(opera di Silvia Senna)
Spesso, divago in pensieri che tengo gelosamente per me. Chi mai mi
crederebbe che parlo con un extraterrestre? Tanto più che quando lo invoco mi
risponde subito!
Ecco una prova: “ETT, dove sei?
“Sono sempre con te! Noi extraterrestri esistiamo su un piano spazio-tempo
completamente diverso dal vostro. Possiamo essere contemporaneamente in luoghi
diversi e ascoltare richiami provenienti da ogni parte dell’universo.” Pronta
la risposta di ETT.
“Che bello! Vorrei essere uno di voi!” Confessando con una leggera ironia.
“Non essere precipitoso nei tuoi desideri, potresti pentirtene! Sappi che
le parole contemporaneamente, luoghi, parti che io uso nel comunicare
con te, subiscono la traduzione nella tua cultura con l’assunzione di
significati che non sono corrispondenti ai miei.” Spiegò così ETT.
“Non capisco, però, Ti prego, però, lasciami l’illusione di espandere il
mio sapere nel senso che più mi piace.”
“Allora dimmi perché mi cercavi?”
“Desideravo rivolgerti una domanda. Forse il caso ci ha mette lo zampino,
poiché la tua premessa concettuale, relativa alla tua onnipresenza nel tempo e
nello spazio, bene si concilia con l’oggetto della domanda.”
“Orsù, poni questa tua domanda!” disse ETT sbrigativamente.
“Conosco un’amica pittrice, artista di grande valore espressionista, che prende
molto sul serio il suo lavoro. Mi chiedevo se, da studioso degli umani, potessi
fornirmi qualche tua impressione a riguardo della sua anima e spiegandomi in
che modo lei riesce a trasmettere nei dipinti quella carica emotiva capace di
guidarla nella scelta dei colori e nei giri del pennello sulla tela.
“Non mi starai confondendo con un critico d’arte?” chiese ETT.
“Anche se fosse, temi il paragone?” cercai di stuzzicarlo.
“ahahahah …. Voi umani siete terribili, vedete sfide e confronti
ovunque, ma questo, per fortuna, non è un mio problema.”
“Allora, attento a ciò che dici, poiché riporterò tutto alla mia amica!”
“La tua amica è dolce come te e non avrò nulla da temere. Rispondendo al
tuo quesito, vorrei che considerassi un fatto. Noi extraterrestri, nel
momento in cui gli umani rispondono al richiamo dell’amore, siamo in grado di
rilevare emissioni di frequenze di segnale associate al vostro stato emotivo.”
“Questo potrei intuirlo. Ma non hai risposto alla mia domanda!”
“Il vostro cervello, quando lavora, emette segnali in frequenza;
esattamente come fa il vostro cuore quando un’emozione vi prende.”
“Vuoi dirmi che, nel caso della mia amica, tu riesci a notare una nebbia di
frequenze intorno a Lei quando dipinge?” Domandai.
“Non soltanto per la tua amica, ma per tutti coloro che, essendo sensibili,
sperimentano una qualsiasi emozione. I quadri della tua amica rispecchiano il
lato gentile che è presente in ogni cuore osservante la sua opera.
Ella, quando dipinge, è come la brina mattutina che all'alba della fredda
notte deposita gocce d’acqua sulle foglie assetate delle piante. L’osservatore
delle sue opere è quella piantina che trova poca acqua nelle sue radici, ma ne
ritrova tanta sulle foglie, donata dal primo tempore del mattino, quando il
sole è ancora timido.”
“È bella, questa tua metafora!” Esclamai.
“No, Luigi; bella è l’anima umana. La tua amica conosce bene il suo
valore e ciononostante, mostra i suoi timori perché teme le intemperie
dell’essere umano. Rassicurala per quanto nella sua vita potrà fare. Qualunque
lavoro dove passione e cuore lavorano insieme è sempre un buon lavoro. Le
garantisco che il fascio delle sue frequenze è intenso e significativo e solo
ai duri di cuore, i suoi lavori non dicono nulla.”
“Grazie, ETT, riferirò tutto anche a rischio di apparire un po’ matto!”