Scorre il filo
del sentimento tra le crespe dell’intimità.
Avvolge il
sentir dolce.
Trasparente alle
rocciose pretese.
Lontano dai
grigiori della tristezza.
Inerte all’egoismo.
Audace al
cuor mite.
Ricordo
ancora quell’affanno sfiancante.
Correvo legato
alla coda dell’aquilone.
Il mondo
tutto era con me.
La mano
protesa al cielo
cercava il
Dio dei bambini.
La frescura
del mattino
si perdeva
nella furia d’inseguire sogni.
Or che il
corpo è fermo,
il pensiero
cerca ancora l’aquilone,
ma son trascorsi
anni e il cielo è più basso.
Corro ancora
dietro quel filo teso dal vento del sentimento.
Continuo a
sognare il mondo che vorrei.
Sento anche l’affanno
agitare le vene.
E’ la vita che, irrefrenabile, pulsa.
Vuole testardamente
dirsi meravigliosa.
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