mercoledì 15 novembre 2023

Il dono dell'angelo

 

Una bambina, spettatrice silenziosa di un film interpretato dai suoi genitori, conduceva una vita solitaria nell’anima. La lunga attesa di una carezza o di una piccola attenzione alla sua persona, le aveva indotto una specie di mesta rassegnazione unita all’accettazione di una colpa difficile da comprendere alla sua tardiva intelligenza.

Le tenerezze che giungono da un cuore che ama, sono sempre accompagnate da duraturi sorrisi e sguardi incantati. 

Questa esperienza era completamente ignota alla piccola Serena, che però, aveva sperimentato come attraverso l’ubbidienza o un concedersi senza convinzione, riusciva a conquistare sorrisi di compiacimento.

Queste apparenti gratificazioni le servivano come surrogati di quei piaceri che ella avrebbe voluto provare come riflessi di atti d’amore ancora da sperimentare. La strana situazione che si componeva mentre la bambina diventava donna, contribuì a definire un’architettura dell’anima illeggibile e difficile da modellare con gli eventi della vita.

Serena era attratta da ninnoli, oggetti particolari che ispiravano tenerezza ed innocenza. Per questo motivo spesso si fermava davanti alle vetrine di un negozio di giocattoli. Sceglieva idealmente gli articoli più suggestivi dove porre l’attenzione e indugiava pensandoli parlanti.

Un giorno, un angelo nelle vesti di un buon uomo, le si avvicinò e le chiese:

-“Posso farti un dono?”

Serena rimase un po’ interdetta, ma l’uomo subito la rassicurò:

-“Non temere. Ti ho notata mentre ammiravi i giocattoli in vetrina. Mi farebbe tanto piacere se accettassi un oggetto appartenuto a mia figlia. Lei non è più con me … è volata in cielo.” Così dicendo pose tra le mani della ragazza una scatola accuratamente avvolta in una carta colorata e aggiunse:

-“La mia bimba sarà contenta di saperlo nelle tue mani.”

L’uomo accarezzo i capelli di Serena e andò via. Appena giunse a casa, lei tolse l’involucro cartaceo e ai suoi occhi apparve un piccolo forziere accompagnato da un bigliettino con su era scritto: “Da aprire soltanto in una occasione speciale”.  

Si attenne strettamente a quella istruzione. Conservò e curò per molto tempo l’oggetto, sperando che un giorno potesse scoprirne il contenuto. 

Da quel momento la sua vita cominciò a cambiare.  Iniziò a combattere le sue prime battaglie sociali. Si rispecchiava negli occhi dei suoi amici e conoscenti per riconoscersi in un ruolo.  Riusciva persino a modulare la sua voce con un sottofondo di importanza e convinzione delle proprie possibilità. La sua forza interiore crebbe e fiorì la sua dignità.

Il suo pensiero volgeva spesso a quel suo dono misterioso. Si vantava come una delle pochissime persone a cui la fortuna aveva concesso di possederlo. Attendeva quella fatidica ignota occasione per aprirlo.

Serena stava conquistando la sua consapevolezza e l’autorità di esistere quando il destino gli impose di aprire il pacco dono. Nel momento in cui il forziere fu aperto, sorprendentemente non trovò nulla, tranne un altro bigliettino ripiegato più volte. Era su scritto: “In questo forziere ho riposto le mie ansie, le mie preghiere a Gesù affinché Egli sia buono con te ...  che ti preservi dal dolore e ti infonda l’amore che meriti. Quando sarai triste stringi al petto questo dono, il Signore ti assisterà.” 

Serena capì che quell’uomo era un angelo vestito da passante. Da lui aveva ricevuto qualcosa che nemmeno i suoi genitori erano riusciti donare: un senso di serenità con un grande messaggio d’amore.  

martedì 14 novembre 2023

La sincerità cedevole


 

La sincerità è un valore che rende trasparente l'anima. È incompatibile con la cattiveria. È prova di bontà.

La sincerità è maldestra ... è in grado di creare nemici soltanto perché si manifesta.

Praticare la sincerità significa guadagnarsi una facile antipatia poiché la verità non sempre veste elegante.

Consiglierei la pratica di una sincerità "cedevole" cioè capace di flettersi come farebbe un ramo al peso di un uccello che si posa. La sincerità non deve irrigidirsi, non deve battagliare perché la verità che porta con sé, si illumina di luce propria. Deve curvarsi, adattarsi alla sensibilità umana. La verità ha bisogno di tempo per occupare prima la mente e poi il cuore.

Essere sinceri come la durezza dell’acciaio è anche un modo di trascurare l'obiettivo che essa si prefigge, dimenticando il seme buono che si vorrebbe far germogliare.

Personalmente credo che la sincerità debba essere vestita per l’occasione o usando una brutta parola, "truccata". 

Dovrebbe essere come una bella donna che per far mostra di sé ricorre ai cosmetici. Lei sa di essere bella, ma non rinuncia a migliorare ulteriormente la sua immagine per il piacere di chi la guarda. Giungerà il giorno in cui potrà mostrarsi nelle sue vere forme, allorquando l’amante apprezzerà maggiormente il suo cuore e non il corpo.

Ovviamente, lungi da me l’idea che siano la vigliaccheria o l’ipocrisia le promotrici di questo stratagemma.

Si tratta di un’idea benevola che non vuole castigare perentoriamente l’errore commesso, ma che offre l’opportunità di riscatto alla consapevolezza di chi è sottoposto al tuo giudizio.

Solitamente si invoca la sincerità per reclamare apertamente esigenze, per decretare un giudizio, per rispondere alla richiesta di chi attende comprensione.

In tutti casi, la sincerità entra in gioco quando le si chiede nascostamente di non essere pienamente sè stessa.

 

lunedì 13 novembre 2023

L'informatica deve cambiare


L'informatica deve cambiare vita. Dapprima, svestendosi dei panni di macchina che produce pasticche cognitive, che fa trangugiare senza lasciare il tempo per osservarne l'etichetta della provenienza. 


Successivamente, conquistando il ruolo di compagno di viaggio delle strategie didattiche più avanzate nella scuola: facendosi quaderno elettronico di scrittura di parole, di pensieri, di intuizioni, di dubbi, di fantasie che circolano, per lo più , seminascoste, tra i banchi.

Come dire, un computer che sceglie di dare voce alle "domande" e ai "perchè" degli studenti, abbandonando il ruolo di cassaforte di risposte preconfezionate.  E che si veste dal laboratorio di ricostruzione e di reinvenzione delle conoscenze.

Questo significa aiutare la scuola ad abbandonare la logica dei saperi depositari (nozionistici ed enciclopedici) per dare slancio, ali, agli allievi-aquile perchè possano entrare nei cieli dove brillano comete  come conoscenze generative (che girano coi saperi interdisciplinari) e la cometa delle conoscenze euristiche (che coinvolgono problemi di vita reali, posizioni antidogmatiche, laiche).



Sei Amore


 

 

 

 

 

Nell'apparente silenzio,
ascolto parole mai pronunciate.

Allineato al tuo viso,
mi perdo nello sguardo.

Piacer mio è venir dentro,
attraversare quell'intenso fiume di emozioni che scorre senza sosta.

Non c'è tempo,
nè misura.

Sei donna.

Sei amore.

 

sabato 11 novembre 2023

Duello verbale

 

 
Vi è capitato di partecipare a un colloquio passivo?
Forse è una delle forme di colloqui più usuali.
Nel colloquio passivo si parla di se stessi continuamente.  L’unica variazione che si nota, sta nello scambio dei ruoli tra chi ascolta (in pausa meditativa) e chi parla (in sindrome di egocentrismo).
Lo scambio avviene spesso sfruttando le pause accidentali o le difficoltà espositive di chi detiene il testimone del colloquio. 
Spesso, lo scambio è difficoltoso. Ci sono dei momenti in cui il ruolo di “parlatore” è duplicato. 
Vince (continuando a parlare) chi riesce ad assumere un tono di voce più alto e deciso. Sono commoventi i momenti in cui la voce perdente continua nei suoi tentativi di imporsi.
Alla fine del colloquio i duellanti si allontanano chiedendosi: “Ma di che cosa abbiamo parlato?”.
È stata un’inutile perdita di tempo che ha lasciato come effetti positivi lo sfogo verbale e una decisa voglia di bere (specialmente in estate!).

Il colloquio dovrebbe essere un momento magico in cui due esperienze diverse s’incontrano e colgono l’opportunità di arricchirsi e deliziarsi della vita.
 
L’elettronica dà un meraviglioso esempio.
Due punti a potenziale diverso non vedono l’ora che un filo di rame possa unirli. Se dovesse succedere, si scatenerebbe una corsa di elettroni, forsennata.Tutti correrebbero verso i fratelli protoni, pronti a unirsi a loro per riversare e ricevere la quantità di carica di cui hanno fortemente bisogno. La loro corsa è tanto più forte, quanto più alta è la differenza di tensione che esiste tra di loro. 
È facile intuire che se uno dei due è una fonte inesauribile di energia, il traffico di elettroni continuerà in modo indefinito. Diciamo che tra i due punti c’è corrente continua!

Un colloquio interessante si sviluppa tra persone che possono dare qualcosa in termini d’idee, poiché entrambe si arricchiscono dell’esperienza dell’altro. Ognuno è capace di tirar fuori il meglio dell’altro. L’interesse e l’attenzione sono elementi sempre presenti nel colloquio. La fine del colloquio porta la consapevolezza di aver trascorso un “bel” tempo. I due si lasciano con una stima reciproca accresciuta.

La voglia di bere verrà per brindare alla bellezza della vita! 
 

venerdì 10 novembre 2023

Pensieri in movimento

 

 
Ci sono momenti in cui il chiasso della vita vegetativa di tutti giorni, si attenua. Scende un silenzio interiore che favorisce il pensare. In queste occasioni, la mente è difficile collocarla.
Appare incerta su cosa concentrarsi. Dopo un’instabilità che ha il sapore di un equilibrio d’animo smarrito, si posa su piccole immagini e abbozza pensieri.
Quei pensieri che, come cari amici, vogliono consolarti, quasi a darti qualcosa. Leggeri, inutili, a volte, pretendono solo di farti compagnia. Essi sono con noi, ma vengono da noi come se fossero estranei. Vogliono plagiarci perché sanno ciò che desideriamo e soprattutto, ciò che amiamo.
Questi amici sanno anche che abbiamo molti nemici.
Chi non ha preconcetti, manie o fissazioni?
La personalità umana è un mare di sentimenti arginati da pensieri più o meno profondi. Nei suoi alti fondali giacciono al buio, paure, sofferenze e qualche nave di speranza naufragata. I nostri meravigliosi pensieri si affastellano nella mente e creano il prototipo di ciò che vorremmo. Si assemblano in un numero vertiginoso, se il nostro desiderio e forte. 
Spesso inducono in nostalgia e richiamano quello spirito di rivalsa che ci sorprende in scatti improvvisi. In alcuni casi ci prospettano un’anteprima di ciò che potrebbero raccomandarci.
Le scene che costruiscono ci appaiono reali fino al punto che presumiamo di agire subito secondo una replica di quello che è stato pensato.
Purtroppo, la realtà si determina con altre componenti che tengono conto di svariati fattori, molti di questi, fuori dalla nostra portata.
Soltanto alla fine si capisce che la nostra vita va avanti per approssimazioni successive.
La razionalità rimane tale fino a quando non esce dalla nostra mente.
  

giovedì 9 novembre 2023

Confessioni postume di un lettore del libro "Cuore"

 

 
Aveva otto anni, ma non gli sembravano pochi. Probabilmente sembravano tantissimi quelli dei “grandi”. Per lui gli adulti erano così “grandi” che non potevano dir bugie o ancor peggio, essere cattivi.

Al compleanno dei diciotto, non sentiva di essere diventato “grande”. Probabilmente qualche bugia la diceva ancora o forse peccava di egoismo. Aveva pochi amici per provare le sue bugie, quindi supponeva di essere egoista.

Qualche anno prima, aveva letto il libro “Cuore” e ne era uscito sconvolto. Quella lettura costituì il punto focale di un cambiamento interiore. Assunse l'idea che la generosità e il rispetto dovevano essere le chiavi vincenti della sua vita.
 
La professoressa d’italiano delle medie gli aveva addirittura scritto una dedica a cui è rimasto sempre fedele: “Non fare agli altri quello che non vorresti che fosse fatto a te”.

Per un po’ rimase deluso. Non aveva compreso il senso profondo della frase. Si chiedeva: "perché mi ha scritto questo?" Cosa poteva aver indotto il suo amore per gli alunni a suggerire questo ammonimento? Non aveva mai pensato di comportarsi male con lei e tanto meno con chi conoscevo.

Proseguendo con gli studi, la sua vita si è srotolata. Molte idee ha cambiato, facendole scendere un po’ più giù dalle nuvole da dove erano nate.

Con i capelli imbiancati, capiì soltanto allora il senso di quell'antica solitudine; ha conosciuto l’amore, ma non quello letto nel libro “Cuore”; ha dovuto riconoscere che la cattiveria esiste veramente. 
 
La dedica della professoressa non si rivolgeva al lui ... doveva essere uno scudo donatogli per proteggersi dai mali del mondo.

Infine, si è convinto che non vale la pena rinascere se il mondo continua a essere quello che si è rivelato.
 

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