
 
Alex, Bert, Laila, Ricken, Marie, Andrew, Nell e tutto il team di Avaaz

martedì 10 febbraio 2015

L'avocado riduce il colesterolo

cuore colesterolo avocado

Secondo uno studio della Penn State University, inserire un avocado nella propria dieta aiuterebbe a proteggere il cuore grazie alla presenza di una buona quantità di acidi grassi monoinsaturi che abbassa i livelli di colesterolo cattivo nel sangue, limitando la possibilità di sviluppare malattie al cuore.
 
Lo studio è stato effettuato su 45 pazienti obesi e in sovrappeso di età compresa tra i 21 e i 70 anni, testando tre diete diverse con lo scopo di far abbassare il colesterolo: una a basso contenuto di grassi e due a moderato contenuto.

Le due diete a moderato contenuto era simili, solo che una prevedeva un avocado della varietà Hass ogni giorno, mentre l’altra introduceva una quantità analoga di acido oleico, come l’olio di oliva: le persone che mangiavano l’avocado avevano una riduzione maggiore dei livelli di colesterolo.

I ricercatori hanno affermato: << Il problema è che spesso non si sa come inserire l’avocado nell’alimentazione giornaliera: si pensa come prima cosa al guacamole, che però è una salsa che spesso viene consumata con le patatine o altri cibi poco salutari, ma non viene in mente che l’avocado è ideale per insalate o aggiunto alle verdure di stagione o nei panini>>.

lunedì 9 febbraio 2015

Zanchette




Gli insegnanti all’interno del sistema nazionale della pubblica istruzione, sono pesci che si muovono in un fiume in via di inquinamento. 

Un governo miope vorrebbe convertirli in pesci spazzatura, in modo da ripulire i fondali sporcati dalla cattiva gestione.


Conosce le Zanchette?



Sono pesci piatti, dal corpo molto sottile, di lunghezza variabile tra i 10 e i 14 cm, con squame che si staccano facilmente così che ne sembrano prive. 

La colorazione è grigio giallastro, osservandole controluce si vedono i visceri e la spina centrale. 


Le Zanchette hanno gli occhi sul lato sinistro e vivono su fondali fangosi, tra i 10 e i 50 metri di profondità. 

Si spostano verso la costa in aprile, per la riproduzione.


Vi è una specie un poco più grande, detta Zanchetta romana o Zanchettone, che vive sui fondi sporchi e si riconosce per essere più allungata. 

Tutte le Zanchette si alimentano d’invertebrati di fondale, in particolare di crostacei e di anellini. 

La carne è bianca o bianca avorio ed è particolarmente gustosa.


A volte le Zanchette sono vendute insieme con altri piccoli pesci con il termine generico di “frittura”.


L’evoluzione della classe degli insegnanti, sembrerebbe assumere le caratteristiche delle Zanchette.



Notate bene, e vedrete una modifica strutturale delle loro funzioni, poiché si appiattiscono mostrando inconsistenza fino a poterle osservare in controluce per ritrovare, al livello di visceri e spina centrale, la loro dignità.


L’operato degli insegnanti vive su fondali sabbiosi, a debita distanza dell’ostentazione. 

L’attenzione su questa, quasi inutile categoria, si evidenzia maggiormente dopo il mese di maggio. 

In tale periodo, molti trovano considerazione, e si spostano in zone marine poco frequentate, sperando di trovare nuovi stimoli al loro nascosto vivere. 

Per questi, la soddisfazione certa è quella di trovare cibo aggiuntivo, senza però, riscontrare una miglior qualità.


Vi sono alcuni esemplari della categoria, come le Zanchettoni, che pensano di valere di più, solo a causa della loro virtuale grandezza. 

Purtroppo per loro, sono costretti a muoversi sui fondali sporchi, non soltanto per la sabbia. 


La categoria degli insegnanti vive di ricordi e molti colletti bianchi, pensano anche, che potrebbero nutrirsi d’aria, visto che lavorano per sole 18 ore settimanali e si fanno tre mesi di ferie.


Come le Zanchette, gli insegnanti hanno carne bianca e gustosa, facili da pescare e se non dovessero essere sufficienti per un pranzo a base di pesce, si potrebbero mischiare con altri miseri pesci, per fare una bella ed economica frittura.

Comanda il cervello o la pancia?

cervello pancia

La chiave di stress, ansia e tensione è nella pancia. Qui, infatti, si trova un vero e proprio secondo cervello, con importanti funzioni che si riflettono sull’intero organismo che regola le emozioni, i ricordi e il piacere. A lungo l’intestino e’ stato considerato una struttura periferica, deputata a svolgere funzioni marginali. La verità è che la nutrizione influenza il nostro pensiero e la nostra mente inconscia in una proporzione addirittura del 90%! Oltre a mostrare un collegamento diretto con lo sviluppo di quasi tutte le malattie.
“Sappiamo che, per quanto il concetto possa apparire inadeguato, il sistema gastroenterico è dotato di un cervello. Lo sgradevole intestino è più intellettuale del cuore e potrebbe avere una capacità “emozionale” superiore. È il solo organo a contenere un sistema nervoso intrinseco in grado di mediare i riflessi in completa assenza di input dal cervello o dal midollo spinale.”

 

Basi scientifiche

Lo afferma Michael D. Gershon, esperto di anatomia e biologia cellulare della Columbia University autore del best seller “Il Secondo Cervello”  “Basti pensare che l’intestino, pur avendo solo un decimo dei neuroni del cervello, lavora in modo autonomo, aiuta a fissare i ricordi legati alle emozioni e ha un ruolo fondamentale nel segnalare gioia e dolore. Insomma, l’intestino è la sede di un secondo cervello vero e proprio. E non a caso le cellule dell’intestino – spiega l’esperto americano ‐ producono il 95% della serotonina, il neurotrasmettitore del benessere”

 

La fonte della felicità

“Nella pancia troviamo infatti tessuto neuronale autonomo. E non a caso le cellule dell’intestino – aggiunge Gershon – producono il 95% della serotonina, il neurotrasmettitore del benessere. L’intestino rilascia serotonina in seguito a stimoli esterni, come immissione di cibo, ma anche suoni o colori. E a input interni: emozioni e abitudini.” Studi su cavie geneticamente modificate, ma anche in vitro, ‘hanno dimostrato l’esistenza di un asse pancia-testa. Per Gershon e’ la prima a dominare, almeno in certi campi.

domenica 8 febbraio 2015

Sapete che cos’è Bluetooth?



 

Bluetooth è un sistema standard, economico e sicuro per scambiare informazioni tra dispositivi diversi attraverso una frequenza radio sicura a corto raggio. 

Bluetooth cerca i dispositivi entro un raggio di qualche decina di metri e li mette in comunicazione tra di loro.

Vi anticipo che fra qualche decennio potremmo disporre di questa facoltà anche per il nostro corpo!

Nel frattempo, immaginiamo come diventerebbe il mondo dell’anima.
Prima di tutto ci libereremo dalla schiavitù del corpo che invecchiando mortifica la più nobile delle anime. 

In secondo luogo, avremmo risolto il problema dell’eternità. 

Come?

Notizia di questi giorni è la scoperta della tecnica per la generazione di cellule artificiali autoriproducenti. 

Ciò significa che produrre un corpo umano o una sua parte, artificialmente, non è un’idea assurda!

Il passo successivo consiste nel far migrare l’anima, evoluta nel vecchio corpo, in uno completamente nuovo o rigenerato.

Che beffa subirebbe la morte!

Ci sarebbero tanti vantaggi aggiuntivi che con un po’ di fantasia si potrebbero prevedere.

La tanta odiata “scuola”, per i ragazzi, non sarebbe più necessaria farla più di una volta!

Sapendo di poter abitare sulla terra per un periodo indefinito, deturpare la natura diventerebbe un sacrilegio, un affronto più tangibile all’esistenza globale.

Curare l’anima diventerebbe prioritario rispetto alla cura del corpo.
Molti sceglierebbero l’essere all’apparire.

I nostri governanti avrebbero più possibilità per riprendersi dagli errori commessi.

Si potrebbe intervenire sui cattivi in modo più specifico, risalendo alla causa primaria della loro cattiveria e rimuoverla, come si fa con un chip difettoso in un apparecchio elettronico.

Vivere diventerebbe una gratificazione continua per ognuno di noi.
La società conquisterebbe una maturità civile e sociale sempre migliore.

La tecnologia procederebbe con effetto valanga.

Aspetti negativi, sicuramente non esisterebbero, poiché l’evoluzione dell’anima umana sarebbe sempre nel bene!

Nell’anima umana esiste il dono che il Creatore ha voluto nascondere.

In una gara a staffetta, i corridori si scambiano il testimone compiendo continui giri di pista.

Chi deve compiere il proprio giro, non ha ancora il testimone e non può esaminarlo.

Chi sta correndo e impegnato nella corsa e non può pensare di guardare il testimone.

Chi ha compiuto il proprio giro non ha più il testimone e non può guardarlo.

Al termine della gara, se non è stata persa, il testimone è a disposizione di tutti, ma ormai la gara è terminata!

Vestiti (italiani) che uccidono




Una fabbrica collassata. Migliaia di persone sepolte vite. Le aziende coinvolte che aderiscono ad una iniziativa rivoluzionaria per compensare le vittime e impedire che questo si ripeta. Tutte tranne una. Italiana. Benetton. Che non pagherà se non vedrà seriamente a rischio la sua immagine. Firma ora:



firma la petizione
90 secondi: in un minuto e mezzo un'enorme fabbrica in Bangladesh è collassata seppellendo vivi 1134 operai. Per salvarsi alcuni si sono dovuti strappare da soli un braccio o una gamba. Una tragedia che ha scosso il mondo e ha spinto l'ONU a creare un piano per impedire alle multinazionali responsabili di girarsi dall'altra parte.
Un piano che starebbe funzionando se non fosse per una grande azienda italiana.
Ma oggi possiamo costringerla a pagare.
L'italiana Benetton è famosa in tutto il mondo, vale miliardi di euro, ma si rifiuta di risarcire uomini e donne morti cucendo i suoi vestiti. È l'unica grande marca sicuramente coinvolta nel crollo a non voler pagare. E la farà franca finché questa storia non metterà seriamente a rischio la sua immagine. E qui tocca a noi.

Benetton si sta preparando alla Settimana della Moda di Milano, l'evento più importante per il settore in Italia. È la nostra occasione. Clicca per chiedere a Benetton di salvare questo piano rivoluzionario. Arrivati a 1 milione di firme li metteremo in imbarazzo di fronte a tutto il mondo con una azione che non potranno ignorare. Firma ora:

https://secure.avaaz.org/it/benetton_pay_up_loc/?bglFhdb&v=53251

Quello del Rana Plaza non è il primo incidente di questo tipo. Per decenni le multinazionali si sono infischiate di queste tragedie. Ma da oggi questo potrebbe cambiare. L'accordo voluto dall'ONU per la prima volta nella storia coinvolge tutte le parti: il governo del Bangladesh, i produttori, i rivenditori internazionali e le organizzazioni per i diritti dei lavoratori. E se avrà successo stabilirà nuovi e altissimi standard per la responsabilità delle aziende, i controlli sui fornitori e i diritti dei lavoratori in tutto il mondo. C'è solo il no di Benetton a rischiare di far saltare tutto, spingendo altri a rifiutarsi e impedendo che si crei un precedente per i diritti dei lavoratori.
Non possiamo permettere che sia proprio l'Italia responsabile di questo: Benetton è l'unica grande marca ufficialmente relazionata al Rana Plaza a non aver aderito al piano di risarcimenti. L'anno del crollo ha avuto profitti per 139 milioni di euro, ma ha il coraggio di dire di aver fatto il suo dovere con una donazione di non si sa quanto a un'organizione benefica locale. Ma la carità non è un equo risarcimento. La verità è che questo crollo è stato una sequenza incredibile di negligenze da parte delle aziende. In un mondo giusto il risarcimento dovrebbe essere obbligatorio. Che le aziende partecipino a questo programma è il minimo accettabile.
Per Benetton, così come per tutti questi marchi globali, l'immagine è tutto. Per questo possiamo essere efficaci e dobbiamo colpire ora. Più saremo, più i vertici di Benetton faranno fatica a ignorarci. Firma ora per chiedere giustizia per i sopravvissuti del Rana Plaza, poi condividi la campagna con tutti:


Abbiamo già provato a smuovere queste aziende colossali. Dopo il crollo della fabbrica, la nostra comunità si mobilitò in massa per obbligare leader mondiali del settore come H&M a firmare l'accordo "Fire and Safety", per evitare che altre persone venissero sacrificate ai profitti di qualche azienda. Ora dobbiamo agire ancora una volta e pretendere che queste famiglie siano ascoltate.

Con speranza,

Dalia, Oliver, Emily, Risalat, Mais, Ricken e tutto il team di Avaaz

giovedì 5 febbraio 2015

Umanità in declino




La violenza è la forma di inciviltà più alta che l’umanità possa considerare. 

Il modo di esercitarla non colpisce soltanto chi la subisce ma anche chi assiste. 

Può succedere che assistere ad una violenza non provochi il naturale effetto di compartecipazione al dolore della vittima. 

In questi casi, lo spettatore ha perso l’essenza che lo rende umano.

In sostituzione di un “essere” umano, scopriamo una macchina che si alimenta con il male.

Questo tipo di combustibile, per detonare, ha bisogno di essere riconosciuto come male.

Per quanto orrore può un’azione suscitare, tanto più dimostrato si intende il riconoscimento del male.

Mi chiedo: In una graduazione del male, che cosa è più male di un altro male?

Ardere un uomo vivo è un male peggiore di chi non inorridisce ad assistere?

Sono stati in tanti a vedere il filmato di quell’orrore, iniziando dal ragazzino che gioca su Internet e finire ai capi di stato.

Che cosa deve succedere di più per dire che stiamo perdendo l’essenza umana?

mercoledì 4 febbraio 2015

La follia nell’Adriatico






La Croazia vuole trivellare in tutto l'Adriatico, ma non può farlo se rischia le enormi entrate del turismo. La decisione finale è tra pochi giorni: firma subito, raggiunte le 100mila firme faremo arrivare la protesta italiana su tutti i giornali croati:


firma la petizione
La Croazia ha appena annunciato trivellazioni in tutto l'Adriatico: a poca distanza dalle coste italiane e in un mare chiuso in cui la più piccola perdita di petrolio potrebbe causare un disastro ambientale irrimediabile. 

Ma la decisione non è definitiva.

La Croazia vive di turismo, in buona parte proprio turisti italiani (oltre 1 milione!), attirati da spiagge e mari incontaminati.

Firma subito e condividi con tutti e non appena arriveremo a 100mila firme faremo arrivare la protesta italiana ovunque su giornali e tv croati per far capire al Governo che andare avanti con le trivellazioni significa mettere a rischio l'economia del Paese:

https://secure.avaaz.org/it/italy_stop_croatia_oil_drilling_loc/?bglFhdb&v=51945

Stiamo già mobilitando tutto e tutti dalla pesca, alla protezione della fauna, dell'ambiente, al rischio geologico, fino ai residui bellici che rendono le trivellazioni pericolose: avremo un dossier inattaccabile, che ha già convinto il governo italiano a sospendere molte trivellazioni proprio nell'Adriatico.

Ma sappiamo che bastano due cifre per convincere definitivamente il governo croato: i circa 100 milioni di investimenti in media all'anno promessi dalle multinazionali del petrolio contro i circa 7 miliardi all'anno che derivano dal turismo. Basterebbe perdere per colpa di questo progetto 100mila dei 12milioni di turisti annuali, e tutta l'operazione sarebbe un fallimento per l'economia croata.
Grazie alla mobilitazione di centinaia di migliaia di possibili turisti tedeschi abbiamo appena contribuito a fermare simili trivellazioni vicino ad Ibiza. E la Croazia non può fare a meno del turismo, che è oltre il 20% del suo PIL: sarà semplicemente terrorizzata di perdere anche la più piccola percentuale di turisti italiani. Firma subito e condividi con tutti:

https://secure.avaaz.org/it/italy_stop_croatia_oil_drilling_loc/?bglFhdb&v=51945

La comunità di Avaaz è già stata cruciale nel 2014 per salvare pezzi bellissimi del nostro ambiente: dal Parco Naturale del Sirente-Velino in Abruzzo, alle cime più alte delle Apuane, fino alla mobilitazione per il Clima che anche in Italia ha coinvolto decine di città e decine di migliaia di persone. E ora sta a noi lottare per l'Adriatico e forse l'intero Mediterraneo.

Con speranza e determinazione,

Luca, Francesco, Juliane, Luis, Sam, Christoph e tutto il team di Avaaz

10 mesi per salvare il Pianeta

Alcuni mesi fa, uno scienziato è tornato nell'Oceano Artico per studiare la fuoriuscita di bolle di metano. Le aveva già osservate tempo prima, a centinaia, un metro l'una, uscire dal mare e rilasciare un gas 50 volte più inquinante della CO2. Ma al suo ritorno è rimasto pietrificato: erano cresciute, erano di UN CHILOMETRO l'una. Centinaia di enormi colonne di gas.

Gli scienziati ci hanno avvisato da tempo, esistono "punti di non ritorno" causati dal surriscaldamento terrestre che fanno impazzire il Pianeta. Un altro esempio: più si sciolgono i ghiacci che riflettono il calore nello spazio, più la temperatura dell'oceano aumenta, facendo sciogliere ancora più ghiaccio in una spirale inarrestabile. Ma nel 2014 tutti gli indicatori climatici sono stati "anomali". Ed è stato l'anno più caldo mai registrato nella storia.

Ma POSSIAMO fermare questa crisi agendo subito e mobilitando l'intero Pianeta. Possiamo trasformare questo scenario da incubo nel migliore futuro possibile: pulito, verde, e in equilibrio con il Pianeta.

Mancano solo 10 mesi al Vertice di Parigi, dove si deciderà il destino di questa enorme battaglia contro il cambiamento climatico. 10 mesi per convincere i leader mondiali a sostenere il nostro piano e fargli mantenere le promesse. Siamo noi contro le multinazionali del petrolio e chi dice che niente può cambiare.

Possiamo farcela, ma nel 2015 abbiamo bisogno del sostegno di tutti: bastano anche solo pochi euro, e addebiteremo le donazioni solo quando raggiungeremo il nostro obiettivo. Dobbiamo vincere, per il Pianeta che tutti noi sogniamo.

Pensare che tanto non si possa fare niente è inutile certo, ma soprattutto sbagliato. È tardissimo, ma possiamo ancora fermare questa catastrofe se iniziamo subito a convertire le nostre economie da petrolio e carbone a fonti di energia alternative. Un obiettivo che spingerà il mondo a collaborare come mai prima d'ora per difendere l'unico Pianeta che abbiamo. In fondo, Avaaz è nata per costruire questo futuro.

Questa sfida richiederà passione, speranza e tutto il nostro ingegno. E abbiamo un piano:
  1. Non ci fermiamo: la Marcia Globale per il Clima voluta e spinta dalla nostra comunità ha stravolto il dibattito politico. Abbiamo già visto risultati concreti in alcune politiche nazionali. Ma le compagnie petrolifere stanno preparando la loro contromossa, e dobbiamo essere pronti.
  2. Il Presidente francese in prima linea: il presidente francese François Hollande presiederà il vertice, una posizione importantissima. Serve che si batta per un risultato importante. Ha già incontrato il nostro team e si è offerto di dare all'accordo di Parigi il nome di una giovane avaaziana! Dobbiamo assicurarci che non si tiri indietro quando le cose entreranno nel vivo.
  3. Un salto di qualità: la portata di questa crisi è tale che dobbiamo andare oltre una normale campagna, con azioni importanti, dirette e non violente che colpiscano l'immaginazione: dobbiamo far capire che questa cosa è urgente, e spingere le persone ad agire. La Marcia è stata solo il primo passo.
  4. Basta disinformazione; miliardari come i fratelli Koch e le loro compagnie petrolifere sono la maggiore industria di menzogne sul tema del cambiamento climatico. Finanziano scienza spazzatura per confonderci e spendono milioni in campagne di comunicazione ingannevole, mentre comprano politici. Vogliamo investire nel giornalismo investigativo per smascherare la loro disinformazione.
  5. Obiettivi chiari e precisi: persino di fronte a una catastrofe di proporzioni planetarie, 195 governi in una stanza possono rivelarsi semplicemente incompetenti. Dovremo far emergere i punti chiave dell'accordo dal rumore di fondo del dibattito politico, e focalizzare i media e i leader su di essi. Il nostro obiettivo principale è un impegno chiaro a un mondo senza più emissioni di CO2, alimentato al 100% da energie pulite. Questo sarà il punto di svolta che indirizzerà gli investimenti privati in massa sulle energie rinnovabili.
All'ultima conferenza sul clima, a Copenaghen nel 2009, abbiamo svolto un ruolo fondamentale nelle elezioni "verdi" in Germania e Giappone, nel cambiamento delle politiche in Brasile e nell'ottenere dai paesi ricchi la promessa di 100 miliardi di dollari all'anno di sostegno ai paesi in via di sviluppo per contrastare il cambiamento climatico. Nel 2009 eravamo solo 3 milioni e dopo Copenaghen capimmo che dovevamo essere molti di più per affrontare la sfida del cambiamento climatico. Ora siamo 41 milioni, in continua crescita.
Il cambiamento climatico è il problema globale "definitivo", e richiede la cooperazione di tutti i governi del mondo. Con milioni di membri uniti da uno stesso ideale e provenienti da tutti i paesi del mondo, Avaaz potrebbe diventare lo strumento definitivo per quell'azione collettiva. È la nostra occasione per costruire un mondo come quello che vorremmo per i nostri figli. Diamoci da fare.

Con speranza e riconoscenza per questa straordinaria comunità,

Ricken e tutto il team di Avaaz

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