martedì 12 giugno 2012

Serena

 
Una bambina, spettatrice silenziosa di un film interpretato dai suoi genitori, conduceva una vita solitaria nell’anima. 
La lunga attesa di una carezza o di una piccola attenzione alla sua persona, le aveva indotto una specie di mesta rassegnazione unita all’accettazione di una colpa difficile da comprendere alla sua tardiva intelligenza.

Le tenerezze che giungono da un cuore che ama, sono sempre accompagnate da duraturi sorrisi e sguardi incantati. 

Questa esperienza era completamente ignota alla piccola Serena, che però, aveva sperimentato come attraverso l’ubbidienza o un concedersi senza convinzione, si riusciva a conquistare sorrisi di compiacimento.
Queste apparenti gratificazioni le servivano come surrogati di quei piaceri che ella avrebbe voluto provare come riflesso di un atto d’amore ancora da sperimentare.
La strana situazione che si componeva mentre la bambina diventava donna, contribuì a definire un’architettura dell’anima illeggibile e difficile da modellare con gli eventi della vita.
Un giorno ricevette un oggetto avvolto in due strati di carta: quello della formalità e quello dello sfruttamento. 
Serena non era capace di notare i due strati di carta, apprezzò invece, l’oggetto come un dono speciale alla sua persona. 
Conservò e curò per molto tempo l’oggetto, sperando un giorno di poter comprendere il suo reale valore. 
La sua vita cominciò a cambiare.  Iniziò a combattere le prime battaglie. Si vedeva negli occhi dei suoi amici e conoscenti. 
Riusciva persino a modulare la sua voce con un sottofondo di importanza e convinzione delle proprie possibilità.
La sua forza interiore si accrebbe tenendo sempre in primo piano l’importante dono che aveva ricevuto e del quale si vantava come una delle pochissime persone a cui la fortuna aveva concesso di possederlo.
Serena stava conquistando la sua consapevolezza e l’autorità di esistere quando il destino gli impose di aprire il pacco dono per scoprire che non conteneva nulla. 
Ella capì che le avevano dato in custodia qualcosa senza valore per il mondo materiale, ma che si era rivelato così preziosa da dare un senso alla sua vita. 
Quella scatola vuota portava in sé qualcosa che nemmeno i suoi genitori erano riusciti donarle.
Serena, ora, cammina per il mondo sapendo che il valore degli oggetti non si prova toccandoli ma sentendoli con il cuore.  

domenica 10 giugno 2012

Innamorarsi


Se potessi riscoprirti,
farei di un diamante la tua prigione.

Diffonderei la tua immagine con milioni di reflessi in tutte le direzioni, 
e con l’intensità delle mie emozioni
 farei del mondo un’allegra trottola nell’universo.

Vorrei innamorarmi della vita e tener bloccata nell’anima quella forza interiore di cui anche la ragione ne fa gelosia.

Vorrei contagiare e alimentarmi del volersi bene.

Vorrei perder lacrime incontrollate di gioia.

Vorrei sentirmi perso nella confusione dei sentimenti ingenui.

Scheggia irrazionale del mio cuore 
non rischiare di essere offesa,
rallenta la tua velocità 
e chiedi consiglio alla saggezza,
 se vuoi che il mondo non abbia paura di te 
e non ti confini prima nel silenzio e poi nella pazzia. 

venerdì 8 giugno 2012

Se questo è un uomo



Rubando il titolo al famoso romanzo di Primo Levi, non voglio richiamare la sua fama, né imitare i suoi scritti rivolti a un’ingiustificabile ferita inferta al genere umano, voglio soltanto ravvivare la consapevolezza per quel dolore ancora vivo nella mente e nel cuore dei nostri nonni. 

A dispetto di tutti i buoni propositi di migliorare il mondo, delle conquiste della scienza e della tecnologia moderna miranti ad accrescere il benessere sociale e comprendere i limiti umani, e non ultime, anche a dispetto delle celebrazioni dedicate alla memoria, il germe della cattiveria continua a depositare scorie morali ovunque. 

Si diffonde l’indifferenza come mutazione dell’apparente egoismo. 

A quel bimbo nella foto, con misericordia e amore, dedico questa inutile poesia.

   
Bimbo mio,
vedendoti in quella buca, i miei occhi cadono con te!

Vorrebbero annebbiarsi nel chiedere aiuto alle lacrime.

Il mio cuore rallenta il battito,
vuole condividere il silenzio di un amore mancato.

Anche le parole si svuotano in rispetto della tua piccola vita.

Mi scopro impotente nel muovere la mano per te.

Nascondo la mia anima al cospetto della tua dignità.

L’ umile e piccola fossa in cui mani pietose ti hanno adagiato 
sia  il tesoro che mostrerai in cielo
per donarlo al padrone di tutti i cieli.

Felicità e gioia accendono la mia speranza 
nell’immaginarti nella parte più bella del Paradiso.

Ti vedo volare con altri bambini e
se un giorno potessi incontrarti lassù,
non darei freno al desiderio di abbracciarti 

e chiederti scusa 
per ciò non siamo stati capaci di offrirti su questo pianeta.

Blu, soltanto per chi ha da mangiare.


Pensiero dolce

 
 
Lontano,
nel mondo sfuggente alle parole,
scritta con il colore dei sentimenti,
leggo la tua favola.

Racconti dell’armonia della vita,
 delle sue incomprensioni,
della sua tenerezza nel scovar tesori oltre i confini del pensare.

Dipingi la solitudine con l’amore,
trasmetti gioia d’esistere.

Ritocchi con il sorriso l’inquieta immagine dell’anima.

Respiro la tua presenza,
assaporo la tua fragranza.

Fai parte di me.

sabato 2 giugno 2012

La geografia della cultura

 
Capita che svegliandosi con tanto ottimismo e con la consapevolezza di vivere una bella giornata, ti renda conto che il disegno del corso della vita deve forzatamente essere sorprendente.

La sorpresa è capace di entusiasmarti o di avvilirti, ma nel caso di cui vi sto raccontando, scalfisce anche la speranza di intravedere un futuro migliore.

Non è facile per un docente, ormai da molto tempo nella scuola e appassionato della cultura nella sua totalità, leggere e accettare quanto segue:
Mentre si festeggia la repubblica, i vertici politici annichiliscono le più grandi menti della cultura meridionale cancellandoli dai programmi ministeriali”.
Il mio spirito critico subisce una battuta d’arresto, esattamente come se avessi l’impressione di vuoto razionale. Ho bisogno del tempo per ricomporre dei pensieri, ripartendo da quelli più elementari.
Rifiutando l’idea che i nostri politici siano impazziti, cerco la motivazione in uno sfortunato approccio nel disciplinare la crescente mole di informazioni con cui i libri di storia devono fare i conti.
La cultura, per definizione, è l’insieme della tradizione e del sapere scientifico, letterario e artistico di un popolo o dell'umanità intera che, per mantenere memoria alle future generazioni, ha bisogno di essere registrato, catalogato, strutturato in un ordine cronologico interlacciato con tutti gli aspetti della psicologia dell’uomo.  La narrazione sistematica e la conseguente interpretazione critica, viene sancita come storia.
A tutti coloro che sentono il bisogno di conoscere il proprio passato, l’origine e la vita dei propri antenati, le idee dei pensatori, filosofi, poeti, artisti e ogni illustre personalità, si apre il libro della storia. 

La storia, quindi, è fatta di eventi. 

I protagonisti sono tutti gli uomini, ognuno indipendentemente dal livello occupato sulla scala gerarchia della società, ha contribuito, spesso con enormi sacrifici, ad arricchire o favorire con idee creative, il sapere universale e far muovere l’evoluzione dell’umanità.

Tenuto conto di ciò, il libro della storia non può contenere fatti e personaggi che curano l’immagine o gli interessi di alcuni a dispetto di altri. Esso non può raccontare di episodi buoni in contrapposizione a quelli cattivi. 

Esso non deve vestire i contenuti con allusioni che inducano giudizi di parte. 

Soprattutto, non può attribuire qualità e valori condizionati dal sesso, dalla razza, dal credo religioso, dall’area geografica di appartenenza, dalle risorse ambientali disponibili, e in generale, la storia non può fare discriminazione di idee e di sentimenti.

Chi manipola il sapere selezionando le informazioni e suggerendo la loro interpretazione, oscura la mente dei giovani; commette un crimine contro l’umanità, poiché non attenta soltanto alla qualità delle sue conoscenze, ma va oltre, gli si priva della libertà di pensare, di formulare un pensiero frutto della propria creatività. Quest’ultima qualità, tipica per l’essere umano, è motivo della nostra esistenza.

Per fortuna che anche in questo campo esistono gli anticorpi che distruggono mali non di natura biologica.

Un esempio reale ci viene fornito da una materana emigrata in Germania, promotrice di innumerevoli iniziative atte a scardinare il clima di complicità, malefiche connivenze e tutto ciò che offende l’amore e il sapere.

Si chiama Nicoletta Montesano Recthien, instancabile e combattiva giornalista, che si alimenta non di carne o pane, ma di gratificazioni ricavate nel veder felici coloro di cui si prende a cuore.

Non sono ministri o danarosi amici che fanno leva sulla vanità delle ricchezze materiali, ma semplicemente gente comune.

Un certo tipo di persone che parlano con il cuore e vedono nel prossimo un barlume di speranza per migliorarsi.

Per Lei, come per molte altre brave persone, un terremoto crea danni allo stesso modo, sia se colpisce il sud o il nord d’Italia, sia se questo crea disperazione a un operaio o a un imprenditore, sia se succede sotto casa, sia a migliaia di chilometri di distanza.


Grazie a persone che operano generosamente, senza le luci della ribalta, senza i titoli accademici altisonanti e senza mirare a profitti reconditi, siamo garantiti che il mondo PUO' e DEVE migliorarsi.

Nicoletta Montesano Recthien dà il senso alla SOLIDARIETA' SENZA CONFINI.



venerdì 1 giugno 2012

Irragionevole speranza



Sottili, delicate note che penetrano l’anima,
si annidano là dove nessuna parola arriva.

Sollevano emozioni.

Ti immergono nel piacere di esistere.

Non riesci a distinguere l’illusione dalla realtà.

Complice è l’incanto, perché costringe lo sguardo al vuoto.

Anche gli occhi sono inutili quando si fa delega al cuore.

Per quei sentieri ritrovi la vita che vorresti.

Irragionevolmente pensi a Lui.

Osi addirittura pensare che faccia parte di te.

Lascia segni per riportati in alto,
lontano dai dolori,
lontano dalla tristezza,
lontano dalla cattiveria .

Spontaneo si impone l’abbondano alla promessa di una vita....
che non è questa.

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