domenica 7 gennaio 2024

Metodi per "imparare" la saggezza

 

Esistono tre modi per imparare la saggezza:
Primo, con la riflessione, che è il metodo più nobile;
secondo, con l’imitazione, che è il metodo più facile;
terzo, con l’esperienza, che è il metodo più amaro. (Confucio)

 

La riflessione è un'attività della mente che ha bisogno di diversi prerequisiti per essere condotta efficacemente.Molti di questi non dipendono completamente dalla nostra volontà; mi riferisco allo stato d'animo, alla salute fisica, alle condizioni del cotesto. Altri fattori, invece richiedono un grosso investimento di tempo e passione, come la cultura e l'esercizio della logica.

L'imitazione è la tecnica più semplice perché è istintiva ed è quella che ti mostra i risultati sperimentati da altri con successo. Questa ha una unica controindicazione; vuole perseveranza, adattamento e fiducia a causa delle azioni che non si sentono proprie.

L'esperienza porta con sé la memoria del passato e la capacità di sopportazione del dolore per gli insuccessi. La saggezza proveniente dalla esperienza è la più costosa e forse per questo motivo appare la meno usata.


sabato 6 gennaio 2024

Vedere oltre

 

Immerso nei miei pensieri fantastici, quelli che ai più, appaiono tanto inutili, quanto strani, mi ritrovai a sfogliare le pagine di un libro che, a giudicare dallo stato della copertina e dal colore delle pagine, doveva essere molto vecchio.

Cercai la data di stampa e sorprendentemente lessi: 12 maggio 1955.

Una terribile ansia mi prese, e non avendo fatto caso al titolo, lo richiusi per guardare sul frontespizio, e vidi: “Percorso di una vita”.

Capirete, che l’ansia cominciava a trasformarsi in paura, appena la fugace lettura di poche frasi puntate a caso, mi fece intendere che si trattava della cronaca della mia vita.

Richiusi il libro immediatamente e alzai lo sguardo intorno a me. Solo allora, notai che ero in un luogo pieno di libri di varie dimensioni, alcuni erano molto sottili, forse con la sola copertina, altri apparivano come grossi tomi impolverati.

Ripresi coraggio e tentai di sfogliare la parte finale del mio libro, qui ebbi una delusione, le pagine se pur vecchie, erano vuote.

Capii che non mi era possibile leggere con gli occhi del presente, infatti, quando tentavo di fissare lo sguardo sui quei fogli, vedevo solo pagine bianche, mentre quando lo distoglievo, quelle stesse pagine si riempivano di frasi.

Era la mia coscienza, il confine tra il presente e il futuro.

Quando si usano termini come prima, dopo, grande, piccolo si ragiona con l’innocenza di un bambino davanti al pallottoliere. Quel bambino si affida completamente ai suoi sensi per entrare in contatto con il mondo approssimato del genere umano.

Cancellando il tempo e lo spazio, rimarrebbe l’essenza primaria che corre davanti alla coscienza, senza poter essere mai raggiunta.

Per questa volta, permettetemi di smentire Einstein, a riguardo del primato in velocità della luce.

Se la luce è a portata del genere umano, nel senso che è percepibile, per forza deve esistere qualche entità più veloce, la quale, ovviamente, essendo fuori della nostra sfera conoscitiva, non la potremmo mai condurre sotto l’analisi della nostra ragione, puerilmente limitata e distorta.

Lo scienziato più impeccabile è colui che dell’ordine, della separazione, della logica consequenziale e del riscontro, ne fa un uso assiomatico, quasi inconsapevole.

Tutto questo arguire, mi porta a una facile e piacevole conclusione che la fine di questo mondo è solo un’insignificante lucina che si spegne, per riaccendersi in un’altra dimensione spettacolarmente bella, varia, magica e sorprendentemente oltre qualunque ottimistica aspettativa immaginabile. 
 

venerdì 5 gennaio 2024

Torno da me



Il fluir del tempo aliena la speranza senza visione.

Impotente al destino freddo, 

l'anima siede con il cuore in mano.


Mute domade si agitano tra i silenzi eterni.

Ingenuo,
sollevo lo sguardo verso orizzonti disegnati dalla fantasia.

Nascondo l'io alla ragione.

Smetto di cercare risposte.

So di essere sotto un cielo troppo alto per le mie misure.

e allor che lo sguardo, timoroso, s'incanta,

e ritorno in me.

giovedì 4 gennaio 2024

ETT si esprime sulla vena artistica

 

 (opera di Silvia Senna)

Spesso, divago in pensieri che tengo gelosamente per me. Chi mai mi crederebbe che parlo con un extraterrestre? Tanto più che quando lo invoco mi risponde subito!

Ecco una prova: “ETT, dove sei?

“Sono sempre con te! Noi extraterrestri esistiamo su un piano spazio-tempo completamente diverso dal vostro. Possiamo essere contemporaneamente in luoghi diversi e ascoltare richiami provenienti da ogni parte dell’universo.” Pronta la risposta di ETT.

“Che bello! Vorrei essere uno di voi!” Confessando con una leggera ironia.

“Non essere precipitoso nei tuoi desideri, potresti pentirtene! Sappi che le parole contemporaneamente, luoghi, parti che io uso nel comunicare con te, subiscono la traduzione nella tua cultura con l’assunzione di significati che non sono corrispondenti ai miei.” Spiegò così ETT.

“Non capisco, però, Ti prego, però, lasciami l’illusione di espandere il mio sapere nel senso che più mi piace.”

“Allora dimmi perché mi cercavi?”

“Desideravo rivolgerti una domanda. Forse il caso ci ha mette lo zampino, poiché la tua premessa concettuale, relativa alla tua onnipresenza nel tempo e nello spazio, bene si concilia con l’oggetto della domanda.”

 “Orsù, poni questa tua domanda!” disse ETT sbrigativamente.

“Conosco un’amica pittrice, artista di grande valore espressionista, che prende molto sul serio il suo lavoro. Mi chiedevo se, da studioso degli umani, potessi fornirmi qualche tua impressione a riguardo della sua anima e spiegandomi in che modo lei riesce a trasmettere nei dipinti quella carica emotiva capace di guidarla nella scelta dei colori e nei giri del pennello sulla tela.

“Non mi starai confondendo con un critico d’arte?” chiese ETT.

 “Anche se fosse, temi il paragone?” cercai di stuzzicarlo.

“ahahahah …. Voi umani siete terribili, vedete sfide e confronti ovunque, ma questo, per fortuna, non è un mio problema.”

“Allora, attento a ciò che dici, poiché riporterò tutto alla mia amica!”

“La tua amica è dolce come te e non avrò nulla da temere. Rispondendo al tuo quesito, vorrei che considerassi un fatto. Noi extraterrestri, nel momento in cui gli umani rispondono al richiamo dell’amore, siamo in grado di rilevare emissioni di frequenze di segnale associate al vostro stato emotivo.”

“Questo potrei intuirlo. Ma non hai risposto alla mia domanda!”

“Il vostro cervello, quando lavora, emette segnali in frequenza; esattamente come fa il vostro cuore quando un’emozione vi prende.”

“Vuoi dirmi che, nel caso della mia amica, tu riesci a notare una nebbia di frequenze intorno a Lei quando dipinge?” Domandai.

“Non soltanto per la tua amica, ma per tutti coloro che, essendo sensibili, sperimentano una qualsiasi emozione. I quadri della tua amica rispecchiano il lato gentile che è presente in ogni cuore osservante la sua opera.

Ella, quando dipinge, è come la brina mattutina che all'alba della fredda notte deposita gocce d’acqua sulle foglie assetate delle piante. L’osservatore delle sue opere è quella piantina che trova poca acqua nelle sue radici, ma ne ritrova tanta sulle foglie, donata dal primo tempore del mattino, quando il sole è ancora timido.”

“È bella, questa tua metafora!” Esclamai.

“No, Luigi; bella è l’anima umana. La tua amica conosce bene il suo valore e ciononostante, mostra i suoi timori perché teme le intemperie dell’essere umano. Rassicurala per quanto nella sua vita potrà fare. Qualunque lavoro dove passione e cuore lavorano insieme è sempre un buon lavoro. Le garantisco che il fascio delle sue frequenze è intenso e significativo e solo ai duri di cuore, i suoi lavori non dicono nulla.”

“Grazie, ETT, riferirò tutto anche a rischio di apparire un po’ matto!”

 

La gioia

 

La gioia è un’emozione che s’insegue, ci appartiene ma la consideriamo esterna. Sembra una sirena sfuggente, che vuol mantenersi a quel millimetro di distanza, e così, ci dice di esserci e nello stesso tempo ci chiede di rivoluzionarci perché possa rivelarsi.
Se pensiamo un attimo che il sentimento di gioia è dentro di noi e che basta allargare un sorriso o rivolgere il pensiero verso tutto ciò che bello nella vita, ci rendiamo conto quanto dipende da noi la rivoluzione del modo di essere.
E’ incredibile quante opportunità ci sono per sorridere è riempire continuamente di gioia il nostro cuore.
Una giornata di sole e lo sguardo rivolto contro i suoi raggi per essere meravigliosamente accecati, è come tirare dentro se stessi la gioia.
Non vi dico che mi succede, guardando il bel viso di una donna, la genuinità e dolcezza di un bimbo che si rivolge a me vincendo il balbettio o attendendo uno sguardo benevolo!
Un apprezzamento gentile, una carezza amorevole, un grazie di cuori, un abbraccio prolungato, e tanto altro ancora, sono le occasioni che servono a te per toccare quella “cosa” che tutti vogliamo e che è racchiusa in una breve parola: “gioia”.

Se siamo convinti di essere noi stessi i disegnatori della nostra vita, non abbiamo che scegliere dove far sostare la nostra anima e assaporare la condizione di essere umano nell’emozione legata alla gioia.

Quando le nostre scelte vanno nell’unica direzione concessa dalla gioia, possiamo dire di essere felici.
Non possediamo nulla se non il piacere di essere sempre noi stessi e toccarci nella parte più sensibile a vibrar sentimento.

Ogni mattina, appena apriamo gli occhi e ci prepariamo a vivere il nuovo giorno, non abbiamo che da scegliere: un bacio a chi vogliamo bene, un saluto caloroso alla prima persona che incontriamo per strada, una carezza ad un cane randagio, lo sguardo all’ondeggio della chioma di un albero, la corsa di due ragazzi che giocano; l’elenco è lungo.

Dobbiamo convincerci che ogni secondo è prezioso. Accumular ricchezze per non spenderle è da stupidi.
Abbiamo un sol modo per essere veramente felici: toccarci l’un l’altro con la gioia.
Questo modo di essere non cancella i problemi della vita materiale ma ci permette di svuotarli di quella sofferenza che ci fa strisciare per terra nel buio della sofferenza.

mercoledì 3 gennaio 2024

Abbracciare i bambini


Quando si tratta di scoprire l'acqua calda, ecco che leggo ciò che da anni sostengo. Questa volta, c'è il patrocinio della scienza!

Riporto la notizia appena letta:

"Secondo recenti studi scientifici, infatti, gli abbracci sono un’espressione di amore importante per lo sviluppo e la crescita di ogni bambino. I ricercatori hanno analizzato le condizioni di 125 bambini che si trovavano ricoverati dopo la nascita presso l’Ospedale Pediatrico Nazionale, nello stato dell’Ohio.

I risultati dello studio sono stati sorprendenti. Dando ai bambini abbracci costanti e cure continue, si verificavano nel cervello dei piccoli delle reazioni particolari che ne consentivano uno sviluppo veloce. L’amore e la tenerezza dei genitori potevano essere un beneficio enorme per la crescita dei loro figli.

La dottoressa Natalie Matre, principale autrice dello studio scientifico, ha voluto sottolineare che un gesto semplice come un abbraccio permette di rilasciare una quantità importante di ossitocina, un ormone che garantisce un’ondata incredibile di effetti benefici per la salute del bambino.

Se i bamnbini ricevono pochi baci, abbracci, coccole e attenzioni, lo sviluppo è più lento. Inoltre, è un bambino con poca autostima, scarsa fiducia in se stesso, che ha difficoltà a relazionarsi e a comunicare con gli altri."

 

martedì 2 gennaio 2024

Viso di donna


 Gioia inesplosa si cela sotto il velo più bello d'esser donna.

Assaporar di tanto gusto la gentil figura

 è riserva al piacer massimo.

Brillante è quel sorriso che apre orizzonti al sentir dolce.

Natural direzione prende il tuo soffio di vita,
allor quando protendo avido al toccar le tue labbra.

Al pensar postumo, nessun disegno rende verità.

Son dentro il riflesso d'amor che orna il tuo viso. 

 

lunedì 1 gennaio 2024

Comunicare con il pennello

 

Il sentimento pratica vie lontane dalla ragione e si veste di azioni mosse da motivi nascosti alla consapevolezza. 
Il corpo umano refrattario ad esprimersi con le emozioni, si affida agli stimoli pazzi provenienti da una psicologia individuale molto articolata.
L'essere umano nuota tra i pensieri che emergono come iceberg. 
Il mare delle paure sprofonda nel passato; scogli di traumi spuntano come sirene e richiamano sofferenze rimosse dalla coscienza.
In questo quadro emotivo, la sfera umana sia affida ad espressioni mute. Frasi di una poesia, segni di colori, suoni strumentali, graffi su pietra o legno, sono opere in cui il sentimento riposa, pronto a ridestarsi davanti all’anima sensibile. 
Queste parlano con la lingua più raffinata e con i toni più soffusi.
Raccontano dell’amore e dei piaceri, accarezzano cuori e stabiliscono un canale riservato, unico con chi abbandona la corazza dell’apparenza. 
Il dialogo che si instaura è silenzioso; ha bisogno del silenzio perché nella zona indifesa dell’anima c’è spazio soltanto per le cose semplici, tenere e segrete.
Nel turbinio dei colori, nelle forme accennate, nelle figure sfuocate di un’opera pittorica batte il cuore dell’artista che comanda la sua mano a muoversi mentre il pennello imprigionato tra le dita, restio all’abbandono del colore, mostra la sua inerzia.
Contemplare un’opera d’arte è come sospendere per il tempo senza misura, l’invecchiamento ingiustificato. Significa restare testimoni dell’esistenza della propria anima, superando il tempo e dimenticando la precarietà della vita umana.
L’artista vuole attenzione, vuole l’incanto dello sguardo per donare il bello della propria intimità.
   

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