Anche quest’anno,
la “funzione” degli esami di stato è stata celebrata.
L’afonia ai rumori
del mondo esterno, ha garantito la vittoria dei piaceri legati ai rapporti
umani, sull’amorfismo procedurale dettato dall’applicazione di norme e sigilli
di segreteria.
Commissari e
alunni, hanno vissuto i loro momenti scambiandosi quella spiritualità
imprescindibile per gli esseri umani.
Il clima vissuto da
questa mia particolare commissione, si allontana da quello che vogliono far
credere o vorrebbero indurre.
Lo stile
dell’essere, eleganza degli approcci, la serietà e la dedizione al loro lavoro,
li rende romanticamente fuori dal tempo e testardamente attaccati all’idea di
come la scuola dovrebbe essere.
Tutti professionisti
che regalano se stessi in ciò che fanno, poiché credono nel loro operato, ma
non perché l’hanno letto sui libri, lo fanno perché vivono continuamente tra i
ragazzi e ascoltano parole, sensazioni, sentimenti che non potrebbero mai
arrivare alle alte sfere della direzione dello stato.
I docenti, trovano
nel rapporto con i ragazzi i motivi per continuare a esserlo, nonostante da anni,
sono presi a schiaffi da un’opinione pubblica condizionata da un governo
confuso, incapace di dare ordine e stimoli in un settore decisivo sul futuro
della nazione.
A
testimonianza di quanto detto allego il
colloquio tenuto con un extra-terrestre (ETT) che ha voluto, in silenzio e con
discrezione, accompagnarmi durante lo svolgimento degli esami.
ETT: Luigi, anche
quest’anno si ripete quel rito strano che chiami “esami di maturità”?
LUIGI: Purtroppo
si!
ETT: Perché
purtroppo, non sei contento? Mi hai detto lo scorso anno, che in questo modo
guadagni più soldi.
LUIGI: Infatti,
questo è il motivo del purtroppo. Noi, insegnanti, siamo costretti a guardare
l’aspetto economico per non affliggerci troppo, su una procedura su cui non ci
crediamo più. Spiegare il perché, sarebbe lungo e inutile, poiché perderei
tempo ed esporrei a una cattiva figura il genere umano nei tuoi confronti.
ETT: Spiegami
allora, perché sulla tua nomina era scritto che dovevi presentarti alle 8.30
del 20 giugno, e invece alcuni di voi non si sono presentati o sono stati
sostituiti da altri qualche giorno dopo?
LUIGI: Per cortesia
ETT, non farmi questo tipo di domande, perché qualunque risposta io darei, a te
sarebbe incomprensibile.
Noi umani sappiamo
far diventare difficili anche le banalità!
Fammi, invece,
domande sulla commissione, così, magari è più divertente.
ETT: Ho capito! Ti
riferisci a tutte quelle professoresse con cui ti sei accompagnato quest’anno!
Vero?
LUIGI: Sai
certamente, che io guardo sempre il lato positivo delle situazioni.
ETT: Non negare che
te la sei fatta sotto, quando hai visto l’aggressività della presidente!
LUIGI: Ho
l’impressione che ti servirà ancora un bel po’ di tempo per capire gli umani!
La mia cara presidente è un fuoco di cioccolato, t’inonda di tanto minaccioso
calore, per mostrare senza parole, tanta dolcezza.
Diciamo che fa scoppiare guerre di pace!
ETT: Non eccedere
in salamelecchi, perché tutti sanno che ti ha fatto vicepresidente, grazie al
fatto che eri l’unico commissario esterno!
LUIGI: Per fortuna,
che è questo il motivo, e non i capelli bianchi!
ETT: Non vuoi
nemmeno confessare che eri terrorizzato dall’idea di essere nominato per
l’ennesima volta, segretario?
LUIGI: Questo te lo
concedo, però questa eventualità l’avevo esorcizzata pensando di essere
commissario esterno e, ahimè, non più prodigo giovanotto.
ETT: Non ti
preoccupare di non essere più quel prodigo giovanotto che dici, perché ti
garantisco che le vostre trasformazioni di pensiero vanno a pari passo con
quelle del corpo, e questo, a parere di un extra-terrestre, è più una fortuna
che una maledizione.
Io non avrei avuto
nessun motivo per giungere sulla tua terra qualora fossi, come me, un punto
immutabile dell’universo, equilibrio tra energia e coscienza.
Lascio andare la
cosmo-genesi poiché ci allontaneremmo dal nostro tema di discussione.
Ragionando come un
umano, penso che essere circondato da tante professoresse farebbe piacere.
LUIGI: Certo! Ho
visto grazia nelle movenze, stile nei modi, eleganza negli approcci, gentilezza
nell’accoglienza.
ETT: Non credi di
esagerare?
Condizionato dal fatto che non hai mai offerto tu, al bar ?
LUIGI: Ora, ti stai
mostrando come umano! Tento di giustificarmi, dicendo che non mi hanno dato la
possibilità.
Inoltre, sappi che tra gli umani chi offre, prende in ostaggio il
destinatario dell’offerta, in quanto, psicologicamente lo costringe a
ricambiare la gentilezza.
ETT: Ho notato che
hai apprezzato la cultura storica dell’unico collega uomo della commissione.
Hai visto che non sei solo tu a essere stato morsicato dalla passione
umanistica?
LUIGI: Non ho mai
pensato di essere l’unico esemplare umano che nuotando tra i transistor e i
bit, sia approdato sull’isola della filosofia, anzi, il collega mi ha offerto
l’ulteriore certezza che l’uomo moderno non può più avvicinarsi al sapere in
modo settoriale.
L’integrazione delle conoscenze è una necessità per il
raggiungimento di una flessibilità intellettuale da contrapporre alle tante
debolezze o limitazioni.
ETT: Avete ancora
molta strada da fare in questa direzione!
Appena fuori dalla
finestra, dove si sono svolti i tuoi esami, ho visto un meraviglioso salice che
faceva da spettatore alle vicende della commissione.
Qualcuno di voi,
sicuramente ha posato lo sguardo per chiedergli qualche attimo di fuga dal
contesto dove si celebrava la flessibilità.
Il salice catturando l’attenzione
di uno dei commissari, attraverso la sua fantasia, proiettava nella sua mente
la seguente scena:
“Un bambino avvicinandosi al salice, non si
trattiene dalla tentazione di tirare verso il basso uno dei suoi rami piangenti
più forti.
Il salice si abbandona alla forza del bambino consentendo al suo
ramo di toccare il terreno.
Il bambino, incosciente o ingenuo, sperimenta la
flessibilità cercando di tirare sempre più forte il ramo, per misurare il
massimo della sua lunghezza per terra.
Nella concitazione,
non si accorge che parte del ramo si è avvolta intorno al suo piede, e mentre
continua a tirare, la forza del ramo vincendo la sua potenza, nel ritirarsi,
procura una circense capriola al piccolo esploratore d’idee”.
LUIGI: Con questo
racconto vuoi dirmi che le regole da seguire, e la flessibilità da usare per
svolgere un compito, devono essere combinate saggiamente per non violare le
disposizioni e affermare la nostra intelligenza?
ETT: Hai capito
bene!
Immagina il cane
che corre dietro il gatto.
Che triste epilogo
sarebbe, se Il cane riuscisse a raggiungere il gatto, oppure, se decidesse di
desistere dall’inseguimento!
Nell’atto del cane,
di correre dietro al gatto, si soddisfano due istinti contrastanti che rendono
interessante la loro vita.
LUIGI: Comunque,
non è solo la flessibilità che serve in una squadra di persone che collaborano
per verificare e quantificare il livello di preparazione dei maturandi.
Servirebbe, in gran
quantità, un equilibrio interiore estraneo alle vicende personali e frutto di
una continua maturazione professionale/umana, sostenuta dalla passione per il
sapere e l’amore per il proprio simile.
ETT: Le tue parole
disegnano ideali che aggiungono tristezza a chi attende qualche segno di
cambiamento.
L’inflazione dei valori, l’inseguimento dei piaceri materiali
immediati e la corsa al possesso, come indice del benessere, sono sintomi di
una società in movimento verso l’isolamento dell’individuo, e purtroppo, se
dovesse procedere in questa direzione, anche verso l’estinzione della specie.
LUIGI: Vedere il
mondo da lontano, staccato dalle misere passioni umane, è concesso solo a te!
Come rappresentate del genere umano, sono costretto a essere ottimista.
Spero che con il
passar del tempo, il bisogno interiore di rivolgersi all’universo per comprendere
le nostre origini, costituisca il motore per porre maggiore attenzione all’uomo
per se stesso, senza nessuna intermediazione attuata dalla fede cieca, o da
codici mentali ingombranti.
ETT: Fatichiamo a
rimanere in tema! Ricorda che dovrò riferire di questa esperienza ai miei
simili. Orsù, continua il tuo racconto. Sei stato contento delle valutazioni
che avete dato?
LUIGI: Abbiamo
assegnato molti voti alti e persino, qualche lode.
Devo dirti che sono
stato contento!
Vedessi come è
bello guardar in viso un ragazzo e notare quel subbuglio emotivo, scatenato
dalla presa di responsabilità in un mondo che lo vuole combattente e sicuro
vincitore!
La vita per i
ragazzi, a volte, appare infame (termine preso in prestito dal loro
vocabolario), vuole sacrificio nel momento meno opportuno.
In altre parole,
chiede loro di rinunciare ai divertimenti negli anni in cui, non farlo, sarebbe
un delitto.
Sarebbe come
chiedere a un diciottenne di rimandare la gara dei cento metri, a quando avrà
sessantacinque anni poiché, solo allora potrà disporre di tanto tempo libero.
Ho visto ragazzi e
ragazze brillanti, ansiosi, impacciati, alcuni miseramente smascherati per il
poco studio profuso.
Tutti teneri,
rispettosi e ancora innocentemente speranzosi di un futuro, se non luminoso,
almeno dignitoso.
Forza, ragazzi a
dispetto di tutto, andrete avanti!
Mi fanno luccicare
gli occhi pensare che un giorno potrò incrociare il vostro viso, allora
dimenticato, e sentire furtivamente: “È stato il mio professore agli esami di
maturità!”.
ETT: Come al solito
LUIGI, riesci sempre a emozionarti!
LUIGI: Si! ETT, è
il difetto più bello che tento di nascondere.
ETT: Però non hai
raccontato tutto! In alcuni momenti vi ho sentito urlare.
Mi hai sempre detto
che gli insegnanti devono essere i primi, in termini di moderazione e
mantenimento della serenità.
Non riesco a capire
come può succedere che in alcuni casi, si litighi fino ad alzare la voce.
LUIGI: Urlare, è il
modo degli umani per dimostrare tutta la loro passione per quello che fanno.
Rappresenta il modo meno evoluto per chiedere attenzione alle proprie
idee. Qualche volta, per problemi di
sincronizzazione, può succedere che più di uno chieda attenzione.
Sarebbe un vero
guaio, se il silenzio fosse il risultato dell’indifferenza, dell’apatia e del
qualunquismo.
Se esiste ancora un
docente che urla, e non dovrebbe farlo, consideriamo l’aspetto positivo, poiché
rivela che egli continua a tenerci al suo lavoro, anche se a modo suo.
ETT: Ecco un’altra
delle vostre stranezze!
Riuscite a
conciliare anche gli opposti.
Forse, hai proprio
ragione, ho bisogno ancora di tanto tempo per capirvi.
LUIGI: Appena ritorni nella tua dimensione,
raccomanda i miei amici commissari: Maddalena, Angela, Clara, Anna Maria,
Elisabetta, Elena e Tommaso, garantisco che fanno parte del meglio della natura
umana.
ETT: Non ti preoccupare, ci saranno anche
loro, nella lista dei tuoi raccomandati, anche se dove andrò, fama e gloria,
non hanno il peso che credi.
Ti lascio ricordandoti che anche la più
piccola goccia ingrossa il mare.
Farò in modo che le infinite gocce
presenti nel mare dell'universo, anche per un solo attimo, ammireranno
i tuoi amici.
LUIGI: Grazie amico mio e torna presto a
parlarmi.