martedì 29 dicembre 2015

Una vita in maschera




Oggi sono stato ospite nella casa di un amico ed entrando da estraneo non potevo immaginare con quanta festa e gioia mi ha accolto il suo cane.

Ritornavo da questo amico per la terza volta e del suo cane ricordavo a malapena il nome.

Galeotta sarà stata la distratta carezza a legare affettivamente il cane alla mia persona o forse, il piacere che il mio ospitante dimostrava nel ricevermi?

Se credessi alla teoria di Giordano Bruno, avrei avuto già la risposta!

Ma permettetemi un minimo di megalomania, per scartare l’ipotesi che nell’anima di quel cane poteva esserci quella di un mio sfortunato antenato e quindi, concludere che tutti gli animali hanno un’anima regredita in un corpo meno nobile di quello umano.

L’atteggiamento del cane mi ha comunque impressionato.

L’impressione è servita per farmi volare con la fantasia e immaginare un mondo come quello vissuto dal cane.

Mi sono detto:
“Che mondo meraviglioso sarebbe, se incontrando chi accompagna il mio amico, anche senza conoscersi a fondo, ci abbracciassimo e insieme mostrassimo gioia e piacere di esserci incontrati.

Nessun motivo egoistico, premeditato, se non l’appartenenza al mondo delle tenerezze, spiegherebbe l’entusiasmo e la genuinità della manifestazione affettiva”.

Un filosofo greco antico, Diogene di Sinope detto il cane, aveva intuito la struttura di questo mondo e voleva entrarci con tutta la sua convinzione.

Infatti, la conduzione della sua vita fu come un’imitazione di quella del cane.

Egli riteneva che, al contrario degli animali, gli esseri umani vivessero in modo artificiale, ipocrita e che dovessero imparare dai loro atteggiamenti il vero modo di relazionarsi con il prossimo. 

Provocatoriamente estese la pratica del modo d’essere fino a interessare le funzioni fisiologiche, che egli espletava in pubblico senza mostrare disagio.

Diogene era convinto che Il mondo dell’avere, in quello del cane, non esisteva! Egli rinunciò a ogni bene materiale per sentire ciò che istintivamente un cane dimostra.

Addirittura, ruppe la scodella per bere quando scoprì che il cane, nel momento di bere, se dovesse scegliere tra una naturale e zampillante fonte a cielo aperto e quella laconicamente presente nella ciotola, sceglierebbe senza riserva la prima opzione.

La stravaganza di quest’uomo fu eccezionale, pensando alla reazione che ebbe nell’incontro con Alessandro Magno, il famoso conquistatore del mondo allora conosciuto.

Dall’alto della potenza, della gloria e della fierezza, il grande re si avvicinò al lurido cane Diogene e disse:

“Diogene ho saputo di te e della tua filosofia, dimmi che cosa posso fare per te a dimostrazione della mia ammirazione?”.

Diogene quasi scocciato dalla situazione, inclinò la testa per guardarlo fuori dalla botte dov’era rannicchiato e rispose:

“Ti chiedo di spostarti col cavallo affinché la tua ombra non mi privi del sole!”.

Alessandro capì che quella risposta non era un’insolenza nei suoi confronti, ma una perfetta corrispondenza ai dettami della filosofia. Ritiratosi all’interno del rifugio, Diogene non attese la replica del grande conquistatore:
“Se io non fossi Alessandro Magno, vorrei essere Diogene”.

Nella vita non si sceglie di essere, ed essere è incomprensibile per chi vive nell’apparire.

giovedì 24 dicembre 2015

In attesa del 25 Dicembre


Il 25 dicembre è un giorno speciale. 

La gioia e la bontà d’animo sono facoltà comuni.

Ci sentiamo tutti buoni! 

Il piacere della festa si avverte in ogni senso.

Già dal primo mattino (si fa per dire, perché il letto tarda a svuotarsi), ci sentiamo freschi, riposati, preparandoci a godere dei regali e delle reciproche galanterie. 

Gli odori di dolciumi miscelati con quelli del sugo di agnello, circolano liberamente nelle case che assistono alla frenetica attività di mamme e papà intenti a preparare il pranzo di Natale.

Tra gli squilli dei telefoni fissi, ormai in disuso e i televisori ad alto volume che inondano film di Natale, si odono le polifonie dei cellulari. 

Il rito dell’invio degli sms (messaggi brevi inviati con i telefonini) prende il suo momento migliore. 

Naturalmente, per ogni messaggio ricevuto è obbligatorio rispondere, se non si vuol fare la figura dello sparagnino o dell’insensibile.

Il tempo è tiranno, perché ci sono mille cose da fare. 

Bisognerebbe pure uscire, per l’incontro con amici e ristabilire appuntamenti o completare discorsi o saluti della sera precedente.

Mezzogiorno incalza e tutti i convenevoli devono terminare per approntarsi al pranzo.

Fortunati, sono coloro che hanno il pranzo prenotato “fuori”, cioè al ristorante! 

Questi hanno qualche impegno in meno da assolvere.

È emozionante sentire quanto denso sentimento traspare dalle frasi di augurio. 

Peccato però, che trovano solo il tempo della loro pronuncia. 

In questa occasione, i mondi raccontati da alcune televisioni o giornali, non esistono.

Vi presento un breve riassunto raccolto dalla BBC, oggi 24 dicembre 2015. 

"Tra le 18 persone annegate nel Mediterraneo, ci sono molti bambini. La barca si è capovolta nel tentativo di attraversare il mare dalla Turchia alla Grecia".

 
"Un comandante talebano locale e 50 combattenti sono stati uccisi in scontri durante la notte a Sangin nella provincia di Helmand.... ".

- "I governi del Regno Unito e degli Stati Uniti hanno emesso un avviso circa possibili minacce contro gli occidentali nella capitale cinese Pechino durante periodo di Natale".

 
- "La polizia australiana ha arrestato tre persone dopo aver liberato un bambino trovato chiuso all'interno di un rifugio sotterrano addetto allo smistamento e tagli di droghe". 

- " Un incendio durante la notte in un ospedale nel sud dell'Arabia Saudita ha ucciso almeno 25 persone e il ferimento di altri più di 100".


Buon Natale.

mercoledì 16 dicembre 2015

Pubblicazione di Danil



Non credo al caso, e qundi non è il caso che ha fatto in modo che il romanzo uscisse proprio ora, nel periodo natalizio. 



Voglia essare questa mia pubblicazione un omaggio ideale a tutte le donne sfortunate di ogni luogo e di ogni religione, nate per amare ma ritrovate a subire ciò che per nessun essere umano è giustificabile.




Un fiore delicato non può nulla contro il vento e la pioggia,
 mentre infuria la tempesta.

Avvolto nella sua bellezza, reclina sul suo stelo.

Oscillando, dorme.

Non sa che può morire
 perchè chi ama non muore mai.

Attende il sole caldo
per mostrare i suoi colori 
e spargere profumo.

Attende per ricordare che tutto passa,
 mentre  la vita continua.

Attende 
perchè vuole continuare a consolare i cuori dolci,
   raccontando con il soffio di un Dio che si chiama Amore.

mercoledì 9 dicembre 2015

Un mondo nascosto




Si racconta che Dio tolse allo struzzo la sapienza e non gli diede nessuna intelligenza, in compenso gli riconobbe un elevato grado di prudenza e di circospezione. 

Forse sbagliò la dose; resta di fatto che qualsiasi evento nuovo, qualsiasi presenza estranea, produce l’effetto di atterrirlo nella stessa misura, indipendentemente dal reale grado di pericolosità che essi comportano. 

Lo struzzo non sa valutare, né distinguere le minacce serie dagli avvenimenti strani, ma del tutto inoffensivi, e si lascia atterrire dagli animali più innocui.

La cultura popolare lo vede, in queste occasioni, infilare la testa sotto il terreno per nascondersi dal pericolo.

La verità, invece, dice che si china con il collo disteso e con il corpo appoggiato a terra cercando di imitare un cespuglio o una grossa roccia, e se il predatore si avvicina troppo, scappa a grandi falcate che possono raggiungere i 70 km/h.

Dio con l’uomo è stato un alchimista. Lo ha fatto nascere e vivere in due realtà contemporaneamente. 

Il mondo dei cinque sensi: illusorio, limitato, transitorio; il mondo dell’anima: misterioso e affascinante.

Il mondo dei sensi è così approssimato che per sperimentare l’esistenza, il nostro creatore ha ridotto al massimo la dimensione delle finestre sensoriali.

In altre parole, vediamo, sentiamo, tocchiamo, odoriamo e gustiamo, solo entro limitate bande di variazione.

Certi animali mostrano alcune finestre più ampie, ma la differenza con quelle dell’uomo è, comunque, trascurabile.

Il mondo dell’anima è, invece, infinito, nonostante abbia a disposizione quel pochissimo materiale offerto dal mondo dei sensi per manifestare il suo potere.

Immaginate che qualcuno di noi, per caso o fortuna, abbia una finestra visiva un poco più ampia rispetto alla dimensione comune.

Che cosa succederebbe?

Vedrebbe cose escluse a tutti gli altri!

La psicologia della persona straordinaria costruirebbe una sua realtà completamente diversa e inimmaginabile da quella degli altri.

Se siamo allineati al pensar comune e facili giudici, automaticamente tacciamo di stranezza o pazzia, la persona con l’anomalia visiva.

Nel caso dello struzzo che mette la testa sotto terra per nascondersi al pericolo, siamo più comprensivi poiché si tratta di un animale.

Estendendo il discorso fatto sulla vista a tutti i cinque sensi, capirete benissimo come la realtà che viviamo è convenzionale, limitata alla banda sensoriale assegnatoci. 

Basta una frazione di banda in più, anche instabile o momentanea, per far diventare uno di noi, una persona con poteri paranormali.

Forzando l’idea delle finestre sensoriali espandibili, saremmo giustificati nel pensare che possa esistere un modo che ci faccia percepire il tempo in anticipo (vivremmo nel futuro) o in ritardo (ritorno al passato).

Sarebbe anche bellissimo poter andare oltre le frequenze udibili!

Con evoluti decoder saremmo in grado di sentire e vedere tutto ciò che entra nel nostro raggio d’azione (spettro di frequenze), compreso le vibrazioni emesse attraverso le emozioni.

Parleremmo senza muovere la bocca, ci sposteremmo nel vuoto come onde elettromagnetiche, beffeggiandoci degli ostacoli e giungendo alla velocità della luce in ogni luogo dell’universo.

Saremmo l’energia dell’universo!

Non siate dispiaciuti per non poter sperimentare tutto questo, poiché dopo la morte, ci sarà tutto il tempo che ci serve.

lunedì 7 dicembre 2015

Un colloquio a quattro


 
In un ristorante dell’ultraterreno, una comitiva di amici sta celebrando la fine di una grande opera mai realizzata prima. Questa opera era stata commissionata dalla più grande figura di sempre e doveva completarsi nei tempi necessari per ottenere il miglior risultato in assoluto. 
Il committente era anch’egli in grado di produrre l’opera ma per un motivo che non conosciamo, ha affidato i lavori alla comitiva.
La comitiva ha lavorato come si fa in un’azienda, senza però, finalità di lucro, ma semplicemente per la gloria di loro stessi. La squadra è formata da quattro responsabili: Ragione, Emozione, Amore e Sostanza.I quattro personaggi, costretti a lavorare insieme, non sempre sono stati solidali nelle decisioni di gruppo e ora, ognuno di loro reclama la sua parte di gloria per il successo finale dell’opera.

La discussione viene aperta da Sostanza, che come al solito, va al sodo della questione dicendo:
“Cari Colleghi, il risultato del nostro lavoro è sotto gli occhi di tutti, per cui possiamo essere fieri di noi stessi. Il committente, sicuramente sarà contento, visto la qualità del materiale che ci ha fornito e, cosa di non poco conto, la sua capacità di eclissarsi nei momenti difficili”.

Emozione interviene subito per smorzare il tentativo di polemica, che Sostanza stava sollevando.
“Lasciamo andare le difficoltà che abbiamo incontrato! Ora è acqua passata, godiamoci i risultati ottenuti”.

Come se fosse stato punto da uno spillo, Sostanza replica:
“Emozione, se avessimo dato ascolto ai tuoi suggerimenti, quella povera Umanità starebbe, ancora ora, ad arrovellarsi negli spasimi dei sentimenti”.

Il colloquio comincia ad assumere toni recriminatori, per cui Ragione è costretta a intervenire:
“Signori, non riprendiamo gli stessi modi che faticosamente abbiamo estirpato dall’Umanità. Manteniamoci su un dato certo. Ognuno di noi ha dato il massimo e senza il proprio contributo, ora noi non staremmo qui a discutere. Perciò calmiamoci e confrontiamoci da ultraterreni”.

Per accompagnare il nuovo clima che Ragione voleva favorire, Amore entrò anche Lei nella discussione.
“Come si fa a non essere d’accordo con Ragione? Vorrei ricordarvi che l’eccezionalità del lavoro che abbiamo condotto sta proprio nella magia con cui siamo riusciti a creare i presupposti per far convivere aspetti tanto diversi tra loro, in una dimensione così limitata e imperfetta. Ragione, tu dimoravi nel cervello degli uomini, mentre Emozione nell’anima, Sostanza nel corpo ed io nel cuore. Come non potevamo incontrare incomprensioni? 
Stavamo in posti così diversi e con funzioni, così nettamente separate, che tutto quello che abbiamo fatto, senza l’aiuto del vento e del miracolo, non potevamo raggiungere questo risultato”.

Sostanza, a questo punto, è costretta ad allinearsi al nuovo clima.
“Amore, come al solito, tu riesci sempre a mettere d’accordo il diavolo e l’acqua santa! Mi rendo conto che ognuno di noi, per forza d’amore verso l’Umanità, spesso ha voluto strafare e ciò, ci ha fatto apparire vicendevolmente invadenti. Vi voglio confessare che, comunque, ho apprezzato il vostro slancio, le vostre qualità, fino al punto di memorizzarle nelle cellule viventi. Nel mio piccolo, vi ho copiato!”.

Ragione interviene.
“Sostanza consolati perché anch’io, ti ho osservato e quasi copiato, quando la logica non mi convinceva”.

Emozione aggiunge.
“Amici, sarebbe stato ancora più crudele il destino dell’umanità se un pizzico di zizzania non fosse caduto ripetutamente e casualmente nel corso della storia. I momenti di trambusto sono serviti per riconoscerci e rinsaldare il patto fatto con il committente. Pensate a quello che succede quando un gruppo di persone che di fronte ad un pericolo incombente, si tengono per mano, solidali e pronti per offrire la resistenza comune”.
 
Amore continua e conclude.
Emozione ed io, abbiamo spesso collaborato e in alcuni casi, abbiamo ignorato i consigli di Ragione e Sostanza, per cui questa è l’occasione per assicurarvi che lo facevamo per dar vibrazioni alla Sostanza e qualche dubbio alla Ragione. Sono stato delegato, a vostra insaputa dal Committente, per redigere un resoconto del nostro operato e sul valore dell’opera che abbiamo costruito. 
La mia relazione terminerà così:
Mio Signore, ci hai chiesto di contenere le acque della Terra in un secchio tenuto dalle deboli braccia di un uomo. Abbiamo fatto di più! Abbiamo svuotato l’intero universo nel cuore dell’umanità per riportarlo a Te”.

lunedì 30 novembre 2015

La quarta rivoluzione industriale

 
  
Che sai a proposito di Internet?

Sicuramente ti verrà in mente il computer, oppure Facebook, la posta elettronica! 

Non trovi imbarazzante non poter fieramente proclamare: 
“Vuoi il mio indirizzo Email”?

Non trovi terribilmente “Trendy” usare Skype, Whatsup, Google Maps, Twitter?

Sappi che stiamo attraversando la terza rivoluzione industriale!

Tutto è iniziato già dal 1999 ed entro il 2030 ci saranno grandi novità.

Utilizzando bio-sensori sotto i vestiti, o sensori sullo smartphone, sarai in grado di rilevare i tuoi livelli di stress, e puoi decidere di adattare la musica o addirittura riorganizzare l’ambiente della tua casa o della tua stanza.

Attingendo informazioni meteo o dati d’inquinamento da sensori sparsi intorno alla tua dimora, potrai scegliere il momento psicologico migliore per sospendere o abbandonare il lavoro.

Si tratta di un mondo in cui vedremo opportunità senza precedenti, utilizzando un'infrastruttura di connettività che diventerà del tutto invisibile.

Sono qui oggi per raccontarti della quarta rivoluzione industriale, conosciuta anche come la IoT (Internet of Things).  

E' un mondo di oggetti e processi collegati universalmente; un mondo che crea un'aura digitale intorno alla tua persona. 

Tutto in tempo reale e in piena consapevolezza, per darti la migliore esperienza di vita possibile.

Immagina la tua casa nel futuro

Ci saranno automatismi trasparenti che identificheranno e scaricheranno le tue preferenze da un'infrastruttura (cloud) sicura per darti il massimo comfort tra le mura domestiche e nel luogo di lavoro.

Numerosi microscopici sensori determineranno livelli di temperatura, umidità, luce, rumore per fornirli ai processi che adatteranno automaticamente il riscaldamento e la ventilazione in base alle tue preferenze.

Consultare orari di bus, treni, aerei e conseguentemente predisporre, organizzare il tutto in base alle scelte fatte, sarà inverosimilmente semplice e sempre ottimizzato dalle rete di connettività.

I campi di applicazioni della logica IoE sono tanti, e molti non ancora esplorati.

L'informatica vuole l'informazione per automatizzarla. 

L'Internet of EveryThing  si precipita a servirla.  

Già da oggi, studiare sarà divertente.

Avrai le migliori menti del passato e del presente a tua disposizione. 

Giornali, libri riviste, avranno un nuovo vestito, cucito da una infinità di elementi sparsi su tutto il globo.

Vivrai l’esperienza del conoscere nel modo più eccitante che si possa immaginare.

sabato 28 novembre 2015

Gita a Verona




Avevo giurato a me stesso di non accompagnare nessun’altra classe a una gita d’istruzione.

Purtroppo, ci ricasco!

I miei giuramenti si trasformano in patetiche promesse, utili soltanto per sfogare i postumi nevrotici di lunghe giornate trascorse con poco riposo notturno. 

Ovviamente, non tiro in ballo la questione della responsabilità oggettiva che a cuor leggero si prende.

Probabilmente, se continuo ad andarci, deve esserci qualcosa che bilancia moralmente ciò che razionalmente è fortemente controindicato.

Pensandoci bene, in realtà, è proprio così!

Quanto vale lo sguardo di una persona che fiduciosamente si rivolge a te con la certezza di ottenere un supporto o un incoraggiamento?

Quanto vale un “grazie” ricolmo di sincero sentimento?

Quando vale la speranza che si possa influire positivamente sulle gioie, sulle prospettive, sugli entusiasmi di giovani in crescita? 

Credo che misurare l’impatto del proprio modo di esistere sui giovani sia la gratificazione maggiore. 

Un famoso psicoanalista affermava che aiutare un giovane a formare un buon rapporto nel sociale, significa creargli le premesse per essere in pace con se stesso e felice nella vita.

I docenti accompagnatori alle gite d’istruzione fanno anche questo. 

Non sono visti soltanto come “professori” con programmi da svolgere, compiti da assegnare e interrogazioni da imporre.

In gita, strano a dirlo, gli alunni “vedono” i prof con una lente diversa. 

Mangiano, dormono, scherzano con loro. 

Addirittura, provano fame e si addormentano nel pullman come loro!

In gita, piccole deroghe al formalismo istituzionale fanno intendere meglio perché in classe bisogna essere seri; perché bisogna studiare con regolarità; perché è necessario attenersi alle regole della buona educazione.

Socrate ricordava che prendere consapevolezza sull’assenza del dolore, rende gioioso ciò che solitamente si mostra come normalità. 

Platone racconta  di Lui in una scena nel carcere, prima di essere giustiziato. 

Il filosofo mentre veniva liberato dalle pesanti catene che portava alle caviglie, strofinandosi piacevolmente la parte superiore del piede, ringraziò il suo carceriere per l’inatteso benessere procuratogli. 

Nonostante fosse in procinto di morire, trovò motivo ed occasione per essere felice. 

Ecco il senso ultimo del mio persistere nel partecipare a queste gite d’istruzione.

Alzarsi alle tre del mattino per trascorrere interminabili ore in un carrozzone che si sposta a 90/100 km/h, dimenticandosi di essere un lavoratore, di lasciare a casa una famiglia nel sonno, di essere cosciente delle responsabilità che gratuitamente si assumono e infine, di dover rendicontare accadimenti fortuiti/sfortunati alla dirigenza e genitori, è difficilmente comprensibile da chiunque applichi un minimo di razionalità nella cura dei propri interessi.  

In ogni caso, se tutta la vita fosse impostata su un bilancio egoistico, non sarebbe proprio il caso di nascere.

Può succedere di sorprendere alunni minorenni nel prepararsi a trascorrere una notte in compagnia della birra e sperimentare come il rimprovero o la punizione conseguente possa prevenire guai ben più grandi nell’età adulta.

Si può assistere all’assalto indisciplinato a un povero tavolo imbandito con cibo per 46 persone, e cogliere l’occasione per indurre alla riflessione comportamentale ragazzi coccolati e sempre sotto l’attenzione di genitori premurosi. 

I ragazzi in gita si ritrovano in una dimensione inusuale.

Non sveliamo i segreti di una notte in albergo; come si dorme con i compagni di classe; quale eccitazione si prova nel muoversi lungo corridoi felpati ed entrare in stanze a soqquadro senza la preoccupazione che la mamma stia lì a rimproverli per ogni cosa. 

E’ chiaro che in gita molti giovanotti sanno di essere studenti con la licenza breve, a decidere liberamente per se stessi.  

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