mercoledì 19 giugno 2013

Una nuova forma di protesta


La nuova forma di protesta dei dissidenti turchi: restare immobili per ore rivolti verso il ritratto di Ataturk, fondatore della Turchia laica e democratica. Questa modalità non violenta, inaugurata ieri dal coreografo Erdem Gunduz, si sta estendendo a tutto il paese.

Protestare è un modo di rendere evidente il proprio dissenso.

Si protesta per indurre la controparte a considerare un'idea alternativa. 

La protesta si alimenta della considerazione di essere nel giusto e di credere nella possibilità di essere ascoltati.

La protesta si può condurre nei modi in cui la stoffa della maturità del singolo e della civiltà di un popolo sottende.

Le forme più comuni di protesta prendono due direzioni: verso l'interno o l'esterno dello spirito umano.

La prima è tipica dell'individuo isolato, generalmente debole o che si trovi in uno stato di netta inferiorità rispetto al destinatario della protesta; la seconda interessa una casistica più ampia e spesso è contaminata dall'aggressività.
In quest'ultimo caso, la presenza del gruppo potrebbe favorire la violenza.

Risulta evidente che laddove nasce la protesta esiste una sofferenza. 

Ignorare la sofferenza, quindi, è il modo migliore per favorire la protesta.

La stragrande maggioranza delle persone sono convinte che reagire con veemenza a presunte ingiustizie sia sacrosanto. 

Questo suggerimento viene dall'istinto che, come di solito opera, è approssimato (se non stupido). 

A mente fredda, una reazione spropositata crea confusione e miscela abilmente le ragioni del contraddittorio, determinando uno stallo di giudizio.

Così, tutti hanno la loro parte di ragione, si mantiene lo stato corrente e la protesta perde la sua efficacia, fino ad apparire un atteggiamento indisponente o addirittura, sovversivo.

Le proteste decise, insistenti, propositive, fatte con piccole e ripetute modeste azioni, sono come le faglie dei terremoti: silenziose, sorprendenti e implacabili.

Gandhi lo sapeva e voleva comunicarlo con lo stesso sistema, fatto di silenzio e piccoli gesti, semplici parole dalla portata psicologica enorme. 

Usare la violenza contro chi è violento, è semplice e viene spontaneo, ma farlo contro chi usa le buone maniere, è difficile, ci vuole molta pratica e tanto impegno.

giovedì 13 giugno 2013

Il pianeta dell'Amore


opera di Silla Campanini

M'incammino verso i confini dell'anima,
dove la ragion pratica non vede.

Raggiungo spazi estranei alle misure.


Qui, anche il tempo si smarrisce.

Non ci sono regole.

Non esistono leggi.

Non c'è giudizio.


Una pace sostituisce l'aria che si respira.

La gioia è l'essere in sè.

La saggezza si perde nel senso del sorriso.

Il confronto scompare nella pienezza dello spirito.

La presenza si sente come comunione.

Il bene è splendore.


Oltre quel confine or non vado.

Porto ancora i segni delle battaglie.


Indosso inutili corazze 
 e l'amore mi vuol leggero.

Attende che mi spogli.

Sul suo pianeta non esistono vestiti.

mercoledì 12 giugno 2013

Tra ricordo e speranza


Opera di Silla Campanini 

Oscilla l'umore tra le alture del non senso e l'illusione di una meta.

Come un pendolo.

Costretto a invertire continuamente la direzione.

 Or allegro nel brio della velocità,
or  muto nella pausa della riflessione,
 solitario, 
oscilla su quell'arco risibilmente libero.

La massa pende verso il basso dei limiti,
inchiodata ad un centro di gravità lontano.

Svuoto la mente nell'anima 
per guardare i pensieri fermi.

Trovo immagini scomposte e parole sparse,
 come foglie d'autunno ai piedi dell'albero della vita.

Forse sono ricordi.

Tocco il cuore per vibrar emozioni
 e altre immagini si ravvivano.

Mentre i pensieri si muovono,
tutto s'illumina di speranza.

L'ardore incendia l'anima.

Il pendolo corre in discesa,
 porta con sè l'idea felice.
 

martedì 11 giugno 2013

Isole d'esistenza


Opera di Silla Campanini

Se penso ..... esisto.

Esisto per me stesso .... e allora non penso.

Devo agire per non pensare.

Agendo, interagisco...
 e scopro la presenza dell'altro.

Busso alla porta di chi mi confina.

Suppongo che esista.

Tento la comunicazione.

Ho pochi e imperfetti mezzi a disposizione....
 consentono soltanto l'immaginanario.

Torno a pensare.

lunedì 10 giugno 2013

Giù con la mente


opera di Silla Campanini

Il tempo gira intorno alla mente,
laddove lo spirito si ritrova libero nella spazio dell'orbita.

Scendo dentro di me a  frugare tra le idee abbandonate.

Riflessi di paure sorpassate, 
promesse dimenticate,
sogni riposti,
appaiono impolverati dal giudizio postumo.

Stanco, m'acquatto.

Sollevo delicatamente quei ricordi ripiegati.

M'appaiono ancor vivi per il profumo di quell'età verde.

Gira ancora il tempo,
proietta il film già visto.

Si colora di gioia
 la strana pietra raccolta sul solitario arenile.

Torna a muoversi
 quella lucertola braccata da quelle tozze manine. 

Sono chiare 
quelle parole lette senza voce dal libro scompigliato.
Ancor oggi spingono in gola il cuore.

La vita racconta se stessa, 
non vuole pausa.

Al reclamar del giudizio,
 la mente cancella l'umana debolezza.
 
Il tempo muove a completare l'opera.

Il suo dono è una scatola vuota.

Contiene il mondo che vorrei.



domenica 9 giugno 2013

Voglio vivere


Nella mente ci sono forme e sprazzi di luce. 
Dicono che sono idee. Leggendo le tue reazioni, tento di uniformarle per cercare il consenso. Soltanto allora, mi sento bene.
Non resisto nel coccolare la convinzione che tu possa capirmi.
Mi sento solo altrimenti, e senza del tuo cenno di testa o di quel mezzo sorriso, il cielo, il sole e l'universo tutto, si potrebbe arrotolare in una vecchia valigia.
Ho bisogno di un viso accanto al mio. Una viso che entri nell'anima con tutte le sue rughe, con le sue imperfezioni, con il suo calore.
Ho bisogno di raccontarmi e di ascoltarti.
Ho bisogno di disegnare la mia mente con i colori dell'essere umano.
Ho bisogno del suono del cuore, del brivido a misura stretta.

Non voglio vederci chiaro ... voglio vivere.



Una mia amica ora è lassù



Attonito per cuor leso,
la mia anima cerca rifugio.

Invano, il pensiero corre tra i ricordi,
per consegnarmi l'immagine del tuo sorriso.

La mia lacrima non trova freno,
si libera e corre verso il cuore.

Non voglio asciugarla,
soltanto rallentare la sua caduta.

M'è dolce riportarla a te, cara amica mia.

Essere gioioso dei giardini d'un tempo.

Nessun timore a volgere lo sguardo al cielo.

Lassù, 
da finestra sempre aperta, 
continuerò a mirarti.

Ciao, Francesca.

sabato 8 giugno 2013

Attimi d'incanto

          opera di Silla Campanini


Capita di rimanere sospesi,
legati a un immaginario lontano... oltre il senso umano.

Sono attimi eterni.

La ragione porta con sè grandi valigie,
forse, un lungo viaggio l'attende. 

La salutano gli occhi che, 
inchiodati su un'immagine senza contorni,  
vedono affacciarsi l'anima,
solerte per assistere all'illusorio congedo.

Anche la bocca vuole aprirsi,
ma è povera di parole.

Il capo rinnega la gravità
e chiede al braccio il gentile sostegno

Dolce è l'incanto di quello specchio d'umanità.

Riflette il cuore nudo.

Fortunati, sono coloro che assistono al guado.

Vendono rivoli di emozioni scorrere nel grande fiume dell'amore.

Ora, il pensiero è pesante per la mente in volo.

La leggera bolla fra poco scoppierà 
e nulla saprò dell'eternità. 


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