martedì 31 ottobre 2023

Il televisore, ospite fisso in casa

 

 

Molte famiglie trascorrono molto tempo in cucina dove il televisore è quasi sempre accesso. L’apparecchio è un ospite fisso nelle ore di pranzo e cena. Esso è un esperto in tutto; sa trattenere piacevolmente gli spettatori; li tiene puntualmente aggiornati sui fatti che accadono nel mondo. Il suo chiodo fisso è sorprendere sia per scoperte sensazionali, sia per fatti di cronaca: non importa se quest’ultimi sono di tono allegro o triste. I servizi che offrono notizie clamorose, i giornalisti li chiamano scoop.

Ormai non ci fa caso più nessuno … nello spazio di pochi secondi si può passare da un vivace dibatto sulla guerra ad una ammiccante pubblicità di cibo per gatti. Se ti distrai, ti ritrovi a guardare una boccetta di detersivo mentre girava il servizio sulle bombe in Ucraina o su Gaza. 

Credetemi, diventa quasi difficile avere il tempo per preoccuparsi di ciò che succede nel mondo. Quantunque l’ansia ti dovesse prendere è facile che ti passi subito. Le pubblicità sui vari canali hanno raggiunto una sorprendente sincronizzazione che ti disarmano e soccombi decidendo di non cambiare canale.

Anche le scelte pubblicitarie non sono a caso! Vengono trasmesse nei momenti in cui il contesto trasmissivo incentiva meglio lo spettatore.

Non vi dico delle richieste di offerte umanitarie! Sacrosante, per carità! Ma sembra che si adeguino all’inflazione: sono passate dalla richiesta volontaria di qualche euro, fino a giungere a lasciti testamentari, passando per contributi fissi. È vero, le persone bisognose sono tante e i sostegni governativi non bastano più!

L’importante che la televisione ci lasci il rimorso e chissà se non lo compensiamo in altri modi! (Non siate malpensati se indirettamente vi rimando ad una tassa statale che ci obbliga avere il televisore soltanto se in casa abbiamo la luce o possediamo un computer.

Una donna mi diceva che seguiva molto i giochi televisivi dove si vincono tanti soldi. La cosa sorprendente consisteva nel fatto che per partecipare al gioco non serviva nulla! Al diavolo diplomi e lauree … basta solo un po’ di fortuna e ti ritrovi a vivere comodamente in agiatezza la vita che molte persone è durissima. Sorridevo quando quella spettatrice mi confessava che tifava per far perdere la concorrente! Probabilmente, spinta dal sentimento di invidia.

lunedì 30 ottobre 2023

Resta pensante

 

 
«Sto morendo, ma non potrei essere più impegnato a vivere». 
Così aveva scritto, nella sua ultima mail. 

E così l'ho trovato, quando sono andata a salutarlo per l'ultima volta nella sua casa di Thompson, nel Connecticut, pochi giorni prima che morisse: il fantasma di se stesso, ma incredibilmente vitale; il corpo fisico ridotto al minimo, quasi mummificato, tutto testa, pura volontà pensante.

Restare pensante era la sua scommessa, la sua sfida. 

Per questo aveva ridotto al minimo la morfina, a prezzo di un'atroce sofferenza sopportata con quella che gli antichi stoici chiamavano apatheia: un apparente distacco dalla paura e dal dolore che traduceva in realtà un calarsi più profondo in quelle emozioni. 
L'unica cosa che contava era analizzare istante dopo istante se stesso e quindi la morte come atto oltre che nella sua essenza. 
Se Steve Jobs, morendo, ha lasciato detto «stay hungry, stay foolish», l'ultimo insegnamento di James Hillman può riassumersi così: «Resta pensante» fino all'ultima soglia dell'essere.

Il tempo qui sembra fermo, le lancette puntate sull'essenza ultima.

«Oh, sì. Morire è l'essenza della vita».

Com'è morire?

«Uno svuotamento. Si comincia svuotandosi. 
Ma, si potrebbe chiedere, che cos'è o dov'è il vuoto? 
Il vuoto è nella perdita. 
E che cosa si perde? 
Io non ho “perso” nel senso comune di “perdere”. 
Non c'è perdita in quel senso. C'è la fine dell'ambizione. 
La fine di ciò che si chiede a se stessi. E' molto importante. 
Non si chiede più niente a se stessi. 
Si comincia a svuotarsi degli obblighi e dei vincoli, delle necessità che si pensavano importanti. 
E quando queste cose cominciano a sparire, resta un'enorme quantità di tempo. 

E poi scivola via anche il tempo. 
E si vive senza tempo. 
 
Che ore sono? Le nove e mezza. 
Di mattina o di sera? Non lo so».

Amici per necessità


 

Nel mondo che nessuno conosce esiste solo energia. Essa, per non so quanti miliardi di anni, si è sempre spostata da una forma a un’altra, cercando forse il sistema migliore per qualificarsi a livelli evolutivi superiori. 
La fantasia delle trasformazioni doveva essere molto lacunosa vista la modesta gamma di soluzioni individuate. Insomma, la nostra energia poteva liberamente oscillare tra estremi di densità, che si sono rivelati a noi, umili e insignificanti terrestri, come universo.
Dopo infiniti tentativi di combinazioni sperimentate, l’energia ha trovato modo di esprimersi negli esseri viventi. 
Non è stata tanto compattata da apparire inerte, né tanto rarefatta, per essere sfuggente. Questa combinazione si è rivelata sorprendente perché come il cerchio di Saturno, si manifesta intimamente legata alla materia e contemporaneamente da essa staccata.
Un vero alone di mistero!
È una meraviglia come un corpo e un’anima si siano miscelati così bene. Entrambi sono legati, entrambi esistono perché coesistono. Sembrano fatti apposta uno per l’altro, fino a che Dio non li separi. Deteriorabile, limitato, stupido, opportunista, materialista ed egoista, è il corpo; eterno, infinito, sensibile, emotivo e dolce, è l’anima.
Il sodalizio ha avuto grande successo perché, successivamente, è subentrato un fattore ibrido che continua ancora ora a essere l’arbitro della gara intrapresa dal corpo e anima.
La miscela corpo-anima si è rivelata come umanità, per cui ogni sua caratterizzazione è derivata dall’ereditarietà delle proprietà dei suoi elementi costitutivi.

Il legame corpo-anima è determinato, quindi, dal definito gradiente di densità di energia. Un valore troppo alto di questo gradiente, ammutolisce l’anima fino a farla scomparire nelle masse inerti; mentre un valore basso, conduce alla nobiltà dello spirito, all’idea di una vita staccata dal proprio corpo. 

Un’anima fortemente sensibile è quella che riesce a uscire, sebbene momentaneamente, dal proprio corpo, per entrare in aree di pertinenza di altre anime dove come vecchi amici ricordano le loro origini.

Per esempio, l’intrinseco desiderio di comunione degli uomini deriva dal desiderio dell’anima di sfuggire dal proprio corpo per ritrovare la propria dimensione nel confronto con altre anime.
Il corpo in tutto questo trambusto è un testimone passivo, portatore degli effetti indotti dall’anima. Poveretto! A volte è costretto a generare sudore quando fa freddo, ad accelerare i battiti del cuore quando si dorme, a far piangere senza dolore, a tremare senza paura.
L’anima e il corpo, in alcuni casi si comportano come due ragazzini capricciosi che si fanno dispetti.
L’anima tratta il corpo come il fratello stupido, lo costringe ad attività a lui estranee, a volte lo conduce fino all’esasperazione. Il corpo, con memoria vendicativa, acceca l’anima quando le sue funzioni vegetative sono compromesse.
Per questo motivo, l’anima è quasi assente nella giovinezza e molto cauta nella vecchiaia. 

La mancanza di coordinamento tra anima e corpo produce la malattia. Diamo al corpo ciò di cui ha bisogno: stimoli per auto-sostenersi. 
Diamo all’anima ciò di cui ha bisogno: stimoli per auto-compiacersi.
Indovinando i gusti del corpo e dell’anima non vinceremo la morte, ma ci arriveremo con grande dignità.

Un curioso esperimento

 

 
Uno psicologo, Skinner, condusse uno strano esperimento.

Mise un piccione in una gabbia e ogni 15 secondi lasciava cadere palline di cibo all’interno della gabbia. L'uccello perse il controllo del suo stato emotivo. Indipendentemente da quello che l’uccello faceva, Skinner continuò a far cadere le palline di cibo con lo stesso ritmo. Dopo pochi minuti l'uccello sembrava impazzito.
Ballava e si muoveva come un ubriaco. Perché?
Beh ... il piccione aveva sviluppato un rituale.

Skinner teorizzò che il piccione ricordava quali azioni avesse fatto poco prima dell’inizio della caduta di cibo ... e le ripeteva in sequenza. Il piccione credeva che la sua danza fosse la causa della pioggia di cibo in gabbia.
Direste: che uccello sciocco. 
In realtà, anche noi umani siamo così!
Spesso ci comportiamo credendo di muoverci in un rituale di auspicio, sollevando la razionalità da un compito che per sfiducia riteniamo inopportuno affidarle.  
 

domenica 29 ottobre 2023

Quando senti di voler ricominciare


Quando ci accorgiamo che stiamo procedendo male o almeno non secondo le nostre aspettative, è spontaneo fermarsi e ricominciare di nuovo. Si é perso tempo nel capire di avere preso la direzione sbagliata! Abbiamo valutato male o le informazioni necessarie per decidere erano approssimate. La catena delle decisioni assunte ha prodotto un mostro.

In un mare di incertezze una scelta sembra ferma: Ricominciare! 

Ricominciare significa “tornare all’inizio del percorso”, cambiare i criteri e le priorità per decidere.
Ricominciare non è facile per tutti. Il processo di fossilizzazione ci insegue togliendoci memoria del passato. 

Il metabolismo biologico (invecchiamento) ci irrigidisce inquinando e rallentando le decisioni. Il processo di comunicazione si sviluppa su canali che subiscono la crittografia del tempo che passa (non ci si capisce più). Tutto sembra congiurare contro l’idea di ricominciare.
I segnali che ci chiedono di ricominciare sono forti e chiari, come quelli forniti a un automobilista che vuol ripartire col freno a mano tirato. 
Abbiamo molti esempi di coloro che, immersi fino al collo nelle sabbie mobili e con l’unico braccio libero per avvinghiarsi a qualunque cosa, gridano forsennatamente aiuto.
Vi siete chiesti perché molti sono intrattabili e inspiegabilmente cattivi?
Vi siete chiesti perché un barbone sporca ovunque?
Vi siete chiesti perché un insegnante che va in pensione, ammonisce i colleghi a misurare il proprio successo sul più somaro della sua classe?
Vi siete chiesti perché Madre Teresa di Calcutta abbracciava amorevolmente una deforme, maleodorante creatura?

La risposta è sempre la stessa: “Il mondo interiore protesta e chiede di ricominciare”. 


sabato 28 ottobre 2023

Questione di autostima


Una vecchia storiella racconta di una bimba molto timida ed insicura sotto ogni aspetto. La mamma, preoccupata per il futuro di sua figlia, si consultò con un vecchio saggio per cercar rimedio.

Dopo un lungo colloquio, l’uomo saggio le regalò uno strano specchio che modificava i contorni di una qualunque immagine umana riflessa. Il fatto miracoloso di questo specchio consisteva nel tipo di modifica che proponeva. Per ogni età il profilo appariva modificato diversamente. Diventava un normale specchio nell’età infantile, mentre non rifletteva più immagini per età molto avanzate. Per tutte le altre età, combinava giusti ritocchi per offrire l’immagine perfetta della persona.

L’anziano saggio chiese alla mamma di ornare la stanza della bimba con questo specchio magico.

Fu così che la bimba, incuriosita dal regalo della mamma, ogni mattina, dopo una piccola rinfrescata d’acqua, prese l’abitudine di guardarsi allo specchio.

Passarono prima giorni e poi mesi, la bimba assunse un carattere completamente diverso. Mostrava una sicurezza sempre più evidente, un rapporto con il prossimo completamente rivoluzionato. Aveva imparato a sorridere, perché era certa di essere bella. Aveva imparato ad esporre le proprie idee senza temere le critiche, perché credeva nel proprio sapere e nei propri valori. 
Aveva conosciuto perfettamente il regista del proprio destino: se stessa!! 

(Lo specchio mostrava l’immagine della bimba come lei stessa voleva che fosse.
Se provate a stare tra i leoni, prima o poi vi verrà spontaneo ruggire.)
 

venerdì 27 ottobre 2023

Dove si trova la bellezza?

 

 

Un famoso Pensatore di nome David Hume, scrisse:
"La bellezza delle cose esiste nella mente di chi le osserva”.
 
Con il dovuto rispetto gli avrei fatto notare che la mente in sè elabora ciò che i sensi forniscono, ma l'eco del risultato risuona nell'anima, manifestandosi come sentimento. 
Quindi, io avrei modificato la sua massima, così:

La bellezza del mondo esiste nell’anima di chi lo vive”.
 
Esistono, per Hume, due tipi di filosofia, una facile e ovvia, l'altra difficile e astrusa. Quella ovvia è esortativa, precettista, consolatoria e alla fine risulta fin troppo banale, l'altra è astratta, decisamente inservibile per la vita, perché orientata all'esaltazione di dispute interminabili; e spesso scade in una forma di "malattia metafisica" o sapere astratto perché pretende di conoscere l'inconoscibile. Hume raccomanda di superare ambedue queste forme del filosofare. Appare a lui evidente, come in una forma di intuizione, la possibilità di una "nuova strada" del sapere: fondare una "scienza esatta della natura umana".  [testo tratto da wikipedia]

giovedì 26 ottobre 2023

Pensar felice

 

 
Non  so dir altro che disquisir d'Amor.
Eterno tormento per un cuor vago.

Ombre d'uomo fan leva ad un cauto esistere.
Ma per altre fonti l'anima si muove.

Or ferma or gaudente,
scioglie desideri in speranze senza misure.

Allor che di vagar il tempo chiede conto,
il ritrovar le tasche vuote lascia risuonar campane mute.

Rintocchi di rammarico 
spengono il brio al fato bendato.

Ignaro o illuso,
stringo nell’anima il pensar felice.

Unica certezza sfuggita al mondo del non essere. 
 

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