mercoledì 22 agosto 2012

La violenza



La violenza è un atto di sopraffazione rivolto ad un essere umano, quasi sempre più debole o reso tale dal contesto. 

L’atto violento usa mezzi brutali per limitare o distruggere lo spazio vitale della persona. 

In tale ambito il diritto inalienabile della libertà viene leso gravemente e offesa la natura umana. 

La conseguenza immediata che si determina è la sofferenza nell’anima con la preclusione dello sviluppo armonico di tutta personalità della vittima.

La violenza si presenta sotto molte forme, da quelle più aperte e riconoscibili fino a quelle subdole, assunte attraverso contesti mascherati da fini più o meno nobili.

Elementi caratteristici nell’atto violento sono la tracotanza e la vigliaccheria. 

La prima poggia sulla presunzione di essere su uno stato di dominio, di importanza, di forza, superiore; 

la seconda sulla consapevolezza dello stato di impotenza della vittima.

Dove appare l’atto violento, scompare l’anima dell’uomo e si rivela il caos cosmico, cioè il vuoto d’Amore.

Il violento è un miserabile, grande solo ai suoi occhi, assetato di acqua salata. 

Il violento rifugge la cultura, irride qualunque fede religiosa, è chiuso in sé e procede a spinte.

L’atto violento può essere anche una forma di protesta per reclamare qualcosa oppure uno strumento improprio per compensare uno squilibrio interiore oppure ancora, un meccanismo per ottenere, raggiungere un obiettivo senza attenersi alle regole: una forma di libertà “privata”.  

Per tutti casi, la violenza denota una rottura interiore e un conflitto con il mondo esterno. 

Spesso si cercano plausibili motivazioni per giustificare azioni che si sentono “inadeguate” ancor prima di compierle.

Premettendo che gli atti violenti sono difficilmente valutabili in gravità poiché il danno che recano è fortemente connesso alla sensibilità della vittima, alcuni si rivelano molto ripugnati come quelli consumati sulle donne, vecchi, bambini e in generale sui deboli, altri atti puntano l’obiettivo sugli animali e sulla natura.

Vi racconto un episodio dove lascio a voi il compito di cercare l’atto violento.

Un bambino camminava a passo veloce aggrappato alla mano della mamma. 

Non si trattava di una passeggiata ma di una quasi corsa verso un luogo d’appuntamento. 

Il bambino, che trova sempre il modo di trasformare i momenti antipatici in occasioni di gioco, trotterellava immaginando di saltellare sulle mattonelle del marciapiede senza toccare i loro confinamenti. 

Spesso, egli sobbalzava per allinearsi ai cambiamenti di direzione della mamma, non curante del suo gioco mentre, immersa nei pensieri, procedeva speditamente.

Improvvisamente, il bambino vide, posata al centro di una mattonella sulla quale stava per saltare, una farfallina, probabilmente con un’ala offesa incapace di volare. 

Per evitare di scacciarla, perse la sincronizzazione dei suoi salti e cadde a ruzzoloni per terra, dando uno strattone alla mamma e creandole una situazione di precario equilibrio.

In seguito a tale comportamento, la mamma percosse il bambino monello, non seppe mai perché il suo bimbo si comportò in quel modo. 

Il bambino, però, non si fece nessun cruccio per lo schiaffetto ricevuto della mamma, perché era felice di non avere schiacciato la povera farfallina.       

martedì 21 agosto 2012

Looking into your eyes



There’s nothing I can say without my soul,
 if you are close to me.

All the words are clouds in the shining sky
 that make me dumb.

I want, sitting down as two children, keep silent,
 look into your eyes
 to say what you mean to me.

I’ll speak to you with glimpses
through the light coming out from my heart.

Together,
we'll fly to the top of the universe
 where the emotions live.

Proteggiamo la Grande Barriera Corallina

Cari amici, diffondo una notizia che scuote l'anima.


L'Australia potrebbe permettere ai colossi dell'industria mineraria di costruire un enorme porto carbonifero proprio sopra la Grande Barriera Corallina! Una banca del Governo USA è fondamentale al progetto, ma se sottoposta a pressione globale potrebbe decidere di ritirarsi. Proprio ora il presidente della banca è impegnato in riunioni in Australia. Clicca qui sotto per indirizzare la protesta globale a difesa della barriera direttamente a lui:

L'Australia potrebbe permettere ai colossi dell'industria mineraria di costruire uno dei porti carboniferi più grandi del mondo proprio sopra l'ecosistema della Barriera Corallina, dando così avvio a un traffico di più di 8 miliardi di tonnellate di carbone, dai noti effetti tossici sul pianeta, e mettendo in questo modo a rischio la sopravvivenza di questa intera area dichiarata patrimonio dell'umanità.

Gli attivisti australiani stanno facendo pressione sul governo e anche l'UNESCO sta scendendo in campo, ma la chiave del progetto è affidata a una banca statunitense. Esercitare una pressione a livello globale sulla banca potrebbe provocare lo sdegno della comunità internazionale e puntare i riflettori sulle questioni ambientali nel bel mezzo della campagna elettorale statunitense. Se la banca decidesse di ritirarsi, questo intero folle progetto potrebbe essere definitivamente fermato.

Aumentiamo la pressione su Fred Hochberg, il presidente della banca, e chiediamo che interrompa subito il finanziamento per il porto carbonifero sulla Grande Barriera Corallina. Abbiamo solo pochi giorni per agire: proprio ora si trova in Australia per partecipare ad alcune riunioni. Clicca qui sotto unendoti alla protesta per salvare la barriera e Avaaz porterà le nostre voci a Hochberg:


Il progetto per l'enorme porto carbonifero metterebbe ulteriormente a rischio il già fragile ecosistema della barriera, costruendo un terminal per l'esportazione del carbone in quelle stesse acque e immettendo più di 8 miliardi di tonnellate di carbone d'esportazione nel mercato. In questo modo si darebbe avvio a un traffico di più di 20 navi al giorno sopra quest'area finora incontaminata, trasportando carbone inquinante dall'entroterra australiano alla Cina. Abbiamo già visto l'entità del danno che queste navi possono provocare nel 2010, quando una di esse si incagliò, formando una chiazza di petrolio di 3 chilometri nell'area.

In questo momento, il progetto sta incontrando delle difficoltà dovute alle dichiarazioni dell'UNESCO sui danni che lo sviluppo dell'industria carbonifera sta già provocando nella barriera, mentre il governo australiano è intervenuto chiedendo un'altra valutazione ambientale. Se riuscissimo a far bloccare i finanziamenti, potremmo assestare un altro duro colpo al progetto, aiutando a fermare l'intero processo di estrazione.

La statunitense Export-Import Bank sta già affrontando attacchi da parte del mondo politico e certo vuole evitare ulteriori controversie. Proprio ora una protesta globale potrebbe fermarla dal distruggere il più grande paesaggio sottomarino del mondo.

Come membri di Avaaz, in milioni in tutto il mondo abbiamo combattuto per il nostro pianeta: abbiamo fatto sentire le nostre voci durante le negoziazioni sul cambiamento climatico a Copenhagen e a Rio e abbiamo assicurato la vittoria nella protezione dei nostri oceani in Australia e dell'Amazzonia in Brasile. Ora, uniamo ancora una volta le nostre forze per proteggere la splendida Grande Barriera Corallina dall'avidità mineraria.

Con profonda speranza,

Emma, Allison, Emily, Ricken, Paul, Wissam e l'intero team di Avaaz.

lunedì 20 agosto 2012

Vecchio


La vecchiaia è la rivincita del tempo contro la baldanza dell’uomo; 

è la promessa mancata di Dio; 

è l’iceberg che ha affondato il Titanic; 

è la resa dei conti con la preparazione dell’anima a liberarsi del corpo.

Debole, lento, indifeso bambino di un tempo, ti sorprendo spesso incantato nel sonno.

Rivedo sfumata la tua immagine di forte e deciso condottiero; progettista di un futuro, ora al tramonto.

Nessuna ha bisogno di te, se non fosse per i tuoi averi, unici e ultimi testimoni di una vita di lavoro e motivi per interessate attenzioni.

La tua esperienza non interessa a nessuno e la porterai via con te.

Sei invisibile a gran parte della società per la quale sei un peso e una spesa.

Ti chiamano vecchio in dispregiativo e a volte anziano, per un poco glorioso rispetto, condizionato dal sospetto di possedere ancora qualche misero soldo. 

La tua pensione, oltre misura alle tue necessità alimentari, diventa merce di baratto per figli distratti ed incauti approfittatori.

Vorrei stringere le tue mani tremolanti per sentire l’intensità emotiva del tuo vissuto, la purezza dei tuoi sentimenti, liberi dalle ingenuità dell’infanzia e dalle bassezze dell’età adulta.

Caro vecchietto mio,
io sono convinto che tu non abbia paura di morire.

Vorresti andar via in punta di piedi e lasciare un solido ricordo a chi ti ha sempre amato.

Quando quel triste momento giungerà, io vincerò la mia commozione e guardandoti, rigido nel tuo giaciglio, ti immaginerò volare sulle nostre teste, cantando la bellezza della vita trascorsa e assaporando il premio a sorpresa che il grande Maestro riserva per ognuno di noi.

 Photo: gentiluomo.... si nasce e si rimane per tutta la vita.....
 gentiluomi.... si nasce e si rimane per tutta la vita.....  


Photo: ....non sono gli anni della tua vita che contano.....
...ma la vita nei tuoi anni ♥ 
Vivere con il sorriso


Photo: "La verità è sempre quella,
la cattiveria degli uomini
che ti abbassa
e ti costruisce un santuario di odio
dietro la porta socchiusa.
Ma l'amore della povera gente
brilla più di una qualsiasi filosofia.
... Un povero ti dà tutto
e non ti rinfaccia mai la tua vigliaccheria."
(terra d'amore, Alda Merini)
<3 micia
 Amare


domenica 19 agosto 2012

Comunicare, peccato della separazione



Il bisogno di comunicare è una necessità primordiale affinché l’umanità continui ad evolvere. 

L’uomo, nato come elemento separato e dotato di una propria autonomia, ha il bisogno di comunicare come un’esigenza fisiologica oltre che funzionale. 

La sua natura discreta lo ha condotto a strutturare un pensiero capace di focalizzare le idee in oggetti disgiunti, cosicché il pensiero potesse formularsi sottoforma di concatenamenti relazionati e potesse trasferirsi tramite suoni veicolati nelle parole. 

L’essere discreto, nel senso di essere limitato, ha implicitamente favorito l’idea che ogni elemento “esistente” debba forzatamente avere una locazione. 

La facoltà che ci permette di percepirli nel nostro spazio vitale rappresenta proprio la sensibilità. 

Lo spazio vitale, come l’atmosfera intorno alla terra, decreta la nostra solitudine e concretizza la stessa idea di separazione.

Per tale premessa, la comunicazione si instaura tra due soggetti separati che grazie ad un insieme di regole convenzionali, si scambiano suoni liberamente interpretabili. 

La comunicazione deve perciò basarsi su un sistema di trasmissione perfetto affinché si possa superare il peccato originale della separazione.

Purtroppo, la difficoltà per la definizione delle idee da trasferire, il sistema di convenzionamento non perfettamente assimilato e fortemente personalizzato, la grossolanità del canale trasmissivo, rende arduo il funzionamento dell’intero meccanismo.

Ci siamo inventati molti sistemi alternativi per ridurre al minimo le interferenze delle imperfezioni. 

Disponiamo di libri, musica e film. Usiamo il linguaggio del corpo, la forza dei sentimenti, il piacere dell’arte.

Vorremmo usare anche strumenti impalpabili, che escano dai convenzionamenti o che si affidino a idee senza giustificazioni (fede e speranza) ma attualmente risulta comunque difficile.

Non ci resta che attendere nuove prospettive in modo da costruirci, alla fine, uno stato surrogato a quello della perduta unione con l’universo.
  

sabato 18 agosto 2012

Test clinico di Amore



Marco era un giovane che manifestava strani sintomi. Aveva paura di rivolgersi dal suo dottore, poiché non potendo essere del tutto sincero nel fornire i dettagli del suo malessere, avrebbe potuto indurre il medico a prescrivere farmaci inopportuni.

I suoi genitori notando un continuo essere abulico, schivo, taciturno e triste, pensarono a un malessere interno del proprio figlio.

Tentarono di parlarne, ma Marco assicurò tutta la famiglia che nessun problema lo torturava.
I genitori non si arresero e convinsero il figlio a sottoporsi a normali esami clinici di laboratorio.

Tra le analisi necessarie, i genitori chiesero al medico di inserire i test rivelatori d’uso di droghe. 

L’amicizia del padre di Marco con il responsabile del laboratorio di analisi, rese possibile che questo tipo di indagine rimanesse oscurata al giovane ragazzo.

L’apprensione dei genitori per l’esito degli esami insospettì Marco, per cui giocando d’anticipo, si recò dal laboratorio e facendo valere la sua data di nascita, come chiara indicazione di persona adulta e responsabile di se stesso, ritirò gli esiti dei test.

Ovviamente erano tutti negativi, ma per non deludere le aspettative dei suoi genitori, con grande arte trasformò alcuni esiti in positivo.

Trasformandosi in attore consumato e assicurandosi che la busta contenente gli esiti fosse ben chiusa, depositò il plico sul tavolo del salotto di casa e uscì.

Era il tardo pomeriggio e solitamente i suoi genitori rientravano alla sera. Forse quel giorno suo padre sarebbe passato dal laboratorio per ritirare gli esiti, prima di rincasare.

Per dar tempo e modo di costruire castelli in aria e far sfrenare la fantasia dei suoi genitori, Marco pensò di andare al cinema, così, ritirandosi un po’ più tardi del solito, avrebbe avvalorato la fantasiosa trama del figlio drogato che brancola per posti diffamanti nella notte.

Il rientro dei genitori di Marco, a dir poco, fu tragico!

La lettura degli esiti dei test fece saltare sulla sedia suo padre, il quale per aver senso del grado di gravità della situazione, volle subito telefonare in privato al suo amico analista.

La situazione divenne surreale quando l’analista cascò dalle nuvole, assicurandogli che avendo effettuato di persona gli esami, egli era certo dei risultati esattamente opposti a quelli riferiti dal padre di Marco.

La lunga amicizia con l’analista consentì al padre di ottenere subito le prove certe della manomissione dei referti.

Il padre si precipitò nella stanza del figlio per trovar traccia di qualcosa che potesse confermare o smentire il suo pensiero.

In un cassetto, accuratamente preparata, trovò una lettera; ecco il contenuto:

“Cari genitori, a malincuore e con modi ingannevoli, io sono riuscito a rompere la vostra indifferenza.

Mi dispiace per il cattivo scherzo che ho preparato.

Volevo solo un po’ di vera attenzione, non quella che generosamente mi offrite mentre fate altro o mentre vi preoccupate del vostro lavoro, oppure, quando mi ascoltate con gli occhi all’orologio, al giornale, alla televisione.

Io ho solo voi come riferimento per risolvere i miei problemi.

È vero, non mi fate mancare niente!

Ho soldi in tasca, indosso bei vestiti, posso contare su raccomandazioni quando servono.

Chissà quanta gente vorrebbe stare al posto mio.

Nonostante tutto, mi sento tradito da qualcosa che non mi spiego.

Sento di essere stanco, solo, svuotato di stimoli. Vorrei impegnarmi in un progetto ed essere seguito, sostenuto, incitato da voi.

No! Non dovete sostituirmi con voi stessi, nemmeno affermare la vostra capacità, bravura, influenza, con la motivazione di voler il meglio per me.

Voglio il padre che non perde tempo con me.

Voglio una mamma che non guarda a ciò che mi manca, ma che guarda nel mio cuore, che si accorga se mi sono innamorato di una ragazza o se ho fatto qualche brutta di figura con un amico.

Voglio una famiglia come quella di Antonio, che mi dice di aver fame a mezzogiorno, ma non può mangiare prima che tutta la sua famiglia sia seduta attorno al tavolo.

Ho modificato i risultati dei test cambiando solo un aggettivo.

Papà, se avessi avuto coraggio e confidenza con l’analista gli avrei chiesto di esaminare lo stato della mia anima, un test sulla qualità dell’amore in circolo nella mia anima.

Non so se conosce le metodiche adatte allo scopo, ma sicuramente, non potrà dirti nulla di me, se gli chiedi i valori della glicemia, azotemia, colesterolo, THC.

Grazie a voi, le medicine per il corpo, possiamo comprarle, sono sempre disponibili e pronte in farmacia.

Le medicine per l’anima, non bastano tutti i soldi della terra per comprarle, eppure si trovano molto vicine.

Sono dentro di voi!”.

* brano tratto da "Il meraviglioso mondo dell'anima" - Zedda Editore

venerdì 17 agosto 2012

Chi sono




Teso nelle emozioni sono immagine per  tuoi occhi.

Cammino sul filo sotteso dalla sensibilità 
intento a cercar ponti.

In equilibrio tra slanci e timori, avanzo cauto 
in cerca  della zona indifesa del tuo cuore

Fermati per poco.

Permetti al tuo sguardo fugace di cogliermi.

Trasforma la tua percezione in un raggio di sole che illumini la mia anima.

Non sono un disegno immobile, 
una presenza che respira, 
un’opportunità da avvalersi.

Sono un mondo vivente che ha bisogno della tua compagnia per dar senso a se stesso.

Sono una cascata variopinta di sentimenti
che si innalzano come una lenta schiuma 
fino a contenerti 
e cancellare qualunque parvenza di diversità.

Questo sono io.

Questo siamo tutti noi .

Bagliori riflessi in infinite goccioline 
allegramente in corsa 
nel grande fiume dell’Amore.


martedì 14 agosto 2012

Ho imparato a dipingere


Il tempo dell’apparir è lontano.

Le lotte del collezionar materia sono dissolte nel ricordo.

Silenzio e sollievo avvolge la mia anima.


Mi nutro di impalpabile e sorrisi.

Indugio negli inviti del cuore.

Sorprendo me stesso nell’incanto.


Non più comando le emozioni.

Non più punisco il tremore della voce.

Lascio scorrere l’inopportuna lacrima che di me fa bambino.

Leggero mi sollevo sugli inutili affanni,
sui meschini intendimenti,
sulle trame ingannatrici
sulla vana gloria..

Nascondo alle faticose parole,
alla durezza degli spavaldi,
 alla superficialità degl'insensibili,
un mondo di dolcezze
disegnate con i colori più soffusi.

Ho imparato a dipingere la mia vita con i pennelli dell’amore.

lunedì 13 agosto 2012

Li stanno cacciando dalla loro terra

Cari amici, riporto una notizia che fa crescere la tristezza e che batte il cuore di ognuno di noi per svegliarlo.



Re e principi del Medio Oriente stanno per costringere fino a 48 mila persone a lasciare le loro terre per far posto al grande divertimento della caccia sportiva per volere di una multinazionale. Ma il Presidente della Tanzania Kikwete già in passato ha bloccato accordi simili in seguito a pubblicità negativa sui media. Clicca per far partire un blitz mediatico che spinga il Presidente Kikwete a fermare questo esproprio di territorio e salvare i Masai.

Da un momento all'altro un'importante multinazionale della caccia sportiva potrebbe siglare un accordo che porterebbe allo sgombero di fino a 48 mila membri della famosa tribù africana dei Masai dalla loro terra per fare posto a danarosi re e principi del Medio Oriente a caccia di leoni e leopardi. Gli esperti dicono che il via libera all'accordo da parte del Presidente della Tanzania potrebbe essere imminente, ma se agiamo ora possiamo fermare la svendita del Serengeti.

L'ultima volta che la stessa multinazionale ha costretto i Masai a lasciare le loro terre per fare spazio a ricchi cacciatori, uomini e donne sono stati picchiati dalla polizia, le loro case sono state date alle fiamme e il loro bestiame è morto di fame. Ma non appena la stampa ha cominciato a parlarne in modo critico, il Presidente della Tanzania Kikwete ha cambiato posizione e ha fatto tornare i Masai nella loro terra. Questa volta non c'è stata ancora una grande copertura da parte della stampa, ma possiamo sbloccare la situazione e forzare Kikwete a bloccare l'accordo se da subito mettiamo assieme le nostre voci.

Se 150 mila di noi firmeranno, i media in Tanzania e in giro per il mondo inizieranno a parlarne e così il Presidente Kikwete riceverà il messaggio e dovrà ripensare a questo accordo mortale. Firma la petizione ora e mandala a tutti:

http://www.avaaz.org/it/save_the_maasai/?bglFhdb&v=17062

I Masai sono gruppi semi-nomadi che hanno vissuto in Tanzania e in Kenya per secoli, giocando un ruolo fondamentale nel preservare il delicato ecosistema. Ma dal punto di vista delle famiglie reali degli Emirati Arabi Uniti, sono ostacoli per i loro lussuriosi party di caccia. Un accordo per sfrattare i Masai per fare posto a ricchi cacciatori stranieri è un male tanto per la fauna protetta quanto per le comunità che verrebbero spazzate via. Mentre il Presidente Kikwete si sta rivolgendo alle elite locali a lui più vicine per convincerle dell'utilità dell'accordo per lo sviluppo, la maggior parte delle persone vorrebbe solo mantenere la terra che sanno il Presidente potrebbe confiscare per decreto.

Il Presidente Kikwete sa che questo accordo sarebbe contestato dai turisti della Tanzania, una fonte fondamentale di entrate per il paese, e perciò sta cercando di tenere questa operazione lontana dal dibattito pubblico. Nel 2009 un simile esproprio di territorio in quest'area effettuato dalla stessa multinazionale che ci sta provando anche questa volta ha generato una copertura mediatica globale che ha contribuito a convincere Kikwete a fare marcia indietro. Se riusciamo a generare lo stesso livello di attenzione sappiamo che la pressione può funzionare.

Una petizione firmata da migliaia di persone può fare in modo che tutti i maggiori media globali presenti nell'Africa dell'Est e in Tanzania permettano spazzino via questo accordo controverso. Firma ora per chiedere a Kikwete di stracciare l'accordo:


Alcuni rappresentanti della comunità Masai proprio oggi si sono appellati urgentemente ad Avaaz per dare forza ad un appello globale per salvare la loro terra. Innumerevoli volte l'incredibile risposta di questa fantastica comunità ha fatto diventare cause apparentemente perse in partenza in risultati di enorme valore. Proteggiamo i Masai e salviamo gli animali per quei turisti che li vogliono catturare con le loro macchine fotografiche, invece che con le loro armi letali!

Con speranza e determinazione,

Sam, Meredith, Luis, Aldine, Diego, Ricken e il resto del team di Avaaz.


domenica 12 agosto 2012

Le ferie



Feria, nel calendario ecclesiastico, è ogni giorno della settimana che non sia sabato o domenica.

Lo stesso sostantivo al plurale (Ferie) assume il significato opposto e cioè, una serie di giorni di riposo o un periodo vacanze. 

L’aggettivazione, ferace, richiama un’azione rivolta alla fertilità interiore. 

Qualora la parola “feriale” dovesse perdere la vocale centrale “i” di ilarità, diventerebbe “ferale”, assumendo un significato funesto legato alla morte.

Forzando un concetto riassuntivo, sarebbe facile indurre a pensare che nei giorni non festivi si lavori e ciò costituisce un fatto triste se non ci fosse un lungo periodo di vacanza.

Il lavoro, implicitamente e per la maggior parte delle persone, è tristezza; privazione della libertà di operare nel diletto dell’anima e per questo motivo, attendiamo le ferie per non annichilire la residua speranza di creatività.

IL lavoro, come concetto fisico è energia che si consuma trasformandosi in altra forma di qualità scadente, e pertanto porta con sé il senso del sacrificio e della rinuncia. 

Il lavoro legato alla sfera umana è energia di vita consumata, trasformata in esperienza. 

Il tempo vita consumato con il lavoro non sarà mai più restituito, il momento della morte si avvicina e l’aggettivazione ferale trova spiegazione.

Ovviamente, per aver senso la parola ferie, deve esserci il lavoro; qualora mancasse, risulterebbe ancor più triste per la sfera umana.

Si evince una contraddizione buffa: è’ brutto non avere un lavoro ma quando si lavora non si vede l’ora di smettere poiché vorresti fare altro.

Sono pochi coloro che associano il diletto al lavoro. Per questi eletti non esistono le ferie; sono monotoni nella loro gioia quotidiana.

Esistono, inoltre, alcuni sfortunatissimi che non possono scegliere di lavorare, non possono decidere per le ferie; sono foglie secche di un autunno che dura tutta la vita. 

Queste persone non capiscono il significato dei giorni da “bollino rosso” sulle autostrade; 

non capiranno mai i termini di “alta e bassa stagione”, le offerte “last minute”, il filtro solare delle creme protettive, i Bed & Breakfast, e così continuando con tutti i richiami del consumismo.

Per quanto possa essere difficile, conquistare la propria serenità interiore condurrebbe a rimanere in ferie per tutta la vita.

Sarebbe un portar “dentro” il lavoro. 

Non si perderebbe nemmeno un secondo del nostro tempo vita, miracolosamente dilatato.

Se qualcuno mi dovesse chiedere dove sono andato in ferie, risponderò che ero piacevolmente dentro me stesso al sicuro dalla stanchezza del “dopo ferie”.       

sabato 11 agosto 2012

Abbraccio l'universo



Lo sguardo puntato lassù.

Gli occhi ciechi, bloccati davanti invisibile.

L’anima libera lanciata oltre l’immaginabile, porta con sé il cuore.

Miliardi di stelle,
orizzonti senza confini,
sono prati di battaglia per la luce,
in eterna lotta di dominio sul buio.

Un incauto tremore mi coglie!
Brividi di incommensurabile piacere increspano la pelle.

Accolgo in me la potenza del creato,
il mistero della vita.

Scorgo con altri occhi, una piccolissima stella.

Disegna il mio amore lontano.

Ricama i miei sentimenti.

Richiama la mia gioia di vivere.



Il fiato sospeso ha protetto il silenzio dei mondi,
sono ostaggio dei miei polmoni;
premono per far tornare a far scorrere il tempo.

Sento il sangue circolare nelle vene.

Sono tornato l’uomo comune, debole, limitato, solo,
testimone e comparsa del Creato.

Per pochi attimi ho abbracciato l’universo.


giovedì 9 agosto 2012

Amorometro



La legge dell’Amore governa il mondo e tutto l’universo; rappresenta un motore silenzioso che muove tutto verso una meravigliosa destinazione.

Noi uomini siamo come piccole formiche su un mestolo che amalgama il creato. 

Immagino, in prossimo futuro, che si possa inventare uno strumento di misura a cui assegno autonomamente il nome di “Amormetro”. 

Questo, esattamente come Vuotometro, dovrebbe misurare l’assenza d’amore in AGCM3 (Amor  Grammi per Metro Cubo).

Qualora si rivelasse una misura di AGCM3 sotto il limite minimo raccomandabile, scatterebbe il ricovero della persona in una delle cliniche d’amore per un trattamento a base di carezze, sorrisi e tenerezze in genere.

Ognuno di noi porterebbe bene in mostra l’indice d’amore, misurato tutte le mattine dallo strumento. 

Nel caso in cui il valore riportato risultasse basso, tutti potremmo notarlo e offrire una miglior disponibilità e comprensione alla persona momentaneamente non ben predisposta ad amare.

I peggiori guai per la nostra sociètà, derivano proprio per carenza informativa relativa alla quantità d’amore presente in ognuno di noi in un certo momento.

Il cattivo comportamento produce una reazione in coloro che lo subiscono esattamente opposta a quella che servirebbe per eliminarlo, creando un effetto a valanga per cui la persona cattiva diventa ancora più cattiva.

La cattiveria è un vuoto lasciato dall’amore; una specie di zona non colonizzata; Essa richiama l’amore ma con i mezzi che sono propri alla cattiveria stessa ed estranei all’amore.

Mi spiego con un esempio: un inglese che chiede soccorso ad un italiano, griderà “help!” e non “aiuto!”. 

Per questo motivo, l’italiano, non conoscendo la lingua inglese, rimarrà indifferente e l’inglese continuerà sempre più forte ad agitarsi e chiedere soccorso. 

Ovviamente l’italiano potrà intuire il bisogno d’aiuto dell'inglese attraverso lo stato emotivo, ma per tanti motivi, tra il quali, paura, egoismo, miopia, eccetera, l’italiano troverà fatica (avrà bisogno di carica d’amore) per muoversi in soccorso.

Lasciare soli coloro che mostrano di aver problemi e bisogno di compagnia, significa negare loro aria d’Amore necessaria perché possano sopravvivere e continuare ad esistere.

mercoledì 8 agosto 2012

La parola


Nel fresco mattino d’estate è facile ritrovarsi in dormiveglia e sentire una stanchezza simile a quella provata dopo una estenuante giornata di lavoro. 

Proprio in queste occasioni il mio vecchio amico ETT, mi fa visita con l’intento di studiare gli umani.

ETT: Buona giornata, Luigi! Noto con piacere che voi umani, facendovi scudo della necessità di dormire trascorrete un buon terzo della vostra vita in conclamata pigrizia.

Riprendi le tue facoltà e dimmi come si presenta il tuo stato d’animo.

LUIGI: Benvenuto, ETT! Capiti sempre quando la mia attenzione si allenta per cui tardo a risponderti come si dovrebbe.

Solitamente gli umani dormono per recuperare le loro facoltà, sostenute da una biologia costretta a rinnovarsi. Molti, come me, sognano e, per non lasciare nulla al non vivere, continuano l’esperienza del pensare e dell’amare anche durante il sonno.

Lo stato d’animo da svegli è suggestionato dalla fresca esperienza avuta nel mondo di Morfeo.

ETT: Forza! Racconta il tuo sogno. La curiosità è anche una facoltà degli extraterrestri.

LUIGI: Nel mio sogno, strano a dirsi, riflettevo sulla “parola” intesa come strumento nella comunicazione tra gli uomini.

Durante il sogno, parlavo con chiunque senza emettere suoni e senza muovere le labbra; semplicemente trasferendo idee tramite il pensiero. Tutti erano in grado di capirmi e non mi ha mai balenato l’idea che avrei potuto mentire.

Un’altra sensazione, difficile da riscontrare nella vita vigile, deriva da un senso di unione profondo presente nella comunità onirica. Il concetto di persona "estranea" trova consistenza solo quando svegliandoci prendiamo contatto con la realtà che ci circonda.

ETT: Che conclusioni ha fornito la tua riflessione da dormiente?  

LUIGI: Nel sogno nulla è impossibile, per cui mi sono rivolto al mio angelo custode e ho posto direttamente la domanda senza mezzi termini.

La sua risposta è stata chiara e soddisfacente ma, ha aggiunto pure, che appena sveglio non avrei saputo più riferirla.

Da innamorato dell’anima e da degno rappresentante del genere umano, mi sforzerò ad abbozzare un concetto che in quel momento mi è sembrato elementare.

La parola sembra che sia nata da un compromesso dell’anima con il corpo. 

Essa rappresenta quella linea di continuità che sostituisce la perduta unione dello spirito. 

Nel mondo senza nome e fuori della razionalità, esiste un’unica realtà che per necessità ha dovuto modellarsi in livelli di purezza e intelligenza.

Questo arcaico legame impone alle presenze in un certo livello un naturale rientro verso i livelli più alti e un ricomporre quella specie di unità originale. Potrebbe apparirti un gioco, ma la necessità motrice di questo meccanismo prevede un processo di consapevolezza ristretto al livello in cui opera.

ETT: Da extraterrestre, non capito molto! Faresti cosa gradita se riproporressi il tutto in modo diverso.

LUIGI: Tenterò! 

Noi umani siamo fatti di spirito e materia.

Lo spirito è condizionato dal corpo, luogo dove alberga la materia. Spirito e materia compongono il quadro “uomo” e per il fatto che entrambi sono entità uniche e d assestanti determina l’incongruenza per cui esistono  molti uomini e diversi tra loro.

Serviva, quindi, uno strumento che passando dalla consapevolezza delle parti, potesse favorire il processo di riunione che passasse attraverso l’evoluzione dei gradi di perfezione.

ETT: Forse, ho capito! 

Le parole sarebbero strumenti mediante i quali gli uomini possono capirsi e migliorarsi, nell’ottica di quella strana passione che voi chiamate Amore e che è anche una forza aggregatrice.

LUIGI: Pressappoco, così! 

Le parole sono frullate negli intendimenti che permettono allo spirito di rivelarsi sotto forma di sentimenti e con questi, per favorire una transazione positiva personale nel nostro mondo, nell’ottica della crescita dell’onda purificatrice o perfezionamento mossa dall’amore come legge di tutte le leggi. 

lunedì 6 agosto 2012

Difendo il mio amore

Look into my eyes - you will see
What you mean to me
Search your heart - search your soul
And when you find me there you'll search no more
(Bryan Adams)

Accarezzo i ricordi che porto dentro di me nello scrigno dell'anima, amare è continuare a nutrire il proprio desiderio, è capire i bisogni e le sofferenze del cuore della persona amata, è saper rinunciare anche alla passione, per sognare ad occhi aperti quell'attimo che attendiamo, fremendo, in un futuro indefinito.

Sarebbe bello se si avesse un registratore capace di incidere i pensieri, farli riascoltare anche agli altri, così si potrebbe conoscere completamente quanto amore e poesia sono nascosti nel cuore di ognuno di noi.

Vorrei far sentire il brivido che provo e quello che il mio cuore vorrebbe esprimere parlando d’amore. Echeggia in me un urlo di ribellione, di sfogo perché io sono nata libera e voglio essere libera di amare e farlo senza condizioni.

Vorrei perdermi nell’Amore per le emozioni che mi dona, per quelle sensazioni che mi inducono a concedermi totalmente senza riserve, per riuscire dolcemente a trarre linfa e gioie che mi mantengono in vita come farmaci miracolosi.

L’amore che mi vive dentro mi fa sorridere, mi invita sognare, sperare, credere ma è capace anche di farmi male, disarmarmi, dilaniarmi.

L’amore che mi comanda è capace di scavarmi dentro, di tracciare solchi profondi pronti per essere riempiti di energia.

Io mi concedo all’amore e amo tutto ciò che la vita mi offre.

Le persone che incrociano la mia strada, io le incontro, con loro vivo una parte del percorso, sentieri a volte scoscesi che mi fanno sentire in trappola, quasi soffocare, perché osservata nei miei passi, e divengo innaturale, dipendente dal compagno di viaggio del momento e solo allora mi rendo conto che sono rimasta indietro ad affrontare il percorso. 

Non è bella la dipendenza affettiva. Ogni viaggio va percorso come se si fosse da soli, anche quando si ama.

Ma non mi volterò mai per guardare indietro per rendermi conto cosa o chi ho lasciato; io devo continuare a percorrere la mia strada caparbiamente per non trascurare nulla.
  
Il tempo scorre e la vita insieme, tutto molto velocemente.

Voglio vivere ogni cosa, ogni favola, ogni principe azzurro, grigio o bianco incontrato nel mio mondo fantastico che la mia mente soltanto contiene, dove vivono, fate, folletti e draghi sconfitti. Compreso gli orchi cattivi a cui voglio vedere in faccia per affrontarli, sconfiggerli o lasciarmi sopraffare e convivere con le cicatrici.

Perché io amo e voglio vivere tutto, non voglio solo assaggiarla questa mia vita, voglio morderla, voglio aggredirla, prenderla, scuoterla, respirarla, voglio spogliarla e vedere cosa c’è oltre i vestiti e il trucco. 

Voglio stringerla così forte a me fino a lasciarle un segno, come uno dei tanti che lei ne ha lasciati sulla mia pelle e nel mio cuore. 

Ogni cicatrice, ogni livido, ogni bruciatura, sono feritoie per la mia anima dalle quali ogni cuor gentile può scorgere i miei fremiti vogliosi di un tenero conforto.  

I miei graffi sono le porte che si spalancano al mondo e le mie lacrime sono il riflesso speculare di ciò che scelgo di non mostrare.

... ... ... con gli occhi incantati, il cuore gonfio di piaceri, l'anima in cielo e la mente libera ... ... ... ecco il mio Amore!

Difendo il mio Amore. 

(tratto dal romanzo "DANIL - un amore mai vissuto -") *
con generosa partecipazione di REGINA RESTA.

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