mercoledì 17 giugno 2015

Esame di stato 2011





Anche quest’anno, la “funzione” degli esami di stato è stata celebrata.

L’afonia ai rumori del mondo esterno, ha garantito la vittoria dei piaceri legati ai rapporti umani, sull’amorfismo procedurale dettato dall’applicazione di norme e sigilli di segreteria.

Commissari e alunni, hanno vissuto i loro momenti scambiandosi quella spiritualità imprescindibile per gli esseri umani.

Il clima vissuto da questa mia particolare commissione, si allontana da quello che vogliono far credere o vorrebbero indurre.

Lo stile dell’essere, eleganza degli approcci, la serietà e la dedizione al loro lavoro, li rende romanticamente fuori dal tempo e testardamente attaccati all’idea di come la scuola dovrebbe essere.

Tutti professionisti che regalano se stessi in ciò che fanno, poiché credono nel loro operato, ma non perché l’hanno letto sui libri, lo fanno perché vivono continuamente tra i ragazzi e ascoltano parole, sensazioni, sentimenti che non potrebbero mai arrivare alle alte sfere della direzione dello stato.

I docenti, trovano nel rapporto con i ragazzi i motivi per continuare a esserlo, nonostante da anni, sono presi a schiaffi da un’opinione pubblica condizionata da un governo confuso, incapace di dare ordine e stimoli in un settore decisivo sul futuro della nazione.

A testimonianza  di quanto detto allego il colloquio tenuto con un extra-terrestre (ETT) che ha voluto, in silenzio e con discrezione, accompagnarmi durante lo svolgimento degli esami.

ETT: Luigi, anche quest’anno si ripete quel rito strano che chiami “esami di maturità”?

LUIGI: Purtroppo si!

ETT: Perché purtroppo, non sei contento? Mi hai detto lo scorso anno, che in questo modo guadagni più soldi.

LUIGI: Infatti, questo è il motivo del purtroppo. Noi, insegnanti, siamo costretti a guardare l’aspetto economico per non affliggerci troppo, su una procedura su cui non ci crediamo più. Spiegare il perché, sarebbe lungo e inutile, poiché perderei tempo ed esporrei a una cattiva figura il genere umano nei tuoi confronti.

ETT: Spiegami allora, perché sulla tua nomina era scritto che dovevi presentarti alle 8.30 del 20 giugno, e invece alcuni di voi non si sono presentati o sono stati sostituiti da altri qualche giorno dopo?

LUIGI: Per cortesia ETT, non farmi questo tipo di domande, perché qualunque risposta io darei, a te sarebbe incomprensibile.
Noi umani sappiamo far diventare difficili anche le banalità! 
Fammi, invece, domande sulla commissione, così, magari è più divertente.

ETT: Ho capito! Ti riferisci a tutte quelle professoresse con cui ti sei accompagnato quest’anno! Vero?

LUIGI: Sai certamente, che io guardo sempre il lato positivo delle situazioni.

ETT: Non negare che te la sei fatta sotto, quando hai visto l’aggressività della presidente!

LUIGI: Ho l’impressione che ti servirà ancora un bel po’ di tempo per capire gli umani! La mia cara presidente è un fuoco di cioccolato, t’inonda di tanto minaccioso calore, per mostrare senza parole, tanta dolcezza.  

 Diciamo che fa scoppiare guerre di pace!

ETT: Non eccedere in salamelecchi, perché tutti sanno che ti ha fatto vicepresidente, grazie al fatto che eri l’unico commissario esterno!

LUIGI: Per fortuna, che è questo il motivo, e non i capelli bianchi!

ETT: Non vuoi nemmeno confessare che eri terrorizzato dall’idea di essere nominato per l’ennesima volta, segretario?

LUIGI: Questo te lo concedo, però questa eventualità l’avevo esorcizzata pensando di essere commissario esterno e, ahimè, non più prodigo giovanotto.

ETT: Non ti preoccupare di non essere più quel prodigo giovanotto che dici, perché ti garantisco che le vostre trasformazioni di pensiero vanno a pari passo con quelle del corpo, e questo, a parere di un extra-terrestre, è più una fortuna che una maledizione.

Io non avrei avuto nessun motivo per giungere sulla tua terra qualora fossi, come me, un punto immutabile dell’universo, equilibrio tra energia e coscienza. 

Lascio andare la cosmo-genesi poiché ci allontaneremmo dal nostro tema di discussione.

Ragionando come un umano, penso che essere circondato da tante professoresse farebbe piacere.

LUIGI: Certo! Ho visto grazia nelle movenze, stile nei modi, eleganza negli approcci, gentilezza nell’accoglienza.

ETT: Non credi di esagerare? 
Condizionato dal fatto che non hai mai offerto tu, al bar ?

LUIGI: Ora, ti stai mostrando come umano! Tento di giustificarmi, dicendo che non mi hanno dato la possibilità.

 Inoltre, sappi che tra gli umani chi offre, prende in ostaggio il destinatario dell’offerta, in quanto, psicologicamente lo costringe a ricambiare la gentilezza.

ETT: Ho notato che hai apprezzato la cultura storica dell’unico collega uomo della commissione. 
Hai visto che non sei solo tu a essere stato morsicato dalla passione umanistica?

LUIGI: Non ho mai pensato di essere l’unico esemplare umano che nuotando tra i transistor e i bit, sia approdato sull’isola della filosofia, anzi, il collega mi ha offerto l’ulteriore certezza che l’uomo moderno non può più avvicinarsi al sapere in modo settoriale.

L’integrazione delle conoscenze è una necessità per il raggiungimento di una flessibilità intellettuale da contrapporre alle tante debolezze o limitazioni.

ETT: Avete ancora molta strada da fare in questa direzione!

Appena fuori dalla finestra, dove si sono svolti i tuoi esami, ho visto un meraviglioso salice che faceva da spettatore alle vicende della commissione. 

Qualcuno di voi, sicuramente ha posato lo sguardo per chiedergli qualche attimo di fuga dal contesto dove si celebrava la flessibilità. 

Il salice catturando l’attenzione di uno dei commissari, attraverso la sua fantasia, proiettava nella sua mente la seguente scena:

 Un bambino avvicinandosi al salice, non si trattiene dalla tentazione di tirare verso il basso uno dei suoi rami piangenti più forti. 

Il salice si abbandona alla forza del bambino consentendo al suo ramo di toccare il terreno. 

Il bambino, incosciente o ingenuo, sperimenta la flessibilità cercando di tirare sempre più forte il ramo, per misurare il massimo della sua lunghezza per terra. 

Nella concitazione, non si accorge che parte del ramo si è avvolta intorno al suo piede, e mentre continua a tirare, la forza del ramo vincendo la sua potenza, nel ritirarsi, procura una circense capriola al piccolo esploratore d’idee”.

LUIGI: Con questo racconto vuoi dirmi che le regole da seguire, e la flessibilità da usare per svolgere un compito, devono essere combinate saggiamente per non violare le disposizioni e affermare la nostra intelligenza?

ETT: Hai capito bene!
Immagina il cane che corre dietro il gatto.

Che triste epilogo sarebbe, se Il cane riuscisse a raggiungere il gatto, oppure, se decidesse di desistere dall’inseguimento!

Nell’atto del cane, di correre dietro al gatto, si soddisfano due istinti contrastanti che rendono interessante la loro vita.

LUIGI: Comunque, non è solo la flessibilità che serve in una squadra di persone che collaborano per verificare e quantificare il livello di preparazione dei maturandi. 

Servirebbe, in gran quantità, un equilibrio interiore estraneo alle vicende personali e frutto di una continua maturazione professionale/umana, sostenuta dalla passione per il sapere e l’amore per il proprio simile.

ETT: Le tue parole disegnano ideali che aggiungono tristezza a chi attende qualche segno di cambiamento. 

L’inflazione dei valori, l’inseguimento dei piaceri materiali immediati e la corsa al possesso, come indice del benessere, sono sintomi di una società in movimento verso l’isolamento dell’individuo, e purtroppo, se dovesse procedere in questa direzione, anche verso l’estinzione della specie.

LUIGI: Vedere il mondo da lontano, staccato dalle misere passioni umane, è concesso solo a te! 

Come rappresentate del genere umano, sono costretto a essere ottimista. 

Spero che con il passar del tempo, il bisogno interiore di rivolgersi all’universo per comprendere le nostre origini, costituisca il motore per porre maggiore attenzione all’uomo per se stesso, senza nessuna intermediazione attuata dalla fede cieca, o da codici mentali ingombranti.

ETT: Fatichiamo a rimanere in tema! Ricorda che dovrò riferire di questa esperienza ai miei simili. Orsù, continua il tuo racconto. Sei stato contento delle valutazioni che avete dato?

LUIGI: Abbiamo assegnato molti voti alti e persino, qualche lode.
Devo dirti che sono stato contento!
Vedessi come è bello guardar in viso un ragazzo e notare quel subbuglio emotivo, scatenato dalla presa di responsabilità in un mondo che lo vuole combattente e sicuro vincitore!

La vita per i ragazzi, a volte, appare infame (termine preso in prestito dal loro vocabolario), vuole sacrificio nel momento meno opportuno. 

In altre parole, chiede loro di rinunciare ai divertimenti negli anni in cui, non farlo, sarebbe un delitto.

Sarebbe come chiedere a un diciottenne di rimandare la gara dei cento metri, a quando avrà sessantacinque anni poiché, solo allora potrà disporre di tanto tempo libero.

Ho visto ragazzi e ragazze brillanti, ansiosi, impacciati, alcuni miseramente smascherati per il poco studio profuso.

Tutti teneri, rispettosi e ancora innocentemente speranzosi di un futuro, se non luminoso, almeno dignitoso. 

Forza, ragazzi a dispetto di tutto, andrete avanti!

Mi fanno luccicare gli occhi pensare che un giorno potrò incrociare il vostro viso, allora dimenticato, e sentire furtivamente: “È stato il mio professore agli esami di maturità!”. 

ETT: Come al solito LUIGI, riesci sempre a emozionarti!

LUIGI: Si! ETT, è il difetto più bello che tento di nascondere.

ETT: Però non hai raccontato tutto! In alcuni momenti vi ho sentito urlare. 

Mi hai sempre detto che gli insegnanti devono essere i primi, in termini di moderazione e mantenimento della serenità. 

Non riesco a capire come può succedere che in alcuni casi, si litighi fino ad alzare la voce.

LUIGI: Urlare, è il modo degli umani per dimostrare tutta la loro passione per quello che fanno. Rappresenta il modo meno evoluto per chiedere attenzione alle proprie idee.  Qualche volta, per problemi di sincronizzazione, può succedere che più di uno chieda attenzione.
Sarebbe un vero guaio, se il silenzio fosse il risultato dell’indifferenza, dell’apatia e del qualunquismo.
Se esiste ancora un docente che urla, e non dovrebbe farlo, consideriamo l’aspetto positivo, poiché rivela che egli continua a tenerci al suo lavoro, anche se a modo suo.

ETT: Ecco un’altra delle vostre stranezze!
Riuscite a conciliare anche gli opposti.
Forse, hai proprio ragione, ho bisogno ancora di tanto tempo per capirvi.

LUIGI: Appena ritorni nella tua dimensione, raccomanda i miei amici commissari: Maddalena, Angela, Clara, Anna Maria, Elisabetta, Elena e Tommaso, garantisco che fanno parte del meglio della natura umana.

ETT: Non ti preoccupare, ci saranno anche loro, nella lista dei tuoi raccomandati, anche se dove andrò, fama e gloria, non hanno il peso che credi. 

Ti lascio ricordandoti che anche la più piccola goccia ingrossa il mare. 

Farò in modo che le infinite gocce presenti nel mare dell'universo, anche per un solo attimo, ammireranno i tuoi amici.

LUIGI: Grazie amico mio e torna presto a parlarmi.


martedì 16 giugno 2015

Una vergogna europea - pochi giorni per fermarla










Quest'anno sono già morte quasi 1800 persone cercando di attraversare il Mediterraneo. Ora l'UE ha finalmente un piano per salvarle, ma alcuni Paesi minacciano di bloccarlo. Secondo gli esperti è fondamentale dimostrare un grande sostegno popolare. Unisciti ora e chiedi che l'Europa metta subito fine alla sua vergogna più grande:

Firma la petizione

sabato 13 giugno 2015

Buone vacanze, ragazzi.

 
Un anno scolastico è finito. 
No, non è un momento di gioia.
È l’occasione per vivere il dolce-amaro.
Nei cuori dei prof si agitano contrastanti sentimenti.
Loro vi hanno visto tutte le mattine puntuali alle otto.
Si sono preoccupati per voi fino all’ultimo minuto dell’ultima campana.
Vi conosco uno per uno.
Hanno notano i vostri cambiamenti così come si sono presentati mentre la maturità si annunciava.
Sono stati spettatori privilegiati dei momenti di grande intensità.
Personalmente, ma credo che posso riferirmi alla grande maggioranza dei prof, vi garantisco che non sono mai stato stanco di ascoltarvi. 
Essere circondato dal vostro entusiasmo, dalle vostre paure e anche dalle vostre naturali stizze, è la gratificazione più forte che si riceve.  
Un insegnante vorrebbe dare sempre di più di quello che riesce a dare.
La chiusura dell’anno scolastico, sebbene sia un arrivederci per molti di voi, è anche un addio per altri.
Per quest’ultimi, Il sentimento di nostalgia miscelato dalla consapevolezza che un anno di vita si chiude, tinge di grigio lo spirito. 
Siete abituati a vederci decisi e imperturbabili ma non sempre è così.
Gli insegnanti sono come i vostri genitori, preferiscono non farsi vedere tristi e preoccupati.  
Entrando in aula, chiudono fuori i loro problemi.
Eppure ci sono tanti fattori che ostacolano il percorso naturale dell’opera dell’insegnante, iniziando dai problemi famigliari ed economici e finendo a quelli della politica scolastica.
I ragazzi maturandi li esorto compiere l’ultimo sforzo per congedarsi dalla scuola secondaria nel modo migliore.
Al termine dell’esame di maturità chiuderete una fase della vostra vita che rimarrà indimenticabile.
Porterete per sempre con voi ogni istante vissuto che spero faccia da stimolo al vostro coraggio nell’affrontare la vita da adulti.  

giovedì 11 giugno 2015

Leggere il futuro (2)

    ETT: ritratto in una sua apparizione.



ETT: Sotto certi aspetti voi umani sapete già leggere il futuro. 
Purtroppo o menomale, dipende dal punto di vista, non siete coscienti di essere già in grado di farlo.

LUIGI: Vuoi dirmi che io potrei già farlo senza il tuo aiuto?

ETT: Teoricamente, sì! 
Vedi, caro Luigi, il vostro progresso è assimilabile a uno spostamento di buona parte dello stato istintivo nella sfera del razionale. 

Ovviamente, questa evoluzione è giustificata dal senso sociale che dovrebbe prendere la posizione più alta nella convivenza fra voi. 

Però, questa vostra presunta civilizzazione non avviene in modo indolore, ma siete costretti a pagare un prezzo in termine di perdita motivazionale.

LUIGI: Non capisco! Vuoi dirmi che mentre diventiamo più civili perdiamo in carica attiva?

ETT: Non esattamente! 

Ti faccio un esempio: Un leone affamato che vede una facile preda, non ci pensa due volte a farla sua per soddisfare i suoi bisogni seguendo il proprio istinto. 

Se quel leone fosse civilizzato e vivesse in una società di leoni, avrebbe dovuto frenare (se non cancellare) il proprio istinto e chiedersi: 

È giusto che catturi quella preda? 

Ha diritto alla vita anche la preda? 

Non tolgo il pasto a qualche mio simile? 

Seguo una dieta alimentare per vivere bene? 

Esiste cibo a sufficienza anche per i miei simili e posteri?

LUIGI: Non sarebbe più un leone!

ETT: Già! Perché diventerebbe un leone evoluto o civile.

LUIGI: Allora, dove riscontri la perdita motivazionale?

ETT: Quel povero Leone civilizzato agendo razionalmente e attenendosi a regole e leggi della società, dimentica o perlomeno confonde il motivo per cui rinuncia alla sua preda adducendo motivi psicologici molto artefatti. 

Immagina, inoltre che ogni azione implica una scelta e le scelte successive portano a infiniti risultati possibili.

LUIGI: Aspetta, spiegami come si arriva a questi infiniti risultati.

ETT: Semplice! 
Supponendo che per ogni scelta ci sono due opzioni; una scelta ti porta a due risultati diversi; due scelte, a quattro; tre, a otto; 4,  a sedici e cosi via.

Se le opzioni fossero più di due, immagina quante possibilità si aprirebbero.

Ammettendo un numero limitato di azioni possibili, dopo un certo tempo, l’essere umano non ha più la possibilità, né la capacità di rendersi conto perché sta operando nel modo in cui ritrova ad operare.

LUIGI: allora?

ETT: L’essere umano si costruisce teorie filologiche, filosofiche, psicologiche, psicoanalitiche sempre più complesse mentre l’insieme delle azioni e delle scelte si miscela in un complesso emozionale ormai impossibile da strutturare secondo la razionalità evidente.

La conclusione di questo discorso porta inevitabilmente ad ammettere che l’essere umano è costretto inconsapevolmente a mentire a se stesso poiché ha dovuto civilizzarsi cioè rinunciare a una quota parte dei suoi istinti a favore della propria convivenza con i suoi simili.

LUIGI: Riassumendo.

ETT: Voi umani non sapete chiaramente il motivo che vi spinge a operare nel modo che la civiltà vuole e tessete trame “razionali” che hanno come scopo la congruenza con la situazione che vivete.

LUIGI: Bello discorso il tuo! Ma non vedo il nesso con la possibilità di leggere il futuro.

ETT: Con un po’ di pazienza arriverò a svelarti il segreto.  


venerdì 29 maggio 2015

Oggi il sole splende per te


 
Oggi  il sole splende per te.

La mia anima s'appaga al pensiero tuo dolce.
Cammino per il mondo al ritmo dei battiti lenti del cuore.
Celata dall'ansia del ritorno, l'idea felice accelera il mio passo.

Porto con me i tuoi odori,
il tuo sguardo tenero,
l'immagine della tua mano che cerca la mia.

Sorriderò per te con gli amici.
Per loro sarò semplicemente simpatico.
Non sapranno mai del mio tesoro.

Non mi stancherò del lavoro.
Sopporterò i poveri di spirito.
Contagierò d'allegria chi mi sarà vicino.

Voglio consumare al meglio ogni secondo che mi separa da te,
poichè insieme a te il tempo non scorre. 
 

mercoledì 27 maggio 2015

L’orrore nascosto negli allevamenti italiani







Un'inchiesta giornalistica sta svelando l'orrore di allevamenti intensivi dove migliaia di maiali sono costretti a vivere in condizioni tremende, a mangiare nei propri escrementi, mutilati alla nascita. Sull'onda di questo scandalo postriamo costringere il Ministero della Salute a mettere fine a questa illegalità con una task force per controlli e sanzioni più efficaci. Firma e condividi:

FIRMA ORA

Con speranza e determinazione,

Luca, Luis, Francesco e tutto il team di Avaaz

martedì 26 maggio 2015

Normalità

Siamo così imbevuti del proprio egocentrismo che inconsapevolmente consideriamo noi stessi al centro dell’universo, spodestando il sole dal suo piedistallo.


Esistono nella vita di tutti i giorni numerosi episodi che rivelano questa antica predisposizione mentale degli esseri umani.


Pensate che personalmente ogni giorno conto molte occasioni in cui questa mia convinzione si avvalora. 


Credo che anche voi spesso siete stati protagonisti o vittime di questa anomalia umana.


La cosa strana che rilevo è data dal fatto che quando un peccato non si commette spesso, la sua scarsa frequenza diventa motivo per eleggere il peccatore a santo.


 Per esempio, una persona non troppo occupata sui propri bisogni la definiamo sbrigativamente “generosa”. Oppure una persona che ti saluta educatamente diventa immediatamente “brava” persona.


Secondo questa regola dovremmo essere riconoscenti a chi NON ruba o NON ammazza; a chi NON è mai stato in prigione; a chi NON inganna, a chi NON ......


Tutto questo, però, significa che si perdono i riferimenti cosiddetti “NORMALI”.


Dovrebbe essere NORMALE rispettarsi reciprocamente, aiutarsi, comprendersi.


Invece, si tende a giudicare come meriti non fumare, non inquinare, non violentare, non urlare, non drogarsi.


Capirete che si accetta un principio assurdo per il quale non esercitare un qualunque abuso sulla convivenza sana e pacifica degli individui costituisce un vanto in una società di egoisti e falsi.


Mi piacerebbe essere lodato per qualcosa che va oltre la normalità; per qualcosa per la quale ho consumato il mio tempo vita dedicandolo al bene di qualcuno o in dedizione a una causa nobile.

giovedì 21 maggio 2015

Bare galleggianti









Interi popoli tra i più perseguitati al mondo stanno cercando di fuggire dalle violenze via mare, su vere e proprie "bare galleggianti", ma invece di soccorrerli, i nostri governi li stanno lasciando morire di fame o addirittura annegare in mare.

Ora non è più solo il Mediterraneo: anche l'Oceano Indiano sta diventando un cimitero.

E mentre siriani e africani continuano a rischiare di annegare a migliaia cercando di raggiungere le coste italiane, dall'altra parte del mondo la Birmania sta letteralmente cacciando un intero popolo: i Rohingya. Migliaia di famiglie che, in queste ore, dopo essere state respinte da Malesia, Thailandia e Indonesia, sono disperse in mare, arrivando a dover bere le proprie urine per non morire di sete.

Mai, dalla Seconda Guerra Mondiale, si era arrivati a un tale numero di rifugiati nel mondo, lasciati morire dai governi, a volte nell'indifferenza, altre addirittura per razzismo.

Con speranza e determinazione,

sabato 16 maggio 2015

Lettera aperta a Renzi

Carissimo Presidente Renzi,
sono un docente di informatica che le scrive. 

Non ho ricevuto la sua lettera però apprezzo il suo sforzo di cambiare la scuola.

La parola "cambiamento" implicitamente porta con sè l'idea positiva di un miglioramento ed è questa la luce che deve guidarla. 

Sono un docente da quasi trent'anni e ogni anno sperimento lo stesso senso di solitudine. 

Sento di essere abbandonato dalle istituzioni per come il mio lavoro potrebbe essere svolto e per come ricavare gratificazioni sul mio operato. 

Purtroppo non ho molto tempo per recriminare; il lavoro quotidiano assorbe e non mi riferisco soltanto a quello didattico. 

I problemi famigliari  (che tutti abbiamo) e quelli economici, sono sempre in agguato, per chi vorrebbe perdere tempo a lamentarsi. 

Lei sa bene quanto guadagno e se non fosse per l'arrotodamento derivante dall'esercizio della libera professione (super-tassata), avrei seri problemi per mantenere dignitosamente la mia famiglia, composta tra l'altro di due figli laureati disoccupati.

Capisco che vuole creare una scuola che si regge sul merito e sull'efficienza, ma si ricordi che non è facile far partire una rivoluzione culturale senza una lenta preparazione. 

Il clientelismo e la prevaricazione sono mali presenti in tutte le società dove esiste la diseguaglianza sociale. 

Inoltre, mi chiedo come potrebbe reagire tutto il personale della scuola, tenuto sotto scacco da molti anni, ai suoi venti innovativi? 

Tutti i giorni sono a scuola e non trovo nessuno tra i miei colleghi, collaboratori, amministrativi, studenti che sia felice della situazione attuale e della riforma che intende attuare. 

Possibile che siamo tutti disfattisti, oziosi, negativi?

La sua immagine mi arriva fresca e promettente ma non mi deluda allo stesso modo dei suoi predecessori.


Il momento giusto





Una goccia cade dalla bocca di un rubinetto rovinato dal tempo.

Sembra litigare con se stessa.

Non vorrebbe cadere, ma la necessità lo impone.

Trema prima di cadere.

Quando ogni esitazione si perde, spicca la caduta.

Un suono si ode.

Ha toccato qualcosa che riecheggia la passata esistenza.

La goccia si perde, non si vede più, anche se è caduta da poco.

Nostalgia e impotenza per l’acqua che scorre e va via inutilmente.

Altre gocce cadranno.

Il rubinetto non potrà trattenerle.

Aspettiamo sempre che succeda qualcosa o che arrivi il momento giusto.

Il tempo è certo che passi, mentre non è certo quale sia il momento giusto.

Ogni momento non giusto è una goccia che cade e che non sarà più utile.

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