opera pittorica di Silvia Senna
Pochi ciottoli si raccolgono nella
mano.
Un profumo di fiori pervade
l’aria.
L’universo è nel tuo palmo.
L’eternità è nel minuto del tuo
respiro.
L’amore, tutto muove,
e a tutto si riconduce.
Vivi come se dovessi morire domani. Impara come se dovessi vivere per sempre. (Gandhi)
La banca HSBC aiutava a evadere le tasse migliaia delle persone più ricche del mondo, tra cui tantissimi italiani! Al posto loro noi saremmo già in carcere, ma i governi trattano questi potenti come se fossero troppo importanti per finire in manette. Dimostriamo che non è così!
Ogni anno solo in Italia l'evasione fiscale ci ruba 180 miliardi di euro, siamo i peggiori in Europa. Nel mondo si arriva a 3mila miliardi di dollari: per sconfiggere la povertà estrema ne basterebbero molti meno! "SwissLeaks" è il più grande scandalo bancario di sempre: abbiamo un'occasione unica per fare giustizia, ma dobbiamo agire subito.Due persone possono cambiare le cose: il ministro delle finanze inglese che si sta preparando alle elezioni e la candidata come prossimo Procuratore Generale USA che è in attesa della nomina. Entrambi sono al centro dell'opinione pubblica e la nostra campagna può spingerli ad aprire un'inchiesta e colpire l'élite dei grandi evasori, mandando un messaggio chiaro: nessuno è troppo importante per finire in manette!La HSBC è una banca inglese, inoltre migliaia di questi evasori rispondono alle leggi di USA e Gran Bretagna. Se spingiamo questi due paesi ad avviare azioni legali, possiamo innescare una reazione a catena globale. Questi mega-ricchi e le loro speculazioni incontrollate sono spesso la causa di gravi crisi finanziarie. Poi però vengono salvati con i soldi dei contribuenti, e hanno anche il coraggio di dire che bisogna tagliare i fondi alla scuola e alla sanità per coprire i debiti. Il tutto mentre molti di loro sono i primi a evadere le tasse! Questo circolo vizioso sta facendo aumentare rapidamente le diseguaglianze in tutto il mondo.
Al giorno d'oggi, 85 miliardari possiedono più ricchezze della metà più povera della popolazione mondiale. Soldi che poi troppo spesso sono usati per comprare politici e manipolare le nostre democrazie a loro vantaggio. È il momento di fermare questa deriva ed è fondamentale costringere i più ricchi a pagare le tasse dovute. Agiamo ora:
https://secure.avaaz.org/it/hsbc_tax_dodge_loc/?bglFhdb&v=53940
Avaaz è proprio questo: unirsi per avere la forza di tenere testa ai potenti. La legge ci vincola tutti allo stesso modo, ma migliaia di mega-ricchi al mondo pensano di essere immuni. Difendiamo la democrazia e la nostra società, dimostriamo che non è così.Con speranza e determinazione,
Alex, Bert, Laila, Ricken, Marie, Andrew, Nell e tutto il team di Avaaz
Un piano che starebbe funzionando se non fosse per una grande azienda italiana.
Ma oggi possiamo costringerla a pagare.
L'italiana Benetton è famosa in tutto il mondo, vale miliardi di euro, ma si rifiuta di risarcire uomini e donne morti cucendo i suoi vestiti. È l'unica grande marca sicuramente coinvolta nel crollo a non voler pagare. E la farà franca finché questa storia non metterà seriamente a rischio la sua immagine. E qui tocca a noi.
Benetton si sta preparando alla Settimana della Moda di Milano, l'evento più importante per il settore in Italia. È la nostra occasione. Clicca per chiedere a Benetton di salvare questo piano rivoluzionario. Arrivati a 1 milione di firme li metteremo in imbarazzo di fronte a tutto il mondo con una azione che non potranno ignorare. Firma ora:
https://secure.avaaz.org/it/benetton_pay_up_loc/?bglFhdb&v=53251
Quello del Rana Plaza non è il primo incidente di questo tipo. Per decenni le multinazionali si sono infischiate di queste tragedie. Ma da oggi questo potrebbe cambiare. L'accordo voluto dall'ONU per la prima volta nella storia coinvolge tutte le parti: il governo del Bangladesh, i produttori, i rivenditori internazionali e le organizzazioni per i diritti dei lavoratori. E se avrà successo stabilirà nuovi e altissimi standard per la responsabilità delle aziende, i controlli sui fornitori e i diritti dei lavoratori in tutto il mondo. C'è solo il no di Benetton a rischiare di far saltare tutto, spingendo altri a rifiutarsi e impedendo che si crei un precedente per i diritti dei lavoratori.
Non possiamo permettere che sia proprio l'Italia responsabile di questo: Benetton è l'unica grande marca ufficialmente relazionata al Rana Plaza a non aver aderito al piano di risarcimenti. L'anno del crollo ha avuto profitti per 139 milioni di euro, ma ha il coraggio di dire di aver fatto il suo dovere con una donazione di non si sa quanto a un'organizione benefica locale. Ma la carità non è un equo risarcimento. La verità è che questo crollo è stato una sequenza incredibile di negligenze da parte delle aziende. In un mondo giusto il risarcimento dovrebbe essere obbligatorio. Che le aziende partecipino a questo programma è il minimo accettabile.
Per Benetton, così come per tutti questi marchi globali, l'immagine è tutto. Per questo possiamo essere efficaci e dobbiamo colpire ora. Più saremo, più i vertici di Benetton faranno fatica a ignorarci. Firma ora per chiedere giustizia per i sopravvissuti del Rana Plaza, poi condividi la campagna con tutti:Abbiamo già provato a smuovere queste aziende colossali. Dopo il crollo della fabbrica, la nostra comunità si mobilitò in massa per obbligare leader mondiali del settore come H&M a firmare l'accordo "Fire and Safety", per evitare che altre persone venissero sacrificate ai profitti di qualche azienda. Ora dobbiamo agire ancora una volta e pretendere che queste famiglie siano ascoltate.
Con speranza,
Dalia, Oliver, Emily, Risalat, Mais, Ricken e tutto il team di Avaaz
Ma la decisione non è definitiva.
La Croazia vive di turismo, in buona parte proprio turisti italiani (oltre 1 milione!), attirati da spiagge e mari incontaminati.
Firma subito e condividi con tutti e non appena arriveremo a 100mila firme faremo arrivare la protesta italiana ovunque su giornali e tv croati per far capire al Governo che andare avanti con le trivellazioni significa mettere a rischio l'economia del Paese:
https://secure.avaaz.org/it/italy_stop_croatia_oil_drilling_loc/?bglFhdb&v=51945
Stiamo già mobilitando tutto e tutti dalla pesca, alla protezione della fauna, dell'ambiente, al rischio geologico, fino ai residui bellici che rendono le trivellazioni pericolose: avremo un dossier inattaccabile, che ha già convinto il governo italiano a sospendere molte trivellazioni proprio nell'Adriatico.
Ma sappiamo che bastano due cifre per convincere definitivamente il governo croato: i circa 100 milioni di investimenti in media all'anno promessi dalle multinazionali del petrolio contro i circa 7 miliardi all'anno che derivano dal turismo. Basterebbe perdere per colpa di questo progetto 100mila dei 12milioni di turisti annuali, e tutta l'operazione sarebbe un fallimento per l'economia croata.
Grazie alla mobilitazione di centinaia di migliaia di possibili turisti tedeschi abbiamo appena contribuito a fermare simili trivellazioni vicino ad Ibiza. E la Croazia non può fare a meno del turismo, che è oltre il 20% del suo PIL: sarà semplicemente terrorizzata di perdere anche la più piccola percentuale di turisti italiani. Firma subito e condividi con tutti:
https://secure.avaaz.org/it/italy_stop_croatia_oil_drilling_loc/?bglFhdb&v=51945
La comunità di Avaaz è già stata cruciale nel 2014 per salvare pezzi bellissimi del nostro ambiente: dal Parco Naturale del Sirente-Velino in Abruzzo, alle cime più alte delle Apuane, fino alla mobilitazione per il Clima che anche in Italia ha coinvolto decine di città e decine di migliaia di persone. E ora sta a noi lottare per l'Adriatico e forse l'intero Mediterraneo.
Con speranza e determinazione,
Luca, Francesco, Juliane, Luis, Sam, Christoph e tutto il team di Avaaz
Alcuni mesi fa, uno scienziato è tornato nell'Oceano Artico per studiare la fuoriuscita di bolle di metano. Le aveva già osservate tempo prima, a centinaia, un metro l'una, uscire dal mare e rilasciare un gas 50 volte più inquinante della CO2. Ma al suo ritorno è rimasto pietrificato: erano cresciute, erano di UN CHILOMETRO l'una. Centinaia di enormi colonne di gas.
Gli scienziati ci hanno avvisato da tempo, esistono "punti di non ritorno" causati dal surriscaldamento terrestre che fanno impazzire il Pianeta. Un altro esempio: più si sciolgono i ghiacci che riflettono il calore nello spazio, più la temperatura dell'oceano aumenta, facendo sciogliere ancora più ghiaccio in una spirale inarrestabile. Ma nel 2014 tutti gli indicatori climatici sono stati "anomali". Ed è stato l'anno più caldo mai registrato nella storia.
Ma POSSIAMO fermare questa crisi agendo subito e mobilitando l'intero Pianeta. Possiamo trasformare questo scenario da incubo nel migliore futuro possibile: pulito, verde, e in equilibrio con il Pianeta.
Mancano solo 10 mesi al Vertice di Parigi, dove si deciderà il destino di questa enorme battaglia contro il cambiamento climatico. 10 mesi per convincere i leader mondiali a sostenere il nostro piano e fargli mantenere le promesse. Siamo noi contro le multinazionali del petrolio e chi dice che niente può cambiare.
Possiamo farcela, ma nel 2015 abbiamo bisogno del sostegno di tutti: bastano anche solo pochi euro, e addebiteremo le donazioni solo quando raggiungeremo il nostro obiettivo. Dobbiamo vincere, per il Pianeta che tutti noi sogniamo.
Pensare che tanto non si possa fare niente è inutile certo, ma soprattutto sbagliato. È tardissimo, ma possiamo ancora fermare questa catastrofe se iniziamo subito a convertire le nostre economie da petrolio e carbone a fonti di energia alternative. Un obiettivo che spingerà il mondo a collaborare come mai prima d'ora per difendere l'unico Pianeta che abbiamo. In fondo, Avaaz è nata per costruire questo futuro.
Questa sfida richiederà passione, speranza e tutto il nostro ingegno. E abbiamo un piano:
All'ultima conferenza sul clima, a Copenaghen nel 2009, abbiamo svolto un ruolo fondamentale nelle elezioni "verdi" in Germania e Giappone, nel cambiamento delle politiche in Brasile e nell'ottenere dai paesi ricchi la promessa di 100 miliardi di dollari all'anno di sostegno ai paesi in via di sviluppo per contrastare il cambiamento climatico. Nel 2009 eravamo solo 3 milioni e dopo Copenaghen capimmo che dovevamo essere molti di più per affrontare la sfida del cambiamento climatico. Ora siamo 41 milioni, in continua crescita.
- Non ci fermiamo: la Marcia Globale per il Clima voluta e spinta dalla nostra comunità ha stravolto il dibattito politico. Abbiamo già visto risultati concreti in alcune politiche nazionali. Ma le compagnie petrolifere stanno preparando la loro contromossa, e dobbiamo essere pronti.
- Il Presidente francese in prima linea: il presidente francese François Hollande presiederà il vertice, una posizione importantissima. Serve che si batta per un risultato importante. Ha già incontrato il nostro team e si è offerto di dare all'accordo di Parigi il nome di una giovane avaaziana! Dobbiamo assicurarci che non si tiri indietro quando le cose entreranno nel vivo.
- Un salto di qualità: la portata di questa crisi è tale che dobbiamo andare oltre una normale campagna, con azioni importanti, dirette e non violente che colpiscano l'immaginazione: dobbiamo far capire che questa cosa è urgente, e spingere le persone ad agire. La Marcia è stata solo il primo passo.
- Basta disinformazione; miliardari come i fratelli Koch e le loro compagnie petrolifere sono la maggiore industria di menzogne sul tema del cambiamento climatico. Finanziano scienza spazzatura per confonderci e spendono milioni in campagne di comunicazione ingannevole, mentre comprano politici. Vogliamo investire nel giornalismo investigativo per smascherare la loro disinformazione.
- Obiettivi chiari e precisi: persino di fronte a una catastrofe di proporzioni planetarie, 195 governi in una stanza possono rivelarsi semplicemente incompetenti. Dovremo far emergere i punti chiave dell'accordo dal rumore di fondo del dibattito politico, e focalizzare i media e i leader su di essi. Il nostro obiettivo principale è un impegno chiaro a un mondo senza più emissioni di CO2, alimentato al 100% da energie pulite. Questo sarà il punto di svolta che indirizzerà gli investimenti privati in massa sulle energie rinnovabili.
Il cambiamento climatico è il problema globale "definitivo", e richiede la cooperazione di tutti i governi del mondo. Con milioni di membri uniti da uno stesso ideale e provenienti da tutti i paesi del mondo, Avaaz potrebbe diventare lo strumento definitivo per quell'azione collettiva. È la nostra occasione per costruire un mondo come quello che vorremmo per i nostri figli. Diamoci da fare.
Con speranza e riconoscenza per questa straordinaria comunità,
Ricken e tutto il team di Avaaz