lunedì 10 agosto 2015

Troppo basso per il tuo cielo

 
 
Fletti i tuoi rami,
sono piccolo per la tua chioma.

Avvicina quelle nuvole,
sono alte anche per il mio albero.

Anche tu Luna,
bella e luminosa,
sei  lontana dal mio cuore.

A chi racconto delle mie ansie?

Con chi condivido le mie gioie?

Quali mani stringo per non aver paura del buio?

Voglio il tuo cielo.
Voglio la tua pace.
Voglio il tuo amore.
 
Ti darò in cambio le mie emozioni.
Tutte racchiuse di generosità.

Non ti curare della loro umidità.
Qualche volta ho pianto.

Forse è troppo poco 
e io sono troppo basso per tue stelle.

Proverò a sollevarmi.
La mia anima è leggera.

Di più non so fare.

Sei tu a decidere quando potrò elevarmi da terra.


lunedì 27 luglio 2015

I figli non ci appartengono


 
I figli sono nostri, ma non ci appartengono.

Abitano nel mondo che per i genitori è estraneo e nel quale non è permesso entrare.

Vivono acconto ai noi ma contemporaneamente sono lontani.
Occupano un futuro a noi connesso e a senso unico.
Quantunque ci si sforzi a entrare nel loro mondo, si rimane ospiti temporanei. 

Si attiva una strana realtà che assomiglia molto a una simulazione.

Ci accettano con riserva e con una grossa cauzione, determinata dal bene che si tenta di trasmettere.

I figli sono le foto dei genitori ritoccate dal tempo trascorso e da una società in continua evoluzione.

L’immagine che si compone diventa l’opera d’arte, determinata da una infinità di fattori non tutti riconducibili alla saggezza degli adulti.

Chi sia l’architetto del progetto, non è nelle nostre facoltà saperlo.

Chiniamo il capo e decidiamo come chiamarlo: destino o Dio?

domenica 26 luglio 2015

Il valore della solitudine


 
 
 
 
 
 
 
Il grande Totò! 
Condivido con lui il sentimento della solitudine.

Un sentimento visto in positivo, capace di far emergere nell'anima il senso ultimo della vita, fatta di piccole e semplici cose.

Riporto un tratto dell'intervista concessa ad Oriana Fallaci e pubblicata  dal  «L’Europeo», nel 1963.

O.F.  Principe: io non La ho mai vista ridere. A parte il fatto che esser triste è la legge dei comici, io temo che Lei abbia sempre riso pochissimo: che non conosca il sapore di una bella risata.

Totò: "Pochissimo, niente. Io non rido, sorrido. 

E, anche quello, raramente. 

Sorrido a lei, per esempio, perché è una donna: non si può mica parlare a una donna con il musone.

Però vede: non è esatto nemmeno dire che io sia triste: 

Son calmo, privo di ansia. 

Io l’ansia non la conosco. 

Deve influire, in questo, il mio residuo di sangue orientale, bizantino. 

Non so… starei ore e ore fermo a guardare il cielo, la luna. 
 
Io amo la luna, assai più del sole. 

Amo la notte, le strade vuote, morte, la campagna buia, con le ombre, i fruscii, le rane che fanno qua qua, l’eleganza tetra della notte. 

È bella la notte: bella quanto il giorno è volgare. 

Il giorno… che schifo! 

Le automobili, gli spazzini, i camion, la luce, la gente… che schifo! 

Io amo tutto ciò che è scuro, tranquillo, senza rumore. 

La risata fa rumore. 

Come il giorno.”

mercoledì 22 luglio 2015

Protesta al Creatore

 
 
Se potessi aprire il cielo, il mio silenzio avrebbe un senso.
Donerei le parole a chi ha la testa pesante, con poca voglia di guardare in alto.
Se potessi aprire il cielo, non avresti alibi per non guardarmi.

Quaggiù non funziona come vorrei.
È inutile che mi parli della fede!

Quanta fede serve per non piangere davanti alla foto di un bambino sporco … che prima di cercare la mamma vuole il cibo.

Non ho abbastanza fede da sperare in un mondo generoso.
È troppo debole la mia fede per credere che la cattiveria possa sempre arretrare davanti al bene.

Ho bisogno di illudermi che sia la pochezza della fede a non farmi vedere il mondo migliorarsi.

Tu hai inventato l’Amore. È vero!
Però, hai inventato l’odio e l’egoismo!

C’era bisogno?

Così facciamo noi poveri umani!
Mischiamo il bello con il brutto, il buono con il cattivo, il giusto con l’ingiusto. Per questo, siamo imperfetti!

E tu? Ah, già, la fede!

Signore mio, sii un po’ più serio!
 

domenica 19 luglio 2015

Come in 24 controllano metà del pianeta









Le grandi multinazionali si stanno lanciando in una devastante corsa all'oro per estrarre tutto il possibile dai fondali oceanici. Ma i 24 tecnici da cui dipendono le autorizzazioni si riuniscono questa settimana e se ci mettiamo dalla parte degli scienziati che chiedono di fermarsi, possiamo convincerli:

firma ora

Dopo aver avvelenato fiumi, distrutto foreste e costretto intere comunità ad abbandonare le loro terre, le grandi multinazionali si stanno spostando verso una nuova e devastante corsa all'oro nei fondali oceanici per estrarre tutto il possibile.
Questa settimana si incontreranno i 24 tecnici da cui dipendono le autorizzazioni per questi scavi in profondità. La cosa interessante è che fanno parte di un organo dell'ONU pressoché sconosciuto e non sono assolutamente abituati alla pressione dei media: una grossa reazione dell'opinione pubblica li può davvero colpire.
Alcuni paesi hanno già vietato questi scavi, altri almeno in parte, e i principali scienziati del settore stanno chiedendo con forza uno stop. Ora la decisione è in mano a questi 24 tecnici: unisciti all'appello, lo consegneremo personalmente a ciascuno di loro, per poi far finire la notizia su tutti i giornali assieme ai loro nomi e cognomi e con le risposte che ci avranno dato. Firma subito:

https://secure.avaaz.org/it/deep_sea_mining_loc_dn/?bglFhdb&v=62082

Le imprese minerarie sostengono che ormai sia sicuro scavare nel fondale marino, ma i governi di Namibia, Australia e Nuova Zelanda non sono d'accordo visto che hanno appena detto "no" a progetti di questo tipo. Secondo gli scienziati si scoprono continuamente nuove e preziose specie animali che vivono a queste profondità, e possono volerci decine di anni prima che il fondale oceanico si riprenda dagli scavi e dai detriti.
L'Autorità Internazionale per i Fondali Marini (ISA), sconosciuta ai più, ha già autorizzato scavi esplorativi su 1,2 milioni di chilometri quadrati di fondale oceanico, ma nessuno sa niente di come lavorino i 24 membri del suo Comitato Tecnico e Legale. Ora abbiamo un'opportunità imperdibile di chiedergli di essere finalmente trasparenti con i cittadini e di fermare tutti gli scavi a meno che ricerche scientifiche indipendenti dimostrino che non mettono a rischio gli oceani.
Purtroppo talvolta ci rendiamo conto del valore degli ecosistemi più preziosi solo quando ormai è troppo tardi. Questa campagna è l'occasione per agire prima che questa minaccia cominci a distruggere i nostri oceani. Firma l'appello per fermare gli scavi in profondità nell'oceano, raggiungiamo un milione di firme e consegniamole ai membri dell'ISA prima della decisione finale:

https://secure.avaaz.org/it/deep_sea_mining_loc_dn/?bglFhdb&v=62082

Insieme abbiamo lottato e spesso vinto per difendere gli ecosistemi più preziosi della Terra, dalla Foresta Amazzonica alla Barriera Corallina. Questa nuova corsa all'oro potrebbe devastare un ecosistema finora rimasto al riparo dall'avidità umana, ma possiamo fermarla.

Con speranza e determinazione,

Alex, Laila, Alaphia, Allison e tutto il team di Avaaz

martedì 14 luglio 2015

Ascoltare è faticoso

 
Non leggere.
Non voglio la tua attenzione.
 
Scrivo e parlo a me stesso.

Non sarà una tavola rotonda.
 
Però, sono sicuro di essere ascoltato.

Ti capisco!

Quello che posso dire, difficilmente potrà interessarti.
Anche tu stai conducendo una battaglia solitaria.

Tutti vogliamo essere ascoltati … e pochi vogliono, desiderano ascoltare.

È più facile parlare che ascoltare.

È più importante il proprio mondo interiore.

Tutto il resto poco importa.


lunedì 13 luglio 2015

Leggere il futuro con ETT (4)



(continuazione del racconto di ETT)

.....
 
LUIGI: Quindi, non ho speranza di leggere il futuro?

ETT: Non credo che tale facoltà vi sia preclusa a priori. Sarà necessario che qualcosa (o causa), esterna al vostro mondo, dia quello spunto da dove partire per arrivare su un nuovo livello di astrazione, superiore a quello attuale.

LUIGI: Quel qualcosa potresti essere tu?

ETT: Nulla si può escludere in questo senso. Quando avete scoperto qualcosa di veramente nuovo, tutto è partito iniziando a mettere in dubbio le certezze conquistate fino a qual momento. Non è vero?

LUIGI: Certamente!

ETT: Dammi un esempio di una vostra certezza assoluta.

LUIGI: Facile!
Allo stato attuale, non esiste nulla di più veloce della luce.

ETT: Allora, prova per gioco a metterla in dubbio! A quali conseguenze andresti incontro?

LUIGI: Tutto quello che ho imparato andrebbe rivisto. Nuovi stimolanti scenari si aprirebbero.

ETT: In poche parole, il vostro paradigma mentale subirebbe uno scossone e ciò che prima poteva sembrare assurdo diventa possibile.

In questo contesto il mio segreto si potrebbe svelare.

LUIGI: Continua, il tuo discorso si fa interessante!

ETT: Vorrei sottoporre alla tua attenzione un aspetto che a noi extraterrestri risalta in mondo evidente.

LUIGI: Avanti, non esitare!

ETT: La vostra esistenza è condizionata da un Diktat che considerate primordiale e quindi naturale, impossibile da eludere. Si tratta di quel dettame pisico-biologico che chiamate “legge della sopravvivenza”, per la quale giustificate qualsiasi reazione agli eventi che minacciano la vostra vita.

LUIGI: È vero! 
Noi umani abbiamo l’obbligo di preservarci e riprodurci, per tramandare la specie nel futuro del creato.
Dovremmo mettere in dubbio anche questa certezza?

ETT: Il fatto stesso che io ti stia parlando e che appartenga a un’altra “specie” completamente diversa dalla tua, dovrebbe essere prova per dimostrarti che il vostro modo di fare non è né l’unico, né il migliore dei modi possibili per perpetuare la specie!  

LUIGI: Forse è vero! 
Ma è anche vero che la vostra presenza sulla terra, non è una verità riconosciuta da tutti.

Tu potresti essere una mia illusione o una mia divagazione mentale. 
Come potrei essere sicuro di ciò che dici?

ETT: Il vostro difetto sta proprio in questo! 
Volete far passare tutto attraverso la vostra razionalità della quale comunque ammettete la limitazione.

Un vostro illustre antenato direbbe:
 ”In ogni questione, volete far passare il cammello attraverso la cruna dell’ago”.

LUIGI: Perché non vi manifestate apertamente?

ETT: lo stiamo già facendo, ma a modo nostro!

LUIGI: cioè, senza tentare di far passare quel cammello dalla cruna dell’ago?

ETT: Esatto! 
Ti ricordo che qualsiasi evento che mette in crisi le vostre conoscenze in modo radicale, si rivela alla vostra psicologia come un attacco diretto alla vostra esistenza.

Stiamo aspettando che il vostro paradigma mentale si evolva e i nuovi strumenti della tecnologia innovativa, meno rozzi di quelli attuali, vi siano di aiuto.

LUIGI: Allora, non sarà questo il tempo!

ETT: Sì, ma suppongo non manchi molto!

LUIGI: Usi sempre la formula dubitativa, è così?

ETT: Questo è l’unico modo che ora dispongo per farmi capire.

LUIGI: Non mi resta che appendermi alle tue parole!
Ti prego, continua a parlarmi del Diktat, anche se non capisco che cosa centri con il quesito iniziale che ti ho posto.

ETT: Se vuoi capire come leggere nel futuro, un minimo di sequenzialità nel discorso devo importi. Ti ho già ripetuto che sono condizionato dalla vostra razionalità!

LUIGI: ok, per raggiungere una tale meta sono disposto a pazientare.

ETT: Il vostro cervello si è evoluto nel corso di migliaia di anni a partire dal cervello animale, in particolare quello dei rettili, che poi si sono trasformati in mammiferi.
Così voi esseri umani, avete nel cervello una parte che si basa su istinti innati, ovvero presenti fin dalla nascita, all'interno del patrimonio genetico.
 
Questi istinti sono esattamente gli stessi di quelli degli animali e si possono racchiudere in due gruppi, sopravvivenza e riproduzione.

Nell'istinto di sopravvivenza troviamo l’esigenza di nutrirsi e l’imperativo che in inglese viene chiamato "fight or flight" ossia "lottare o fuggire" per il quale l'inconscio decide autonomamente se attaccare o scappare.
 
Nell'istinto di riproduzione e continuazione della specie, c'è l'istinto sessuale, materno, paterno e quello di creare relazioni sociali.

Tali istinti influenzano parecchio le vostre decisioni e sono l'effetto di una parte del cervello molto antica. 

Questi istinti possono entrare in conflitto con la coscienza.

Il vostro comportamento è il risultato di una continua lotta tra pulsioni e coscienza, tra inconscio e conscio.

Quello che cercate di fare è trovare un equilibrio che permetta alle pulsioni di essere soddisfatte e nello stesso tempo di sentirvi soddisfatti di voi stessi, cioè di avere la “coscienza a posto”.

L’applicazione di questa legge è un’armatura molto rigida e che influenza completamente ogni scelta nella vostra vita.
 .....

(continua)

domenica 12 luglio 2015

IERI DOV'ERI? (poesia)


    di Daniele Cavalera

Non affannarti a suonare. 
E non consumarti le nocche a bussare... 

Oggi, 
oggi non ci sono più. 
Il mio cuore ha traslocato. 

Sentimenti imballati in fredde scatole d'incomprensione... 
Sogni slegati da nastro e delusione... 
Fantasie dimenticate nella vecchia dimora... 

Partire è un po' morire. 

I colori? 

Piano piano sbiadiscono..
 e la voce dopo poco si dimentica. 

E i ricordi? 

Belli quelli! 
Li sballerò tra qualche mese,
come vecchi oggetti che hanno esaurito carica emotiva e utilità. 

Nella polvere nera del garage si parcheggiano mere chimere e aspettative. 

Ieri dov'eri? 

Se fossi passata avresti trovato la chiave nella toppa. 

Ma hai provato paura che ti presentassi il conto?

La società cambia




La tecnologia alimenta la fiamma del cambiamento. 

Nuovi strumenti entrano nella vita dell’uomo comune, prendono spazio nella sfera degli interessi e lentamente si espandono fino a costituire la traccia di nuovi schemi mentali. 

La società, quale comunione di idee interferenti, si trasforma. 


L’atavico impulso che spinge i componenti di una stessa specie a cercar posto nella gerarchia dell’ordine sociale trova espressione nella capacità di molti di intuire i vantaggi della nuova realtà emergente.


Internet, l’interconnessione globale e la valanga in corsa delle informazioni che stanno sommergendo la rete, sono realtà che impongono nuovi approcci in tutti i settori del sociale.


Politica online, business online, incontri virtuali, educazione online, non sono espressioni di una moda transitoria ma risposte sociali alla consapevolezza dei nuovi strumenti della tecnologia.


Si scrivono meno lettere ma si inviano più email. 

Ci sono meno circoli di intrattenimento ma aumentano le registrazioni sui social network. Si discute meno ma aumentano gli sms. 


La società è in una fase di cambiamento epocale e coloro che intendono esserne piloti devono saper guardar lontano osservando i piccoli segnali.

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